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15.08.2001
Sono assolutamente scoinvolto dalla lettura di Alta Fedeltà. So che c'è anche un film, ma non l'ho visto. E' scritto in un modo interessante, e poi parla di cose interessanti. Almeno finora. Ma soprattutto è interessante la lettura che dà delle (dis)avventure sentimentali di questo protagonista, il taglio ironico-iperbolico che va a colpire esattamente nel segno.

Sono a pagina 64, e ne ho davanti ancora quasi 200. Magari poi peggiora.
Però, ad esempio:

[protagonista 13enne] "Tutto qui. Dove avevo sbagliato? Primo incontro: giardinetti, sigaretta, pomiciata. Secondo incontro: idem. Terzo incontro: idem. Quarto incontro: scaricato. Ok, ok. Forse avrei dovuto vedere i segni premonitori. Forse me l'ero voluta. Forse il pomeriggio del secondo idem avrei dovuto capire che ci eravamo fossilizzati, che avevo lasciato che le cose ristagnassero al punto da spingerla a cercare qualcun altro. Ma lei avrebbe anche potuto cercare di parlarmi! Avrebbe potuto darmi almeno un altro paio di giorni per provare a riaggiustare le cose!".
ore 23:52

09.08.2001
Perchè ogni tanto smetto di scrivere? Non lo so. Ci sono anche cose di cui non ho voglia di parlare, ma il punto non è questo. E' che sono incostante. Comunque ho riletto "Due di due". Ed è morboso il mio attaccamento a singoli autori, me ne rendo conto. Ma è stata un'esperienza interessante, piena di risvolti inaspettati. Ad esempio l'avevo letto due anni e mezzo fa, e credevo di essere cambiato molto meno. Invece mi è piaciuto lo stesso tantissimo ma le riflessioni e i collegamenti con la mia vita sono completamente diversi.

E' anche buffo.

L'altra volta volevo disperatamente essere Guido Laremi, credo perchè il mio personaggio di allora viveva molto di un rifiuto idealizzato per tutto ciò che avesse una forma stabile, per le convenzioni, le abitudini, la prevedibilità. Mi appassionavo a questo rifiuto, cercavo di renderne partecipe chiunque. Ma invece ero molto più Mario. Il libro non era mio, me lo prestò C., che frequentavo da poco. E giocavamo a constatare come gli stessi passi suscitavano in noi le stesse idee, come entrambi avremmo voluto andare a vivere nella seconda casa, anche se entrambi non nutrivamo la minima fiducia in qualsiasi forma di rapporto definito. Ci piaceva l'idea del mondo fuori dal mondo, dove avremmo potuto far finta di non notare alcuna contraddizione tra le nostre convinzioni estetiche e i nostri desideri istintivi. Pensavamo che sarebbe stato carino essere noi i due studenti che rispondono all'annuncio. Invece poi non ci fu nessun mondo fuori dal mondo, nessun annuncio a cui rispondere. E col tempo, non saprei dire come, quel pensiero grande in modo quasi imbarazzante morì. Non avevo mai realizzato che mese dopo mese dopo mese smettemmo di desiderarlo e di sognarlo. Smettemmo anche di pensarci.

Questa volta invece ero Mario e la sua mitezza. O almeno guardavo con interessa a quel modo semplice di essere concreti. A condividere i propri sforzi con persone altrettanto semplici e concrete, investire energie nel rendere le cose migliori, arrivare a qualcosa, poter dire: ok. E Guido mi sembrava un personaggio così poco realistico... Ogni volta che qualcuno mi chiede cosa faccio adesso, dove mi vedo tra dieci anni, vorrei davvero poter dare una risposta precisa. E vorrei averla anche quando nessuno me lo chiede. Muovermi dentro un contesto chiaro, se non addirittura con una direzione. E vedevo Mario crescere, aggiungendo ogni giorno un nuovo mattone al suo mondo fuori dal mondo, alla sua serenità e a quella di coloro che lo circondano. Pensavo: è quello il modo giusto. E' quella la soluzione veramente coraggiosa. E non mi accorgevo che stavo dicendo proprio le stesse cose di Guido. Che guardavo con un po' di invidia a quello che non sono, e forse non sarò mai. Ho finito il libro ed ho pensato a questi due anni e mezzo, a C. che non so neanche dove sia di preciso, ai cambiamenti di lavoro, abitudini, amicizie, interessi. Ai rapporti rotti così. All'inesistente attaccamento a quasi tutte le cose e quasi tutte le persone. E' veramente buffo. Non sono mai stato così simile a Guido Laremi come adesso che non cerco più nemmeno il piacere estetico di quelle idee...

Ma lo sono, nel mio modo pigro e incostante che mi impedisce di portare a compimento qualsiasi cosa.
Però sono simpatico :)
ore 2:58


"Un uomo solo che guarda il muro è un uomo solo.
Ma due uomini che guardano il muro è il principio di un'evasione"