La Germania nazista

1. Qual è la situazione economica della Germania nel primo dopoguerra?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La vita economica della Germania subì un gravissimo colpo a causa della sconfitta, soprattutto per le ingentissime riparazioni di guerra imposte dal trattato di Versailles, per la perdita di tutte le colonie e dell’Alsazia-Lorena e per il controllo sul bacino minerario della Saar. L’inflazione, e quindi il costo della vita, cresceva in modo spaventoso. Tra le potenze vincitrici ci fu una spaccatura fra chi pretendeva il pagamento integrale e puntuale delle riparazioni (Francia e Belgio), e chi era disponibile ad accomodamenti per permettere che l’economia tedesca si risollevasse (Inghilterra e USA). Quando nel 1923 le truppe franco-belghe invasero la Ruhr in seguito alla sospensione dei pagamenti, la Germania si trovò sull’orlo della catastrofe (per 1 dollaro occorrevano 4.200 miliardi di marchi!). A questo punto si rivelò interesse comune sostenere l’economia tedesca; per iniziativa degli USA fu elaborato il «piano Dawes», che prevedeva investimenti di capitali in Germania. L’economia di questo paese ebbe così un momento di ripresa, ma fu fortemente colpita dalle ripercussioni della crisi del ‘29, quando i capitali americani vennero richiamati in patria.

 

2. Qual è la situazione politica della Germania nel dopoguerra?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La sconfitta nella guerra porta con sé la fuga dell’imperatore e la proclamazione della repubblica. La repubblica di Weimar (così detta dal nome della città sede dei lavori dell’Assemblea costituente) ebbe fin dal suo inizio una vita difficile, a causa delle forti tensioni politiche e sociali, causate sia dalla sconfitta che dalla connessa crisi economica. Il governo è tenuto dai socialdemocratici con l’appoggio dei cattolici del Centro e dei liberal-democratici. Presidente della repubblica diventa il socialdemocratico Ebert, fino alla sua morte, nel 1925, quando elezioni presidenziali a suffragio diretto porteranno alla presidenza della repubblica il maresciallo Hindenburg, vecchio esponente della casta militare.
Il governo di Weimar nasce da un fragile compromesso fra socialdemocrazia e esercito; minacce vengono sia da sinistra sia da destra:
 - a sinistra il pericolo principale è costituito dai comunisti della Lega di Spartaco, che nel gennaio 1919 tentano un’insurrezione armata a Berlino; il governo lascia mano libera ai corpi franchi nazionalisti, che stroncano nel sangue la rivolta;
 - la destra nazionalista è forte nell’esercito, nella burocrazia e tra la grande borghesia; essa tenta parecchi complotti e colpi di stato, che però falliscono perché non ricevono sufficiente appoggio dall’esercito.
Durante la presidenza Hindenburg le destre accentuano le loro azioni, soprattutto in seguito alle ripercussioni della crisi del ‘29.
Le elezioni del 1930 segnano un radicalizzarsi della situazione, in quanto vedono un notevole progresso del partito comunista e una forte affermazione del partito nazionalsocialista di Hitler.

 

3. Quali sono le tappe che portarono Hitler al potere?

POSSIBILE RISPOSTA:   
1920 fondazione del NSDAP, movimento essenzialmente piccolo-borghese;
1923 fallito putsch di Monaco; incarcerazione di Hitler; Mein Kampf;
1930 grande affermazione elettorale: 107 seggi al NSDAP; avvicinamento al mondo dell’alta finanza e dell’industria;
1932 sconfitta di Hitler nelle elezioni presidenziali, contro Hindenburg, sostenuto anche dai sindacati e dal partito socialdemocratico; nuove elezioni per il Reichstag: i seggi nazisti diventano 203; Hitler pretende la carica di cancelliere; di fronte al rifiuto passa all’opposizione: occorrono nuove elezioni, che vedono una crescita dei comunisti e un regresso dei nazionalsocialisti; di fronte al pericolo comunista, gli industriali riprendono a finanziare il nazismo; cresce nuovamente il suo peso politico;
1933 (30/1) Hitler riceve da Hindenburg la nomina a cancelliere, in quanto capo del partito di maggioranza relativa;
1933 (27/2) incendio del Reichstag, attuato dai nazisti e imputato ai comunisti, pretesto per leggi eccezionali che limitano le libertà civili;
1933 (23/3) il Reichstag vota i pieni poteri a Hitler, che giunge al potere seguendo una prassi formalmente legalitaria e costituzionale.

 

4. Come si delineano l’ideologia e il programma nazionalsocialista?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Il primo obiettivo è quello della conquista dello «spazio vitale» per il popolo tedesco, che incarna la superiorità della razza ariana. A questa fanno riscontro le razze inferiori, soprattutto ebrei e slavi, che devono essere eliminate o sottomesse per garantire la purezza della razza superiore e il progresso della civiltà. Il perno attorno cui ruota tutta l’ideologia nazista è quindi il concetto di razza, che si oppone sia all’ottocentesco concetto di nazione, fondato su valori storici e culturali, sia ai principi liberali o democratici di governo rappresentativo, sostituendovi il Führerprinzip, ossia il principio della assoluta e indiscussa autorità del capo.

 

5. Quale fu la base sociale del nazionalsocialismo?

POSSIBILE RISPOSTA:   
All’origine il partito nazionalsocialista fu espressione dei ceti medi colpiti dalla crisi economica e decisi a contrastare sia l’ascesa delle classi inferiori sia lo strapotere economico-sociale dell’alta borghesia capitalistica. Orientamenti anticapitalistici di tipo socialistico erano presenti soprattutto fra gli esponenti delle formazioni armate del partito, le SA, ma si vennero attenuando già a partire dal ‘23, quando Hitler capì l’importanza di conciliarsi l’esercito e la classe dominante e accanto alle SA vennero fondate le SS. Il successo elettorale del 1930 infatti è dovuto all’appoggio dell’alta borghesia industriale e agraria, che intende servirsi del NSDAP per contrastare l’ascesa del partito comunista; seguirà quindi l’appoggio dell’esercito, che aderisce alla volontà di riscatto nazionalisti­co e di revisione del trattato di Versailles.

 

6. Come si caratterizza il regime nazista?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Il regime nazista fu instaurato nel giro di pochi mesi dopo il conferimento dei pieni poteri a Hitler:
- Hitler divenne capo (Führer), dello stato, del governo, dell’esercito e del partito: inizia il Terzo Reich;
- furono soppressi i governi regionali a favore del potere centrale;
- furono sciolte le organizzazioni politiche e sindacali, perseguitati in particolare comunisti ed ebrei;
- fu istituita la Gestapo, polizia segreta di stato;
- furono liquidate le SA, che sostenevano la necessità di una «seconda rivoluzione» anticapitalistica;
- le SS tra il ‘34 e il ‘36 riuscirono a controllare tutti gli organi dello stato; a loro fu affidata anche la custodia dei campi di concentramento;
- tutta la vita economica venne regolata dallo stato;
- fu lanciata una politica di autarchia e di riarmo, ben vista sia dagli industriali, che si assicuravano alti profitti, sia dai lavoratori, non più minacciati dalla disoccupazione e dalla crisi;
- lo stato estese il suo controllo anche alla cultura; furono create organizzazioni capillari per la formazione della gioventù;
- fu attuata una politica violentemente antisemita, che andava dalla esclusione degli ebrei dalla vita pubblica alla loro eliminazione nei campi di concentramento.

 

7. Come si sviluppò la politica estera della Germania nazista?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Due furono gli obiettivi fondamentali della politica estera: la revisione del trattato di Versailles e la conquista dello «spazio vitale» per la «Grande Germania».
Nell’ottobre 1933 la Germania esce dalla Società delle Nazioni; nel 1934 la Saar ritorna alla Germania, che nel ‘36 occupa la Renania smilitarizzata; in questo modo vennero annullate le clausole del trattato di Versailles.
Verso Oriente Hitler nel 1934 tentò l’invasione dell’Austria, ma fu contrastato da Mussolini, che invece non si oppose all’Anschluss nel 1938. Sempre nel 1938 Hitler pretese dalla Cecoslovacchia la cessione dei Sudeti (territorio abitato da popolazione tedesca); le potenze occidentali (Francia, Inghilterra, Italia) nella Conferenza di Monaco avallarono le pretese tedesche, in cambio di patti di non-aggressione anglo-tedesca e franco-tedesca. Ma nel marzo 1939 la Germania aggredì di sorpresa la Cecoslovacchia, che venne dichiarata Protettorato del Reich.
L’azione che diede il via alla seconda guerra mondiale fu l’attacco alla Polonia per l’annessione di Danzica e del «corridoio polacco» che separava la Prussia Orientale dal resto del Reich; l’attacco fu reso possibile anche dal Patto di non aggressione precedentemente firmato con l’URSS (agosto 1939).

 

8. Quali analogie e quali differenze si possono istituire fra fascismo e nazismo?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Analogie si riscontrano sia per l’ideologia, che è permeata di nazionalismo, che pone lo stato al di sopra del singolo, che è violentemente antidemocratica e anticomunista, sia per i mezzi violenti impiegati per giungere al potere; analoga è la costituzione totalitaria dello stato.
Le differenze riguardano soprattutto il razzismo e l’antisemitismo, che in Italia furono introdotti essenzialmente a imitazione della Germania, ma che non furono mai veramente sentiti dalla maggioranza della popolazione. Inoltre la presenza in Italia della Chiesa cattolica e la persistenza della monarchia dei Savoia costituirono forze almeno potenzialmente alternative rispetto al regime fascista, mentre in Germania non esistevano fonti di autorità alternative.

 

9. Oltre che in Italia e in Germania vi furono altre formazioni di tipo fascista fra le due guerre?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Fra le due guerre vi furono sia governi di tipo fascista in molti paesi, sia sviluppo di organizzazioni fasciste.
Nell’Europa occidentale, in Francia si costituirono gruppi di destra violentemente antisemiti e antidemocratici, che nel 1934 tentarono un assalto al Parlamento; nella penisola iberica vi furono governi di tipo fascista: in Spagna con la dittatura militare di Miguel Primo de Rivera e il movimento della Falange fondato dal figlio, José Antonio; in Portogallo con la dittatura di Antonio de Oliveira Salazar (1932- 1968).
Nell’Europa orientale si formarono governi autoritari e dittatoriali in Jugoslavia, Ungheria, Bulgaria, Grecia.
Fuori dall’Europa, anche il governo giapponese si ispirò a principi imperialistici e nazionalistici, che lo condussero all’alleanza con il Terzo Reich: 1936 Patto antikomintern, contro l’URSS, e quindi Patto d’acciaio, con Germania e Italia.

 

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