Ho deciso di pubblicare queste foto dopo un recente reportage in Libano realizzato nel settembre 2006.
Le immagini presenti non vogliono avere naturalmente un'alta valenza artistica dato che non sono abitualmente un fotografo di reportage ma un ritattista.
Tuttavia rappresentano la realtà di un contesto al quale mi è capitato di assistere.
Forse la loro forza sta proprio nella loro semplicità descrittiva senza esagerazioni od interpretazioni.
Purtroppo qui in Italia non abbiamo percepito tramite l'informazione la reale portata del dramma subito dalle popolazioni locali.
Probabilmente siamo più interessati al calcio od agli amori delle veline di turno e daltronde i media, specialmente televisivi, non ci hanno aiutato molto a capire.
Personalmente ai TG avevo solo visto le immagini di un paio di ponti distrutti e qualche tratto di strada colpita.
Da qui il mio stupore una volta trovatomi sui luoghi del conflitto.
Beirut è una città dai due volti.
Uno è quello della Beirut ricca e centrale, bellissima ed intatta con il suo traffico caotico ed i suoi locali, negozi, ristoranti sempre affollati ed i traffici commerciali.
La gente va e viene indaffarata ed anche la notte il centro risplende di vita.
L'unica strana nota è data dalla massiccia prenza di militari e posti di blocco.
Ogni pochi metri sono infatti presenti uomini armati che presidiano la città in ogni angolo.
Basta però allontanarsi di poco in periferia ed in particolare nella zona Sciita e si entra nel dramma.
Interi quartieri con palazzi di 15 piani sono andati distrutti dai missili israeliani e la gente si aggira ancora tra le rovine per cercare di mettere in salvo quel poco che rimane di suppellettili ed oggetti personali.
Anche qui non a caso la guerra ha colpito il settore più povero e disagiato.
Girando sotto un caldo infernale e tra la polvere si percepisce l'odore dei cadaveri che ancora rimangono sepolti da tonnellate di rovine.
Al che vedendo queste povere persone uno si domanda se siano stati veramente tutti Hezbollah estremisti con postazioni missilistiche installate sul balcone di casa.
Un'impressione particolare si ha dallo sguardo dei bambini che risultano sempre essere il lato più debole nei conflitti.
Anche al sud in zona Tiro la situazione in parecchi paesi è drammatica.
Interi villaggi sono stati rasi al suolo ed i terreni anche se in parte bonificati sono zeppi di ordigni di ogni genere, tra i quali le famigerate bombe a grappolo o "cluster bomb" che uccidono o mutilano in genere bambini a causa delle loro forme a palla che traggono in inganno.
La cosa peggiore è che si ha quasi la certezza dell'uso di armi non consentite quali le terribili bombe al fosforo.
Lo ha affermato un ufficiale dell'esercito israeliano ed inoltre lo si è dedotto dalle strane ustioni rilevate su corpi carbonizzati di parecchie salme.
Inoltre un'altra cosa che lascia perplessi è che la maggior parte di ordigni e di bombe a grappolo sia stata lanciata a soli 2/3 giorni dalla fine del conflitto quando già si sapeva dell'intervento delle forze delle nazioni unite.
Con l'intervento dell'ONU fortunatamente i bombardamenti sono cessati e le cose lentamente ritorneranno alla normalità.
La popolazione libanese ha un carattere forte, tenace, orgoglioso e molto ospitale.
La ricostruzione infatti è iniziata ed ovunque s'intravedono operai al lavoro.
Famiglie con la casa distrutta ci hanno invitato ad entrare e ci hanno offerto il the parlandoci del loro dramma.
Questo è stato indubbiamente il lato più coinvolgente di questo viaggio.
Le persone ci accoglievano benevolmente e ci parlavano, raccontandoci i loro drammi e le loro storie personali come la perdita della fabbrica di scarpe di Issam, oppure Hayek che ci mostra la sua casa distrutta con il cratere provocato dalla bomba ed i resti dell'ordigno che ancora stazionano sul campo.
Il mio sincero augurio va a queste popolazioni!

No more war please...no more destruction of innocent life!

Ricordo inoltre che potete visionare il mio sito principale al seguente indirizzo: www.andreafigallo.it
Per contatti: andrea.figallo@fastwebnet.it
Andrea Figallo
Photographer
foto di Fabio Palli
"Welcome to Libano"

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