I DINTORNI DI PALERMO

 

I dintorni di Palermo offrono numerose possibilità di escursione. Abbiamo raggruppato i piu interessanti in cinque itinerari. I primi due, Monreale e Mondello, sono un complemento indispensabile della visita di Palermo. Bagheria e Solunto possono essere viste al ritorno, per coloro che effettuano il giro completo dell'isola. Piana degli Albanesi e Ustica interessano soprattutto coloro che non possono recarsi nell'interno della 6icilia, né visitare le Eolie.

LA CUBA, IL CONVENTO DEI CAPPUCCINI E MONREALE 

Questa passeggiata vi permetterà di scoprire, fra l'altro, nuovi aspetti dell'architettura normanna. A causa del numero di monumenti compresi in questo itinerario, bisogna calcolare quasi una intera giornata, ma se vi recherete direttamente a Monreale saranno sufficienti tre ore. Partite da Corso Vittorio Emanuele e girate a destra, in Via Bonello, tra la Cattedrale e il Palazzo Arcivescovile, mantenersi sempre a sinistra per arrivare in Corso Calatafimi, dietro Porta Nuova. Questo giro è obbligatorio, a causa del senso unico sotto la porta.

ALLA RICERCA DEI LUOGHI DI DELIZIA 

Al tempo dei Normanni tutta questa parte della città non era che un vasto parco con ville per villeggiature, vegetazione lussureggiante e laghi artificiali. Ma, oggi di questo splendido passato non resta che qualche traccia circondata da una urbanizzazione caotica. AI n. 100, dietro l'ingresso della Caserma Tuhory, si scopre un edificio rettangolare chiamato la Cuba. Per visitarla rivolgersi al Posto di Guardia (è vietato fotografare). La Cuba è stata costruita nel 1180 sotto il regno di Gugliemo lì da artisti arabi. Doveva il suo nome alla sua alta cupola ora crollata. L'architettura massiccia e severa con torrette al centro di ciascuno dei lati, è abbellita da archi ciechi. Nel muro in alto v'è ancora unà cornice con una iscrizione araba con il nome del re e la data di costruzione. Si può ancora scorgere dalle finestre qualche traccia dell'antica decorazione interna. Un restauro previsto da anni non è mai stato realizzato; è difficile immaginare ciò che era la Cuba vedendo queste quattro mura prigioniere di un triste cortile di caserma. Siamo lontani da "quei luoghi di delizia" immaginati dagli Arabi per il riposo dei guerrieri normanni. Se ci si riferisce alle cronache del tempo, tutto il nord della città non era che un oasi di sogno dove si viveva alla maniera orientale. Di ciò non ci restano, d'altronde altre testimonianze che la CubuIa, la Cuba soprana (tutte e due di difficile accesso) e la Zisa (in restauro). Si comprende come i normanni, sedotti dalle abitudini dèi loro predecessori, non abbiano potuto resistere alle seduzioni di una vita fatta di raffinatezze.

LE CATACOMBE: UN PELLEGRINAGGIO MACABRO 

Continuate per Corso Calatafimi fino al primo incrocio con semaforo e prendete sulla destra per Via Pindemonte, che percorrerete tutta, fino ad arrivare al Convento dei Cappuccini del XVII secolo, famoso per le sue Catacombe (aperto dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 15.30 alle 17.00; chiuso la Domenica e i giorni festivi). Per tre secoli, dal XVII al XIX, quando avveniva un decesso in una famiglia nobile o fra i membri del clero, si affidava il corpo ad un imbalsamatore che lo privava delle viscere e lo faceva stagionare per parecchi mesi. Ad operazione terminata, si vestiva il cadavere con i migliori vestiti e lo si portava ai Cappuccini. È per ciò che si possono vedere nei lunghi corridoi sotterranei circa 8.000 palermitani deceduti da più di due secoli e che l'aria molto asciutta ha, più o meno bene, conservato. Alcuni portano ancora appesa sul petto, un'etichetta indicante il nome, l'indirizzo e la data del decesso. Questo permetteva alle famiglie di identificare i loro antenati perché, con l'andar del tempo, i vestiti sono stati spesso divorati dalle tarme. I corpi erano divisi per categorie sociali o professionali. Per esempio, tutti i membri del clero sono raggruppati nella stessa galleria e i loro scheletri pendono lungo i muri, assumendo un aspetto "carnevalesco" con le berrette in testa. Questa visità è sconsigliata alle persone impressionabili. Dal Convento si può andare a vedere il Castello della Zisa, ma questo splendido edificio, in restauro da più di nove anni, è nascosto da un'impalcatura. Per recarvisi, prendete a destra del convento per Via Cipressi che sbocca a Piazza Ingastone. La seconda strada a sinistra, Via Zisa, conduce a Piazza 5. Stefano dove si erge la Zisa (da Aziz, in arabo: splendida) edificata nell 154, sotto il regno di Gugliemo I, su modello arabo. Èuna costruzione rettangolare ornata di arcate e di feritoie nel XVI secolo, con due torricelle sui lati piccoli. L'interno che evo-cava i fasti decorativi dei Palazzi Orientali, permetteva di vedere una sala a volta con stalattiti, preceduta da un atrio. Lungo le pareti corre un fregio in mosaico che rappresenta dei cacciatori e dei pavoni. La Zisa è, però, chiusa da nove anni, e sembra che i lavori di restauro siano stati interrotti.

MONREALE O LA BIBBIA PER IMMAGINI 

Si ritorna in Corso Calatafimi che si percorre sulla destra, in direzione di Monreale (8 Km.), principale centro turistico dei dintorni di Palermo, conosciuto soprattutto per il suo splendido Chiostro e la sua Cattedrale. È una escursione da non perdere, d'altronde: Chi va a Palermo senza vedere Monreale, è partito asino e ritorna animale. (Proverbio Siciliano). Monreale, a 310 m. sul livello del mare, su una terrazza che domina la Valle dell'Oreto e la Conca d'Oro, è una città di 23.000 abitanti dotata di un albergo di seconda categoria: Carrubella Park Hotel (30 camere - tf. 413187) e di molti ristoranti. La Botte, a 3 Km. sulla strada per Partinico (chiuso il luned i'); Villa Fontana, a 5 km., chiuso il martedi e Conca d'Oro, a 4 km., chiuso il lunedi. A maggio, nel Duomo ha luogo un FestivaI di musica sacra. La strada a tornanti offre dei bei panorami sulla Conca d'Oro e due fontane del Marabitti. Essa arriva direttamente in Piazza Vittorio Emanuele, a fianco del Duomo. Questa magnifica costruzione dell 173, segna l'apice dell'arte arabo-normanna. Essa è racchiusa da due torri massicce tra le quali si apre un elegante portico del Marabitti con degli archi a tutto sesto e delle colonne doriche aggiunte nel XVIII secolo. Si possono vedere ancora, sopra questo portico, tracce della facciata primitiva decorata con archi a sesto acuto che ritroveremo peraltro sulle absidi. Il magnifico portale ogivale a cinque registri è chiuso da una porta di bronzo di cui i 42 pannelli rappresentano le scene principali del Vecchio e del Nuovo Testamento scolpite da Bonanno da Pisa nell 186.11 lato sinistro della chiesa è preceduto da un lungo portico dei Gagini realizzato tra il 1547 e il 1569, sotto il quale si vede un'altra porta di bronzo di Barisano da Trani (1179). Per avere una idea completa dell'architettura esterna, bisogna necessariamente vedere nella parte posteriore della chiesa le absidi la cui decorazione è costituita da archi intrecciati poggianti su sottili colonne di marmo. Le pietre - calcari e lave policrome - formano una meravigliosa decorazione di stile arabo. L'interno (102 m. x 40) è a tre navate sostenute da 18 colonne di granito provenienti da monumenti romani (solo la prima a destra è in marmo). Sono sormontate da bei capitelli classici e corinzi con dei pulvini di ispirazione bizantina sui quali poggiano degli archi a sesto acuto. Nella navata, i soffitti a strutture scoperte sono pitturati, mentre quelli del santuario sono a stalattiti in stile arabo. Essi sostituiscono gli originali distrutti da un incendio nell 811. La costmzione del duomo di Monreaìe non è che di 35 anni posteriore a quella della Cappella Palatina, masi sente già che "i Normanni hannoeliminato molte delle loro tentazioni islamiche e bizantine" (M. Andrieux) per arrivare ad un equilibrio perfetto fra la semplicità di una architettura ispirantesi alle basiliche romane e la sontuosità di una decorazione orientale.

UNA GIGANTESCA STRISCIA DISEGNATA 

I mosaici che coprono la parte superiore delle pareti non occupano meno di 6340 m2, la più vasta superficie coperta dopo quella di Santa Sofia di Istanbul. Essi sono stati eseguiti tra il XII e il XIII secolo da artisti anonimi. A differenza di quelli della Palatina, si pensa che essi siano l'opera di artisti siciliani o veneti. Un certo realismo e una più grande libertà d'espressione traspaiono già, soprattutto nell'interpretazione di alcune scene. I personaggi sono più vivi sebbene l'ispirazione sia sempre bizantina. Bisognerebbe esaminarli tutti nei dettagli poiché ogni scena forma un vero quadro. Lo sguardo deve abituarsi alla luce ambientale che regna nell'interno del santuario. Ma è anche possibile scoprire questi mosaici in tutto il loro scintillio d'oro accendendo i proiettori grazie ad un dispositivo messo a disposizione dei visitatori, spendendo 500lire. È situato sul lato sinistro della porta laterale). I più interessanti sono quelli del corpo centrale che si estendono su ogni lato, su due bande sovrapposte e che rappresentano episodi dell'Antico Testamento. lì ciclo inizia sul lato destro con La Creazione del Mondo. Sopra, si estende un largo fregio fatto di anelli contenenti figure di angeli. Su ogninavata laterale, dieci scene raccontano alcuni miracoli di Cristo. Nel transetto sono presentate scene della vita di Cristo. L'abside di destra è consacrata a San Paolo e quella di sinistra a San Pietro. Ma è il Cristo Pantocratore che occupa tutta la Conca dell'abside centrale e "rappresenta il punto di convergenza del poema teologico". Sopra si vede la Vergine in trono circondata da angeli e apostoli. Nell'abside centrale, a destra, sopra il trono episcopale, si vede Guglielmo Il che offre la sua chiesa alla Vergine e, a sinistra, sopra il trono reale, lo stesso personaggio che riceve la corona dalle mani di Cristo. L'abside di destra contiene il sarcofago in porfido di Guglielmo I (1160) e quello di Guglielmo II, detto il Buono, il cui baldacchino di marmo è crollato durante l'incendio dell 811. Una cancelata introduce nella Cappella di 5. Benedetto decorata da dieci bassorilievi in marmo dello scultore G. Marino e, sull'altare, da un'opera del Marabitti dell 776, che rappresenta la Gloria di 5. Benedetto. Nell'abside di sinistra sono allineate nella parete tre tombe di marmo restaurate nel XIX secolo. Esse contengono le spoglie di Margherita di Navarra, moglie di Guglielmo I e quelle dei loro figli Ruggero ed Enrico. Si vede anche l'altare di 5. Luigi contenente il cuore del re morto di peste a Tunisi nell 270. Asinistra, una bella grata di rame giallo chiude la Cappella del Crocifisso, di forma poligonale. Eretta tra il 1687 e il 1692 da un cappuccino di Monreale essa è tappezzata di marmi, bassorilievi e statue e costituisce con la sua sontuosa decorazione uno dei più begli esempi dell'arte barocca. Si può completare la visita del Duomo andando a vedere il tesoro e salendo sulla terrazza (biglietti in vendita sul lato sinistro del Duomo dalle 9.00 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 17.30). lì tesoro comprende una collezione di oggetti, di abiti liturgici e un bellissimo armadio in noce scolpito da artisti di Trapani. Dalla terrazza (180 scalini) si gode un panorama interessante della Conca d'Oro e di Palermo.

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