I Romani eccelsero nella costruzione di strade; la loro colonizzazione infatti, militare innanzitutto, creò una rete di collegamento dei presidi, delle roccaforti e delle città di nuova fondazione, che fu strumento fondamentale per l'affermazione del loro dominio e per la penetrazione capillare del loro sistema economico, sociale, giuridico, culturale. Questa rete stradale permetteva all'esercito di accorrere nel minor tempo possibile in un determinato luogo in caso di necessità. Le grandi strade militari sono le vestigia più durevoli della potenza di Roma. Se ne trova una vasta rete in tutta l'Europa. In molti paesi ci si serve ancora oggi della strada antica originale oppure si è utilizzato il suo tracciato per costruire una nuova via. Non c'era un solo posto in cui le strade romane non arrivassero; nessun ostacolo pareva troppo grande. Troviamo strade attraverso le paludi, gallerie sotto e sopra le montagne e anche moltissimi ponti. Va notato che i Romani dividevano le strade secondo l'uso cui erano destinate e il modo con cui erano costruite. La via consolare romana veniva costruita con spese ingenti e notevole impegno di manodopera e secondo uno schema ben definito: per costruirla si tracciavano prima due solchi paralleli alla distanza di 3-4.5 m. (secondo la strada); si rimuoveva poi la terra frapposta finché si trovava un fondo solido; se questo fondo mancava, si palificava. Sopra il fondo si disponevano quattro strati: primo lo statumen, sassi alla rinfusa; poi il rudus, pietre miste a calce; quindi il nucleus, costituito da frammenti di tegole e vasi pieni di malta; e per ultimo il pavimentum, costituito da larghi poligoni di selce e lava, connessi in modo da presentare una superficie compatta. Ciò spiega la durata di queste opere nonostante l'abbandono per secoli dopo la fine dell'Impero romano. Quando la via era costeggiata da marciapiedi (margines), veniva chiamata "marginata". Le strade minori, larghe da 1.60 a 2.40 m, venivano costruite in terra battuta ricoperta di ghiaia oppure di selci infisse e battute. La costruzione così come la manutenzione delle strade era per la maggior parte delle volte affidata ai soldati e ciò ovviamente non era gradito ai soldati. Il tracciato era preferibilmente rettilineo e tale veniva mantenuto, per quanto possibile, anche in zone collinose, dove, perciò, la pendenza longitudinale spesso raggiungeva valori notevoli, sino ad oltre il 20%; i singoli tratti di rettifilo erano raccordati ad angolo retto senza l'interposizione di alcun tipo di curva; il tipo di tracciato richiedeva quindi opere d'arte quali ponti e, dove possibile, brevi gallerie. Con il succedersi delle invasioni barbariche e per tutto il Medioevo, il grandioso complesso stradale romano andò disgregandosi, ma alcuni degli antichi percorsi furono ricalcati dalle strade dei pellegrini diretti a Roma e ai centri religiosi, o dei mercanti diretti alle fiere più famose.

 


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