ASSETATO E AFFAMATO DALLO SPIRITO DELL'UTOPIA
Immerso nella gioia e nell’angoscia
dello splendore dell’essere al servizio dell’umano
nella magia di pagare ogni costo
per realizzare un sogno che tu solo vedi,
ma gli altri no,
in una mistica alleanza con Dio e la natura nell’istante,
nel fiume ardente e cangiante dei bisogni e del desiderio
in comunione con lo Spirito del regno,
mentre il tempo mi attraversa il sangue,
il fuoco dei miei lombi mi trascina,
l’utopia e il quotidiano stretti in una sola danza,
in un delirante vagabondaggio, a volte,
nel buio e le luci della città,
alla ricerca di chi come me
ha fame e sete di sesso e di vita.
Sognare è scolpire i miei giorni nella luce del sole
senza tregua e senza regole
fino alla morte, se non umane,
non c’è oceano che non si possa attraversare,
non c’è muro che non si può abbattere.
Il velo di Maya copre ancora lo splendore della mia anima,
mentre i gabbiani sfidano i cieli della loro esistenza,
per non diventare, come la moglie di Lot, una statua di sale,
un io cieco in agonia, lacerato e disperso.
Conosco l’indomabile inquietudine dei flutti
sotto la luna della felice marina di Aequa,
il tremore sfibrante delle foglie rosso-oro sotto la pioggia battente
e nell’instancabile vento dell’ultimo autunno,
alla presenza dell’Uguale un giorno è come mille anni
e mille anni come un giorno solo.
Rino Guadagno