Antonio  Caporale

pagina a cura del prof. Antonio Caporale

I NAMBIKWARA

Sono una popolazione indigena del Brasile, stanziata negli stati brasiliani di Mato Grosso e Rondônia (Brasile centro-occidentale) ridotta a poco più di mille abitanti. Al momento della scoperta la popolazione contava almeno 40.000 persone. Nel 1999, secondo l'Instituto Socioambiental brasiliano, il numero di individui era sceso a 1.145 a causa di un'epidemia di morbillo il cui contagio era avvenuto tramite il contatto con gli occidentali e contro cui i nambikwara non avevano sviluppato sufficienti difese immunitarie.

Folklore Nambikwara

La conoscenza degli usi, costumi e tradizioni degli indios Nambikwara è dovuta essenzialmente agli studi etnografici condotti dall'antropologo franco-belga Claude Levi Strass, che tra il 1935 e il 1939 visse a stretto contatto con queste tribù.

CLAUDE LEVI-STRAUSS

I Nambikwara (letteralmente da un dialetto brasiliano tupì :“dalle lunghe orecchie”, per il loro uso di portare lunghi orecchini) sono chiamati anche in altri modi dalle popolazioni indie con cui condividono il loro territorio: Tanamare, Cabixi, o Waikoakore (questt'ultimo significa letteralmente: “quelli che dormono a terra”).

necklace is made of hand carved bead from the shell

Collana costruita scavando i coralli

dal guscio di una tartaruga terrestre

I Nambikwara sono organizzati in piccole bande di grandi famiglie matrilineari (cioè la discendenza nei gruppi avviene per linea femminile) che vivono allo stato nomade secondo itinerari ben delineati.
Durante la stagione delle piogge gli uomini coltivano, in campi temporanei, manioca, mais, fagioli, zucca e anche tabacco e cotone, pratiche agricole, queste, acquisite in tempi recenti. Durante la stagione arida si trasformano in nomadi, cibandosi di tutto quello che possono trovare nel loro peregrinare.
Le donne portano piattelli labiali e auricolari, mentre gli uomini, bastoncini di legno od osso inseriti nel setto nasale.
Le abitazioni sono temporanee ed essi dormono nudi sulla terra; usano l'arco con frecce avvelenate, asce e coltelli di pietra, oggi anche di metallo.
Interessante e ricco il loro patrimonio di letteratura orale, il cui studio è stato iniziato solo in tempi recenti; parlano una lingua propria della famiglia ge-pano-caribica, con alcune affinità con il chibcha.

******Bambina************Giovane cacciatore*********************allattamento********************

****************Cacciatore************************** Partenza per la pesca***********

********Famiglia**********Puericoltura****************Vita in capanna***********



**Toelettatura*************** Amicizia******************************Sonno******************

 

************ragazza************************madre con bambino****************


Le foto in bianco e nero sono di C. Levi Strauss e sono state estrapolate dal sito web di Scielo (Scientific Electronic Library Online)

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