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Patagonia 2001 - Diari di viaggio

In collaborazione con Aurorablu
Lo spazio che c'è in te


"A volte è importante non nascondere il proprio lato umano e lasciarsi andare per seguire i sentimenti e le emozioni.
Un saluto, un sorriso, una bella parola spesso sono più gratificanti e importanti di tutto."

Il bellissimo viaggio che ho avuto l'opportunità di fare, ha rafforzato questo mio modo di vedere il mondo. Mi sono letteralmente innamorato dell'Argentina e di questo popolo. Sono stato lontano dalla mia casa per un mese e, mai, ho avuto la nostalgia nè ho sentito la mancanza di qualche comodità della vita moderna.

Noi viviamo per il successo, per il denaro o per mantenere uno stile di vita che non solo è superiore alle nostre possibilità, ma ci impone di possedere beni materiali assolutamente inutili o superflui.
Laggiù, in Patagonia, non posseggono questo, ma
hanno la VITA. Ho attraversato città di migliaia di persone sperdute nel mezzo del nulla e distanti tra loro centinaia di chilometri e ore di auto. L'unico bene che posseggono è la semplicità e il vento, un vento incessante e poderoso che soffia su ogni cosa per ricordare che "Qualcuno" ci accompagna sempre nella vita. Ho imparato anche io a rispettare e ad ascoltare questo vento vitale dal nome magico: Azul (azzurro).

Seppur il nostro tour prevedeva continui spostamenti per la Patagonia, con soste di 2 o 3 giorni massimo, confesso che era difficile lasciare un ostello, un paese, gli amici.
Amici veri e persone profonde popolano questi territori apparentemente dimenticati da Dio.
Persone che condividono con te (uno sconosciuto arrivato un'ora prima) tutto ciò che hanno: una cena frugale, una stanza, un'emozione... Non ci sono parole per descrivere tutto ciò, il mio desiderio è quello di poter tornare al più presto laggiù.

I grandi spazi e le persone conosciute, mi hanno insegnato la LIBERTA'!!!

 

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Aggiornato il 17/04/2004