NAPOLI BONSAI CLUB (Antonio Acampora)

    Un'essenza in               

      particolare:

QUERCIA - QUERCUS

Kobayashi Issa (1763-1828)

 Il genere Quercia appartiene, con Faggio e Castagno, alla famiglia  delle Fagacee. Una decina di specie sono spontanee in Italia:  

               QUERCIA

                                                           

Quercus ilex (Leccio), coccifera (Spinosa) e suber (Sughero) sono sempreverdi; Quercus cerris (Cerro), rubra (Americana), farnetto (Farnetto o d'Ungheria), palustris (Palustre), pubescens (Roverella), petraea (Rovere), robur (Fama) sono invece spoglianti.

 Le specie note sono circa 500 e sono diffuse specialmente nell'emisfero boreale, in America settentrionale, in Europa, nelle regioni mediterranee e in Asia Occidentale. La distribuzione della pianta è molto varia e può variare dal livello del mare fino a 4000 m. delle regioni himalayane. Questi alberi preferiscono un terreno sufficientemente fertile, non troppo sabbioso o troppo asciutto. Al genere appartengono sia specie ad albero che ad arbusto, sempreverdi o semisempreverdi (cioè superano l'inverno con le foglie che cadono in primavera quando iniziano a vegetare) oppure decidue. Le foglie sono raramente intere ed i margini sono di solito incisi o lobati in vari modi. I fiori maschili e femminili sono sullo stesso albero: i maschili sono in amenti penduli, i femminili solitari o in spighe di 2 o più fiori. Il frutto è una ghianda più o meno racchiusa dalla base verso l'alto, da un involucro (cupola) composto da squame. Le querce sono impollinate dal vento e l'ibridazione è frequente, il che complica molto l'identificazione della specie di appartenenza.

Principali specie di Quercus

  Al primo gruppo appartengono piante con foglie sempreverdi, che permangono più di un anno attaccate ai rami. Le foglie sono ovolo-ellittiche a margine liscio o sinuato a denti acuti. A questo gruppo appartengono le seguenti specie: 

Q. coccíféra. La quercia spinosa è solitamente Un arbusto di circa 2 m. Le foglie sono larghe, lunghe 5 cm, dentellate con denti appuntiti.

Q. myrsinaefolia. Pianta originaria della Cina e del Giappone può raggiungere i 18-19 m di altezza, le foglie seghettate sono lanceolate, lunghe da 5-12 cm.

Q. suber. La quercia da sughero può raggiungere i 20 m. di altezza ed ha una corteccia sugherosa, le foglie sono ovato-oblunghe lunghe da 3-7 cm.

Q. ílex. Il leccio raggiunge i 20 m. di altezza, le foglie sono ovato-lanceolate, lunghe da 3-7 cm possono essere intere o più o meno seghettate.

Q. suber             

          Q. cerris     

 Al secondo gruppo appartengono piante decidue o semidecidue con foglie intere obovate a lobi acuti:

Q. palustris. L'albero raggiunge i 30 m. d'altezza.

Q. rubra. La quercia rossa americana raggiunge i 25 m. di atezza, ha rametti di colore rosso scuro, le foglie oblunghe, lunghe 12-20 cm. Questa specie è impiegata come pianta ornamentale.

Q. libani. La quercia del Libano raggiunge i 10 m. di altezza con foglie oblunghe lanceolate a margini seghettati.

Q. cerris. Il cerro raggiunge i 38 m. di altezza. Le foglie sono elissoidali-oblunghe, dentate, lunghe 5-10 cm. 

   Q.rubra                         

        Q .robur                              

Al terzo gruppo appartengono piante decidue o semidecidue con foglie intere, obovate a lobi ottusi:

Q. robur. La farnia raggiunge i 45 m.di altezza. Le foglie sono ovato-oblunghe, lobate lunghe 5-12 cm.

Q. petraea. La rovere raggiunge un'altezza media di 40 m. Le foglie sono ovato-oblunghe, lunghe 8-13 cm ed hanno da 5-9 lobi arrotondati.

Q. alba. La quercia bianca può raggiungere i 40-50  m. di altezza, le foglie sono ovato-oblunghe con 5-9 lobi arrotondati.

Q. pubescens. La roverella può raggiungere i 20-25  di altezza, o in alternativa assume un portamento cespuglioso, con foglie lunghe 5-8 cm che hanno un corto picciolo (8-12 mm.). E’ una specie che predilige un habitat caldo ed asciutto. Viene utilizzata per rimboschimenti in regioni aride con terreni piuttosto calcarei.

                  Q. ílex

Q. petraea

Tutte le specie sono longeve e, se in salute, si prestano bene per la coltivazione a bonsai. Le caratteristiche naturali che si possono maggiormente ammirare in questo genere sono radici e tronco. Le radici sono solitamente possenti e la parte visiva (nebari) può essere educata facilmente. Un buon sistema per far ingrossare la base delle radici è di lasciar crescere liberamente eventuali polloni che si potrebbero sviluppare da esse, stimolati da potature drastiche sia di radici come di rami. Le vecchie radici emettono facilmente radichette, se potate. Il tronco è forse la caratteristica migliore delle Querce, a patto che sia conico e di una certa età. Le ferite vecchie possono essere scavate, dando al tronco un tocco di vetustà tutt'altro che disprezzabile. Del tronco si può ammirare la corteccia che è stupenda nelle Sughere, ma altrettanto bella in tutte le altre specie. I rami e le foglie sono due aspetti piuttosto particolari nelle Querce trattate a bonsai. I rami ingrossano con difficoltà e, se vecchi, sono facilmente attaccati da parassiti che, minandone il midollo, ne provocano il disseccamento. Sono anche difficilmente modellabili con filo, soprattutto se vecchi e malati, abbisognando perciò, alternativamente, di continue potature modellanti o, se il caso, di tensori e morsetti. I giovani rami sono invece facilmente lavorabili, anche se richiedono interventi ripetuti perché sono alquanto flessibili. Le foglie sono generalmente piccole nelle varietà sempreverdi, di grosse dimensioni nelle varietà spoglianti e con colori stupendi all'arrivo dell'autunno. Radici possenti, tronco massiccio e foglie grandi si associano bene in esemplari di dimensioni medio-grandi.  

            

Q. robur

                 

Vediamo gli interventi  di tecnica bonsai.

Rimozione germogli

Tutte le Querce hanno una spiccata predominanza apicale che porta il nuovo germoglio ad avere gemme alle sole ascelle fogliari apicali. Il nostro lavoro sarà quello di contrastare questa tendenza con una pinzatura del germoglio effettuata molto presto, a fine maggio-primi di giugno con le dita, e riducendo le foglie da 6 a 2 . Così facendo è possibile che non si abbia una nuova germinazione nell'anno, ma sicuramente all'ascella delle foglie rimaste sarà presente una gemma dormiente che la primavera successiva darà un nuovo germoglio. Non è consigliabile la defogliazione perché difficilmente la pianta emetterà nuovi germogli nell'anno e, se ciò avvenisse, solamente con forti stress che si pagherebbero negli anni successivi con morte di rami secondari o addirittura primari. Una buona ramificazione terziaria abbisogna di un periodo di mantenimento piuttosto lungo.

Potatura rami

 E’ importante che il taglio venga effettuato appena dopo una gemma, prima della ripresa vegetativa. Se ciò non fosse si correrebbe il rischio di perdere il ramo per disseccamento. Coprire con mastice i grossi tagli.

Annaffiature

 Moltissima acqua durante tutta la stagione vegetativa, ma solo a terreno asciutto per un buon 80%. Durante il periodo invernale diradare le annaffiature, E' una pianta che deve essere innaffiata con cura dalla primavera all'autunno. E’ necessario un buon drenaggio mantenendo però umido il pane di terra per tutto l'anno.

 Applicazione del filo

Il filo metallico, rame o alluminio, può essere applicato durante tutto il periodo vegetativo, ma il momento migliore è quando la crescita fogliare rallenta e i nuovi germogli si sono definitivamente ingrossati, grossomodo fine maggio/metà giugno.

Trapianto

 Il più possibile frequente per esemplari giovani e al massimo ogni 3-4 anni per piante mature. Il motivo è l'abbondante formazione di radichette in poco tempo. Per piante raccolte in natura non rinvasare nei primi due anni. Il periodo migliore è alla ripresa vegetativa, al turgore delle gemme fra febbraio e marzo. Le radici vanno tagliate in una percentuale del  45-50 % senza danneggiare il fittone che non deve essere accorciato neppure nelle piante giovani (a differenza di altre piante in cui il fittone deve essere accorciato alla prima rinvasatura). Quasi tutte le querce possono vivere in vari tipi di terreno: alcune come la roverella vivono bene anche in terreni calcarei, altre invece, come la rovere ed il cerro, vivono bene anche in terreni leggermente acidi. Bisogna ricordare anche che le radici di tutte le specie appartenenti a questa famiglia vivono in simbiosi con diversi tipi di micorriza: durante il trapianto, conviene raccogliere un poco del terreno vecchio e mescolarlo al terriccio preparato, per trasferire anche in questo i ceppi di tali funghi utili. Il terriccio dovrà essere molto drenato e, vista la facilità con cui tutte le specie vengono attaccate da un'infinità di parassiti e muffe, esente da malattie crittogame e parassiti vari. Ottima l'akadama. Per piante raccolte in natura aggiungere un 20% di sabbia mista a torba al primo rinvaso per favorire la formazione di radichette. Assicurare uno strato drenante sul fondo del vaso.                                                                                          

Q. suber

Concimazione

 Usare abbondantemente concimi organici a lenta cessione almeno 4 volte all'anno: febbraio-marzo, maggio, fine agosto, metà ottobre. Alternativamente concimi liquidi, ma sempre organici, seguendo le istruzioni riportate sulle confezioni e molto frequentemente.

Malattie

 Vista la gran quantità di avversità che colpiscono le povere Querce sembra un miracolo il fatto che queste piante siano cosi longeve. Fra i parassiti chermococchi, tortrici, carie del legno, processionaria, filossera, cinipidi sono fra i più comuni, mentre mal bianco e marciume radicale sono le più diffuse malattie crittogame. La miglior difesa sembra a tutt'oggi la prevenzione invernale e durante il periodo vegetativo, secondo lo schema sotto riportato.

  Ripresa vegetativa (schiusura gemme)   olio bianco + insetticida + fungicida a base di zolfo  

Stagione vegetativa  ogni 3 settimane insetticida + fungicida e/o antioidico

  Caduta foglie  fungicida e/o antioidico + olio bianco

  Una nota particolare merita il mal bianco o oidio, che richiede trattamenti e prodotti particolari. Il mal bianco è una malattia crittogama molto diffusa su tutte le varietà di Quercus (ad eccezione di Quercus rubra) sia a foglie persistenti che non. Normalmente gli attacchi di questo fungo non sono letali per la pianta, ma possono creare vari problemi alle foglie e ai nuovi germogli, se l'attacco è molto esteso. La pagina superiore della foglia è la più colpita: si ricopre prima di macchie bianche e poi necrotizza. I trattamenti, specifici se effettuati quando l'infezione è ormai estesa, servono solo per fermare la propagazione. Interventi preventivi mirati si possono effettuare invece alla fine di periodi molto piovosi e con temperature alte (circa 20°C e 80% UR), da fine primavera a fine estate. E’ infatti in questo momento particolare che si diffonde l'infezione. Quindi un intervento antioidico, nelle 24-48 ore successive a periodi piovosi, impedisce la formazione di nuovo micelio. Importante l'uso di prodotti specifici antioidici.

Esposizione

Scegliere sempre una posizione soleggiata e ventilata per tutto l'anno, ma soprattutto in inverno. Riparare dal sole estivo solo in agosto e solo per balconi a sud-ovest. Riparare dal gelo Quercus ilex e Quercus suber. Inclinare il vaso su un lato con piogge persiste. La farnia vive bene con molta luce e quindi in pieno sole, la rovere vive bene in mezz'ombra in estate e al sole nelle altre stagioni, la roverella vive bene con molta luce e va posta a nord e quindi in mezz'ombra in estate ed in pieno sole in altre stagioni.

Q. robur

Propagazione

Per seme o margotta. La semina dà risultati piuttosto soddisfacenti solo se i semi vengono subito interrati dopo la raccolta in autunno, perché perdono facilmente la germinabilità. Interrare semi con la punta verso l'alto. Dopo gemmazione eliminare il fittone. La margotta si può eseguire in primavera.

 Note particalari

Scegliere vasi piuttosto profondi, con carattere deciso e smaltati. Accostare il colore del fogliame, soprattutto autunnale, con il colore del vaso. Spesse volte alcuni esemplari presentano dei brutti rigonfiamenti al colletto. Per eliminarli non rimane che la margotta appena sopra la parte esteticamente imperfetta. Per piante vecchie raccolte in natura assicurarsi che ci siano radichette bianche, altrimenti desistere. Non raccogliere piante ammalate e che presentino una crescita stentata.  

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