POSSIBILE RISPOSTA:
La
rivoluzione del 1905 prese il via dalla «domenica di sangue»,
quando una pacifica manifestazione popolare, organizzata dal pope
Gapon di fronte al Palazzo d’Inverno, fu dispersa dall’esercito
che causò oltre mille morti. Scioperi e agitazioni si estesero a
tutto il paese, unendo alle masse operaie e contadine anche forze
della borghesia liberale. Si formò il Partito dei Cadetti, che
riuscì a ottenere dallo zar la promessa della convocazione di una
Assemblea nazionale rappresentativa (Duma). Nell’agosto si formò
a Pietroburgo il primo Soviet dei deputati operai, presieduto da
Leone Trotskij; i soviet si diffusero poi anche tra i contadini e i
soldati.
Nel dicembre il Soviet di Mosca, guidato da Lenin, lanciò un
appello allo sciopero e all’insurrezione armata, ma ebbe scarso
seguito, anche perché i quadri dirigenti socialdemocratici, sia
menscevichi sia bolscevichi, avevano scarso seguito delle masse,
essendo quasi sempre stati in esilio all’estero. Maggior peso
avevano i socialisti rivoluzionari, che però mancavano di un
programma comune e organico al loro interno. Il moto fu quindi
represso. La Duma venne convocata, ma priva di qualsiasi reale
potere nei confronti dell’esecutivo, che rimaneva sempre
responsabile unicamente di fronte allo zar. La «prima» e la «seconda»
Duma rimasero in vita solo pochi mesi; la «terza» ebbe una vita più
lunga (1907-1912) ma unicamente perché al suo interno non erano
presenti forze di opposizione. |