VEDERE LIVORNO...
La finocchiona
all'osteria mangiava come companatico
e si doleva,
poverino, un contadino di Laiatico
"Ho settant'anni
e sono stato solamente qui dintorno
dopo una vita
di lavoro non ho mai visto Livorno
Mi sentirò un po' giù
di corda
quando il buon Dio mi chiamerà
se la coscienza mi rimorda
di certo lui mi chiederà
se son disposto al pentimento
o se mi voglio sbattezzar
a seminar canzoni al vento
a smoccolar nell'aldilà
Se al mio trasporto devo andare
la via più lunga sceglierò
se non fo brucia al funerale
a fare tardi proverò
Chissà se il pino per la
l'han già segato oppure no
Invece della margherita
il crisantemo sfoglierò
Se la mia vedova in gramaglie
senza cipolla piangerà
le auguro che, da buona moglie,
ben presto si risposerà
che prenda in seconde nozze
un tripputello come me
con una testa di capelli
e piedi del quarantatre
Si metterà le mie magliette
le mie camicie a quadretton
e calzerà con quelle fette
spardegne scarpe e zoccolon
ma che non prenda a calci i gatti
sennò fantasma tornerò
ad infilargli dentro al letto
scorpioni e topi nel comò
Lascio a mio figlio qualche consiglio
non far mai il carabinier
non esser torvo come un prete
un buon ricordo da' di te
Chiuso per lutto sulla porta
di certo non lo scriverà
Farà una festa a presa in giro
del pregiudizio universal
La banda sopra la mia fossa
Bandiera rossa suonerà
e' voglio da' l'ultima smossa
a chi rimane ancora qua
E siccome io non ci credo
l'inferno non m'accoglierà
Il tempo la fossa comune
spalanca per l'eternità...
Senz'esser diventato un grande pensator
comincio ad invecchiar, non porto più
rancor
mi rendo conto che al mondo in tanti
si sta
ci si dovrebbe sopporta'
Se son bravi i bischeri
come me come te
come noi come voi
via, non allarmiamoci
perché un bischero
che
pensa solo per sé
che sia serio o giochi
malanni ne fa pochi...
Sventuratamente
c'è de' bischeri che
si divertono a
far male alla gente
capiufficio di qua
caporali di là
sono dei montati
son bischeri fasciati
Se Tizio rimanesse a fare il ragionier
farebbe i conti agli altri, in fondo
è il suo mestier...
Ma è viceministro, è
salito al poter
rompe e intrallazza che è un
piacer!
Se son bravi i bischeri
[ecc.]
Se lo psichiatra Caio restasse un dottor
solo dei suoi malati sarebbe il terror
Ma gli piace la guerra, vuol fa' il
general
stermina gente in quantità
Se son bravi i bischeri [ecc.]
Per via dei bischeri che voglion comandar
non si può vive' in pace, e'
tocca di lottar
invecchiare va ben, ma non rincoglionir!
i bischeri l'han da capir!
Se son bravi i bischeri [ecc.]
pardo fornaciari, da georges
brassens - 16 ottobre 1996
Il secolo che muor
mi fa rabbrividir
e sono disperato
non poterne uscir
con l'anima contrita
il sollievo nel cuor
godendo del perdono
dato dal Signor
Sarei tanto felice
potermi confessar
creder senza problemi
come vedo far
pinzocchere e beghine
devote come poche
ma che tanto cretine
pregan come oche
Un mio amico filosofo
più demo che cristian
m'ha dato un buon consiglio:
"Fa` come Pascal;
mettiti in ginocchion
incomincia a pregar
poi fai finta di crede`,
la fede verrà.
Se tu scommetti che
Dio che ti guarda c'è
se 'un c'è non perdi nulla
ma se vinci, ohé
guadagni il Paradiso
quindi beato te
se riesci a comportarti
proprio come me"
A questo sacerdote
delle buone intenzion
mandai questo messaggio:
"Cogli l'occasion
fatti gli affari tuoi
non assillar perché
fai diventar cattivo
chi è meglio di te"
Ucciso mai non ho
violentato, mai più!
è già parecchio tempo
che non rubo più
Del resto è vero che
bestemmio ancora un po`
ma mi sto esercitando
e presto smetterò
Se esiste Dio e mi vede
sa che anche senza fede
non mi comporto peggio
di uno che ci crede
Anzi a guardar che fanno
certi che pregan Dio
c'è da esser disgustati:
io sto per conto mio!
Pardo Fornaciari, da
Le mécreant di Georges Brassens dicembre 1998
Moralisti pelosi, non ve n'abbiate a
male
se io disprezzo le coniugali virtù
se in caso di naufragio griderei di
salvare
bambini e donne, solo adultere
però...
Non lapidate lei
se tradisce il suo lui
dietro ci sono io...
Per calmare la febbre del desiderio
ardente
d'un solitario cuore ch'errante se
n' va
non c'è niente di meglio d'una
sposa incostante
mogli di marinai, chi vi consola
è qua!
Non lapidate lei, ecc.
All'ombra dei mariti in fior con spose
disponibili
io cerco un po' d'affetto, io
mi vo a consolar
non c'è niente di meglio d'un
ménage borghese
con il marito contento dei corni che
ha
Non lapidate lei, ecc.
Ma dato che al coniugio altrui mi presto
a dar supporto
certi gusti tutelo, in fondo è
mio dover
se alla signora Rossi per caso faccio
gola
ci vuole un signor Rossi che piaccia
anche a me
Non lapidate lei, ecc.
Quando insomma ho deciso che il toro
per le corna
lo prendo e non lo mollo mi tengo per
me
la mucca anche se non è più
di grazie e vezzi adorna
il suo cornuto io l'amo, fa parte di
me...
Non lapidate lei, ecc.
Però talvolta accade che la nostra
Messalina
dopo il marito, l'amante la stufa di
già
sen va felice eterea, di fior in fior
volteggia
io resto al pezzo impavido, è
mio dover!
Non lapidate lei, ecc.
E quando me ne voglio andar, ché
la misura è colma
il marito m'implora "No,no, non mi
lasciar
perché fra tutti i corni di
cui ho la fronte adorna
a quelli che ci hai messo non so rinunciar"
Non lapidate lei, ecc.
Perciò se Messalina va a intesser
nuove tresche
se a pesca va il marito, e la nonna
non c'è
se qualcuno telefona chi è che
gli risponde?
la casa, i bimbi, il cane stan tutti
con me
Non lapidate lei, ecc.
e non pigliate a sassate
le donne sposate
se fanno le porcate
Pardo Fornaciari, da "Á
l'ombre des maris" di Georges Brassens - 1996-97
Nell'acqua alla Fonte all'Amore
la bella un tuffetto tentò
ma il vento, maligno signore
suoi veli lontan trasportò
Sconvolta ella mi disse
"Amico,
ti prego, va' in giro a cercar
dei pampini e foglie di fico
mie dolcezze per riparar"
La siepe mi donò una rosa
un'iris il campo m'offrì
la bella non era formosa
con due fiori si ricoprì
All'ombra raccolsi violette
e l'incoronai lì per lì
la piccola, grata, mi dette
un bacio, e i suoi vezzi scoprì
Sospiri e poi un bacio profondo
e l'ultimo fiore cascò
la bella con un girotondo
in braccio a me si rifugiò
Al gioco del vento birbante
giocammo ogni giorno finché
ci furono fiori alla fonte
da cogliere e far via volar...
(libero adattamento
di Paolo Edoardo Fornaciari, da G.Brassens; inverno 1995)
SATURNO
Malinconico, taciturno
Se il tempo passa lo dobbiamo a lui
ha un bel nome, si chiama Saturno
è un dio che non perdona mai
(2 vv.)
Se gironzola per i giardini
per passatempo fa appassire i fior
curva i vecchi, fa crescer bambini
è il tempo, ammazza il tempo
come può (2 vv.)
Questa volta mia bella signora
il suo sguardo è toccato a te
un filo bianco mai visto sinora
fra le tue trecce adesso c'è
(2 vv.)
La clessidra rubiamo a Saturno
con la sabbia un castello facciam
intanto amiamoci, che il nostro turno
il dio non se lo scorderà (2
vv.)
Da Saturne, di G. Brassens
- versione 20/07/00
Il nostro professore stava
finendo male
poveretto marciva
nel letto d'ospedale
Maestro di baldoria
d'italiano e di storia
volevam' onorarne
la memoria
Per consolarlo noi
i vecchi alunni suoi
gli portammo all'ospizio
gli strumenti del vizio
per render più leggero
con vino generoso
il passo del trapass'
all'eterno riposo
Sciampagne chianti rum
marsala sciacchetrà
una decina di
bottiglie da scolà
per dare l'illusion
al vecchio che l'ha avuta
di farsi come un tempo
una bella bevuta
Ma'r pret'on le bottiglie
'un ci fece passa'
e' 'un eran mia boccioni
della flebo
E l'urtima gozzata
der nostro professore
fu d'acqua benedetta
del signore.
Quando saremo vecchi
sdentati cei secchi
quando sarà 'r momento
di crepà
nient'olio sant'o prete
perché per noi, vedete
è 'r ponce der Civili
che ci fa!
E' mezzo morto ma
la mano morta fa
sotto la gonna del-
l'infermiera che vien
a prendergli l'uccello
grinzoso moscio e giallo
e glielo infila dentro
...dentr'al pappagallo
Per fargli festa noi
estimatori suoi
dall'osteria in corteo
siamo partiti con
due belle bimbe per
dar come estrema unzion
al vecchio l'illusion
d'un'urtim'erezion
e' 'un ci fecero entra'
le sore eran gelose
delle sacerdotesse
dell'amore
E lui morì all'antica
e invece della fica
gli dettero un bel
Dio ti benedica
Quando noi dal ri’overo
si passerà nel novero
dei trapassati illustri
di Livorno
per carità le sore
levatele di torno
Portate belle bimb' in quantità
(da L’ancêtre,
di G.Brassens - testo italiano di Pardo Fornaciari- Livorno 1994)
amori articoli canzoni
didattica politica pubblicazioni
saggi teatro
collegamenti vari