NAPOLI  BONSAI CLUB (Antonio Acampora)                   

fiori di pruno:  
è un'estasi  
la mia primavera

Kobayashi Issa (1763-1828)

        Battuto dal vento
         FUKINAGASHI



Lo stile Fukinagashi è comparso non molto tempo fa, si è visto per la prima volta, infatti, nel 1938 durante l' 8° mostra Kokufu, alla quale prese parte Hirose con un Pino pentaphylla kabudachi che assomigliava ad una ceppaia staccata direttamente dalla montagna rocciosa. All'epoca lo hanno chiamato "kazefuki gojoo “ vale a dire Pino pentaphilla al vento"; in seguito questo stile stato definito Fukinagashi. Questo stile ha una forma che esalti il vento, come dice il suo nome e, a differenza degli stili Moyogi e Chokkan rappresentano le piante cresciute in pianura, esprime l'aspetto delle piante che vivono sulla costa o sul precipizio di una montagna lottando contro il vento e quindi protendendosi verso una direzione. Questo stile può essere ad un tronco, a due, a tre, o multitronchi perciò offre molte possibilità di forme.     E’ uno stile che deriva da quello inclinato. Due sono le varianti: il vento soffia sull'albero e il risultato dell'azione del vento dopo molti anni. Può trattarsi di un vento passeggero che non ha modificato nel tempo tutta la struttura della pianta, ma spostando la vegetazione crea una sensazione di dinamicità, di movimento molto piacevole, naturale e realistica. La presenza costante del vento invece modella tutta la struttura della pianta, influisce sulla crescita e sulla direzione del tronco e dei rami principali, nonché della vegetazione che sarà tanto meno densa quanto più la pianta soffre di una condizione all'estremo delle possibilità di sopravvivenza. Il tronco sarà molto inclinato, quasi schiacciato, contorto, piuttosto tozzo con i rami da un solo lato allungati ma vecchi e sofferti, poca vegetazione alle estremità, l'apice quasi appiattito, jin e shari sono molto importanti, anche l'apice può essere trasformato in jin, con un ramo laterale che cerca di risollevarsi spostando tutto l'asse della pianta in favore del vento. Sul lato esposto vi possono essere rami corti con vegetazione molto appressata al tronco, con jin, oppure rami rovesciati, che sono stati in pratica forzati a curvarsi, tanto da invertire la direzione e tagliare la linea del tronco.    Questo bonsai appare di difficile realizzazione perché il bonsaista deve mettere in atto tutta la perizia che possiede nel dare equilibrio ad una forma inclinata, con una ramificazione insolita, masse dunque che infrangono tutte le leggi di gravità. 

   

 La percezione più immediata è quella di un albero che sia sul punto di cadere abbattuto, con una condizione d’instabilità considerata insolita per un bonsai e per il suo spirito. Quindi, nella formazione della pianta è necessario usare alcuni accorgimenti che servano per controbilanciare, ossia radici robuste che facciano da contrafforte nella parte opposta all'inclinazione Bisogna considerare un fatto importantissimo: abbiamo, in questo caso, una forte tensione visiva innescata dalla linea molto inclinata dei tronco (drammaticamente instabile) e l'assetto delle radici, dei rami e della vegetazione che devono trasmettere stabilità ed ordine estetico. In questo contraddittorio visivo, la struttura deve conservare tutta la dinamicità e il contrasto di linee di forza che è la caratteristica peculiare dello stile. Il punto focale primario è sicuramente il tronco; i punti d’interesse secondario possono essere le radici di superficie ("ancora" robusta dei piede), la parte lavorata a shari, il terriccio spesso molto rialzato dalla linea d'orizzonte. In sostanza, è importante che il bonsaista concili ordine estetico e dinamicità, raggiungendo un equilibrio fra:    

tensione visuale                              armoniosa organizzazione

scatenata dalla linea    -----> <-----    formale dell'impostazione

diagonale del tronco                        del nebari, del tronco, 

                                                      dei rami, delle foglie

   

 E’ senza dubbio la più drammatica rappresentazione della natura cui si rifà l'arte Bonsai.  Questo stile più che in altri, denota un'intima connessione fra albero e ambiente. Per chi non frequenti spesso o non viva in zone ventose sarà molto utile la fotografia per fissare nella mente forme e movimenti originali. Una pianta in questo stile, è bella quando spinge colui che la guarda a fare il gesto di trattenere il cappello in testa, come chi senta un'improvvisa folata di vento. 

Come impostare un Bonsai stile Fukinagashi

Come già detto, si tratta di uno stile che esprime fedelmente l'emozione provata vedendo le conifere che crescono in zone montuose dove soffia il vento forte. Per impostare questo stile sono dunque di fondamentale importanza la tecnica e la scelta del materiale.

 

Scelta del materiale

E’ possibile scegliere vari tipi di conifere che possono avere un tronco singolo, doppio o triplo. A differenza d’altri stili, non esiste una regola severa sia per la forma del tronco che per le posizioni dei rami, tuttavia poiché lo stile Fukinagashi esprime l'aspetto di un albero in Natura, una volta acquisita emotivamente, questa sensazione deve essere ricreata. Non è pertinente usare un tronco grosso per poi piegarlo forzatamente perché sembrerebbe troppo artificioso; difatti è più facile da lavorare in questo stile il materiale multitronco dalle singole piante relativamente sottili. L’albero deve avere foglie piccole o aghi corti, e la varietà deve essere adatta allo stile; per esempio la maggior parte delle conifere è da preferire. Un vantaggio per la realizzazione dei «ventoso» è dato dalla scelta della pianta, sì farà ricorso a soggetti con rami sbilanciati più numerosi da un lato. Inoltre bisognerà tenere in considerazione la forma del  tronco e scegliere una pianta con radici che affiorino robuste e ben disposte per trasmettere la sensazione che sono  saldamente ancorate alla terra. La precisa angolazione dei tronco ha molta importanza; ma non è l'unica possibilità d'impostazione: se la maggioranza dei rami  dà la sensazione dì essere stata esposta al vento l'albero sarà classificato come «ventoso» qualunque sia  l'impostazione del tronco.   

                                    

 Infatti, ognuno degli stili base può essere  interpretato come ventoso educando i rami. La forma triangolare di base deve essere anche in questo caso rispettata e pertanto è necessario creare un apice; per il potenziamento dei rami, si segue l’impostazione degli altri stili-base.

Impostazione dello stile Fukinagashi

 Tronchi

 Per quanto riguarda il tronco, gli si deve conferire una forma inclinata, simile a quella dello stile Shokan (inclinato). E’ importante impostarlo portandolo in un'unica direzione, ma con un po' di sinuosità. L'inclinazione del tronco deve essere regolata secondo la forza del vento che si vuole esprimere . La parte apicale si deve impostare in modo che prima sembri andare controvento per poi ritornare nella direzione della spinta del vento (disegno 1).

 Rami

Soltanto negli stili ventoso e dei letterati è consentito derogare ad una regola fondamentale: quella di non attraversare  mai la linea del tronco con rami grossi. Una delle ragioni che consente quest'eccezione è che entrambi questi stili  hanno pochi rami, cosi che la linea della pianta non è disturbata. Comunque va tenuto presente che l'andamento dei  tronco non deve essere nascosto dalla vegetazione e che i rami devono essere impalcati soltanto nella metà  superiore della pianta. In questo stile hanno pure molta importanza il ritmo e  la ripetizione ed è proprio ciò che si deve applicare per i rami: è la ripetizione di questi, che tendono verso la  medesima direzione, a dare all'osservatore la sensazione di udire il vento che soffia attraverso l'albero. L'uso dello spazio è d'estrema  importanza esso bilancia il fogliame e gli spazi vuoti devono far pensare che siano stati creati proprio dal vento. La  vegetazione sui rami deve essere limitata e attente potature devono mantenerne la giusta proporzione per fare altresì  risaltare le linee  ondeggianti dai rami, che sono poi la caratteristica essenziale dello stile. . Un errore nel quale s'incorre facilmente è quello di non dare sufficiente profondità  perché si pensa di fare andare tutti i rami verso una direzione dimenticando di sistemarne alcuni sul retro dell'albero. In ogni modo questo stile lascia molta libertà d'interpretazione. E’ assolutamente necessario impostare i rami in modo che questi siano proiettati nella direzione della spinta del vento; devono essere sinuosi e dotati di movimento lento, in su e in giù, sulla sinistra e sulla destra. Deve essere tenuto il numero minimo di rami sul lato da dove soffia il vento: per esempio si lascia solo un piccolo ramo (bocconcino) oppure qualche jin. Se si vuole però utilizzare il ramo rientrante, si può usare la tecnica di piegarlo nel punto più vicino possibile al tronco tenendo un tratto di jin (creando uno jin a chiavistello). Inoltre, si devono tenere pochissimi aghi e

                 disegno1

un impalco sottile (disegni 1/a, 1/b).

Parte apicale

La parte apicale è la più importante per questo stile: deve essere impostata in modo che sembri che il ramo sia spazzato dal vento. Ma nella parte apicale, sia l'apice sia i rami, o la loro punta, cercano di andare controvento per poi essere spazzati dal vento stesso. Questa è la tecnica per esprimere la forza vitale, importantissima per il Bonsai. Se questa parte apicale dovesse apparire spazzata dal vento senza esprimere la forza della Natura che cerca di opporsi andando contro vento, la pianta sembrerebbe morta. L'apice non potrà comunque essere eretto, ma più o meno inclinato, se non addirittura appiattito.  Poiché globalmente questo stile deve far percepire la forza del vento, è ideale che i tronchi siano sottili, di conseguenza i rami devono essere pochi e l'impalco esile (disegno 1). Nello svolgere il mochicomi, si deve fare attenzione a mantenere la forma naturale, senza eccessive elaborazioni.

  foto 4

Terriccio e vasi

 Le radici superficiali si devono irradiare dalla base del  tronco per affondare con forza sul terreno e dare la sensazione all'osservatore di resistenza e d'appiglio per  sopportare i forti venti che flagellano l'albero quindi non lasciare mai spazio fra la radice ed il terreno, perché questo darebbe un'impressione d'instabilità e di precarietà. In questo stile, quindi, un forte nebari che si contrapponga allo squilibrio causato dalla forza del vento, è molto importante per dare stabilità. Per quanto riguarda la quantità del terriccio, questa deve essere minima, e di conseguenza occorrerà un vaso basso, oppure potrà essere usata una pietra piatta (foto 4). Nel fare il sottobosco non bisogna coprire tutta la superficie con muschio, ma limitarsi a piccoli tratti o, in alternativa, usare licheni. L'albero va posto in modo che lo spazio maggiore risulti dal lato della direzione dei vento;  quest'accorgimento ne suggerisce il movimento e la forza, anche se può apparire, nel contesto, sbilanciato.  Abbiamo descritto gli elementi utili per impostare uno stile Fukinagashi; è in ogni modo importante esprimere l'azione del vento ricordando le piante osservate in montagna e la sensazione del vento che passa tra le loro fronde.                                                                                                                                                                                                                                                  

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