Gesù saliva verso il Calvario, portando sulle spalle piagate la croce
pesante.
Sangue e sudore
scendevano a rigare il volto santo coronato di spine.
Vicino a Lui camminava
la Madre, insieme ad altre pie donne.
Gli uccellini, al
passaggio della triste processione, si rifugiavano, impauriti, tra i
rami degli alberi.
Ad un tratto - Gesù
stramazzò al suolo. Due soldatacci, armati di frusta, si
precipitarono su di
Lui, allontanando la Madre, che tentava di rialzarlo "Su,
muoviti! E tu, donna,
stàttene da parte."
Gesù tentò di
rialzarsi, ma la croce troppo pesante glielo impedì.
Era caduto ai piedi di
un salice ...Cercò inutilmente di aggrapparsi al tronco. Allora
l'albero pietoso
chinò fino a terra i
suoi rami lunghi e sottili perché potesse, afferrandosi ad essi,
rialzarsi con minor
fatica. Quando Gesù
riprese il faticoso cammino, l'albero rimase coi rami pendenti verso
terra: perciò
fu chiamato «Salice
Piangente ».
La leggenda
del melograno
Gesù saliva faticosamente la via del Calvario. Dalla Sua fronte
trafitta di spine cadevano gocce di
sangue. Gli Apostoli,
timorosi, seguivano Gesù da lontano, per non farsi vedere; ed uno di
essi,
quando il triste corteo
era passato, raccoglieva i sassolini arrossati, dal sangue benedetto
di Gesù e
li metteva in un
sacchetto. A sera gli Apostoli si radunarono tutti tristi nel
Cenacolo; l'apostolo pietoso
trasse di tasca il
sacchetto per mostrare ai compagni le reliquie del sangue di Gesù; ma
nel
sacchetto trovò un
frutto nuovo, dalla buccia spessa ed aspra dentro alla quale erano
tanti chicchi,
rossi come il sangue di
Gesù. Era nato il melograno.
La
leggenda del pettirosso
Gesù era sulla Croce.
Le spine della corona che stringeva la fronte si conficcavano nelle
sue bianche
carni facendo uscir
grosse gocce di sangue.
Un uccellino, che
volava poco distante, vedendo la sofferenza di Gesù, sentì tanta pietà
per Lui.
Gli si avvicinò con un
leggero pispiglio.
Cosa, disse
l'uccellino? Forse rimproverò gli uomini di essere stati cattivi,
forse, rivolse a Gesù tenere
parole di consolazione.
Poi tentò di portargli aiuto e, col becco tolse alcune di quelle spine
che lo
torturavano. Le piume
dell'uccellino caritatevole si macchiarono di rosso.
L'uccellino conservò,
come prova di amore, quelle gocce di sangue sul suo cuoricino. Gli
uomini
vedendolo lo chiamarono
«pettirosso». Ancora oggi tutti gli uccellini che appartengono alla
famiglia
dei pettirossi hanno
sul petto qualche piumetta sanguigna.
Le
uova fiorite
C'era una
volta un coniglietto che voleva regalare a due bambini suoi amici
tante uova di Pasqua.
Per fare
una sorpresa, cercava un posto dove nascondere le uova. All'alba si
avvicinò alla casa
dei bambini col suo sacchetto rigonfio. Il prato Iì davanti era tutto
coperto di fiori di croco, bianchi,
gialli e azzurri, che rassomigliavano a tante uova colorate. Il
coniglietto nascose le uova tra i fiori e se
ne tornò a
casa.
AI sorgere del sole avvenne un fatto straordinario: i fiori del prato
diventarono uova di Pasqua.
Una colomba se ne accorse e andò in giro a spargere la notizia.
Presto il prato fu pieno di bambini, mentre le uova di cioccolato
continuavano a fiorire.
Ancorò oggi i vecchi del paese raccontano che quella sia stata la
Pasqua più dolce di tutte.
Storia
dell'uovo di pasqua
L'uovo rappresenta la Pasqua nel mondo intero: c'è quello dipinto,
intagliato, di cioccolato, di terracotta e di cartapesta. Ma mentre le
uova di cartone o di cioccolato sono di origine recente, quelle vere,
colorate o dorate hanno un'origine radicata nel lontano passato.
Le uova, infatti, forse per la loro forma e sostanza molto
particolare, hanno sempre rivestito un ruolo unico, quello del simbolo
della vita in sé, ma anche del mistero, quasi della sacralità.
Già al tempo del paganesimo in alcune credenze, il Cielo e la Terra
erano ritenuti due metà dello stesso uovo, e le uova erano il simbolo
del ritorno della vita.
Gli uccelli infatti si preparavano il nido e lo utilizzavano per le
uova: a quel punto tutti sapevano che l'inverno ed il freddo erano
ormai passati.
I Greci, i Cinesi ed i Persiani se li scambiavano come dono per le
feste Primaverili, così come nell'antico Egitto le uova decorate erano
scambiate all'equinozio di primavera, data di inizio del "nuovo anno",
quando ancora l'anno si basava sulle le stagioni.
L'uovo era visto come simbolo di fertilità e quasi magia, a causa
dell'allora inspiegabile nascita di un essere vivente da un oggetto
così particolare.
Le uova venivano pertanto considerate oggetti dai poteri speciali, ed
erano interrate sotto le fondamenta degli edifici per tenere lontano
il male, portate in grembo dalle donne in stato interessante per
scoprire il sesso del nascituro e le spose vi passavano sopra prima di
entrare nella loro nuova casa.
e
uova, associate alla primavera per secoli, con l'avvento del
Cristianesimo divennero simbolo della rinascita non della natura ma
dell'uomo stesso, della resurrezione del Cristo: come un pulcino esce
dell'uovo, oggetto a prima vista inerte, Cristo uscì vivo dalla sua
tomba.
Nella simbologia, le uova colorate con colori brillanti rappresentano
i colori della primavera e la luce del sole. Quelle colorate di rosso
scuro sono invece simbolo del sangue del Cristo.
L'usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto
indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di
Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d'oro e
decorate da donare come regalo di Pasqua.
Ma le uova
più famose furono indubbiamente quelle di un maestro orafo, Peter Carl
Fabergé, che nel 1883 ricevette dallo zar Alessandro, la commissione
per la creazione di un dono speciale per la zarina Maria.
Il primo Fabergé fu un uovo di platino smaltato bianco che si apriva
per rivelare un uovo d'oro che a sua volta conteneva un piccolo
pulcino d'oro ed una miniatura della corona imperiale.
Gli zar ne furono così entusiasti che ordinarono a Fabergé di
preparare tutta una serie di uova da donare tutti gli anni.
Scrivetemi e pubblicherò con immenso
piacere le vostre Poesie, i vostri Pensieri, i vostri Racconti...