Giuseppe Gioacchino Belli
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LA BOCCA DELLA VERITÀ, 1832

           in italiano                                                                             in dialetto

In una chiesa presso una piazzetta

Un poco oltre Piazza Montanara

Lungo la strada che porta alla salina,

Nell’entrare c’è una cosa benedetta.

Per tutta Roma in lungo e in largo

Non potrai trovare cosa più rara.

È una faccia di pietra che ti dice

Chi ha detto una bugia e chi non l’ha detta.

Se io ora in questa faccia, che ha la bocca aperta,

Infilo una mano, e non la serra,

La mia verità considerala certa.

 

Ma se mette la mano uno bugiardo

Stai sicuro che né a tirare né a spingere

Quella mano viene più via.

In d’una chiesa sopra a ‘na piazzetta

Un po’ ppiù ssù de Piazza Montanara

Pe la strada che pporta a la Salara,

C’è in nell’entrà una cosa benedetta.

Pe ttutta Roma quant’è larga e stretta

Nun poterai trovà cosa ppiù rara.

È una faccia de pietra che tt’impara

Chi ha detta la bucìa, chi nu l’ha detta.

S’io mo a sta faccia, c’ha la bocca uperta,

Je ce metto una mano, e nu la striggne

La verità da me ttiella pe certa.

 

Ma ssi fficca la mano uno in bucìa,

Essi sicuro che a tirà né a spiggne

Quella mano che lì nun vié ppiù via.

bocca.jpg (58426 byte)Piazza Bocca della Verità prende il nome dalla famosa Bocca della Verità, il celebre mascherone collocato nel portico della chiesa di Santa Maria in Cosmedin. Secondo una conosciutissima leggenda romana, la bocca minacciosa, creata da Virgilio Magro, mangerebbe la mano di tutti coloro che, mettendo la mano nel suo interno, mentissero.

Il disco di pietra, la cui forma ritrae il volto di una divinità fluviale, fu, al tempo degli antichi romani, un chiusino che stava al centro del tempio a cielo aperto dedicato a Ercole Vincitore e serviva a convogliare le acque piovane nella cloaca. Ritrovato nel Medioevo e trasferito su un capitello nel portico di Santa Maria in Cosmedin, il chiusino è divenuto, più che un documento, un simbolo. Davanti alla Bocca della Verità è stata girata una celebre scena del film Vacanze romane.

Approfondimenti

Sulla leggendaria Bocca della Verità

http://www.roma-o-matic.com/monumenti.php3?cod_ric=7

http://www.activitaly.it/monument/bocverit.htm

Entra in questi divertenti siti e fai domande alla Bocca della Verità

http://www.siroma.it/curiosita/boccadellaverita/

http://www.sermolfetta.it/tantiamici/boccaverita.asp

 

Ora prova a leggere questo sonetto senza la versione in italiano:

la vita dell’omo, 1833

Nove mesi a la puzza: poi in fassciola[1]

tra sbasciucchi[2], lattime[3] e llagrimoni:

poi p’er laccio[4], in ner crino[5], e in vesticciola,

cor torcolo[6] e l’imbraghe pe ccarzoni.[7]

 

Poi comincia er tormento de la scola,

l’abbeccé, le frustate, li ggeloni,

la rosalia, la cacca a la ssediola[8],

e un po’ de scarlattina e vvormijjoni[9].

 

Poi viè ll’arte, er diggiuno[10], la fatica,

la piggione, le carcere, er governo,

lo spedale, li debbiti, la fica,

er zol d’istate, la neve d’inverno...

E pper urtimo, Iddio sce[11] bbenedica,

viè la Morte, e ffinisce co l’inferno.

[1]. il bambino in fasce

[2]. baci dati con insistenza

[3]. croste lattee

[4]. cinghia attaccata dietro le spalle dei bambini per sorreggerli nei loro primi mesi di cammino

[5]. cesto a forma di campana, aperto in alto e alla base, entro cui si mettevano i bambini, che così imparavano a camminare

[6]. protezione contro le cadute

[7]. mutande al posto di calzoni

[8]. sediolina, piccola sedia

[9]. vaiolo

[10]. ll’arte: il lavoro; er diggiuno: il digiuno ecclesiastico. Il digiuno ecclesiastico cominciava a 21 anni

[11]. ci

belli.jpg (19614 byte)cenni biografici

Nacque a Roma nel 1791. Nel 1813 fu tra i fondatori dell’Accademia Tiberina. I viaggi per l’Italia e le letture dei grandi scrittori di tutti i tempi, dei testi illuministici e romantici europei lo condussero alla elaborazione di un progetto di scrittura dialettale che fosse il monumento della vita e della società di Roma, del popolo di Roma. La vasta opera di Belli comprende ben 2279 sonetti romaneschi, di cui solo ventitré furono pubblicati in vita. Composti prevalentemente in due fasi (1830-37 e 1842-1847), sono documento completo dell’epoca e al tempo stesso metafora severa, comica e tragica, dell’esistenza. Belli morì nel 1863.

Approfondimenti

Biografia

http://www.la-poesia.it/

Altre poesie

http://www.la-poesia.it/

Sulle licenze poetiche

http://www.poetare.it/licenze.html

Le feste romane laiche di cui parla Belli

http://www.repubblicaletteraria.net/Tempodellafesta_RomaOttocento.htm

Sul dialetto romanesco

http://www.geocities.com/mp_pollett/dialetto.htm

http://www.geocities.com/mp_pollett/sezione6.htm

http://www.turbozaura.com/dialetto.shtml