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     CIRCOLO UDINE 7 
 
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    L'Amministrazione Comunale di Udine intende riconoscere un peso decisivo alla cultura della salute e della prevenzione, sia che si rivolga ai giovani o alla generalita' della popolazione.

    Nell'ambito del Progetto Salute promosso dalle Circoscrizioni cittadine, va in scena il primo di due appuntamenti di:


    GIOVANI SPIRITI
    Spettacolo sul consumo e l'abuso di sostanze alcoliche tra i giovani.

    VENERDI' 29 APRILE 2011 ore 18.00
    presso l' Auditorium della scuola Bellavitis
    in via XXV Aprile a Udine



     


    Carissime e carissimi,
    Vi invito all'iniziativa su
    "FEDERALISMO ED UNITA' D'ITALIA"  
    GIOVEDI' 17 Marzo 2011 alle ore 18.00
    presso l'Auditorium San Marco a Palmanova.
     
    Relatore:
    PROF. LEOPOLDO COEN 
    Interventi:
    FRANCESCO MARTINES
    (Capogruppo PD Provincia di Udine)
    MAURO TRAVANUT
    (Vicecapogruppo PD Regione FVG)
    IVANO STRIZZOLO
    (Deputato PD)
    DEBORA SERRACCHIANI
    (Eurodeputata e Segretaria Regionale PD)
     
    Saluti,
     
    Andrea Simone Lerussi
    Segretario Provinciale del Partito Democratico - Udine


    aPeritivo Democratico 

     venerdi' 11 marzo alle ore 18.15
    bar "da IRVANA", via Colugna 13  UDINE
     
    Il tema di questa serata sara':
    L'AFRICA E' VICINA:

    Egitto, Libia, Tunisia, e poi ...? 
      COSA SUCCEDE
    NEL MEDITERRANEO?


    con la partecipazione:

    -
     
    del professor Federico BATTERA (ricercatore in sistemi politici afro-asiatici presso la Facolta' di Scienze Politiche dell’Universita' di Trieste)

     -     del professor Marco CUCCHINI (docente di Diritto Costituzionale al Dipartimento di Scienze Internazionali e Diplomatiche dell'Universita' di Trieste, sede di Gorizia),

    -
          di Hosam AZIZ (imprenditore di origini egiziane, vicesegretario cittadino del PD)
     
    Coordina il dibattito Claudio COSMARO
    (Segretario del circolo UDINE 7,  Chiavris - Paderno, del Partito Democratico)

     
    L'incontro, di tipo informale, e' promosso dal circolo Udine 7 (Chiavris- Paderno) del Partito Democratico, e' aperto a tutti i cittadini che desiderano comprendere quanto sta accadendo nei paesi del nord Africa e del Medio Oriente. 

     

    Segue bicchierata



    QUANDO LA NOTTE FINIRA'
    riflessione di BARBARA SPINELLI


    NO ALLE SPESE MILITARI SI' ALLE SPESE SOCIALI
    le Donne in Nero di Udine manifesteranno
    sabato 26 febbraio 2011 in Piazzetta Lionello a Udine
    dalle ore 16.30 alle 18.30  
    per dire no al governo italiano
    che, nello scenario della crisi economica, decide una spesa militare imponente:
     

    per il 2011 sono stati stanziati per il settore della difesa 24,8 miliardi di euro

    - solo per la campagna militare in Afghanistan, nei primi sei mesi dell'anno (1 gennaio-30 giugno 2011) è prevista una spesa complessiva di oltre 410 milioni di euro (2,26 milioni al giorno)

    - per l'acquisto di 131 F35, che sono aerei di attacco per il trasporto anche di testate nucleari in teatri di guerra lontanissimi, è stato confermato l'impiego di 13 miliardi di euro

    - per l'acquisto della portaerei Cavour sono stati messi a bilancio 1 miliardo e 390 milioni di euro.

    - A fronte di una spesa militare così rilevante, il governo italiano ha deciso interventi di drastico ridimensionamento dello stato sociale. In tre anni mancheranno 8 miliardi di euro all’istruzione pubblica; 5 miliardi di euro alla sanità; 9,2 miliardi di euro agli Enti locali che saranno perciò costretti a ridurre i servizi per cittadine e cittadini. Lo smantellamento del welfare pesa su tutti, ma ha una ricaduta particolarmente gravosa sulla vita delle donne a cui è ancora affidato un lavoro esteso di cura e di assistenza.

    Occorre tagliare la spesa militare, non partecipando a guerre spacciate (fatte passare nde) per missioni umanitarie e investire le risorse risparmiate nelle vere aree di interesse "strategico": scuola pubblica, università e ricerca.

     

    Donne in Nero di Udine

     

    Partecipate!



    DONNE
    SVEGLIAMOCI !

    tutte in Piazza San Giacomo a Udine
    sabato 29 gennaio 2011
    alle ore 16.00


    Le riflessioni di Giulia Bongiorno e Concita De Gregorio: da destra e da sinistra un invito alle donne a NON tacere

    LA LETTERA

    La Repubblica  21/01/2011
    Noi donne calpestate, non possiamo tacere
    di GIULIA BONGIORNO*

    Caro direttore,

    quando è in corso un'indagine che riguarda un personaggio pubblico, l'immancabile amplificazione mediatica che ne consegue è insidiosissima. Di solito, gli elementi divulgati sono soltanto quelli raccolti dai pubblici ministeri. Si finisce così per attribuire il crisma di verità a tesi parziali.

    E l'idea che se ne fa l'opinione pubblica può risultarne alterata. Da avvocato, sento quindi l'obbligo di sottolineare che l'indagine sul premier Silvio Berlusconi non deve fare eccezione: prima di formulare giudizi in merito alla fondatezza delle accuse mossegli dalla Procura, bisogna senza dubbio attendere gli sviluppi processuali. Fatta questa doverosa premessa, voglio però subito precisare che non sono affatto d'accordo con quanti usano questo ragionamento come arma per stroncare ogni tipo di riflessione critica: in questi giorni ho infatti sentito invocare la presunzione di innocenza per mettere a tacere chi contestava non la consumazione di reati ma fatti storici oggettivamente emersi, fatti che nessun processo potrà mai cancellare.

    In definitiva, se prima di condannare è necessario aspettare che si faccia chiarezza sulla sussistenza di certi reati, non si può ignorare che non tutto quanto è emerso in questi giorni è "in attesa di giudizio": il contesto oggettivo in cui sarebbero maturate le vicende processuali non ha improvvisamente squarciato un velo e mostrato un profilo imprevisto e del tutto inedito del premier.

    Nelle aule di Milano si discuterà se Silvio Berlusconi abbia o meno consumato i reati di prostituzione minorile e di concussione, ma non erano necessarie le vicende sottostanti a queste contestazioni - né una sentenza - per conoscere la sua opinione sulle donne. Un'opinione che, se non ha rilevanza penale, ha tuttavia un'enorme rilevanza politica. Un'opinione da lui stesso espressa in modo inequivocabile con battute, barzellette, colloqui pubblici e privati. Un'opinione già delineatasi attraverso le dichiarazioni di Veronica Lario, quelle più recenti di Barbara Berlusconi (due testimoni molto attendibili), le vicende di Noemi Letizia e Patrizia D'Addario, nonché attraverso la singolare questione di alcune donne prima forse inserite nelle liste delle candidature alle Europee del 2009 e poi da quelle liste sicuramente scomparse. Quello che Silvio Berlusconi sembra maggiormente apprezzare nel genere femminile è l'avvenenza, al punto da far passare in secondo piano requisiti di ben altro spessore (credo sia rimasta impressa nella memoria di tutti la rozzezza della battuta all'onorevole Rosy Bindi); ancora meglio, poi, se a un aspetto fisico di un certo tipo si accompagnano giovane età, accondiscendenza e disponibilità ad abdicare al proprio spirito critico. Di fronte a tutto ciò, ho sentito obiettare che si tratterebbe di questioni attinenti alla vita privata del premier e che dunque - appunto per questo - dovrebbero riguardare soltanto lui e la sua coscienza. No, non è così.

    Non c'è spazio per sostenerlo: lo stile e la filosofia di vita di un uomo che riveste la carica di presidente del Consiglio non possono non ripercuotersi sulla vita pubblica. Lo dimostra il fatto che Berlusconi, con le sue parole e i suoi comportamenti, ha inferto una ferita a tutte le donne italiane: alle donne che studiano e lavorano (spesso percependo stipendi inadeguati o, come nel caso delle casalinghe, senza percepirli affatto), a tutte noi che facciamo fatica un giorno dopo l'altro; alle donne che per raggiungere ruoli di rilievo non soltanto a certe feste non ci sono andate, ma hanno semmai dovuto rinunciare a vedere gli amici; a quante, invece di cercare scorciatoie, hanno percorso con dignità la strada dell'impegno e del sacrificio. E a coloro alle quali è stato chiesto, più o meno esplicitamente, di scegliere tra vita privata e vita pubblica, perché conciliare un figlio con il successo sarebbe stato troppo difficile: con il risultato che hanno rinunciato alla maternità o che ci sono arrivate ben oltre il momento in cui avrebbero voluto.

    A ciascuna di loro - nel momento in cui le donne vengono scelte e "premiate" in base non al merito ma a qualcos'altro che con la professionalità, l'impegno, l'intelligenza ha poco o nulla a che fare - è stata riversata addosso l'inutilità del suo sacrificio.

     Brucia, questa ferita. Brucia anche perché non sfugge che sono davvero in tanti a sottolineare, forse persino con un pizzico d'invidia, la fortuna e il fascino di un uomo più che maturo circondato da giovanissime più o meno avvenenti che si contendono i suoi favori, pronte a tutto pur di compiacerlo. Anche se, in un paese maschilista come il nostro, la complicità tra uomini turba ma non sorprende.

    Ma non si tratta esclusivamente di una ferita inferta alla dignità della donna, c'è di più; mai le battaglie del presidente del Consiglio hanno coinciso con le battaglie delle donne. Basterebbe a tal proposito ricordare che negli elenchi delle priorità di questo governo, che via via vengono snocciolate, figura di tutto - in primis, battaglie contro magistrati "comunisti" - , ma mai, mai, battaglie a favore delle donne. Come se le donne non avessero problemi concreti e indifferibili. Come si può ipotizzare che le leggi per combattere pm "politicizzati" siano più urgenti di quelle che dovrebbero venire incontro alle necessità di tutte noi? E allora non copriamo con l'alibi del segreto istruttorio, o con il fragile scudo della privacy, ciò che segreto non è, e nemmeno riservato. Ma sono le donne che per prime devono farsi forti della loro dignità e della consapevolezza del loro valore - senza distinzione di età, credo politico, provenienza geografica - per esprimere a voce alta lo sdegno che questa mentalità suscita, ne sono sicura, nella stragrande maggioranza di noi.Se credono, gli uomini continuino pure ad ammirare e a sostenere Silvio Berlusconi; le donne, per favore, no.

    *L'autrice dell'articolo è presidente commissione Giustizia della Camera

     

     

    Blog “L’Unità”

    18 gennaio 2011

    Le altre donne
    di Concita De Gregorio

    Esistono anche altre donne. Esiste San Suu Kyi, che dice: «Un’esistenza significativa va al di là della mera gratificazione di necessità materiali. Non tutto si può comprare col denaro, non tutti sono disposti ad essere comprati. Quando penso a un paese più ricco non penso alla ricchezza in denaro, penso alle minori sofferenze per le persone, al rispetto delle leggi, alla sicurezza di ciascuno, all’istruzione incoraggiata e capace di ampliare gli orizzonti. Questo è il sollievo di un popolo».

    Osservo le ragazze che entrano ed escono dalla Questura, in questi giorni: portano borse firmate grandi come valige, scarpe di Manolo Blanick, occhiali giganti che costano quanto un appartamento in affitto. È per avere questo che passano le notti travestite da infermiere a fingere di fare iniezioni e farsele fare da un vecchio miliardario ossessionato dalla sua virilità. E’ perché pensano che avere fortuna sia questo: una valigia di Luis Vuitton al braccio e un autista come Lele Mora. Lo pensano perché questo hanno visto e sentito, questo propone l’esempio al potere, la sua tv e le sue leader, le politiche fatte eleggere per le loro doti di maitresse, le starlette televisive che diventano titolari di ministeri.

    Ancora una volta, il baratro non è politico: è culturale. E’ l’assenza di istruzione, di cultura, di consapevolezza, di dignità.

    L’assenza di un’alternativa altrettanto convincente.

    E’ questo il danno prodotto dal quindicennio che abbiamo attraversato, è questo il delitto politico compiuto: il vuoto, il volo in caduta libera verso il medioevo catodico, infine l’Italia ridotta a un bordello.

    Sono sicura, so con certezza che la maggior parte delle donne italiane non è in fila per il bunga bunga. Sono certa che la prostituzione consapevole come forma di emancipazione dal bisogno e persino come strumento di accesso ai desideri effimeri sia la scelta, se scelta a queste condizioni si può chiamare, di una minima minoranza. È dunque alle altre, a tutte le altre donne che mi rivolgo. Sono due anni che lo faccio, ma oggi è il momento di rispondere forte: dove siete, ragazze? Madri, nonne, figlie, nipoti, dove siete.

    Di destra o di sinistra che siate, povere o ricche, del Nord o del Sud, donne figlie di un tempo che altre donne prima di voi hanno reso ricco di possibilità uguale e libero, dove siete? Davvero pensate di poter alzare le spalle, di poter dire non mi riguarda?

    Il grande interrogativo che grava sull’Italia, oggi, non è cosa faccia Silvio B. e perché.

    La vera domanda è perché gli italiani e le italiane gli consentano di rappresentarli. Il problema non è lui, siete voi.

    Quel che il mondo ci domanda è: perché lo votate?

    Non può essere un’inchiesta della magistratura a decretare la fine del berlusconismo, dobbiamo essere noi.

    E non può essere la censura dei suoi vizi senili a condannarlo, né l’accertamento dei reati che ha commesso: dei reati lasciate che si occupi la magistratura, i vizi lasciate che restino miserie private.

    Quel che non possiamo, che non potete consentire è che questo delirio senile di impotenza declinato da un uomo che ha i soldi – e come li ha fatti, a danno di chi, non ve lo domandate mai? - per pagare e per comprare cose e persone, prestazioni e silenzi, isole e leggi, deputati e puttane portate a domicilio come pizze continui ad essere il primo fra gli italiani, il modello, l’esempio, la guida,il padrone.

    Lo sconcerto, lo sgomento non sono le carte che mostrano – al di là dei reati, oltre i vizi – un potere decadente fatto di una corte bolsa e ottuagenaria di lacchè che lucrano alle spalle del despota malato. Lo sgomento sono i padri, i fratelli che rispondono, alla domanda è sua figlia, sua sorella la fidanzata del presidente: «Magari».

    Un popolo di mantenuti, che manda le sue donne a fare sesso con un vecchio perché portino i soldi a casa, magari li portassero.

    Siete questo, tutti? Non penso, non credo che la maggioranza lo sia. Allora, però, è il momento di dirlo.


    Il risparmio è in crisi:
    1 famiglia su 3
    riesce ad accantonare,
    1 su 4 fa debiti per vivere

    Un'indagine scatta la fotografia dei «salvadanai» in Italia.
    Operai e insegnanti i più «poveri»

     Documento ACRI              Comunicato stampa

    Il risparmio è in crisi: 1 famiglia su 3 riesce ad accantonare, 1 su 4 fa debiti per vivere

    Un'indagine scatta la fotografia dei «salvadanai» in Italia. Operai e insegnanti i più «poveri»

    MILANO - Gli italiani sono più preoccupati per il futuro e questo si riflette sul risparmio: quest'anno poco più di una famiglia su tre è riuscita a mettere da parte qualcosa e ben una su quattro è dovuta ricorrere a debiti o all'utilizzo di risparmio pregresso. Sono sempre meno le famiglie che riescono a migliorare il proprio tenore di vita (solo una su 17) e aumenta il numero di quelle che galleggiano cioè hanno speso tutto senza fare ricorso a risparmi o debiti e pensano di fare lo stesso l'anno prossimo o hanno fatto ricorso a risparmi e debiti e intendono mettere da parte di più nei prossimi 12 mesi. Tra le categorie, operai e insegnanti sono quelli in più grave crisi di risparmio. È la fotografia scattata dall'indagine Acri-Ipsos realizzata in occasione della 86esima Giornata Mondiale del Risparmio. Le famiglie sono consapevoli che l'uscita dalla crisi sarà graduale e con tempi più lunghi rispetto a quanto previsto nel 2009.

    USCIRE DALLA CRISI - L'83% del campione (era il 78% un anno fa) percepisce la crisi come grave e il 69% si aspetta che non se ne potrà uscire prima di 4 anni (erano il 57% un anno fa), con il 31% che ipotizza addirittura una soglia di 5 anni o più. Nonostante ciò, quanti si dicono soddisfatti della propria situazione economica salgono dal 54% al 56% (nel 2007 e nel 2008 erano il 51%): in particolare crescono nel Nord Est (+9% dal 2009) e nel Nord Ovest (+5%). Il 23% delle famiglie è stato colpito dalla crisi ed è particolarmente pessimista sulla propria situazione economica.

    TENORE DI VITA - Sono sempre meno le famiglie che riescono a migliorare il proprio tenore di vita: il 6% (l'8% nel 2009). Costante invece il numero di quelle che ritengono peggiorato il proprio tenore di vita: il 18% (era il 19%). Costante anche il numero di coloro che riescono a mantenere il proprio tenore di vita abbastanza facilmente: il 29% (era il 30%). Crescono coloro che sono riusciti a mantenere lo standard di vita solo con fatica: il 47% (erano il 43%).

    CHI RIESCE A METTERE DA PARTE - Le famiglie che sono riuscite a risparmiare sono poco più di un terzo (il 36%, erano il 37% nel 2009). E sono soprattutto al Nord (Nord Est 45%, Nord Ovest 41%). In affanno i risparmiatori del Sud (il 30%) e soprattutto quelli del Centro, dove le famiglie che riescono a risparmiare sono scese al 32% dal 39% del 2009. A parte un 1% di famiglie che non si pronuncia, il restante 26% per tirare avanti ha dovuto ricorrere a prestiti, bancari e non (7%) e ha dovuto utilizzare risparmi passati (19%), soprattutto al Sud. Quelli che non riescono a risparmiare, ma nemmeno devono mettere mano alle riserve o ricorrere a prestiti, sono circa il 37%. Un quarto delle famiglie riesce ad accumulare senza difficoltà ma aumentano quelle che galleggiano (passano dal 20 al 23%) a scapito delle famiglie con risparmio in risalita (il 5%) o in discesa (il 10%).

    Documenti
    Assemblea nazionale 08-10/10/2010


    NUOVA E-MAIL DEL CIRCOLO


     
    CONGRATILAZIONI
    E BUON LAVORO A
     CLAUDIO COSMARO

     NUOVO SEGRETARIO
    DEL NOSTRO CIRCOLO
     
    Grazie a tutti coloro che hanno apprezzato
    il lavoro che io ho svolto fino ad oggi 09/10/2010.
    Gabriella D'Andrea

    CIRCOLO UDINE 7
    "PER UN NUOVO PARTITO IN CITTA'"
     

    Comunicato stampa
    che NON E' stato pubblicato


    IL DISCORSO BERSANI
    ALLA FESTA DI CHIUSURA DI TORINO


    DOSSIER n. 2 IMMIGRATI


    ELENCO RESPONSABILI FORUM TEMATICI


    LE PROPOSTE
    DEL PD PER LA FINANZIARIA


    COLLEGATI AL NUOVO E-MAGAZINE
    DEL COMUNE DI UDINE
     

    LEGGI IL PROGRAMMA TRIENNALE
    DELLE OPERE PUBBLICHE

    DEL COMUNE DI UDINE
     

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    SONO PRESENTI? COSA VOTANO? COSA PROPONGONO?
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    http://parlamento.openpolis.it/


    Abbiamo lo Statuto! (meno l'art. 45)


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        DELIBERA QUOTA ISCRIZIONE 


       CARA SCUOLA SUPERIORE


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    LEGGI QUI LA RELAZIONE DELLA SEGRETARIA REGIONALE
    ALL'ASSEMBLEA REGIONALE DEL 9.12.2009



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    LA NOSTRA RISPOSTA ALLA LEGA
    scarica il PDF
     
    Articolo pubblicato sul Messaggero Veneto Pagina 2 - Udine
    DOMENICA, 25 OTTOBRE 2009
    Sul cimitero islamico la Lega fa speculazione
    I democratici


    IL RISULTATI DELLA PROVINCIA DI UDINE



    www.bersanisegretario.it

    Il video della prima conferenza stampa di Pier Luigi Bersani segretario del Partito Democratico:


    DEBORA SERRACCHIANI
    E' IL NUOVO SEGRETARIO REGIONALE


    Leggi  la nota ricevuta
    dall'ASGI  (Ass. Studi Giuridici sull'Immigrazione) nella quale si analizza in particolare l'ambito di applicazione del nuovo testo dell'art. 6 comma 2 del TU immigrazione d.lgs. 286/98 per la parte riguardante l'accesso dei minori stranieri all'istruzione a seguito delle innovazioni introdotte dalla Legge 94/2009   



     

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