Benvenuti alla mia pagina fantascientifica. Qui troverete buona parte dei miei scritti fantascientifici, liberamente scaricabili e leggibili. Chi credeva di conoscermi ("Scrive fantascienza? Ma da quando? È impazzito tutt'a un tratto?") si riabbia dallo choc: no, non sono impazzito, almeno non di colpo. Ho sempre scritto fantascienza fin dai tempi del liceo. Soprattutto, l'ho sempre letta. Si dice in giro che molti lettori di fantascienza diventino scrittori, mossi dal desiderio di scrivere quel racconto che avrebbero voluto leggere e che nessuno ha mai fatto loro il favore di scrivere; be', a me non è successo. Ho capito subito che l'impresa era superiore alle mie forze; non sono uno scrittore e non credo che lo diverrò mai. Sono proprio tutt'altro. Ad ogni modo, dai miei primi pietosi tentativi ho ricavato la bizzarra impressione che scrivere racconti possa essere gradevole e rilassante, diciamo un po' più che fare solitari con le carte, anche se lo si fa senza nessun altro scopo e in particolare senza la minima intenzione di lasciarli mai leggere a nessuno. Ho quindi mantenuto questa specie di vizio, scrivendo cavolate con la tranquilla spensieratezza di chi sa bene d'essere immune dal giudizio altrui perché nessuno le leggerà mai. I miei primi racconti, vergati a penna su un quaderno, sono andati persi, per fortuna. Facevano così pena che non ho mai fatto alcun tentativo di ritrovare quel quaderno. Oh, be', quando li ho scritti ero solo un ragazzo; che pretendete? Dopo una pausa di qualche anno, essendomi stufato di scrivere cose di livello infimo, ho deciso che potevo e volevo fare di meglio; ho così scritto C.R.A.S.H. (da Computerized Research and Analysis of Semiconductor Hybrids), un racconto breve, il primo che abbia scritto con un word processor. È rimasto, credo, sull'hard disk di un vecchio computer che non uso più: non ho mai fatto alcun tentativo di ripescarlo. Pur non condividendo lo stile emetico dei miei raccontini precedenti, aveva in comune con essi la caratteristica di non valere nulla. Dopo un'altra pausa di qualche anno, non essendo riuscito a perdere il vizio, ho ricominciato a scrivere perloppiù racconti, ma anche un romanzo che forse non terminerò mai (ho il vizio aggiuntivo di lavorare a più cose contemporaneamente, perché mi stufo facilmente di ognuna; sono arrivato all'assurdo d'aver già iniziato un seguito di quel romanzo inconcluso). Tutta roba di poco o punto valore.
Poi è
successo un imprevisto. Mi è venuta un'ideuzza e ci ho scritto
un racconto, Salto di fase. Già mentre lo scrivevo mi
rendevo conto che quel racconto era il migliore che avessi mai
scritto. Intendiamoci, non vuol dire che fosse buono; non ho mai
avuto la benché minima velleità letteraria, né
credo che oserei supporre di averla: la mia forma mentis è
strettamente tecnico-scientifica. Tuttavia, la fantascienza è
un campo letterario decisamente atipico, in cui la sostanza è
appunto tecnico-scientifica (appartiene quindi all'"altra"
cultura) e conta molto più della forma; capita quindi che
un'opera fantascientifica possa essere valida pur non avendo nulla
che un letterato possa riconoscere come valido, né nei
contenuti, né nella forma, e del resto mi è capitato di
leggere commenti a grandi classici della fantascienza da parte di
umanisti in evidente imbarazzo, che annaspando invano nel tentativo
di afferrare la ragione della fama di quelle opere, finivano con il
sottolinearne qualche aspetto umanistico del tutto secondario con
l'aria di chi ha trovato una gemma nella spazzatura.
Ciò
detto, pur constatando obiettivamente che Salto di fase non
aveva niente di letterariamente valido, niente stile, niente
approfondimento psicologico dei personaggi, niente critica sociale,
niente poesia, insomma niente di quelle cose che piacciono tanto agli
umanisti, ho avuto la netta impressione che l'idea fantascientifica
di base e il suo successivo sviluppo coerente avessero un certo
spessore da fantascienza hard; non dovrei dirlo io, ma non ho
potuto fare a meno di pensarlo. Magari uno scrittore vero avrebbe
sviluppato meglio l'idea, non lo nego, ma mi capita fin troppo spesso
di leggere opere di scrittori veri basate su idee peggiori di quella
o carenti in coerenza, quella coerenza interna che i lettori puristi
come me generalmente si aspettano da un'opera fantascientifica. Mi
sono detto: varrebbe forse la pena di rendere disponibile in rete
quel racconto? Mi sono risposto di no. Salto di fase è
fantascienza talmente hard che forse solo un fisico
riuscirebbe a capirla e ad apprezzarla davvero, sempre ammesso che
giudicasse passabili le idee che vi sono esposte, il che è
tutt'altro che garantito. No, mi sono detto, non ne vale la pena.
Circa nello stesso periodo ho scritto anche Il giorno dell'ottimizzazione, che si situa in una qualche regione strana tra fantafisica, fantainformatica e filosofia e che avanza una tesi metafisica piuttosto semplice, poco o punto originale ma credo mai sostenuta in quel modo, decisamente estrema, con la quale quasi ogni lettore si troverebbe in disaccordo (ma dar da pensare almeno un po' è proprio uno degli scopi della fantascienza). Altro racconto che forse sarebbe valsa la pena di rendere disponibile... ma no, via, non sarebbe piaciuto a nessuno.
Poi ho scritto La no-macchina, e a quel punto ho ceduto. La no-macchina è fantascienza hard, anche se meno di Salto di fase; s'inventa un singolo fenomeno fantafisico totalmente implausibile e ne esplora con discreta coerenza le conseguenze più folli. Attorno al nucleo hard ci sono dialoghi accesi, parecchio mistero, un po' di suspence per un puzzle i cui pezzi non sembrano proprio volersi incastrare, giusto un pizzico di azione e qualche sorpresina finale. Ancora una volta, non ha valore letterario; se non avesse un nucleo di fantafisica, sarebbe solo una storia assurda e scritta male, da buttare nel cesso, ma il nucleo c'è e permea di sé tutto il racconto.
Ho
deciso che era un peccato che questi tre racconti rimanessero
imprigionati negli angusti confini di una directory del mio hard
disk. Dopotutto, è il genere di cose che credo mi sarebbe
piaciuto leggere, se le avesse scritte un altro. Forse, mi sono
detto, potrebbero piacere anche a qualcun altro, e allora perché
non lasciarglieli leggere? E allora tanto valeva includere anche i
miei racconti minori, tanto per far numero; magari potranno servire a
riempire qualche ora vuota di qualcuno che non ha proprio niente di
meglio da leggere, così come hanno riempito le mie quando non
avevo niente di meglio da scrivere. Meglio che niente.
L'ultimo
ostacolo da superare era la mia immane pigrizia, che mi ha trattenuto
per qualche altro anno; tuttavia, in seguito a una discussione su
entropia e freccia del tempo nel gruppo Usenet it.scienza.fisica, in
cui mi sono trovato costretto a riciclare termini e ragionamenti
tratti di peso da Salto di fase che è tutto incentrato
su quel tema, mi sono infine deciso a creare questo bruttissimo sito
e a iniziare a travasarvi i racconti, lentamente, dopo averli riletti
e rilimati uno per uno per l'ennesima volta, cominciando appunto da
Salto di fase.
E se a qualcuno i miei racconti non
piacciono? Semplice: smetta di leggerli. Può sempre consolarsi
pensando a quanto gli sono costati, come io mi consolerò
pensando che non li ho scritti per lui.
E se continua a leggerli e
continuano a non piacergli? Oh, be', ognuno è libero di farsi
male come preferisce.
E se li critica? Ma che importanza ha! Non
mi spaccio mica per scrittore. Se qualcuno mi stima lo fa per altre
ragioni...
Non mi rimane che augurare buona lettura e forse,
chissà, buon divertimento.
Oops, dimenticavo: non essendo scrittore ma programmatore, mi riservo il diritto di modificare i racconti in qualsiasi momento. È un vantaggio offerto dalla pubblicazione online a cui non ho alcuna intenzione di rinunciare. Per questo motivo, preferisco che i miei racconti vengano linkati invece che copiati, ove possibile. Dettagli legali qui.
Una scoperta inattesa
potrebbe salvare da morte quasi certa i 136 abitanti di una stazione
spaziale. Avranno il coraggio di affidare le loro vite a
un'invenzione così rivoluzionaria? Ma soprattutto, riusciranno
a risolvere i problemi e i paradossi che crea e a capire cosa
hanno realmente inventato?
Temi: hard SF, meccanica quantistica,
freccia del tempo, esistenza.
Una fatale disgrazia si verifica durante un
modesto esperimento di fisica. Un misterioso agente fa cose strane in
modi inspiegabili per scopi noti a lui solo. Un sensitivo sembra
capace di leggere nel pensiero, seminando sconcerto in un gruppo di
scettici che si trova a dover risolvere un rompicapo impossibile.
Riusciranno a capire cosa sta realmente accadendo e soprattutto a
neutralizzare la macchina più pericolosa che sia mai stata
concepita?
Temi: hard SF, meccanica quantistica, scetticismo.
Milioni di persone
vivono come puri software in una complessa simulazione, ma hanno un
disperato bisogno che il software che li simula venga ottimizzato. Un
bel giorno, però, quel software inizia a girare a una velocità
impossibile. Va davvero tutto per il meglio o c'è qualcosa
di orrendamente sbagliato da qualche parte?
Temi: informatica,
mondi virtuali, esistenza (metafisica).
Due fisici realizzano uno strano apparato il cui
collaudo ha ripercussioni abbastanza difficili da immaginare.
Temi: simulazioni e mondi virtuali.
Un alieno atterra per dare ai terrestri una grande notizia.
Temi: umorismo, parodia, primo contatto.
Una macchina del tempo appare dal nulla. Il suo occupante conversa con un abitante del luogo prima di ripartire per la sua missione.
Temi: viaggi nel tempo.
Un ciclo di sei racconti brevi su una guerra tra terrestri e alieni. Parodia di un genere classico dei tempi d'oro della fantascienza.
Temi: parodia, satira, primo contatto, invasione aliena, guerra.
Un'innocua invenzione mette nei guai il suo inventore. Grossi guai.
Temi: futuro, ricerca, vendetta.