DA MESSINA A PALERMO: DA MILAZZO

 

Ritornate sulla strada statale n. 113. Al km. 45 (dopo Messina): Barcellona, centro agricolo in mezzo ad una campagna fertile.

Barcellona (35.000 abitanti) è specializzata nell'industria delle parrucche. È anche il punto di partenza per l'escursione a Castroreale (9 km.). Questa cittadina, situata a 394 m. di altezza ai piedi dei Monti Peloritani, possiede alcune chiese molto belle. La Chiesa Madre, restaurata, fiancheggiata da un campanile merlato del XV secolo, accoglie numerose statue di cui una di 5. Caterina di A. Gagini. Nella Chiesa di Santa Marina, trittico di scuola fiamminga del 1570. Nella Chiesa di Santa Agata, Annunciazione di Gagini e Crocifisso Miracoloso portato in processione il 25 Agosto. Nella Chiesa di 5. Maria di Gesù, vicino al cimitero, sarcofago di Geronimo Rosso di A. Gagini. AI km. 51: Castroreale Terme, stazione termale e balneare, al centro del Golfo di Patti. Le acque solfosodiche e alcalino-ferrugginose sono utilizzate contro i reumatismi, le malattie di fegato e delle vie respiratorie (stagione da Maggio a Ottobre). Km. 54: S. Biagio. A sinistra, la strada statale n. 185 molto accidentata, permette di raggiungere Taormina passando per Francavilla di Sicilla. Uscendo da 5. Biagio sul lato sinistro della strada, rovine di una Villa romana. Per visitarla rivolgetevi alla salumeria. Questa villa di tipo ellenistico del I secolo d.c. comprende molte sale intorno ad un peristilio. Il tabìinum o salone di ricevimento, ha conservato un bel pavimento di marmo, il frigidarium e un grande mosaico che rappresenta una scena di pesca del pescespada. Km. 68: bivio di Tindari, vicino al capo dallo stesso nome e all'area dove sorgeva l'antica Tindari, fondata nel 396 a.c. da Dionigi I di Siracusa. La città, rimasta fedele ai Romani durante le guerre puniche, divenne molto prospera sotto l'impero. Plinio racconta che nel I secolo d.c., una parte dell'acropoli crollò precipitando in mare. La città fu poi distrutta dai Saraceni. La strada che conduce alle rovine (1,200 km.) costeggia le antiche mura greche che risalgono al III secolo a.c. Essa sbocca in un vasto spiazzo (parcheggio) a 280 m. d'altezza. Sulla destra si erge il santuario, molto frequentato come luogo di pellegrinaggio. Questo vasto edificio in calcestruzzo, che sta per essere portato a termine, comprende la chiesa originaria del XVI secolo che ha conservato di quest'epoca il portale, e la Vergine Nera molto venerata e che si dice provenga dall'Oriente. Dal Belvedere si ha uno splendido panorama sulle Eolie con, in basso, una curiosa spiaggia e laghetti in una laguna di sabbia. Entrando si passa davanti al piccolo museo che conviene visitare al ritorno. A sinistra, si raggiunge il teatro greco, che risale al III o al Il secolo a.c., e che è stato rimaneggiato in epoca romana. La cavea, di fronte al mare, è divisa in il settori con 28 file di gradini. Restano ancora alcuni elementi della scena greca con tre porte. Ritornate sui vostri passi attraverso il Decumanus, cioè l'arteria principale, che collegava il teatro con il foro e arriverete così' al Gymnasium. Questa specie di basilica, costruita in epoca imperiale, comprendeva tre piani. Rimane solo la parte inferiore. Si presenta come una grande sala con soffitto a volta, con nove archi, che si chiudeva alle due estremità durante le riunioni. Nell 956 sono stati riedificati il muro e l'arco della facciata. Di fronte si estendeva il foro. È possibile vedere, scendendo verso il mare, le insulae o agglomerati di case gentilizie di epoca romana e le tabernae (negozi) alcune delle quali sono molto ben conservate. Davanti alla basilica, al margine del Decumanus, si trova uno stabillmento termale con un portico ai due lati dell'ingresso. I mosaici rappresentano: Toro e Dioscuri, simboli della città di Tyndaris, e Trinacria, simbolo dell'isola. Queste terme si componevano di parecchie stanze alcune delle quali hanno conservato resti di mosaici. Una è anche firmata "Agatone, schiavo di Dionigi". Il museo contiene materiale archeologico trovato nel corso degli scavi cosi come una ricostruzione della scena del teatro. Oltre il bivio di Tindari, la strada scende tra il mare e la montagna e passa da Patti (76km.) cittadina situata sudi una collina. La statale n. 113 attraversa l'autostrada e costeggia la bella spiaggia di Marina di Patti; Essa continua in seguito attraverso i luoghi selvaggi e gira intorno a Capo Cavalà  prima di arrivare al km. 85: Gioiosa Marea, città moderna dotata di una bella spiaggia. Da Gioiosa si vedono bene le Eolie, che distano solo 20 km. Continuando, la strada passa da Brolo, grosso centro abitato dominato da una torre merlata.

Al km. 104: a sinistra deviazione della statale n. 116 per Randazzo 66 km., e a destra, strada per Capo d'Orlando a 15 km.   La sua spiaggia si estende ai piedi del Capo su cui si ergono le rovine di un castello del XIV secolo, ed un santuario eretto nell 598. La statale n. 113 procede lungo la costa e giunge al Km. 121: S. Agata di Milltello, dove una strada a sinistra, permette di raggiungere Alcara Li Fusi (16 km.) punto di partenza per le escursioni sui Nebrodi. Un'altra strada conduce a Frazzano, celebre per la chiesa normanna di S. Fillppo Fragalà, situata fuori dal paese a circa 13 km. dalla statale n. 113, tra Rocca e Torrenova. Questa chiesa di aspetto massiccio è fiancheggiata da una torretta sulla quale poggia una cupola bizantina. Km. 151: Santo Stefano di Camastra, paese situato su una collina e celebre per la sua scuola di ceramiche. Numerosi laboratori e negozi di vasellame (terracotta). La Chiesa Madre, che contiene statue del XVII secolo, possiede un bel portale rinascimentale. Da Santo Stefano di Camastra, una strada statale (n. 117) pittoresca attraversa i Monti Nebrodi e conduce in 48 km. a NIc~ sIa. Questa deviazione rappresenta una escursione molto interessante, essendo Nicosia, una delle città più singolari dell'interno della Sicilia.   Di origine antichissima, questa città, particolarmente prospera nel Medioevo si trovava, prima della costruzione della litoranea, a metà strada tra Messina e Palermo. Nel centro della città si erge la Cattedrale di San Nicola, costruita nel XIV secolo, che ha conservato un magnifico portale ogivale con gli stemmi dei principi di Aragona. Accanto alla facciata, bel campanile del XIII secolo decorato con archi ciechi e finestre gotiche. Nell'interno barocco, pulpito in marmo di Gagini del 1566, e in una cappella a destra del coro, Crocifisso ligneo dipinto da Fra Umile di Petralia. A destra dell'ingresso monumento funerario diA. Testa, di I. Marabitti (1753). Dietro l'abside della cattedrale si apre Piazza 5. Leone, da dove, per Via F. Salamone, si sale alla Chiesa di 5. Vincenzo decorata con affreschi di G. Borremans (1777). Girando a sinistra, si raggiunge la chiesa di 5. Maria Maggiore fondata nel XIII secolo, ma ricostruita nel XVIII secolo. Essa racchiude, in fondo al coro, un grande polittico in marmo di A. Gagini (1512) e dilato un trono detto di Carlo V, sul quale l'imperatore si sarebbe seduto per seguire la funzione all'epoca della sua visita, nel 1535. Dopo 5. Stefano di Camastra, la strada prosegue tra luoghi verdeggianti o selvaggi. Al km. 161 una deviazione a sinistra conduce a Tusa (9,5 km.) lasciando a destra le rovine dell'antica Halaesa, fondata nel 403 a.c., e che fu molto fiorente in epoca romana. Esistono ancora le basi di un tempio ellenistico e resti di mura. La litoranea passa da Castel di Tusa, km. 163, piccola stazione balneare, al bivio di Castelbuono, km. 177, dove si apre a sinistra una strada molto accidentata che, attraversando le Madonie, permette di raggiungere Nicosia (74 km.) passando da Castelbuono, km. 14. Questa cittadina di 10.000 abitanti ai piedi del Pizzo della Carbonara (1.977 m.) èil centro più importante delle Madonie. Sulla piazza, la Chiesa dell'Assunta del 1350, preceduta da un portico a colonne e fiancheggiata da un campanile, contiene un certo numero di opere notevoli: cibori in marmo della fine del XV secolo, statua della Vergine attribuita a Gagini, e polittico del XVI secolo. La Chiesa Nuova possiede anche un trittico del XVI secolo ed una croce dipinta della stessa epoca. Nella Chiesa di 5. Francesco vi sono sculture del XVI secolo ed un'altra Vergine di A. Gagini. Via 5. Anna conduce al Castello (cappella decorata con stucchi del Serpotta e reliquie della santa). Da Castelbuono è possibile recarsi a lsnello (12,5 km.) da dove si possono fare escursioni in montagna (rifugio Luigi Orestano, 70 letti, 1.100 m. di altezza, a Piano Zucchi). La strada per Palermo si avvicina alla rocca di Cefalù e lascia a destra la spiaggia di Caldura per arrivare a Cefalù (km. 186).

CEFALU' 

Questa stazione balneare dii 3.700 abitanti è in pieno sviluppo turistico, grazie alla sua grande spiaggia sabbiosa, la più bella di tutta la costa siciliana. La città, di origine molto antica, è soprattutto celebre per la sua posizione su un promontorio dominato da una rocca gigantesca, ai cui piedi si erge una magnifica cattedrale.

VISITARE CEFALU' 

La strada di Messina arriva in piazza San Francesco da dove si svolta a sinistra per imboccare poi a destra Via Matteotti che, passando davanti all'Ufficio postale, sbocca in Piazza Garibaldi. Sulla destra, base di un campanile e Chiesa di Santa Maria della Catena preceduta da un portico su pilastri d'ordine ionico. Seguite, a sinistra, Corso Ruggero, strada principale della città, stretta e animata, fiancheggiata da negozi. Ai n. 75 casa detta Osterio Magno, antica residenza di Re Ruggero di cui non restano che delle arcate romane. Di fronte si trovava l'Osterio piccolo che fu demolito alla fine del secolo scorso. Proseguendo per il corso, si sbocca in Piazza del Duomo in fondo alla quale si erge, contro la rocca, la Cattedrale Normanna. Questo magnifico edificio iniziato nell 131 da Re Ruggero può rivaleggiare con la cattedrale di Monreaie o con quella di Palermo. Promessa in occasione di un voto fatto da Re Ruggero durante una tempesta, questa basilica a croce latina, fu costruita nello spazio di un secolo circa. La facciata di G. Panettera (1240) era originariamente rivestita di mosaici che rappresentavano il re "nei rapporti con la chiesa". È fiancheggiata da due torri massicce addolcite da tre piani di finestre e preceduta da un portico, aggiunto da Ambrogio da Como nell 471, sotto il quale si apre un portale riccamente decorato. L'interno è a tre navate separate da dodici colonne con capitelli romani e bizantini sormontate da arcate a tutto sesto. Attualmente, tutto il lato destro della chiesa è in restauro. lì soffitto di legno della navata centrale conserva ancora tracce di pittura dell 263. Nella navata laterale di destra, fonte battesimale del XII secolo decorato da quattro leoni. Salendo nei coro dalla navata centrale, si passa sotto un arco che poggia su due colonne massicce; sui pilastro di sinistra, Madonna, affresco del XV secolo. Questa cattedrale romanica implica anche elementi orientali; il coro, sopraelevato, è ricoperfo di mosaici. Quelli dell'abside, di fattura bizantina, eseguiti su fondo dorato attorno all 148, rappresentano, nella conca, il Cristo Pantocratore. Sotto, La Vergine in preghiera, è circondata da quattro arcangeli in costume imperiale. Nel registro inferiore: i dodici Apostoli. i mosaici delle pareti laterali e delle volte (patriarchi, profeti e santi) sono più recenti. Nella cappella del Santo Sacramento, a sinistra del coro, altare e tabernacolo in argento. Ridiscendete dalla navata sinistra dove si trova momentaneamente esposta una statua della Vergine di A. Gagini (1533). In basso, da una porticina si accede ai chiostro gotico. Circondato su tre lati da ambulacri con colonne abbinate, è in gran parte smembrato. I lavori di restauro, come quelli della navata, intrapresi da parecchi anni, sono prowisoriamente sospesi (per la visita, rivoigetevi al custode). Per completare questa visita, vi raccomandiamo vivamente di andare a vedere le possenti absidi esterne, passando per il lato destro della chiesa dove una porticina conduce in un giardino dietro al complesso absidale. Da Piazza del Duomo, Via Mandrallsca, che costeggia il Palazzo del Comune, scende verso il Museo Mandrallsca, in corso di riorganizzazione. il suo pezzo più importante, un "ritratto di uomo" di Antonello Da Messina, è attualmente custodito in una banca. Via Mandralisca sbocca in Via Vittorio Emanuele. Da destra si raggiunge la pittoresca Piazza Marina, con un belvedere sul mare. Da sinistra e un po' più lontano dall'incrocio di Via Mandralisca, si può discendere in un vicolo cieco, a destra, per vedere gli antichi Iavatoi pubblici medievali. Via Vittorio Emanuele sbocca sul lungomare Cristoforo Colombo, lunga passeggiata che offre un bel panorama sulla città e sulla rocca.

LA ROCCA DI CEFALU' 

Questa enorme massa calcarea a strapiombo su Cefalù sta all'origine del suo nome: I greci vedendo nella sua forma una testa d'uomo battezzarono la città Chéphalé. L'ascensione della rocca è facile e non richiede più di un'ora. Partite dal Vicolo Saraceni che si apre nel Corso Ruggero. Nella sommità (269 m.), resti di costruzioni arcaiche e magnifico panorama. Potete anche fare il giro della rocca in macchina o a piedi (4 km. attraverso una buona strada). Dopo Piazza del Duomo svoltate a destra e seguite la strada che, dominando il mare, passa ai piedi del faro e conduce al porticciolo e al Villaggio Caldura vicino alla spiaggia di Presidiana dove, secondo la leggenda, Diana veniva a bagnarsi. Si vede ancora sullo scoglio una vecchia torre di difesa. Numerosi ristoranti e alberghi. Da Cefalù, potete salire al Santuario di Gibilmanna, a 15km., per una strada panoramica. Questo frequentatissimo luogo di pellegrinaggio (festa l'8 settembre) si erge a 800 m. di altezza sulle pendici di Pizzo 5. Angelo. La chiesa, eretta nei secoli XVII e XVIII, contiene una Madonna della scuola dei Gagini e una statua di 5. Elena di F. Gagini. Da li', unastradettapermettedi raggiungere l'Osservatorio Nazionale di Geofisica (1.005 m. d'altezza). Dopo Cefalù la statale n. 113 attraversa, al km. 196, il bivio di Lascari; al km. 201, quello di Campofelice e incrocia l'autostrada Palermo-Catania, prima di attraversare l'imera Settentrionale al km. 205. Subito dopo, sulla destra, al passaggio alivello, si possono vedere, dall'altro lato della strada ferrata, le rovine dell'antica Himera. Della potente città fondata nel VII secolo a.c. che vide sotto le sue mura la disfatta inflitta ai cartaginesi da Gelone di Siracusa e Terone di Agrigento, non restano più che le fondamenta di un tempio. Nel 409 a.c., Annibale, nipote di Amilcare, vendicava suo zio radendo al suolo la città, che era la più occidentale delle colonie greche della costa. Il tempio dorico aveva sui lati quattordici colonne massicce, le più alte che esistessero, come testimoniano gli enormi frammenti che ancora sussistono. Gli scavi sulla collina, hanno riportato alla luce tracce della città antica e alcuni oggetti conservati in un piccolo museo. La strada attraversa poi il Torto e prosegue in mezzo agli olive-ti prima di arrivare a Termini Imerese: km. 222.

TERMINI IMERESE 

Questa città di 25.000 abitanti, situata sulle pendici di una collina, si compone di una città bassa e di una città alta. Stazione termale e balneare, questo centro industriale è anche dotato di un porto molto attivo. Si arriva da Porta Messina e Piazza Crispi dove vi consigliamo, a causa dei sensi unici, di posteggiare la macchina. Proseguite per Corso Umberto e Margherita che sbocca ai piedi della città alta dove si trovano i monumenti più interessanti. Ci si può anche arrivare facendo una deviazione e imboccando sulla destra, ai piedi delle scalinate, la Via Erculea che conduce alle terme celebrate da Pindaro e dove, secondo la leggenda, Ercole si sarebbe bagnato dopo il suo combattimento contro Erice. Le acque clorurate sodiche che sgorgano ad una temperatura di 4~ C sono utilizzate contro i reumatismi (stagione aperta tutto l'anno). Dopo le terme, sulla sinistra, la Via Serpentina sale fino al belvedere Principe Umberto, sull'area dell'antico foro, da dove si gode di un magnifico panorama sulla città e sul porto. Via Belvedere raggiunge Piazza del Duomo. Il Duomo costruito nel XVII secolo ha una facciata moderna ornata di statue del XVI secolo di G. Marino. Nella parte bassa del campanile, sulla destra, si può vedere un frammento di cornicione romano. All'interno, nella 2. cappella di destra, Madonna di G. Milano (1487); nella quarta, medaglione in marmo di Marabitti e nella 3. cappella di sinistra, una croce dipinta da Ruzzolone (1484). Di fronte al Duomo si aprono Via del Museo e Via Mazzini. La prima conduce al museo civico, attualmente in corso di riorganizzazione. La seconda permette di visitare due chiese: a destra la Chiesa del Monte che contiene due tombe del XVI secolo e a sinistra la Chiesa di Santa Maria della Misericordia che ospita un trittico di G. da Pesaro, del 1453. A destra di Via Mazzini, Via Garibaldi costeggia la biblioteca Liciniana e il Gardino Pubblico Villa Palmieri nella quale sono conservati vestigia della curia romana e dell'anfiteatro. Via Garibaldi sbocca nell'antica Porta Palermo di cui resta poco. Da Termini Imerese, vi raccomandiamo di andare a Caccamo, a 10 km., pittorescamente situata su un contrafforte che domina tutta la vallata (uscite da Via V. Amodeo). All'ingresso del paese si erge lo splendido castello del XII secolo, uno dei più grandi e meglio conservati della Sicilia, la cui origine risale ai cartaginesi. Parecchie volte rimaneggiato e ingrandito, si presenta come una fortezza fiancheggiata da torri merlate da dove si gode di un bel panorama. È possibile visitare, all'interno, il salone detto della Congiura dove si riunirono nel 1160 i baroni che si erano ribellati a Guglielmo il Malo. Proseguite per Corso Umberto e Via Cartagine per arrivare al Duomo (5. Giorgio) di concezione normanna, ricostruito nel 1477 e rimaneggiato nel 1614. Sul portale, medaglione del XVII secolo. All'interno, nel transetto, statue attribuite a Francesco Laurana e, nella sacrestia, tesoro di oreficeria. Si possono visitare anche 5. Domenico del 1487, che contiene una Vergine di A. Gagini; San Marco che possiede un portale del XIV secolo ed anche l'Annunziata e Santa Maria degli Angeli, tutte e due ornate di facciate barocche. Oltre Termini Imerese, la statale n. 113 attraversa il San Leonardo nei pressi di un vecchio ponte di origine romana ricostruito nel 1625. Lunga 43 m. questa bella opera d'arte si presenta con un ampia arcata centrale incorniciata da due più piccole. La strada passa per Trabia (km. 226) dove si estende la magnifica spiaggia della Vetrana ai piedi di un castello, e per Altavilla Milicia (km. 236). Santa Flavia dove una strada a destra conduce all'antica città di Solunto e al Capo Zafferano. La statale n. 113 passa in prossimità di Bagheria e attraversa Ficarazzi e Ficarazzelli per arrivare a Palermo dove si sbocca nella Conca d'Oro.

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