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CHI PULISCE I FIUMI?

In questi giorni tragici di lutti e devastazioni, c'è chi rivolge i propri interrogativi sulle cause del disastro direttamente agli utenti della rete. Così succede di leggere sul newsgroup it.scienza.ambiente la domanda che trovate nel titolo: "Ho telefonato in comune sollecitando un intervento di pulizia dell'alveo di un torrente che scorre nella mia zona. Mi hanno risposto che la competenza sarebbe della provincia, ma cmq, essendo i terreni adiacenti il torrente privati, la pulizia spetta ai proprietari di detti terreni. A me sembra assurdo. Vorrei sapere se qualcuno conosce la legislazione in materia, perche' non posso credere che la pulizia dei fiumi sia lasciata ai privati. Grazie a chi mi sapra' dare indicazioni. Saluti, Max"

Il bene informato che raccoglie la richiesta, cortesemente risponde:"Generalmente la pulizia dei fiumi non è concessa ai privati se non in casi eccezionali. Ad es. tutti gli affluenti del Po non possono essere toccati se non autorizzati dal Magistrato del Po della Provincia interessata. In ogni caso la pulizia senza l'intervento del Comune interessato (fatte salve le "rogge" di irrigazione private) va contro i regolamenti specifici per ogni zona. A puro titolo di cronaca dirò che la associazione ARCA*AZZURRA sta proponendo un progetto (sperimentale ed estendibile) alla Regione Piemonte (e, di riflesso, a tutte le Province) relativo alla costituzione di un comitato per la prevenzione da disastri naturali (di qualsiasi entità); l'obiettivo del progetto è quello di dare ai Comuni le competenze di base necessarie per decidere i coefficienti di priorità di rischio (diversi dalla V.I.A.) di siti interessati da fiumi, torrenti, rogge e terreni friabili, in modo da poter sollecitare "quantitativamente e qualitativamente" gli assessorati preposti all'erogazione di fondi per la manutenzione (erogazione strettissimamente sotto controllo...). Essendo un progetto in fase di sviluppo, accetto volentieri qualsiasi suggerimento (anche di collaborazione).Lucy Pher".

Nella risposta, trovate, con il dono della sintesi, la descrizione delle principali competenze in materia di pulizia di fossi e torrenti. Si spera nella buona riuscita dell'iniziativa. Tuttavia, in realtà, la complessità del sistema di ripartizione dei diritti e doveri in questa materia è certamente maggiore, e non basterebbero queste brevi note per garantire alla persona interessata la possibilità di rivolgersi, senza tema di errore, al soggetto istituzionale più indicato per la pulizia del torrente di casa propria. Premesso quindi che si consiglia di investire qualcosa di più che un fugace attimo di attenzione a questo argomento si ritiene utile riportare, per completare la risposta sopra, alcuni passi di una intervista all'Ing.Giacomo Galante, Dirigente del Genio Civile di Firenze, raccolta ormai diversi anni fa, all'indomani dello straripamento di alcuni torrenti, straripamento che causò non pochi danni al Comune di Firenze.

"L'Ingegner Giacomo Galante, prima di diventare dirigente del Genio Civile di Firenze, ha lavorato al ministero dei Lavori Pubblici. Nel '66, quando fu necessario progettare i primi interventi dopo l'alluvione, lui era a Firenze, ad ipotizzare un futuro "senza paure" per questa città. Ed invece, ogni volta che la pioggia si accanisce sulla Toscana, la gente corre sull'argine a controllare l'umore del suo fiume.

Com'è possibile ingegnere? Sono tante le cose che non sono state fatte; il primo impegno allora fu quello di difendere la città, e sono stati compiuti lavori importanti, come l'abbassamento della platea del fiume all'altezza del Ponte Vecchio e del ponte a S.Trinità.

Evidentemente non basta. Firenze è oggi senz'altro più sicura, ma quegli interventi dovevano essere accompagnati da un progetto complessivo di sistemazione di tutto il fiume. E invece dopo i primi soldi non ne arrivano altri...

Ma stavolta non è l'Arno il colpevole, com'è possibile che Firenze finisca sott'acqua per lo straripamento di due torrenti come Mugnone e Terzolle? E un problema di competenze. Il Genio Civile non si occupa dei fossi e dei torrenti e, in pratica, nessuno lo fa. Così questi corsi d'acqua diventano discariche a cielo aperto, nessuno cura le sponde, e allora basta una piena perché i detriti si accumulino sotto i ponti facendo tante dighe. E' così che sono straripati Mugnone e Terzolle.

La colpa è della gente, insomma... No, è colpa delle precipitazioni eccezionali, di una legislazione tutta da rifare e infine, anche della gente. Se uno butta una vecchia lavatrice in Arno, inquina e degrada un grande fiume; se lo fa nel Mugnone, produce un pericolo: prima o poi quella lavatrice creerà un problema.

Ma com'è possibile che nessuno si occupi dei torrenti? C'è un decreto del 1904 che divide in categorie i corsi d'acqua. Non solo per la loro lunghezza, ma per l'importanza dei tratti che attraversano. Ci sono fiumi che cambiano categoria nel loro corso addirittura da una sponda all'altra. Per capirci: l'Arno è un fiume di 2a categoria, e la competenza sulla manutenzione è interamente del Genio Civile..

Sì, ma questi torrenti chi li guarda? Secondo il decreto dovrebbero farlo i Consorzi idraulici tra privati che abitano sui corsi d'acqua, ed i Comuni. Solo che questi consorzi, tranne alcuni, non sono mai stati creati. E' cambiata la cultura dei fiumi: una volta la gente aveva cura e rispetto dei corsi d'acqua, ora si sono costruiti interi quartieri nelle aree di espansione dei fiumi. Una legge dell'89, poi, sopprime questi consorzi, mantenendoli in vita solo in attesa di nuove disposizioni, che non sono mai arrivate.

Allora la competenza è di nessuno? I Comuni non hanno soldi, la gente pretende tutto dallo Stato, e soprattutto manca una legge generale che stabilisca con precisione le competenze, dl chi deve fare, cosa, e con quali soldi.

Insomma, se piove ancora l'alluvione? Almeno per quanto riguarda i corsi minori, senz'altro".

Purtroppo, è la tragedia di questi giorni, il contenuto dell'intervista all'Ingegner Galante non ha in nessun caso perso di attualità.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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