Caratteristiche
geologiche
Il complesso
vulcanico Somma - Vesuvio è un tipico esempio di vulcano "a
recinto", costituito da due strutture morfologicamente ben distinte,
il Monte Somma ed il Gran Cono del Vesuvio. il primo rappresenta il
residuo dell'antico vulcano, ancora ben conservato nel settore
settentrionale, la cui attività terminò circa 17.000 anni fa con un
collasso calderico sommitale. All'interno della caldera del Somma è in
seguito sorto il Vesuvio, che attualmente raggiunge una quota di 1281
metri s.l.m. Entrambi gli edifici vulcanici sono il risultato della
sovrapposizione di flussi lavici e piroclastiti (ceneri, pomici e scorie)
eruttati da una bocca centrale. I due rilievi, Monte Somma e Vesuvio, sono
separati dalla depressione della Valle del Gigante, a sua volta suddivisa
in Atrio del Cavallo ad ovest e Valle dell'inferno ad est. I due versanti
del complesso vulcanico Somma - Vesuvio sono nettamente contrastanti. Sul
versante vesuviano, a sud, il continuo riversarsi di prodotti vulcanici
dell'attività recente non ha consentito all'erosione di manifestarsi
pienamente, mentre l'antico versante
settentrionale del Somma è solcato da profondi valloni determinati
dall'impatto delle acque meteoriche.
Un pò di storia
L'origine dell'attività al Vesuvio si fa
risalire a circa 25.000 anni fa, età dei prodotti più antichi
affioranti, mentre prodotti di età intorno ai 30.000 anni sono stati
rinvenuti in una perforazione a 1200 metri di profondità. La storia
eruttiva del Vesuvio è caratterizzata dall'alternanza di eruzioni
"effusive" ed "esplosive" (queste ultime dette
Pliniane), le cui fasi principali, a partire da 17.000 anni fa fino al 79
d.C., sono state riconosciute con i metodi stratigrafici e radiometrici.
La storia più recente, a partire dal 79 d.C. in poi, è stata ricostruita
grazie al prezioso contributo di testimonianze e descrizioni dei
principali eventi eruttivi. Tra questi si ricordano l'eruzione del 79 d.C.
che distrusse le città di Pompei, Ercolano, Stabia ed Oplonti,
ricoprendole di ceneri, lapilli e fango e che fu descritta da Plinio il
Giovane in una lettera a Tacito; l'eruzione del 1631 che causò circa
40.000 vittime distruggendo gran parte degli abitati a sud del vulcano e
quella del 1906 la più grande del XX secolo, durante la quale furono
emessi grandi volumi di lava. L'ultima eruzione risale al 1944 la cui
colata lavica è ancora ben riconoscibile nell'Atrio del Cavallo. Dal quel
momento non si sono più avuti fenomeni eruttivi, sebbene manifestazioni
sismiche di bassa energia ed attività fumarolica dimostrino lo stato di
"riposo attivo" del vulcano.
PARCO NAZIONALE DEL VESUVIO
Il 5 Giugno 1995, è la data ufficiale di nascita
del Parco Nazionale del Vesuvio, istituito per tutelare e valorizzare
l'unico vulcano continentale attivo in Europa, ed uno dei vulcani più
famosi del mondo. Gli obiettivi principali del parco sono:
· La
conservazione degli ambiti florofaunistici e geomorfologici più
rilevanti;
· L'applicazione
di metodi di gestione e di restauro ambientale;
· La
promozione di attività educative, formative, di ricerca scientifica e
di attività ricreative compatibili;
· La
ricostruzione e la difesa degli equilibri idraulici ed idrogeologici;
· La
promozione e la conservazione di attività culturali, agricole ed
artigianali tradizionali.
Il parco occupa una
superficie di 8482 ettari, ed interessa il territorio di 13 comuni:
Ottaviano, San Giuseppe Vesuviano, Terzigno, Boscoreale, Boscotrecase,
Trecase, Torre del Greco, Ercolano, San Sebastiano al Vesuvio, Massa di
Somma, Pollena Trocchia, Sant'Anastasia, Somma Vesuviana.
Al suo interno il parco oltre al Gran Cono, ospita la Riserva
Tirone-alto Vesuvio, splendido esempio di habitat forestale, e l'antico
borgo del Casamale a Somma Vesuviana.
LA FAUNA
La fauna è particolarmente interessante. Tra i
mammiferi si segnalano il Topo quercino, il Moscardino, la Faina, la
Volpe, il Coniglio selvatico e la Lepre. Tra gli uccelli più di cento
sono le specie presenti, tra residenti, migratrici, svernanti e
nidificanti. Da segnalare le nidificazioni di Sparviere, Pellegrino,
Poiana, Gheppio, Codirossone, Passero solitario, Colombaccio, Corvo
imperiale e Cincia mora. Tra i rettili sono da citare il Ramarro, il
Biacco, l'Emidattilo verrucoso e il Colubro d'Esculapio. Da confermare la
presenza della Salamandrina dagli occhiali. Ricchissima di specie è anche
la fauna invertebrata con la presenza di molte specie di farfalle (44) tra
le quali la
Farfalla Atalanta e la Vanessa del Cardo, e molte falene tra cui la
celebre Sfinge Testa di Morto.
LA
FLORA
Il versante vesuviano più arido e assolato,
presenta una caratteristica vegetazione spontanea di tipo mediterraneo. Il
versante sommano, più umido, ha una vegetazione boschiva di tipo
appenninico con boschi misti di castagno, querce, ontano, aceri e lecci.
La colonizzazione vegetale dei suoli lavici ha inizio poco dopo il
raffreddamento ed è operata dallo Stereocaulon vesuvianum, un lichene
coralliforme e di colore grigio-argenteo, primo essere vivente a
insediarsi sulla lava raffreddata preparando il suolo per l'attecchimento
delle piante.
L'elenco floristico comprende 906 specie differenti tra le quali 18
endemismi di grande interesse come l'Acero napoletano, l'Ontano napoletano
e l'Helichrysum litoreum. Da segnalare anche l'alto numero di
specie di orchidee (23) e di ginestre (tra cui la Genista aetnensis importata
dall'Etna nel 1906).
I
PRODOTTI TIPICI DEL SUOLO VESUVIANO
La terra vesuviana, grazie al
Suolo lavico ricco di minerali, al buon drenaggio e al clima mediterraneo,
è una delle terre più fertili
e rende unica per varietà di produzioni e tipicità di sapori
l'agricoltura vesuviana.
Tra i prodotti vanno segnalati in primo luogo i vini.
Sul Vesuvio è localizzata l'area di produzione del Lacryma Christi,
vinificato nelle varietà rosso, bianco e rosato, e ottenuto dalle uve
Falanghina, Coda di Volpe (localmente detta Caprettone), Aglianico e
Piedirosso.
Tra le varietà di frutta fresca i prodotti più importanti e
significativi sono l'albicocca e la ciliegia. Dell'albicocca
vesuviana, ritenuta la più buona al mondo per la ricchezza del gusto,
sono conosciuti circa settanta cultivar diversi, i più noti dei quali
sono: Pellecchiella, Boccuccia, Cafona, Carpone. Tra le ciliege
coltivate sul Monte Somma le più famose sono la Ciliegia Malizia e
la Ciliegia del Monte.
Tra gli ortaggi, oltre alla tradizionale coltivazione dei friarielli,
vanno ricordati i famosi "Pomodorini del piennolo": di
piccole dimensioni, tondeggianti, con una caratteristica punta alla
base, hanno un sapore dolce-acidulo, vengono raccolti ancora acerbi e
legati in ceppi, detti appunto piennoli e lasciati maturare lentamente.
Nella cucina napoletana sono l'ingrediente
essenziale in un gran numero di piatti: dalla pizza agli spaghetti, al
pesce. |