La rivoluzione russa

1. Come si presenta il quadro economico e sociale della Russia nel primo decennio del Novecento?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La Russia è ancora un paese essenzialmente agricolo; nonostante un tentativo di riforma agraria voluto dal ministro Stolypin e teso alla formazione di un ceto medio contadino, la grande maggioranza della popolazione delle campagne rimaneva legata al regime del mir: i latifondisti e i contadini agiati (kulaki) erano una ristrettissima minoranza rispetto ai milioni di contadini poveri e di braccianti. L’industrializzazione stava prendendo il via con ritmi abbastanza sostenuti, grazie all’impiego di capitali esteri e a una forte pressione fiscale sulle campagne; si trattava però di zone molto ristrette (Mosca, Pietrogrado, Polonia, Ucraina meridionale). Lo sviluppo industriale portò alla formazione anche in Russia di una classe operaia molto combattiva (date anche le misere condizioni di vita e di lavoro) e di un ceto borghese costituito da azionisti, finanzieri, commercianti, professionisti.

 

2. Quali sono i partiti di opposizione al regime zarista?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Partito dei Cadetti («K» = costituzione, «D» = democratico), espressione dei proprietari terrieri e della borghesia liberali, fautori di un regime costituzionale sul modello occidentale.
Partito Socialista Rivoluzionario
, erede dei populisti, attento soprattutto alla realtà contadina, espressione della piccola borghesia.
Partito Socialdemocratico
, fondato dal marxista Plechanov nel 1898; nel 1903 si divise in:
- una minoranza, «menscevichi», sostenitori di un programma riformista e della necessità che la Russia passasse preventivamente per una fase di democrazia borghese, prima che si potesse pensare a instaurare il socialismo;

- una maggioranza, «bolscevichi», seguaci di Lenin e convinti della necessità della formazione di un partito fortemente centralizzato di «rivoluzionari di professione», con il compito di portare all’instaurazione della «dittatura democratica rivoluzionaria del proletariato e dei contadini».
Le due correnti si scissero definitivamente nel 1912, quando i bolscevichi fondarono un partito autonomo, che prenderà in seguito il nome di «comunista».

 

3. Quali furono gli avvenimenti del 1905?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La rivoluzione del 1905 prese il via dalla «domenica di sangue», quando una pacifica manifestazione popolare, organizzata dal pope Gapon di fronte al Palazzo d’Inverno, fu dispersa dall’esercito che causò oltre mille morti. Scioperi e agitazioni si estesero a tutto il paese, unendo alle masse operaie e contadine anche forze della borghesia liberale. Si formò il Partito dei Cadetti, che riuscì a ottenere dallo zar la promessa della convocazione di una Assemblea nazionale rappresentativa (Duma). Nell’agosto si formò a Pietroburgo il primo Soviet dei deputati operai, presieduto da Leone Trotskij; i soviet si diffusero poi anche tra i contadini e i soldati.
Nel dicembre il Soviet di Mosca, guidato da Lenin, lanciò un appello allo sciopero e all’insurrezione armata, ma ebbe scarso seguito, anche perché i quadri dirigenti socialdemocratici, sia menscevichi sia bolscevichi, avevano scarso seguito delle masse, essendo quasi sempre stati in esilio all’estero. Maggior peso avevano i socialisti rivoluzionari, che però mancavano di un programma comune e organico al loro interno. Il moto fu quindi represso. La Duma venne convocata, ma priva di qualsiasi reale potere nei confronti dell’esecutivo, che rimaneva sempre responsabile unicamente di fronte allo zar. La «prima» e la «seconda» Duma rimasero in vita solo pochi mesi; la «terza» ebbe una vita più lunga (1907-1912) ma unicamente perché al suo interno non erano presenti forze di opposizione.

 

4. Qual era la situazione della Russia durante la prima guerra mondiale?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Il governo dello zar, anche per sviare le opposizioni interne, si impegnò in una politica estera di prestigio, soprattutto nei confronti dei Balcani, che portò al coinvolgimento della Russia nella prima guerra mondiale. Favorevole all’intervento era soprattutto il Partito dei Cadetti, legato agli ambienti finanziari franco-inglesi e interessato al controllo sugli Stretti, per il libero accesso al Mediterraneo. La guerra accelerò e fece esplodere le tensioni interne; alla fine del 1916 il numero dei morti, feriti e prigionieri superava i nove milioni, la situazione alimentare era disastrosa, i prezzi salivano vertiginosamente, il caos dilagava in tutti i settori della vita pubblica; la corte, dominata dalla zanna e dall’ambigua figura del monaco Rasputin, era centro di intrighi. In questa situazione l’aristocrazia e la borghesia «cadetta» riproposero un programma di monarchia costituzionale. Nel 1917 esplose l’iniziativa popolare rivoluzionaria. che si articolò nei due momenti della «rivoluzione di febbraio» e della «rivoluzione d’ottobre».

 

5. Come si svolse la rivoluzione del febbraio 1917?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La prima fase della rivoluzione ebbe carattere democratico - borghese; prese il via da un moto di protesta degli operai delle officine Putilov di Pietrogrado (23 febbraio - 8 marzo) con cui solidarizzarono i soldati della guarnigione. Nicola II abdicò; si formò un governo provvisorio di unione nazionale, fra cadetti, indipendenti borghesi, socialisti rivoluzionari (Kerenskij) presieduto dal principe L’vov. Il 27 febbraio si formò il Soviet dei deputati operai e dei soldati, dominato da socialisti rivoluzionari e menscevichi; in ogni parte della Russia si formarono dei soviet, i cui rappresentanti si riuniranno nel Primo congresso panrusso dei soviet, nel giugno.
Si giunse a una situazione di dualismo di potere; i punti di contrasto tra governo provvisorio e soviet riguardavano essenzialmente la guerra e la questione agraria; il governo provvisorio era favorevole alla continuazione della guerra e a un rinvio della riforma agraria, il soviet era favorevole a una pace immediata e a una immediata distribuzione delle terre.
Inizia lo sfaldamento dell’esercito; i contadini e gli operai occupano terre e fabbriche.

 

6. Che cosa sono le «Tesi di aprile»?

POSSIBILE RISPOSTA:   
 Le «Tesi di aprile» rappresentano il programma formulato da Lenin al suo rientro in Russia dalla Svizzera nell’aprile ‘17, che si articola attorno a tre parole d’ordine fondamentali:
- tutto il potere ai soviet;
- la terra ai contadini;
- la pace ai popoli.
Lenin riteneva che la fase democratico - borghese della rivoluzione si fosse ormai conclusa e che i tempi fossero maturi per passare alla rivoluzione proletaria e socialista.
Questo programma incontrò molte resistenze, sia nei soviet, dominati in maggior parte dai menscevichi e dai socialisti-rivoluzionari, sia tra gli stessi bolscevichi. I bolscevichi si trovarono in una situazione di forte isolamento politico, tanto che nel luglio il loro partito fu dichiarato fuorilegge dal governo provvisorio, ora presieduto da Kerenskij, e Lenin fu costretto a rifugiarsi in Finlandia.

 

7. Come si sviluppò la rivoluzione d’ottobre?

POSSIBILE RISPOSTA:   
L’ottobre rappresenta l’inizio della fase bolscevica della rivoluzione. Il tentativo di colpo di stato del generale Kornilov dimostrò la debolezza del governo provvisorio e segnò una ripresa dei bolscevichi, che erano stati determinanti nell’organizzare la resistenza armata. Il loro prestigio crebbe notevolmente, sia all’interno dei soviet, sia tra gli operai, i soldati, i contadini.
La sera del 24 ottobre (6 novembre) il comitato centrale bolscevico diede l’ordine dell’insurrezione; fu una vittoria pressoché incruenta. Si costituì un nuovo governo: il soviet dei Commissari del popolo, che approvò alcuni decreti («decreti di novembre»):
- appello per una pace immediata «senza annessioni e senza indennità;
- abolizione della grande proprietà fondiaria «senza alcun indennizzo», nazionalizzazione delle banche, controllo operaio nelle fabbriche;
- uguaglianza e diritto all’autodeterminazione per tutte le nazionalità facenti parte della Russia.
Il 12 novembre si tennero le elezioni per l’Assemblea costituente, che attribuirono la maggioranza dei seggi ai socialisti rivoluzionari e ai menscevichi; i bolscevichi ebbero solo un quinto dei seggi. Lenin ribadì la convinzione che la democrazia rappresentativa di tipo borghese avesse ormai esaurita la sua fase; l’Assemblea fu quindi disciolta con la forza, i soviet epurati degli avversari, tutti i partiti, a eccezione di quello bolscevico, dichiarati fuori legge.
Nel luglio 1918 fu emanata la costituzione della Repubblica Socialista Federativa Sovietica (nel 1922 prenderà il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche); ogni soviet locale invia i propri rappresentanti al Congresso dei Soviet dell’Unione, supremo organo deliberante dello stato; ma nel ‘22 il potere effettivo venne accentrato nel Politburo (Ufficio Politico) composto di quattro membri; Lenin, Trotskij, Sverdlov Stalin.

 

8. Che cos'è il «comunismo di guerra»?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Il 1918 fu un anno drammatico, sia per la guerra civile; armate «bianche» contro Armata Rossa, sia per la carestia, sia per lo sfacelo di qualsiasi forma di organizzazione produttiva. La crisi alimentare era accentuata anche dalla perdita dell’Ucraina in seguito alla pace di Brest-Litovsk.
Tra il 1918 e il 1920 si impose così il «comunismo di guerra», basato sulle requisizioni forzate dì viveri e sul divieto di libera vendita dei prodotti. La reazione nelle campagne fu durissima; oltre a sollevazioni e rivolte, si verificò un notevole calo nella produzione (i contadini per sfuggire alle requisizioni si limitavano a produrre per la propria sussistenza). Le industrie furono nazionalizzate e il loro controllo passò direttamente allo stato, che divenne produttore e distributore unico. Si accentuò fortemente la centralizzazione e la burocratizzazione dello stato; gli organi di base, quali i soviet, vennero sempre più esautorati. Questa politica suscitò la reazione dei marinai di Kronstadt che nel marzo 1921 si ammutinarono con la parola d’ordine: «Soviet senza bolscevichi». Il comunismo di guerra, se permise al regime sovietico di aver ragione dei nemici interni ed esteri, non riuscì però a ridare slancio all’economia.

 

9. In che cosa consiste la Nuova Politica Economica (NEP)?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La Nuova Politica Economica, varata nel marzo 1921, prendendo atto della disastrosa situazione esistente, restaura in parte la libera circolazione delle merci, soprattutto agricole, favorendo un processo di accumulazione privata dei profitti nelle campagne, soprattutto a vantaggio dei kulaki. Tuttavia lo stato continuò a rimanere il più importante soggetto economico. Si trattò in sostanza di un momentaneo e transitorio rilancio dei meccanismi del capitalismo, sotto il controllo dello stato.

 

10. Quali erano le divergenze tra Trotskij e Stalin?

POSSIBILE RISPOSTA:   
Dopo la morte di Lenin (21 gennaio 1924) Stalin raccolse l’eredità della direzione del partito, in opposizione a Trotskij. La lotta fra i due leader riguardava non solo una questione di potere personale, ma coinvolgeva il modo stesso di intendere lo sviluppo dell’URSS e della rivoluzione socialista. 
- Trotskij affermava la necessità della «rivoluzione permanente», cioè la necessità che l’URSS venisse sostenuta dalla rivoluzione mondiale;
- Stalin riteneva utopistico contare sulla rivoluzione mondiale e quindi affermava la necessità della costruzione del «socialismo in un paese solo»; tutte le forze andavano concentrate all’interno dell’URSS.
Trotskij fu espulso dal partito, quindi esiliato e in seguito assassinato da un sicario in Messico, nel 1940.

 

11. Quali sono i caratteri fondamentali dell’età staliniana?

POSSIBILE RISPOSTA:   
L’età staliniana copre il periodo 1924-1953. Dopo la sconfitta di Trotskij crebbe notevolmente il potere personale di Stalin, che puntò sulla rapida industrializzazione del paese, come premessa indispensabile per la costruzione del socialismo. Nelle campagne fu imposta con la forza la collettivizzazione; i kulaki furono liquidati come classe sociale, mediante arresti, deportazioni, fucilazioni. Con successivi piani quinquennali (il primo è del 1928) l’URSS divenne una grande potenza industriale, seconda solo agli USA. Questa «rivoluzione dall’alto» si attuò soprattutto nei settori dell’industria pesante, sacrificando l’industria leggera e quella produttrice di beni di consumo.
Il potere politico fu sempre più accentrato, fino a giungere a una dittatura personale dello stesso Stalin («culto della personalità»). Le opposizioni furono liquidate con le cosiddette «purghe»; nel 1936-38 si ebbe la «grande purga», con deportazione di milioni di persone e una vasta epurazione all’interno dell’esercito e del partito. Il carattere autoritario e repressivo del regime staliniano fu denunciato da Kruscev nel febbraio del 1956, con un rapporto che diede il via a una complessa opera di «destalinizzazione».

In politica estera, durante l’età staliniana, l’URSS ottenne il riconoscimento da parte di quasi tutte le potenze occidentali; nel 1934 fu accolta nella Società delle Nazioni.

 

12. Quali furono le ripercussioni mondiali della rivoluzione di ottobre?

POSSIBILE RISPOSTA:   
La costituzione della Terza Internazionale portò in quasi tutti i paesi alla formazione di partiti comunisti sul modello sovietico.
Germania:
si formò la «Lega di Spartaco», a opera di Karl Liebknecht e Rose Luxemburg, che nel gennaio 1919 tentò senza successo una insurrezione armata.
Ungheria
: nel marzo 1919 Béla Kun costituì un governo comunista, che però ebbe vita breve, venendo sconfitto dalle forze dell’ammiraglio Horty e dall’intervento militare della Romania, sostenuta dall’Intesa.
Estremo Oriente: già nel 1921 in Cina era stato fondato un partito comunista e lo stesso Sun-Yat-Sen., fondatore del Kuomintang e della nuova repubblica cinese, era molto vicino alle posizioni di Lenin. Stalin favori lo sviluppo del nazionalismo asiatico.

 

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