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Materiali

 
PARTE I - I tipi di soste
PARTE II - La qualità di una sosta 

I tipi di soste

     In questa sezione verranno esposti i vari tipi di soste; esse potranno essere eseguite sia su roccia che su ghiaccio. In base alle situazioni, al carico applicato od alla qualità degli ancoraggi una sosta sarà preferibile rispetto ad un'altra.
       Innanzi tutto una distinzione tra ancoraggio e sosta; l'ancoraggio è il singolo punto di connessione tra roccia (o ghiaccio) e moschettone; la sosta è l'insieme di più ancoraggi uniti tra loro da uno spezzone di corda od una fettuccia su cui è fissato il moschettone di sosta. Un ancoraggio può essere un chiodo, un cordino in una clessidra, una piccozza...
       Vediamo le due principali categorie di soste ed in quale situazione esse vanno utilizzate.

       In tutti i casi si utilizzano corde o spezzoni di corda dinamica in quanto viene garantita una migliore distribuzione dei carichi sui vari ancoraggi compensando almeno in parte l'attrito tra moschettone di sosta e lo spezzone di corda.
 

La sosta mobile: indipendentemente dal numero di ancoraggi, la modalità di allestimento è sempre la medesima. Si monta un moschettone su ogni ancoraggio, con la ghiera rivolta verso l'esterno della sosta e si fa passare l'anello di corda in ogni moschettone. Si tirano verso il moschettone di sosta le singole tratte di corda, tra ancoraggio ed ancoraggio, e si esegue una torsione sulla tratta più esterna. Questo giro di corda risulta indispensabile se la sosta è eseguita su soli due ancoraggi; nel caso uno di questi ceda, esso evita lo sfilarsi dello spezzone di sosta dall'unico ancoraggio rimasto.
     Una sosta di questo tipo prende il nome di "Garda" ed è spesso utilizzata anche su ghiaccio e neve a prescindere dai tipi di ancoraggi utilizzati.
      Nell'arrampicata su ghiaccio o roccia questa è la sosta per eccellenza. L'anello di corda deve essere almeno da 9 mm e viene chiuso con un nodo doppio inglese a contrasto.
 
 

La sosta fissa: è utilizzata prevalentemente nelle operazioni di soccorso dove i carichi applicati sono notevoli e si ha a disposizione materiale sufficiente per allestirla. Solitamente si utilizza una corda intera da 50 m ed i punti di ancoraggio sono in numero sempre superiore a tre (tranne il caso in cui si utilizzino spit nel qual caso se ne possono avere anche solo tre). Si determina per prima cosa la direzione di calata o recupero. Una persona sorregge il moschettone di sosta (che chiameremo in questo caso attacco principale) in questa posizione; si esegue ora un guide con frizione all'estremità della corda e verrà fissato a questo moschettone. Si fa passare quindi la corda nel moschettone dell' ancoraggio e si esegue su esso un barcaiolo. Si lascia ora un tratto di corda lasca e si esegue un secondo barcaiolo nel moschettone del secondo ancoraggio; si torna ora con la corda verso l'attacco principale e si esegue un secondo guide con frizione con l'accortezza di mantenere i due nodi sfalsati (uno più lungo ed uno più corto) in modo che non si ostacolino a vicenda. Ora si esegue il cosiddetto cavallotto, ossia un anello di corda lasca e poi ancora un guide con frizione fissato ancora sull'attacco principale. Si esegue così un terzo barcaiolo sul terzo ancoraggio; si procede quindi come dall'inizio se è presente un quarto ancoraggio lasciando la corda lasca e rifacendo un barcaiolo sul moschettone.
       Una volta finita la sosta si procede con la messa in tensione delle varie tratte di corda; si agisce sui barcaioli tirando o allentando le singole tratte in modo da distribuire al meglio il carico sui singoli ancoraggi. Un particolare; data l'elasticità della corda sarebbe buona norma tenere leggermente più tese le tratte più lunghe in modo da compensare il loro maggiore allungamento.
      Tenere presente che il numero di asole sull'attacco principale deve essere pari al numero di ancoraggi presente; se così non fosse c'è qualche errore di esecuzione. Il moschettone dell'attacco principale, solitamente, è ad alto carico (50 kN); le sue grosse dimensioni permettono, oltre tutto, di accogliere tutti inodi guide. E' facile osservare come il cedimento di un ancoraggio non modifichi la posizione dell'attacco principale; fatto non da poco in luoghi impervi o ristretti.

La sosta semi-mobile: è, come già accennato, un ibrido tra i due tipi di sosta sopra visti. In pratica si eseguono dei guide con frizione sulle due tratte di corda permettendo un minimo di mobilità della sosta ma non come un garda. Essa è utilizzata in due casi particolari:

      Un ultimo tipo di sosta semi-mobile prevede un allestimento simile alla sosta Garda ma vengono eseguiti dei barcaioli sui moschettoni di ancoraggio e non viene eseguito il giro di corda sulla tratta esterna necessario per la sosta dinamica. Questo tipo di sosta è comunque entrato in disuso.


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