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I
problemi legati alle patologie della parotide
In
questa pagina cercherò di elencare tutte le difficoltà
che ho dovuto fronteggiare fin da piccolo, che forse molti di voi
conosceranno in prima persona.
1)
La parotite cronica non è mortale.
Dovrebbe essere una buona notizia, perché l'ho riportata
come un problema? Perché è in effetti una brutta notizia.
Di parotite cronica non si muore, purtroppo, e ben presto vi renderete
conto che, in Italia come nel mondo, non si conoscono le cause di
questa patologia. Sì, mi spiace dirvelo ma... non si sa se
si infiammi il dotto e si restringa, causando il ristagno del flusso
salivare, oppure se sia un germe di risalita proveniente dalla bocca
e passante per il dotto di stenone a causare il tutto, o quant'altro.
Nessun pericolo di vita = nessuna ricerca. Punto.
2)
Difficoltà della diagnosi.
Diagnosticare un disturbo della parotide non legato al virus della
parotite (comunemente definito "Orecchioni") non è
impresa facile, quantomeno così sembra essere. Nel mio caso
ci si è accorti della stranezza al quarto episodio.. e non
sono il solo; ho visto con i miei occhi un medico, facente parte
di un pronto soccorso specializzato nella pediatria, non riuscire
a dignosticare in un bimbo una parotite infettiva ecambiandola con
quella di tipo virale. Solitamente non si giunge a una diagnosi
basata su dati di fatto (esami clinici, analisi...) bensì
su semplici ipotesi, visto che non è una patologia diffusa
e che diverse sono le patologie che interessano la parotide. Spesso
si ha la sensazione che i medici brancolino nel buio, e il motivo
in effetti c'è...
3)...ricerca di equipe.
Per diagnosticare
con precisione, o con maggior cura, una patologia relativa alla
ghiandola parotide, non è sufficiente un otorino, o un endocrinologo,
o un immunologo, ma un lavoro interdisciplinare. Ma quanti si prendono
la briga di affrontare un caso in questo modo? E quanti lavorano
così, con un approccio più olistico che specialistico?
4) Difficoltà
delle cure sintomatiche.
Purtroppo quando si è affetti da una patologia come la mia,
la cura di un caso acuto, ovvero di infezione con relativo gonfiore
della parte (che non permette neanche di aprire la bocca per mangiare),
curarsi è spesso un'utopia. Si, non si parla di
guarire, ma di curarsi. Vediamo perché.
Quando il male si presenta si deve ricorrere massicciamente agli
antibiotici (almeno 1 grammo al giorno per 10 giorni, se tutto va
bene, ma spesso se ne assumono per 20 giorni fino a un mese). Inoltre
sovente è necessario ricorrere anche all'uso di cortisone.
Ma come dosare il tutto? I casi sono diversi per intensità
e non si può ricorrere a una cura standard, un protocollo,
perché si rischia di curare con dosi eccessive il singolo
caso, o di curarlo in modo insufficiente e dover poi ricorrere ai
ripari con dosaggi molto elevati. Per avere il giusto dosaggio servirebbe
un bravo immunologo, magari anche endocrinologo, ma a portata di
mano e non con un'attesa di un mese, un immunologo
bravo e che conosca il tuo caso e che conosca la patologia
in genere.
Riassumo. Ti servirebbe
- un bravo
immunologo;
- una visita
presso di lui immediata e seguita da altre a breve distanza;
- un medico
che conosca il tuo caso e la patologia in sé;
in
presenza di queste condizioni un bravo medico può dosare
i farmaci in modo idoneo e seguire il decorso del caso acuto. Domanda:
basta il medico di famiglia? Risposta: No. Risultato:
spesso devi surarti da solo, perché se hai un caso acuto
di sabato pomeriggio dovresti andare al pronto soccorso di un ospedale
e spiegare a tutti quello che hai (e non puoi parlare perché
stai male), e se ti va bene ti riempono di medicine perché
non ti conoscono e non conoscono la tua patologia, non sono specializzati.
Allora fai una cura standard ma... lo prendo il cortisone? No? Ho
un peggioramento improvviso: che faccio?
5)
Non ci sono strutture specializzate.
Mancano, sono del tutto assenti strutture, anche un singolo reparto
dedicato a questa patologia. Ho scritto al centro di malattie rare
nel 2003. Risultato? Zero. Voi
comunque provate, non si sa mai.
6)
Difficoltà nell'effettuazione dei controlli.
Sì, come
se non bastasse quanto scritto finora, sembra che il destino si
sia accanito contro noi malati di parotite cronica e qualsiasi esame
diagnostico sembra impossibile da effettuarsi. Un esempio? Per la
mia personale condizione di salute devo effettuare dei particolari
esami del sangue, ovvero delle sottoclassi delle Igg.
Per realizzarli ho dovuto girare mezza città perché
è un esami che in pochi richiedono e che... gli ospedali
credono di fornire come prestazione, ma che magicamente al momento
del prelievo si accorgono di non prestare più!! Inutile telefonare
agli uffici U.R.P. perché non ne sono informati (il fatto
che non si effettuino più certi esami è comunicato
con circolari interne dei reparti di analisi e non viene diffuso
come dovrebbe). La cosa peggiore è che le strutture sanitarie
che non forniscono il servizio non sanno indicare dove viene effettuata
tale analisi del sangue!!!
Riderete poi quando cercherete di effettuare un tampone del secreto
del dotto di stenone.. ma riderete piangendo, perché
sarete doloranti (in quanto interessati da un caso acuto), non ancora
trattati con antibiotici (altrimenti l'esame sarebbe inutile), e
dovrete spiegare a quelli del laboratorio di analisi che effettuano
il tampone che la prestazione da voi richiesta è assolutamente
banale, ma loro si rifiuteranno di farlo. Tenterete nelle strutture
degli ospedali, e qui dovrete (sempre doloranti) spiegare la vostra
patologia e tutti strabuzziranno gli occhi.. ma finalmente vi indirizzeranno
da un otorino, e qui avrete due possibilità:
-
troverete
un otorino in gamba e preparato, che in 30 secondi effettuerà
il prelievo e vi augurerà buona fortuna;
-
troverete
un otorino che si improvviserà sciamano, e vi diagnosticherà
le più disparate cause della vostra patologia senza avere
analisi a corroborare le sue intuizioni e vi farà un
mare di storie per effettuare il prelievo (non intendosi di
infettivologia alle volte, potrebbe tenere il tampone nel contenitore
e parlare con voi, ma senza rendersi conto che detto tampone
non è predisposto con un terreno di coltura e quindi
inficierà le vostre analisi tanto preziose per la vostra
diagnosi o per la scelta dell'antibiotico giusto).
Insomma,
qualsiasi cosa si tramuta in un'odissea, ma ora sapete perché,
giusto?
7)
È una malattia rara, ma non lo è!
Questa le batte
tutte. La parotite cronica è una patologia altamente debilitante,
al punto che è riconosciuta la riforma dal servizio militare
in seguito alla sua diagnosi. Però, d'altro canto, non è
elencata tra le malattie rare. Ora ti chiederai cosa comporti quest'omissione,
vero? Semplice: non hai diritto a esenzione del ticket per controlli
e farmaci, o per visite (tutte cose che, come sai bene, ti servono
spesso), non hai diritto poi a nessuna agevolazione per quanto riguarda
il lavoro.
Riassunto:
- È
una malattia rara non riconosciuta come tale (quindi paghi tutto
e non hai diritto alla 104);
- non ci
si muore e quindi nessuno la studia e ne conosce le cause;
- non esistono
centri specializzati;
- per effettuare
esami diagnostici devi passare le pene dell'inferno;
- devi curarti
da solo.
N.B. Questo sito web non è redatto da un medico, ma da
uno sfortunato ammalato.
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