Paolo Coluccia
Le derive della modernità
C’è società, in senso lato della parola, ovunque c’è azione
reciproca degli individui. Le cause particolari e i fini
[...] sono come il corpo, la materia del processo sociale;
il risultato di queste cause, la ricerca dei suoi fini comporta
necessariamente un’azione reciproca, un’associazione
tra gli individui, ecco la forma che riveste il contenuto.
Separare questa forma da questi contenuti tramite
l’astrazione scientifica, tale è la condizione sulla quale
si basa tutta l’esistenza di una scienza speciale della società.
(George Simmel)[1]
La sfida di un ri-orientamento delle nostre economie,
delle nostre società, delle nostre politiche pubbliche,
verso logiche di benessere, verso logiche d’arte di vivere,
di qualità della vita, generalmente considerate come
questioni puramente personali e private, diventano
allora pienamente questioni politiche. Questa è ciò che
corrisponde alla prima grande ondata legata alla questione
della crisi. Ma questa prima grande ondata s’innesta
su due altre ondate, che sono ancora più importanti.
(Patrick Viveret)[2]
Edizioni Lilliput-on-line
Martano (LE), 2015
Indice
Capitolo 1 – Verso una visione del mondo post-moderna
Capitolo 2 – Reti sociali ed innovazioni epistemologiche
Capitolo 3 – Il volo notturno della civetta
Capitolo 4 – Innovazione e mutamento sociale
Capitolo 5 – Informazione, comunicazione, conoscenza
Capitolo 6 – L’illusione e la chance. Una filosofia per i sistemi di scambio locale
Capitolo 7 – Tempo al tempo. Provocazioni sull’uso sostenibile del tempo
Capitolo 8 – Tempo e reciprocità: un antidoto alla crescita
Capitolo 9 – Alla ricerca di nuovi fattori di ricchezza. Il pensiero socio-economico di Patrick Viveret
Capitolo 10 – I miraggi dell’economia solidale e l’antiutilitarismo contemporaneo
Piattaforma per un mondo responsabile, plurale e solidale, (Polo di Socio-Economia Solidale, www.alliance21.org). Traduzione italiana di Paolo Coluccia.
Bibliografia generale
Introduzione
Chi si accosterà alla lettura di questo libro resterà un po’ deluso, soprattutto se andrà alla ricerca di un filo conduttore dei saggi che lo compongono. Sarà impossibile, o quasi. Si potrebbe dire, paradossalmente, che i testi siano ‘senza capo, né coda!’, come recita il famoso detto popolare. Ma c’è una ragione. In un’epoca caratterizzata dalla complessità, non si può fare altrimenti. Sarebbe come pretendere di voler trovare una linea retta ed uniforme tra le complicate evoluzioni dell’acido desossiribonucleico, più comunemente detto, DNA.
Tale vuole essere, forse, il senso di questo libro, senso di fatto già ‘nascosto/evidente’ nel titolo: Le derive della modernità, dove appunto per derive s’intende una parola ‘a doppio senso’, qualcosa che indica una provenienza infinita (o varie provenienze infinite?) e un percorso indefinito (o vari percorsi indefiniti?). Distrazioni, dunque, che abbiamo definito paradossalmente epistemologiche! Leghiamo il termine epistemologico alle molteplici variabili di significato attribuite alla parola da Bateson.
Mille rivoli, dunque, come mille pensieri che derivano e derivano, avvinti e discordanti, e che s’estrinsecano e s’intrinsecano da ed in mille altri rivoli ancora, da ed in mille altre direzioni, spesso ignote, infinite, ricorrenti, casuali e causali, in una magnificenza multistrutturale che qualcuno (o più di uno?) ha definito più semplicemente ‘complessa’.
Siamo arrivati a questo punto della ‘tarda modernità’, un po’ esausti e un po’ incrostati, dopo qualche secolo di gloriosa e pulita modernità, dopo che tutto ci è sembrato finalmente lineare, preciso, definito, razionale, lindo, logico… Siamo arrivati a questo punto ‘liquido’ della modernità, confusi ed incerti, sovraccarichi e vuoti, stupidi ed irriverenti, illusi e disincantati. Ma abbiamo ripreso il cammino, su un percorso non più accidentato dalle nostre sicurezze, dalle nostre certezze, dalle nostre istituzioni razionali e, proprio per questo, asfittiche e sterili come le camere iperbariche. Stiamo andando da incoscienti verso un nuovo mondo, che qualcuno chiama grossolanamente post-moderno, ma che invece è il mondo di sempre, infinito e irraggiungibile, che ci siamo illusi di racchiudere in un pugno circumnavigandolo, che abbiamo globalizzato per nostra euforica gloria e per la smania di ricchezza, che forse non conosciamo ancora per niente, e che non conosceremo mai compiutamente.
Le conquiste, certe e inconfondibili, della nostra modernità, le nostre idee ‘chiare e distinte’ ci lusingano ancora, ma non ci aiutano più di tanto nelle spiegazioni, nei dilemmi, nella comprensione dell’essere o, meglio, dell’essenza dell’essere. Su questo percorso impropriamente detto post-moderno – tanto per capirci perché deriva da un’epoca, ma ne è subito dopo, e quindi indefinibile, per certi versi – ci lasciamo alle spalle le nostre illusorie convinzioni, quelle di un’epoca che non è azzardato ormai definire ‘classica’, e ci avventuriamo da lillipuziani sperduti in una mare infinito ‘senza capo, né coda’. Ecco perché chi legge questo libro può cominciare anche dalla fine e proseguire a ritroso, o dal centro, o come meglio preferisce, andare in avanti o indietro, tanto fa lo stesso. Questo per i miei testi… ma è richiesto un po’ di rispetto per il testo riportato in appendice, che altri hanno scritto per noi e verso il quale non possiamo essere irriverenti.
Questo volume è stato pubblicato nel 2012 in formato e-book con il gruppo editoriale Ebookizzati.it di Torino. Oggi esce nelle Edizioni Lilliput-on-line: è scaricabile gratuitamente dal link sotto riportato. Se qualche casa editrice convenzionale vorrà pubblicarlo in volume cartaceo, può contare, dopo accordi di massima, sulla mia totale rinuncia ad eventuali diritti d’autore.
Come sempre, mi sarà gradito ricevere impressioni, critiche e apprezzamenti, utilizzando la mia e-mail. Buona lettura
Martano, febbraio 2015
Paolo Coluccia (paconet@libero.it)
Scarica il volume dal sito:
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