Nasce a Salonicco nel
1902. È amico di Neruda, allievo di Majakovkij.
È capace di ridere e
di piangere, è capace di amare, di soffrire e di cantare.
E cantava, racconta
Neruda, prima piano e poi sempre più forte, a squarciagola, per
vincere la sua
debolezza e
rispondere ai suoi torturatori...cantava in mezzo agli escrementi
delle latrine, dove lo
avevano costretto a
stare dopo averlo fatto camminare fino all'esaurimento delle forze.
Oppositore del regime
di Kemal Ataturk, è condannato a 28 anni di carcere (1938) con
l'accusa di
incitamento alla
ribellione perché ai cadetti della marina, che amano i suoi versi,
piace leggere
"Epopea di
Sherok Bedrettin", il poema sulla ribellione dei contadini del
1500 contro l'impero
ottomano. Per la sua
liberazione, nel '49 firmano a Parigi, insieme a tanti altri, Sartre,
Ricasso e
Robeson. Per la
libertà si sottopone a uno sciopero della fame di 18 giorni,
nonostante il cuore
malato. Esce dal
carcere in seguito ad un'amnistia generale. Anche da libero è
perseguitato: due
tentativi di
ucciderlo e il servizio militare a 50 anni, malato. Privato della
cittadinanza turca, deve
rifugiarsi
all'estero, accolto con affetto ovunque; solo gli Stati Uniti gli
negano il visto.
Muore esule a Mosca
nel 1963.
La sua Poesia e'...
...un
colloquio con l'uomo, una partecipazione di tutto ciò che succede al
mondo e a tutto ciò che
succede:
una partecipazione "di stomaco", un legame emozionale, profondo...
"Mi
domandi perché scrivo delle poesie?Sarebbe più giusto porre la domanda
in un altro modo.
Perché e
come ho cominciato a scrivere delle poesie. Cerco di ricordare. Avevo
tredici anni...
Nazim
non riesce a spiegare perché scriva poesie se non partendo dalla prima
volta, e passando dai
ricordi
giungerà a dire che ora non può più farne a meno: la poesia diviene in
lui parte del suo modo
di
essere al mondo, di viverlo, di conoscerlo.
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