Come onde...

onde...
Ho sperato per due settimane che il tuo non fosse un addio in silenzio perché credevo e credo ancora che entrambi siamo abbastanza "grandi" per guardarci e dirci in faccia quello che non va, come abbiamo sempre fatto nel tempo in cui ci siamo parlati. In questi giorni ti ho chiamato ogni sera, non ho smesso mai di cercarti, sperando di sentire il telefono squillare ma... la "voce" della segreteria telefonica era qualcosa a cui ormai non potevo più sfuggire.
In questi mesi non hai mai avuto problemi a dirmi di tutto quando dicevo o facevo qualcosa che non ti andava bene. Solo in un caso non mi hai risposto... Quelle volte in cui ti avevo scritto che mi sentivo respinto ogni volta che mi avvicinavo troppo a te... e l'ho sempre "sentito" come se tu non volessi ammettere che, forse, avevo ragione.
Ho provato a chiamarti un'ultima volta al telefono... anche se sapevo che ormai non puoi rispondere... ormai non puoi chiamare perchè significherebbe dover parlare di qualcosa di cui non hai mai voluto parlare...
Io mi fermo qui... Se vorrai sai come trovarmi...
Spero che, ancora una volta, il tempo sappia fare il suo lavoro... quel lavoro di smussare gli spigoli più affilati, farti guardare a ciò che è stato con occhi diversi... farti ricordare soprattutto i momenti belli, le tante risate, tutte quelle ore passate al telefono a parlare di noi... a scherzare su noi... le tante boiate e le tante parole... e anche se le cose che ci siamo detti non erano sempre state importanti almeno parlavamo.
Dopo tanto tempo mi ero sentito nuovamente "importante" per qualcuno... ma, forse, ancora una volta c'era qualcosa di "scritto" contro cui non potevo andare.
Oggi ascoltavo le onde del mare... e il suono quel ritmo incessante era come se volesse portarmi via ancora una volta qualcosa di importante, una parte di me... un altro sogno...
Un ultimo pensiero... ti voglio bene... ma non me la sento di continuare ad ascoltare silenzi...

Grado, 16 novembre 2014

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