VEDERE LIVORNO...

La finocchiona all'osteria mangiava come companatico
e si doleva, poverino, un contadino di Laiatico
"Ho settant'anni e sono stato solamente qui dintorno
dopo una vita di lavoro non ho mai visto Livorno

Vedè Livorno e poi morire è 'l desiderio che m'accora
vorrei vedere i fossi e 'r mare anche sortanto per un 'ora
Dice che l'acqua gli entra dentro c'è le barche fino in casa
c'è un munimento ai quattro mori che si vede 4 nasi Io che son mite e mi commuovo a sentì piangere un gattino
penso di fa' 'na 'osa bona a fa' contento 'r contadino
gli fo: "Venite vi ci porto sto di 'asa propio al porto"
lo monto in macchina e si parte: ma sentite un po' che parte...
Pardo Fornaciari , da "Carcassonne" di G.Brassens - 17 gennaio 1997

 
 


IL TESTAMENTO

Mi sentirò un po' giù di corda
quando il buon Dio mi chiamerà
se la coscienza mi rimorda
di certo lui mi chiederà
se son disposto al pentimento
o se mi voglio sbattezzar
a seminar canzoni al vento
a smoccolar nell'aldilà

Se al mio trasporto devo andare
la via più lunga sceglierò
se non fo brucia al funerale
a fare tardi proverò
Chissà se il pino per la
l'han già segato oppure no
Invece della margherita
il crisantemo sfoglierò

Se la mia vedova in gramaglie
senza cipolla piangerà
le auguro che, da buona moglie,
ben presto si risposerà
che prenda in seconde nozze
un tripputello come me
con una testa di capelli
e piedi del quarantatre

Si metterà le mie magliette
le mie camicie a quadretton
e calzerà con quelle fette
spardegne scarpe e zoccolon
ma che non prenda a calci i gatti
sennò fantasma tornerò
ad infilargli dentro al letto
scorpioni e topi nel comò

Lascio a mio figlio qualche consiglio
non far mai il carabinier
non esser torvo come un prete
un buon ricordo da' di te
Chiuso per lutto sulla porta
di certo non lo scriverà
Farà una festa a presa in giro
del pregiudizio universal

La banda sopra la mia fossa
Bandiera rossa suonerà
e' voglio da' l'ultima smossa
a chi rimane ancora qua
E siccome io non ci credo
l'inferno non m'accoglierà
Il tempo la fossa comune
spalanca per l'eternità...
 
 


INNO AI   BISCHERI

Senz'esser diventato un grande pensator
comincio ad invecchiar, non porto più rancor
mi rendo conto che al mondo in tanti si sta
ci si dovrebbe sopporta'

 Se son bravi i bischeri
come me come te
come noi come voi
via, non allarmiamoci
 perché un bischero  che
pensa solo per sé
che sia serio o giochi
malanni ne fa pochi...
 Sventuratamente
c'è de' bischeri che
si divertono a
far male alla gente
 capiufficio di qua
caporali di là
sono dei montati
son bischeri fasciati

Se Tizio rimanesse a fare il  ragionier
farebbe i conti agli altri, in fondo è il suo mestier...
Ma è viceministro, è salito al poter
rompe e intrallazza che è un piacer!
 
Se son bravi i bischeri      [ecc.]

Se lo psichiatra Caio restasse un dottor
solo dei suoi malati sarebbe il terror
Ma gli piace la guerra, vuol fa' il general
stermina gente in quantità

Se son bravi i bischeri      [ecc.]

Per via dei bischeri che voglion comandar
non si può vive' in pace, e' tocca di lottar
invecchiare va ben, ma non rincoglionir!
i bischeri l'han  da capir!

 Se son bravi i bischeri     [ecc.]

pardo fornaciari, da georges brassens -  16 ottobre 1996
 
 
 
 
 


IL BUON SENSO

Il secolo che muor
mi fa rabbrividir
e sono disperato
non poterne uscir

con l'anima contrita
il sollievo nel cuor
godendo del perdono
dato dal Signor
 

Sarei tanto felice
potermi confessar
creder senza problemi
come vedo far

pinzocchere e beghine
devote come poche
ma che tanto cretine
pregan come oche
 

Un mio amico filosofo
più demo che cristian
m'ha dato un buon consiglio:
"Fa` come Pascal;

mettiti in ginocchion
incomincia a pregar
poi fai finta di crede`,
la fede verrà.
 

Se tu scommetti che
Dio che ti guarda c'è
se 'un c'è non perdi nulla
ma se vinci, ohé

guadagni il Paradiso
quindi beato te
se riesci a comportarti
proprio come me"
 

A questo sacerdote
delle buone intenzion
mandai questo messaggio:
"Cogli l'occasion

fatti gli affari tuoi
non assillar perché
fai diventar cattivo
chi è meglio di te"
 

Ucciso mai non ho
violentato, mai più!
è già parecchio tempo
che non rubo più

Del resto è vero che
bestemmio ancora un po`
ma mi sto esercitando
e presto smetterò
 

Se esiste Dio e mi vede
sa che anche senza fede
non mi comporto peggio
di uno che ci crede

Anzi a guardar che fanno
certi che pregan Dio
c'è da esser disgustati:
io sto per conto mio!

Pardo Fornaciari, da  Le mécreant  di Georges Brassens  dicembre 1998
 
 


ALL'OMBRA DEI MARITI IN FIOR

Moralisti pelosi, non ve n'abbiate a male
se io disprezzo le coniugali virtù
se in caso di naufragio griderei di salvare
bambini e donne,  solo adultere però...
  Non lapidate lei
  se tradisce il suo lui
  dietro ci sono io...

Per calmare la febbre del desiderio ardente
d'un solitario cuore ch'errante se n' va
non c'è niente di meglio d'una sposa incostante
mogli di marinai, chi vi consola  è qua!
  Non lapidate lei, ecc.

All'ombra dei mariti in fior con spose disponibili
io cerco un po' d'affetto,  io mi vo a consolar
non c'è niente di meglio d'un ménage borghese
con il marito contento dei corni che ha
  Non lapidate lei, ecc.

Ma dato che al coniugio altrui mi presto a dar supporto
certi gusti tutelo, in fondo è mio dover
se alla signora Rossi per caso faccio gola
ci vuole un signor Rossi che piaccia anche a me
  Non lapidate lei, ecc.

Quando insomma ho deciso che il toro per le corna
lo prendo e non lo mollo mi tengo per me
la mucca anche se non è più di grazie e vezzi adorna
il suo cornuto io l'amo, fa parte di me...
  Non lapidate lei, ecc.

Però talvolta accade che la nostra Messalina
dopo il marito, l'amante la stufa di già
sen va felice eterea, di fior in fior volteggia
io resto al pezzo impavido, è mio dover!
  Non lapidate lei, ecc.

E quando me ne voglio andar, ché la misura è colma
il marito m'implora "No,no, non mi lasciar
perché fra tutti i corni di cui ho la fronte adorna
a quelli che ci hai messo non so rinunciar"
  Non lapidate lei, ecc.

Perciò se Messalina va a intesser nuove tresche
se a pesca va il marito, e la nonna non c'è
se qualcuno telefona chi è che gli risponde?
la casa, i bimbi, il cane stan tutti con me
  Non lapidate lei, ecc.
       e non pigliate a sassate
       le donne sposate
        se fanno le porcate

Pardo Fornaciari, da "Á l'ombre des maris" di Georges Brassens - 1996-97
 
 


FONTE ALL'AMORE

  Nell'acqua alla Fonte all'Amore
la bella un tuffetto tentò
ma il vento, maligno signore
suoi veli lontan trasportò

   Sconvolta ella mi disse "Amico,
ti prego, va' in giro a cercar
dei pampini e foglie di fico
mie dolcezze per riparar"

  La siepe mi donò una rosa
un'iris il campo m'offrì
la bella non era formosa
con due fiori si ricoprì

  All'ombra raccolsi violette
e l'incoronai lì per lì
la piccola, grata, mi dette
un bacio, e i suoi vezzi scoprì

  Sospiri e poi un bacio profondo
e l'ultimo  fiore cascò
la bella con un girotondo
in braccio a me si rifugiò

  Al gioco del vento birbante
giocammo ogni giorno finché
ci furono fiori alla fonte
da cogliere e far via volar...

  (libero adattamento di Paolo Edoardo Fornaciari, da G.Brassens; inverno 1995)
 
 
SATURNO

Malinconico, taciturno
Se il tempo passa lo dobbiamo a lui
ha un bel nome, si chiama Saturno
è un dio che non perdona mai (2 vv.)

Se gironzola per  i giardini
per passatempo fa appassire i fior
curva i vecchi, fa crescer bambini
è il tempo, ammazza il tempo come può (2 vv.)

Questa volta mia bella signora
il suo sguardo è toccato a te
un filo bianco mai visto sinora
fra le tue trecce adesso c'è (2 vv.)

La clessidra rubiamo a Saturno
con la sabbia un castello facciam
intanto amiamoci, che il nostro turno
il dio non se lo scorderà (2 vv.)

Da Saturne, di G. Brassens - versione 20/07/00
 
 


IL VECCHIO PROFESSORE

 
Il nostro professore   stava finendo male
poveretto  marciva     nel letto d'ospedale
Maestro di baldoria    d'italiano e di storia
volevam' onorarne     la memoria

 Per consolarlo noi
i vecchi alunni suoi
gli portammo all'ospizio
gli strumenti del vizio
per render più leggero
con vino generoso
il passo del trapass'
all'eterno riposo

Sciampagne chianti rum
marsala sciacchetrà
una decina di
bottiglie da scolà
per dare l'illusion
al vecchio che l'ha avuta
di farsi come un tempo
una bella bevuta

Ma'r pret'on le bottiglie
'un ci fece passa'
e' 'un eran mia boccioni
della flebo
E l'urtima gozzata
der nostro professore
fu d'acqua benedetta
del signore.

Quando saremo vecchi
sdentati cei secchi
quando sarà 'r momento
di crepà
nient'olio sant'o prete
perché per noi, vedete
è 'r ponce der Civili
che ci fa!
 
E' mezzo morto ma
la mano morta fa
sotto la gonna del-
l'infermiera che vien
a prendergli l'uccello
grinzoso moscio e giallo
e glielo infila dentro
...dentr'al pappagallo

Per fargli festa noi
estimatori suoi
dall'osteria in corteo
siamo partiti con
due belle bimbe per
dar come estrema unzion
al vecchio l'illusion
d'un'urtim'erezion

e' 'un ci fecero entra'
le sore eran gelose
delle sacerdotesse
dell'amore
E lui morì all'antica
e invece della fica
gli dettero un bel
Dio ti benedica

Quando noi dal ri’overo
si passerà nel novero
dei trapassati illustri
di Livorno
per carità le sore
 levatele di torno
Portate belle bimb' in quantità

  (da L’ancêtre, di G.Brassens - testo italiano di Pardo Fornaciari- Livorno 1994)
 



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