il Rimino - Riministoria
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Chiesa riminese, storia. Quel secondo volume...
La Storia dev'essere «aperta»: al «momento certosino della competenza» deve seguire «quello della verifica pubblica». Alberto Melloni, Il diavolo non abita la storia. E non ci servono i tribunali, «Corriere della Sera», anno 103, n. 26, 01.02.2005, p. 31.
Nel secondo volume della "Storia della Chiesa" riminese, di cui ci siamo già occupati a proposito della questione di Benno, si parla ovviamente anche del ruolo di Carlo Malatesti al Concilio di Costanza. Mentre Enrico Angiolini (p. 437) è fermo al Luigi Tonini, V/2 del 1880, il prof. Augusto Vasina (pp. 408-409) arriva ad un testo del 2001, ed inquadra l'argomento con più solide basi documentarie. In entrambi gli Autori manca però completamente la storia di Cleofe Malatesti, che era vissuta «per lo più» alla corte di Rimini. Una storia che riguarda non soltanto l'ambiente riminese ma anche, se non soprattutto, la storia della Chiesa cattolica. Come è noto a molti, il 16 giugno 1415 a Costanza, Carlo Malatesti incontra anche Manuele II imperatore d'Oriente, che nel 1421 diventerà suocero di Cleofe, la sfortunata figlia di Malatesta I di Pesaro. Del matrimonio fra Cleofe e Teodoro Paleologo, forse concluso con la morte violenta della giovane, non hanno scritto la storia i contemporanei. A noi non è giunta nessuna narrazione utile a completare gli scarsi documenti sopravvissuti, tra cui quattro lettere della stessa Cleofe ad una sorella.
Nel secondo volume della "Storia della Chiesa" riminese c'è poi la bella notizia (p. 287) che la biblioteca malatestiana di Rimini in San Francesco, "è del tutto simile a quella" di Cesena. Se nessuno si offende, è esattamente il contrario.
Per gli Ebrei, ci si accontenta di due sinagoghe (p. 329), mentre dagli atti ne risultano tre. La prima sinagoga è attestata sin dal 1486. S'affaccia sulla piazza della fontana (ora Cavour) dal lato della pescheria settecentesca, nella contrada di San Silvestro. Essa è poi definita come «vechia», quando è realizzata la seconda che in rogito del 1507 è chiamata «magna», nella contrada di Santa Colomba o San Gregorio da Rimini (via Sigismondo), nella porzione di quartiere tra l'odierna via Cairoli ed il Teatro Galli, lato monte. Nel 1555 la sinagoga «magna» risulta invece situata in contrada di San Giovanni Evangelista detta «delli Hebrei» (via Cairoli), a poca distanza dalla chiesa di San Giovanni Evangelista (Sant'Agostino), e proprio dalla sua parte, come si ricava dal documento datato 14 novembre riguardante la decisione presa dagli Ebrei riuniti nella Sinagoga «magna» di vendere la casa detta «la Sinagoga vechia» (Zanotti, Atti, p. 207).
Gli umanisti della corte di Sigismondo sono definiti, con una veloce battuta, idealisti platonici, così tanto per gradire ed accontentare tutti, ma senza esaminare nulla dell'Umanesimo italiano che influenza il progetto del Tempio malatestiano.
Ne parlo in questo testo. Da cui ricavo una breve citazione a proposito della cappella detta delle sette Arti liberali, ovvero le materie di studio per gli uomini liberi (ai servi toccavano le arti manuali).
Queste materie sono Grammatica, Dialettica, Retorica (il "Trivio"), Aritmetica, Geometria, Musica, Astronomia (il "Quadrivio"). Nella cappella le immagini sono però diciotto. Per questo motivo uno studioso come Corrado Ricci scrisse che in essa vi è "altro ancora", con un'incerta espressione simbolica delle figure. Noi vi proponiamo una veloce lettura delle diciotto immagini suddivise nelle due colonne laterali ed in tre strisce per colonna, partendo dall'alto verso il basso per ogni striscia che indichiamo con lettera dell'alfabeto. Striscia A: la Natura ispira l'Educazione che opera attraverso la Filosofia. Strisce B e C, le materie di studio: Letteratura, Storia, Retorica (Arte del discorso), Metafisica (o Teologia), Fisica, Musica. Nelle due strisce successive (D, E), si mostra come conoscere la Natura attraverso le Scienze che sono: Geografia, Astronomia, Logica, Matematica, Mitologia e Botanica. L'ultima striscia (F) rivela lo scopo della cultura, ovvero educare ad una vita tra cittadini tutti uguali e quindi liberi: qui le tre immagini rappresentano la Concordia, la Città giusta, e la Scuola. Il tema della Concordia ha una doppia lettura. Esso riguarda non soltanto la vita della città (opponendosi ai governi dei prìncipi come Sigismondo), ma pure l'Unione fra le due Chiese (proclamata il 6.7.1439 con un decreto destinato a breve durata). Per quella unione i Malatesti hanno svolto un grande ruolo in nome della Chiesa. Nella tavola della Concordia si raffigura un'unione matrimoniale: la donna potrebbe essere Cleofe Malatesti, scelta dal papa come sposa (1421) di Teodoro, figlio dell'imperatore di Costantinopoli, e poi finita uccisa. Nella scelta delle immagini c'è la mano dello stesso architetto (ed ottimo scrittore) Leon Battista Alberti, seguace di un umanesimo civile che vuole una società nuova diversa dai principati.
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/1597/Riministoria-il Rimino/antonio montanari nozzoli/Date created: 22.01.2012 - Last Update: 23.01.2012, 09:42 - "Riministoria" e' un sito amatoriale, non un prodotto editoriale. Tutto il materiale in esso contenuto, compreso "il Rimino", e' da intendersi quale "copia pro manuscripto". Quindi esso non rientra nella legge 7.3.2001, n. 62, "Nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5.8.1981, n. 416", pubblicata nella Gazzetta Ufficialen. 67 del 21.3.2001. |
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