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-Tratte dalla Silloge “Pensieri”
di Premessa dell’Autrice.
Quanti, cotal pensieri affollano la mente d’un poeta? Fuggevoli, improvvisi, ti lasciano incantata, la bocca non pronuncia verbo, l’anima inebriata! Il cuore cantore è in attesa di poterli afferrare e nel modo più giusto decantare!
Con quel linguaggio che tutti possano capire, per comprendere proprio il medesimo pensiero dell’autore.
“Pensieri”, sono versi nati sul momento, repentinamente rinserrati su bianca pagina per renderli concreti, reali immortali! Per poter dire ciò che si pensa, in linea con la giustizia, con il rispetto, con l’amore! Pensieri imprescindibili da un animo che ama il tutto ed il tutto vuole onorare con le sue parole. Pensieri scritti di getto e non per questo meno puri, meno veri, anzi più sinceri, perché non stretti in quegli orpelli che la nostra amata lingua ci mette a disposizione, per rafforzare quell’armonia che è già del pensiero stesso! E quando il pensiero appena nato si fa messaggio sociale, solo allora si comprende appieno la sua grandezza, la sua forza. Innumerevoli pensieri, dedicati ad un genitore, ad un amico, alla nostra dolce metà, alla vita stessa, alla meraviglia universale che ci circonda e che sempre più spesso non notiamo più, come se ci fossimo abituati ad essa…Ma come ci si può abituare al preziosissimo dono di essere vivi, a quel divino regalo che ci è stato fatto di poter pensare, credere che la vita è tutto e noi siamo il tutto! Amiamo la Vita, perché se siamo qui è solo perché tanto siamo stati Amati!
Monia Di Biagio.
La mia personale dedica.
Due componimenti-dedica al gentilissimo Poeta Sandro Ciapessoni, di anni 79.
“All’amico Poeta!”
Grazie, cuore cercatore, dell’umana natura, instancabile decantatore.
Grazie, d’averci reso partecipi a versi tanto belli e soavi!
Applauso, fiori e giù il sipario!
Con affetto, Monia. |
“Mi immagino….”
Leggo soavi parole,
d’un anziano poeta,
verbi intrisi di saggezza, gioia, speranza, malinconia
d’un Amore perduto, lontano.
50 primavere tra di noi,
ciò nonostante
io m’immagino,
e vivo anticipatamente
portentose
le sue emozioni!
Proprio come se,
un giorno,
forse,
questo suo,
sarà il mio medesimo destino:
ricordare ed anelare,
il volto dell’amato,
le gioie della spensierata gioventù,
volate con l’impetuoso vento,
al di là delle nuvole!
Monia Di Biagio.
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La poesia che segue, invece, è stata dedicata a me medesima, da una cara amica e prestigiosissima Poetessa Brasiliana: Lìgia.
Il componimento è un acròstico, ed è in portoghese, si intitola:
“M.O.N.I.A.”
Mesmo que as sombras da melancolia
Obscureçam teu olhar altivo,
Nascerá de teu ser de luz a
Inacessibilidade do teu espírito íntegro,
Alçando o vôo inefável da liberdade da Alma!
Abraço, Lígia
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“Poesie”
Nascono da un pensiero,
fremente,
che ha voglia di dire;
nascono da un cuore
mai stanco di sentire;
nascono da uno spirito
che si vuole liberare, alleggerire:
di quel "fardello poetico"
che lo fa soffrire...
Che lo fa esultare,
al sol pensiero di saper,
col verbo, amare!
Monia Di Biagio
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“Freme lo spirito….”
…Quando una Lirica,
d’una intensità
passionevole e sovrana,
ti fa lacrimare,
d’argentea rugiada,
l’Anima,
deseosa d’Amore.
Freme
la voce del cuore,
nel pronuciar parole tanto care.
Si desta lo spirito,
perché commosso,
d’esser così
soavemente toccato,
ed ora
sfiorato
da quel carezzevole tocco,
nel saper
d’esser ancor più vivo!
Monia Di Biagio.
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“Pensieri”
Pensieri
ti giungon al cuore di soppiatto,
il tarocco sul tavolo
è quello del matto!
Ti rapiscon la mente,
si voglion far sentire,
e tu resti muta,
inerme,
a cercar di capire
cosa ti voglion dire!
Ti ricordan di tempi andati,
di gioie e dolori provati,
ti lascian deliziata
ad immaginar il futuro,
mentre fuori il giorno si fa scuro.
Un mondo pensato
non è un mondo diverso,
è la certezza che della Vita
nulla abbiam perso!
Pensare all’oggi,
pensare al domani,
decantare il pensiero
mentre vediam invecchiare
le nostre mani.
Che sacrale ordigno la mente
che tutto ama
tutto odia
tutto sente.
Scrigno prezioso
di quel pensier mai nato
e di quello già vissuto
ed ormai alterato.
Monia Di Biagio
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“Persi”
Persi ci siam
nel nostro mondo interiore,
mentre Tempo scandisce
ritmatamene l’ore,
e i minuti, e i secondi,
che abbiam serenamente vissuto,
senza accorgerci che fuor di “noi”
il cielo è già
fragorosamente caduto.
Monia Di Biagio
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“Se io fossi….”
Solo, un bambinesco gioco!
Lo so, è poco!
Ma
se potessi scegliere,
sentir la fantasia mia
fervere,
io vorrei divenir
un essere minuto,
com’un granello di sabbia,
nell’immensità perduto!
Portato dal vento,
rallegrandomi del volar
ogni momento
e trovar poi posa, là
dov’altrimenti,
non si potrebbe
al passo andare
per sorprendere
incuriosita,
l' arcano volto
che madre natura
indispettita
ad insaziabile mente
non può celare!
Monia Di Biagio
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“Viandante”
Oh, viandante,
che inerte stai,
sullo scosceso sentiero,
a districar domande col pensiero,
porgi la mano,
con repentino moto,
a carpir l'essenza
dell'ignoto!
Monia Di Biagio
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“Giorno di festa”
Giorno di festa
ti ricevo allettato
affinché lo spirito mio da te
possa esser ritemprato.
Ho udito la tua musica nel mio cuore
bando allora a tristezza e dolore!
Scontata sarebbe ora la rima con fiore
Ma è proprio ciò che ho visto spuntar
colorato, profumato in me
concimato da immenso Amore.
Monia Di Biagio
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“Preghiera dello Scalatore”
A spasso, sulle Alpi Apuane, ecco cosa ho scoperto in una piccola cappella votiva, che segna il passo ed il riposo degli scalatori!
Così vi è scritto:
“La morte non è niente io sono solo andato nella stanza accanto. Io sono io. Voi siete voi. Ciò che ero per voi lo sono sempre. Datemi il nome che mi avete sempre dato. Parlatemi come mi avete sempre parlato. Non usate un tono diverso. Non abbiate un’aria solenne e triste. Continuate a vivere di ciò che ci faceva ridere insieme. Sorridete pensate a me pregate per me.
Che il mio nome sia pronunciato in casa come lo è sempre stato. Senza alcuna enfasi, senza alcuna ombra di tristezza. La vita ha il significato di sempre. Il filo non si è spezzato. Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri? Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vita? Io non sono lontano sono solo all’altro lato del cammino.” C. Peguy
Questo componimento vuol essere in ricordo di Marco Del Dianda scomparso tragicamente in questi luoghi il giorno 19.8.1998 per un gesto di grande altruismo.
“La scelta”
Su d’ un picco
hai voluto
arrestare il morituro
passo tuo,
mano nella mano con la Vita!
Ma per l’altra, già
Morte ti teneva.
Hai tenuto stretto a te il fratello,
ma la nera Signora più saldamente ha tenuto te!
Assicurato il passo
al cuore impaurito
ti sei lasciato andare….
….riempiendo il vuoto
del tuo grande eroismo!
Monia Di Biagio
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“Momenti.”
Magici momenti.
Momenti di solitudine,
voluta,
desiderata,
attesa!
Arresto così il mio passo,
riposo il mio peregrinare,
sotto un cielo
gremito di stelle!
Che magnificenza!
Quale mano
di poeta
ha voluto firmare
tutto ciò?
La vita oltre la vita
mi sovrasta;
ed io forse
non me n’ero mai accorta,
d’avvero!
Ma stasera,
stasera
arresto il passo,
mi siedo
e godo
della mia voluta solitudine,
immersa
in questa Lirica di luci!
Mirabile magnificenza,
innumerevoli astri,
sorelle stelle,
da quanto brillate?
Da quanto, fate parte, di questa mia umile vita?
Da quanto, osservate i miei movimenti,
ed illuminate il mio cammino?
Momenti stupendi,
quelli in cui
ci si ferma
un attimo
ad osservare la vita,
tutta,
infinita,
maestosamente sterminata,
eppure vera!
Mentre tutt'intorno è silenzio
e la frenesia del giorno,
finalmente tace!
Momenti in cui
si riesce a capire,
non senza meraviglia,
“Servus et Umilis”
“Anche io faccio parte di tutto questo!”
Monia Di Biagio.
************
“Isolamento”
Isolamento, solitudine
perentoria abitudine,
d’un animo malato
tanto da sembrar
sintomo d’indipendenza
in mezzo ai gran numeri del creato.
Siete tanti.
Sono solo.
Ed il mio silenzio
è accentuato
dai "brulichii alcolici"
del mio triste stato.
Sentore sonoro
di una propria ricca dimensione
isolamento è solo la distanza
che ci divide e ci allontana
anche dai nostri pensieri
da noi stessi vulnerabili
dalla nostra Anima inquieta.
Tanti sintomi
una sola parola: depressione!
E’ la stanchezza di vivere,
il sapere che si cerca di sopravvivere
trovando più facilmente
la strada che porta al letto
per sognare ed andarsene per un pò
che quella che porta all’uscio di casa
per riveder ancora il sol!
Monia Di Biagio
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“Cara Mamma”
Cara Mamma,
Cuore e Alma,
55 Primavere son passate,
ma tu non sembri averle notate,
ti han sfiorato il viso, i capelli, la pelle,
ma questo non conta
per te
solo parole belle!
Dedica d’amore
d’un cuore cantore,
d’un bimbo innamorato
per colei
che possibilità gli ha dato
di rimirare,
con occhi ormai cresciuti,
tutto il Creato!
17/02/2003
Monia Di Biagio
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“Amore imprigionato.”
Questo Amore,
che m’ha deliziato,
che m’ha fatto fremere,
che m’ha rapito l’Anima…..
Lo voglio decantare!
Una pagina bianca,
dinnanzi a me;
la mano concitata,
nell’attesa
d’iniziar di getto,
a macchiare il candore…
No!
Non posso farlo!
Non lo posso ivi, rinserrare!
Sei libero Amore!
Sei ancora troppo vero!
Quest’è
la medesima sensazione
che provo,
ogni qualvolta,
mi accingo ad imprigionare
l’Amore cocente,
su candide pagine...
Poi mi fermo,
rifletto
e mi ripeto:
Noooo!
Meglio ricordarlo,
tenerlo
ancora,
per un po’,
solo nella mente,
e provare a descriverlo…
…con le parole, di qualcun altro!
Monia Di Biagio.
************
“Sognando gli anni ’30.”
Li percepisco
su tutta la mia pelle,
ogni qual volta,
leggo soavi parole;
così delicate ed amabili,
che ti fanno acquietare il cuore.
Piano il battito
rallenta la sua
spasmodica corsa,
la mente,
torna indietro nel tempo:
i ruggenti anni ’30.
E come in un sogno,
color seppiato,
mi vien subito
alla memoria
la medesima immagine...
Memoria?
O, sogno?
O, desio?
O, sensitività?
Come in una foto,
ingiallita,
dal tempo trascorso,
vedo:
una giovane donna,
indossa leggeri abiti chiari,
color panna,
con delicati motivi floreali,
dei ricami forse;
ha un grande cappello in testa,
cinto da piccoli fiori,
forse dei lillà,
a giudicare dal profumo!
Il sogno si fa realtà!
Non vedo il suo viso,
ma solo il suo profilo...
é sola!
Son io, forse?
E quando, Anima Mia?
Seduta,
davanti,
ad un piccolo tavolo in ferro battuto e mosaico…
Sul tavolo c’è solo un libro,
e lei lo tiene fermamente,
per non far rapir,
quelle intrise pagine di saggezza,
dal vento giocoso,
inserendovi l’indice,
del cuore la mano!
Sembra quasi,
stesse leggendo
ed improvvisamente
si è fermata,
per guardare,
lontano:
il tramonto;
e mentre lo guarda
il pensiero
che stuzzica
la sua mente
la fa sorridere.
Io la guardo…
O sei forse tu,
Anima mia
che mi guardi estasiata,
nel rimembrar
quand’un tempo
eravamo lì?
Io la guardo,
da una finestra aperta,
che dà sul terrazzo,
ai lati della quale
due lembi di tenda
in Georgette avorio,
volan fuori
trasportati dal vento.
Varco la vitrea soglia
leggiera volo fuori anch’io
e faccio ritorno al mio mondo!
Monia Di Biagio
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“Sogno”
Ho sognato che stavo sognando,
poi nel sogno mi sono destata
ed ho creduto
di vivere nuovamente la realtà,
viva su tutta la mia pelle,
ma quando
mi sono veramente svegliata
ho capito che
quello che avevo appena vissuto,
era stato solo un sogno,
un desio di vita
che in un batter di ciglia
avevo per sempre perduto!
Monia Di Biagio
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“Fotografia”
C’è un’immagine
della propria terra,
che ognuno di noi
porta rinserrata nel cuore,
specie quando da essa
siamo lontani…
La mia:
è quella di uno specchio cristallino,
immobile ed azzurrissimo,
un tutt’uno con il cielo…
…se non fosse,
per la mia immagine sorridente,
ivi riflessa!
Monia Di Biagio
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Questo componimento vuol essere il mio personale omaggio, all’amabile Regginità, che come sapiente mano di musico ha saputo far vibrare, sfiorandole, le corde della mia Anima.
“R.C.”
Ricordo Cantore,
d’un cuore innamorato,
Reggio Calabria….Una sola volta….
Col tuo garbo m’hai stregato,
col tuo amore m’hai inebriato!
Struggente calabresità,
d’una cittadina soave,
dal volto gentile,
alacremente si profonde
nei giardini,
nelle piazze,
nelle vie,
nei palazzi,
in stile,
che a picco,
armoniosi si ergon
sulle chiare sponde.
Regina di beltà
come Venere emerge,
dalle acque,
musa ispiratrice,
ai suoi lumi mai tacque.
Orsù,
lascia che anch’io ti possa decantare
e
con nera china su bianca pagina
amabilmente rinserrare,
per mai più beltude dimenticare!
Sconosciuto straniero,
giammai qui sarai solo,
perché anime belle
cognoscon il tuo
malagevole ruolo.
Accolto a modo
da moltitudine affettuosa,
carezzata sarà
la lepidezza tua,
come mano delicata sfiora,
la profumosa rosa.
La gente ti guarda,
ti ascolta, ti parla,
ti lascia incantato,
lo spirto tuo
cortesemente toccato.
Le grazie,
alla modernità,
che in migratorio volo,
sin qui m’han condotto,
son rese,
mai dimentica
che bastioni e vascelli,
già in tempi remoti,
attraccarono qui:
in terra Locrese.
Né la prima,
né l’ultima
dunque
venuta a conoscenza
di tale
profusa, incondizionata,
sentimental, potenza.
Azzurro arco di acqua e di cielo,
congiunzione amorosa,
di Ermes ed Afrodite,
dell’Occaso polo.
Lungomare,
di palme e di verde vita secolare,
in ordinata fila riposan,
come maestosa guardia templare
delle sacre sponde e del cristallino mare.
Un pescatore solitario,
in attesa,
nella baia laggiù,
su d’una piccola barca blu,
si rispecchia nell’onde,
mentr’attende silenzioso,
che il pesce curioso
nella rete si confonde.
Tracciato è il mio
cammino in festa,
da corvino calpestio,
di preziosa polvere nera,
soffiata dalle portentose
fauci
del vicino vulcano,
che tutto ricopre
ed il marmoreo biancore
molesta.
Terra del sole,
l’Anima mia hai scaldato,
sebbene come fugace
viandante
t’ho lasciato!
Mista fragranza d’agrumi
e di sale,
il desiderio di tornar
prepotente m’assale!
Ricordo Cantore
d’un cuore ormai
invaghito,
Reggio Calabria,
al solo rimembrarti
il mio sguardo,
da salace rugiada,
è inumidito!
Viaggio a Reggio Calabria,
16/dicembre/2002
************
“Luoghi.”
Luoghi del mondo,
amabile girotondo!
Così diversi e così uguali,
ove all’incanto
han mozzato l’ali!
Silenziosi, come un Santuario;
rumorosi come una catena di montaggio;
pacifici come un bosco;
agguerriti, in fratricida lotta:
Mondo io non ti riconosco!
Integri, come un Santo;
distrutti, come dopo un amaro pianto!
Mi chiedo "perché"?
Perché io ora,
seduta tra la profumosa erba appena tagliata
non posso godere
di questa magnificenza notturna,
che ammicca ai miei occhi incantati?
Perché il mio cuore ferito sa:
che non tutti nel mondo
possono gioire
alla vista
di questa stessa,
solitaria nell’animo,
notte di stelle!
Monia Di Biagio
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“Il Santo Natale?”
Il Natale, è la Nascita!
La nostra Rinascita:
da festeggiare
come secondo compleanno della vita
è invece sinonimo di fede ormai assopita.
Il Natale è la Nascita,
di Colui che si è fatto Noi, per Noi
e Noi Lui quando siam nati!
Uomo tra gli uomini, quelli di allora,
e quelli di oggi ancor più spietati!
Il santo Natale dovrebbe essere solo la Nascita!
E’ invece la morte dell’umano sentire
e di un albero a cui vengono strappate le radici,
per farlo seccare e morire
tra lampadine multicolore!
Il santo Natale dovrebbe essere solo la Nascita!
E’ invece la fine del Presepe originale,
perché dinnanzi la grotta di Betlemme,
non ci son più i pastorelli,
in sacrale attesa,
ma i carri armati….
….Dell’Animo umano
la squallida resa!
Monia Di Biagio
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“Oltre il confine”
Stavo coltivando la vita,
ma ho visto spuntare la morte, là…
…Oltre il confine.
Che idea astrusa,
che m’ha rapito, il cuore, l’Anima, la mente
e per sempre m’ha cambiata,
ancor più confusa.
Stolta!
Son stata a voler guardare.
Perché ora so: che la vita che ho seminato,
oltre il confine non può bastare!
E se solo non lo avessi fatto
forse sarei sopravvissuta
alla debole me stessa, sprovveduta
ormai indelebilmente segnata
e dal fuoco altrui marchiata.
Ed oggi che oltre il confine
il mio sguardo ho voluto posare
sento il mio Spirito tremare
il cuore in petto dalla paura
ripetutamente sobbalzare.
Ignara, oltre il confine, avanza la vista
e vede il mio viso sbiancare.
Per così tante atrocità
mi sento mancare
la friabile terra sotto i piedi.
Perché più non conta
dove sei o quel che fai
ma ciò che vedi!
E quello, ahime, è solo il confine del mio orto…
Cosa c’è più in là che tanto mi fa penare?
Il mondo arrabbiato
ch’ io ben ricordo non ho seminato.
Il mondo convulso che fuori ho lasciato,
ma che ora dentro me, dai miei occhi, è rientrato.
Il mondo in guerra
oltre il confine, martoriato.
Oltre il confine, oltre il confine…
…non è più casa mia,
forse lo era.
Ma m’han tolto una parte di libertà
che di certo non volevo dar via,
eppur oggi la speranza di riaverla
è cosa mera.
Son stanca, stremata
ed oltre il confine
ora non posso più guardare
quanto strazio, troppo…
…Ma ho voluto farlo
ed ora non smetto più d’angustiare
quest’Anima mia che proprio non può capire
perché tra fratelli ci si debba odiare,
perché oltre il confine
per potere vivere in pace
prima si debba morire!
Monia Di Biagio.
************
“Odiosa Guerra”
La muta platea osserva rassegnata bagliori di guerra,
soldati amareggiati, ma fieri, partire
e donne in lacrime,
che tanto dovranno
in spasmodica attesa patire.
E mi immagino anch’io lì,
su quell'orrendo porto,
consapevole di aver subito un torto
ma incapace di versare lacrime,
perché la rabbia prevarrebbe al dolore
in me.
Scoraggiata
nel vedere uomini qualunque,
partire
per ideologia della “falsa pace”
per coraggio,
per due soldi in più
farsi mutilare, ferire
o ancor peggio
per andare a morire.
Ora son lì
lontani eppur così vicini
e forse non faranno ritorno
questo è il volere del re
che d’arroganza ha il capo adorno!
Ora son lì
come pedoni degli scacchi,
uno contro l'altro
bianco contro nero
e a guardarli e a piangerli
è il mondo intero.
"Scacco matto!" "Il nostro re è salvo!" "Tutto è finito!"
Sì, voi avete ancora tutto:
i vostri stramaledetti pozzi di petrolio
repentinamente e ben lo abbiam capito!
E noi?
La sola vera fede
orfana scintillante
d’un amore
al dito!
Cosa ci resta?
Se neanche la quiete
nel nostro cuor
è giunta dopo la tempesta?
Come farà a tenermi caldo,
la sera,
nel grande letto,
una stupida medaglia d'oro,
appuntata al petto?
Quando non c’è più gioia
sotto il mio coniugale tetto?
Questa sporca guerra,
quante notti insonni, mi ruberà ancora?
Quanti madri, quante spose....
farà piangere la nera Signora?
E' spaventoso!
Che mondo è mai questo?
Dove le “guerre lampo”
non finiscon mai troppo presto!
Dove le bombe intelligenti
non lo sono mai troppo!
Dove le mine antiuomo
han reso metà del mondo zoppo!
Mia nonna, vide mio nonno partire....
Solo chi l’ha già vissuta può veramente capire!
Non ci posso pensare...
Quanto estenuante dolore
In quella frenetica attesa la doveva accompagnare.
Ma lui tornò,
sì, dallo straniero campo di battaglia,
fece ritorno!
Io lo conobbi,
e lo amai tanto mio nonno,
anche quando gli chiedevo di spiegarmi la guerra
e lui me la raccontava
mettendo in fila i biscotti caldi appena usciti dal forno!
Quello si che era un bel gioco,
mangiavamo il dolce nemico,
ci divertivamo con poco!
Ma ora non lo è più
nè poco
né un bambinesco gioco!
E io temo la guerra come il fuoco
che tutti i giorni divampa davanti ai nostri occhi,
entra nelle nostre pacifiche case,
fortuna nostra
pensiam a chi già al suolo le ha rase!
Ma c’è chi
finito il notiziario della sera
sembra dimenticare
e solo il giorno dopo, alla stessa ora
che il mondo è “in fratricida lotta”
amaramente è tenuto a ricordare!
Ma non ci si può abituare al terrore
affinché la guerra, non ci prenda alla sprovvista!
Odiosa Guerra!
Dell’ei fu buon animo umano
sporca arrivista!
Monia Di Biagio
************
“Il giorno della memoria.”
Vi ho visti stremati,
vi ho visto morire,
son morta con voi,
ma continuo a soffrire!
Monia Di Biagio.
************
“Pace”
Sola, assorta sta,
irradiata dalla fioca luna,
Pace,
custode inerte,
d’un infingardo destino
senza fortuna.
Inibita,
a rimirar quel mondo crudele,
che di lei dimentico,
non l’è più fedele.
Delusa,
dall’umano cagionare,
guardinga sta,
Bontà d’animo
ad aspettare.
Sconfortata,
perché nulla scorge,
inebriata dal notturno luccicare,
una disillusa domanda
a materna luna porge:
-Tu lucente sfera che in alto stai,
sai dirmi,
dove Male ha imprigionato Bene,
e s’egli tornerà mai?-
L’opaco astro così risponde,
mentre narciso si rispecchia nell’onde:
-Nel posto più sicuro,
Bene è stato celato,
infondo al cuore d’ogni uomo,
ch’ ivi l’ha riposto
per non esser dimenticato!-
L’accorato appello di Pace
nel silenzio tutt’intorno
rimbomba forte:
-Uomo cancella la morte!
Sprigiona dal tuo cuore esacerbato,
Bene ivi rinserrato!
Dammi modo di mostrarti con ardore,
quanto il mondo
meco e Bene a regnar,
alla corte d’Amore,
può ancor esser migliore!-
Monia Di Biagio
************
P.A.C.E.
er sempre, e più
ncor Amare
oalizzandosi nel nome della Pace:
catombe, evitare!
Monia Di Biagio.
************
“Inestimabile Valore.”
Diceva un tale:
<<L’Arte son io, perché ad arte son stato creato!>>
Mera retorica falsità,
ad arte creata:
sol per esser maggiormente ascoltata!
Nessun ha proferito,
questo astruso pensiero!
Son io che lo dico,
e lo pongo in altrui, misteriosa bocca,
per impressionare
e dar maggior veridicità
a questo mio profetizzare!
Ma non è forse così,
che dovremo analizzare:
cosa è Arte e cosa tale appare?
Anche senza parlare,
senza bianche pagine riempire,
senza straordinari oggetti coniare,
specchio della nostra intelligenza,
manualità,
del nostro umano sapere e pensare:
non siamo forse,
noi medesimi,
forme d’arte,
d’Amare?
Penso alla nostra fisicità,
ed al dono del pensiero,
ed a quello dell’Anima
ancor più grande e vero,
che come un soffio è scesa in noi,
inebriandoci di Divinità!
Noi siamo Arte,
Arte pura,
ed è questo
il maggior pegno
che dobbiamo sempre,
tener presente,
nel ringraziare ogni giorno
chi ci ha creato:
l’Onnipotente!
Così, perfetti,
ed imperfetti al tempo stesso!
Come abito nuovo,
poi dimesso!
E proprio qui,
sta il nostro gran valore
d’opere d’arte:
nasciamo perfetti
e mutiamo col tempo,
che misura, a lunghi passi,
il nostro terreno portamento!
Se nei Cieli,
potesse esser fatta un’asta,
nessuno a quell’umana opera,
in vendita,
direbbe basta!
Se sulla Terra,
all’umano essere
vogliamo assegnare il suo valore,
questi subito sarebbe venduto,
senza rancore!
Ma della Divina Essenza
l’inestimabile valore,
resterebbe comunque
celato e celebrato,
nel nostro cuore!
Monia Di Biagio
************
“Anima.”
Nuvole rosa.
E’ l’alba.
Ed io qui già son,
a sentire,
assecondare,
su bianco foglio,
ricreare,
l’Anima mia,
che nuovamente
vuol uscire.
Pittura astratta,
del celeste cielo,
talmente graziose,
da far rabbrividire:
le vedo,
allungarsi,
separarsi,
raddoppiarsi,
estendersi
all’orizzonte,
in chiara mutazione,
fino a scomparire.
Perché vuoi uscire?
Non ti trovi bene, forse,
dentro me?
Ma dentro dove?
Nella mia testa?
Nel mio cuore?
Dove giaci esattamente Anima mia?
Io non ti sento, sei così leggera….
Sento solo quando mi chiami per uscire,
solo allora so che ci sei!
Le rosee nuvole
se ne stanno andando,
Anima mia,
parlami ancora un po’
di loro!
Sono belle, èh?
Preziose come l’oro!
Danzatrici aggraziate,
da gentil mano,
nell’Immenso ricamate:
giocano,
dietro i tetti
si nascondono vergognose,
per non essere spiate!
Eccone una,
da dietro la chioma di un pino,
mi fa capolino,
cordialmente,
con la testa,
le porgo un inchino!
Finito è il primo atto,
al riaprirsi del sipario,
d’abito si son cambiate:
ora son bianco latte,
e si mostran
con le classiche ballate!
Lo Schiaccianoci,
la morte del cigno,
qualsiasi musico,
il cielo,
teatro infinito,
renderebbe degno.
Anima Mia,
cosa mi vuoi ancor
all’orecchio suggerire?
Certo il lor candore
Ed il tuo….
Un accecante squarcio di luce:
è ora di rientrare!
Monia Di Biagio
************
“Quelli che….”
Quelli che un giorno
ci han messo al mondo;
quelli che la morte,
fiocco nero alle porte;
quelli che da poco nati,
della vita
già si son stufati!
Quelli che straziati e soli,
si gettan dai moli.
Quelli che della mente impazzita,
seguono i pindarici voli
e perdon la vita!
Quelli che senz’acqua
anche il cuore inaridito,
tu potente
che potevi inondare,
non hai mosso un dito.
Quelli che il Terremoto
ha fatto sobbalzare,
togliendogli tutto:
un tetto e dei piccoli angeli
che non han fatto in tempo
a crescere ed amare.
Quelli che le inondazioni
dopo lo scoccar dell’Ave Maria,
gli sforzi d’una vita,
dal fiume in piena,
si son visti portar via.
Quelli che del gigante temono
la bocca infuocata,
perché coscienti di sparir
sotto un’unica, bollente gettata!
Quelli che vedono
l’acqua ribollire
e si tengon pronti
alla marinara traversata,
per destino infausto,
sfuggire.
Quelli che nell’ozono dicon
che il buco è ormai quasi chiuso,
allora ricominciam tranquilli
a far dei micidiali spray,
prepotente l’uso!
Quelli che sapienti,
di catastrofismo han parlato,
ma non si rendon conto
che la stupidità umana
l’ha incentivato!
Quelli che maltrattano gli animali,
catturati in libertà
ora in un circo
si debbon far apprezzar!
Quelli che invece amano,
ogni viva creatura
e rispettano
la martoriata natura.
Quelli che la terra
l’han davvero amata
e pace non si danno
nel vederla ‘si piagata!
Quelli che la terra
han potuto rimirarla
dallo spazio,
in tutta la sua sferica ed acquatica bellezza,
che mai da lassù
sembr’aver conosciuto
strazio.
Quelli che con una vecchia carretta galleggiante,
piena di veleno
fanno del mare,
nero tino,
quelli che non si son
ancora annoiati
di proferir banali parole
come “momentino” ed “attimino”.
Quelli che piangono di dolore,
quelli che invece per timore,
quelli che ancora,
davanti al televisore,
per un toccante film d’amore.
Quelli che ridono per volontà
quelli che lo fanno per serietà.
Quelli che non conoscono onestà!
Quelli che la notte non dormono,
quelli che la notte non sognano.
Quelli che la notte
si vanno a divertire,
per poi ubriachi,
velocemente,
contro un muro,
morire!
Quelli che s’alzan
la mattina presto,
e di ritorno la sera,
si accingon a dormir,
con animo mesto.
Quelli che il giorno dopo,
tutto ricomincia:
primario desiderio
riempirsi le tasche e la pancia!
Quelli che al contrario
per Bulimia o Anoressia
odiano la bilancia!
Quelli che ieri
certe malattie moderne
non l’han conosciute…
Quelli che oggi il mondo
non lo possono cambiare,
aspettano che cambi solo,
intanto san solo polemizzare.
Quelli che non sanno più parlare,
solo messaggi con il telefonino
sanno inviare!
Quelli che in chat
si sono conosciuti e piaciuti,
ma mai si son visti,
per non essere delusi.
Quelli che il giardino del vicino
è sempre più verde,
una sfida all’ultima tecnologia in casa,
e chi se la perde!
Quelli che per gioco
gettano sassi
dal cavalcavia,
e dopo aver ucciso,
di corsa a casa
a raccontar l’esperienza
per e-mail,
con il tasto invia.
Quelli che sempre
davanti ai videogiochi,
nella vita reale,
son come
incontrollabili fuochi.
Quelli che pronti a cucinarti
un bel pasto ormai scaduto,
dell’altrui destino son i cuochi.
Quelli che la vita di coppia “è tutto”,
quelli che a restar soli
socialmente pare brutto!
Quelli che
tutte le domeniche
in chiesa,
poi in famiglia,
dal lunedì al sabato,
una lotta senza resa.
Quelli che vorrebbero
la felice famiglia degli spot,
benedetti si sposano
e si lasciano dopo un po’!
Quelli che del dettame del momento
han fatto religiosa fede,
trovan alle sfilate
e a sfogliar riviste
loro principale sede!
Quelli che alla moda
ci tengono e pure tanto:
uccidono cani e gatti,
per farsi il manto!
Quelli che comprano
il fedele amico,
primi mesi di coccole,
poi lo abbandonano
in autostrada,
come sotto l’albero
il caduto fico.
Quelli che dei saldi il tempo,
davanti alle vetrine,
accalcati,
fanno gran fermento!
Quelli che con un vestito,
dividono la società:
“io son Pariolino”,
“Io San Carlino”
“Io un metallaro”,
“io son un vecchio, paninaro”
“Io sono il Papa!”
“ed io sua Maestà!”
Quelli che mangiano
solo i prodotti della pubblicità,
quelli che invece cercano
il supermarket più economico
in città.
Quelli che, altrove non mangian mai,
e non sanno di far la carestia,
perché ancor prima
la morte in sogno,
se li porta via!
Quelli che non voglion
la globalizzazione,
quand’anche
il frigo globalizzato
è loro di lezione:
Francese la lasagna,
arance della Spagna,
alici del Marocco,
americane salse,
delle Fiji il cocco!
Quelli che rimpiangono la lira,
e per tirar fuori
le nuove monetine,
dal portafogli,
prendono la mira.
Quelli che oggi credono
che nel mondo di guerre
ce ne son solo due,
invece no…
…son ben trentadue!
Quelli che vorrebbero la Pace,
quelli che son pronti a far la guerra,
quelli che han perso la speranza,
quelli che, fobici, depressi,
si chiudono in una stanza!
Quelli che credono,
che gli alieni ci salveranno tutti;
quelli che attendono l’Avvento del Messia,
e nella cantina nascondono prosciutti!
Quelli che l’Apocalisse
han profetizzato,
fumando erba,
in mezzo al prato!
Quelli che dopo pranzo,
sul divano
non si riposan più,
solo grida isteriche, alla tv!
Quelli che un tempo
perfetti sconosciuti
ormai è una droga sentirsi
dal pubblico osannare,
e la scusa è sempre quella:
l’anima gemella davanti una telecamera
“devo riuscire a trovare!”
Quelli che la magica scatola
finito Carosello,
non è più di compagnia:
guerra,
morti,
umane bombe,
od anche intelligenti,
rapine,
omicidi,
palazzi che cadono,
aeri che van giù,
sirene d’ambulanze
e della polizia,
quelli che oggi,
insensibili, fanno la tv!
Quelli che la guerra
l’hanno avuta in casa,
ma ora che la guardano
da dietro un vetro,
pensano sia lontana
invece è solo ad un metro.
Quelli che si voglion
far clonare,
per vedere com’eran da bambini,
non sarebbe più facile
una vecchia foto
rimirare?
Quelli che prendon un aereo
per andare a fare
il proibito sesso,
all’altro capo del mondo,
dove gli è concesso!
Quelli che toccano i bambini…
I bambini non si toccano:
maiali ed assassini!
Quelli che l’Amore
lo fanno solo su Internet,
alienati dal mondo,
eppure anche loro,
escon di casa
per comprare l’amaro vizio:
sigarette e Fernet!
Quelli che, oggi
non fanno più bambini,
costa troppo la vita dei lustrini;
quelli che li fanno,
e poi li getton via,
come spazzatura
all’angolo della via,
apatici gridando:
odiosa vita mia!
Quelli che di fronte
la vita disprezzata
sanno solo dire così sia!
Quelli che vendon morte,
quelli che l’han appena comprata,
e sotto un ponte
nel sangue, se la son iniettata!
Quelli che pregano
supini verso la moschea,
quelli che si bucan
naso, orecchie, labbra,
come in Papua Nuova Guinea.
Quelli che del colore la pelle
si fanno cambiare,
dicon “non siam razzisti!”
son forse da imitare?
Quelli che invece
dentro una macchina violacea
si abbronzano a sazietà,
tanto sanno
che neanche quest’estate,
fratello sole a brillar verrà!
Quelli che da un bisturi
si fanno trasformare:
bocca, zigomi, naso, seno,
neanche il “non riconoscersi più”
li può fermare!
E se chiedi loro perché lo fanno,
ti rispondono per riuscire,
l’immagine interiore che han di loro stessi,
a materializzare…
Copiano ed incollano, dunque
sui volti e sul corpo la loro Anima?
E questo è lecito lasciar fare?
Quelli che si spingono ben oltre
di dove trova fine la personale libertà,
una correzione illecita al Passaporto,
“e adesso lasciami passa’!”
Quelli che, senza porger l’altra guancia,
muoiono elettrizzati, impiccati, linciati,
da proiettili perforati
da una puntura letale avvelenati,
“Giustizia è fatta!”
gli animi ora son placati!
Quelli che delle religioni
hanno fatto Terrore:
Cristo predicava l’Amore!
Quelli che sminano
campi minati,
per poi vederli
il giorno dopo
nuovamente seminati!
Quelli che ogni giorno,
salvano vite umane,
e per i più poveri,
chiedon solo, medicine e pane!
Quelli che già santi,
hanno lasciato la vita,
ma un organo hanno donato;
quelli che per sempre grati
lo hanno ricevuto e rianimato!
Quelli che tra le fiamme
oggi sono Eroi,
impariam qualcosa da loro
anche noi!
Quelli che vivon
nel mondo industrializzato,
quelli che nel Quarto,
abbiam dimenticato.
Quelli che soli, incartonati,
ai bordi della strada,
non abbiam mai considerati!
Quelli che nel mondo
chiaman “brava gente”,
son gli Italiani,
ma a volte la frase mente.
Quelli che ne avrebbero da dire,
ma più nessuno
ha voglia di sentire.
Quelli che come me
l’han voluta raccontare,
tutta e fino in fondo
senza lesinare.
Quelli che dicono
che quelli sono loro…
Io invece vi voglio dire che
quelli siamo noi!
Monia Di Biagio
Conclusioni.
(in rima)
Trova qui fine cotanto peregrinare,
in un mondo d’emozioni,
che l’anima assopita, ci vien a solleticare!
Vuol esser osservato, capito, raccontato:
io ho provato a farlo,
no so se ci son riuscita,
eran solo pensieri momentanei,
come momentanea è la stessa vita!
Guardatevi intorno!
Scrutate l’orizzonte e quello che scorgete,
tra voi ed il resto del mondo,
è il ponte:
a volte cruento ed amaro,
a volte dolce ed invitante,
questa è l’esistenza di un essere pensante.
E se poi quel ragionar
fosse sempre positivo
in un mondo migliore,
il nostro cuor,
sarebbe più felice,
di sentirsi vivo!
Ma la vita è questa,
fatta d’amore,
di speranze,
di gioie e di dolore,
quel che conta per il poeta
è mettersi a scrivere
quando l’anima vien toccata
da quel rimeggiante tremore,
che è la voglia di dire e di non tacere,
di condividere tristezza e piacere,
per liberarsi dal sentimental fardello,
per suggerire come potrebbe esser bello,
se solo Amore fosse nostro compagno di Vita,
l’umanità non si metterebbe sempre in gioco
per vincere ‘si disumana partita!
Amiamo ogni cosa tutto ciò che circonda:
da noi stessi, al prossimo al dell’albero la fronda!
Amiamoci e gridiamo com’ è bello amare, vivere, respirare, pensare!
Rallegriamoci d’ogni più piccola cosa,
esultiamo sempre,
facciam sentire il nostro apprezzamento,
anche a chi,
per il solo fatto di esser vivo non lo sente!
Questo è l’ultimo pensiero di un cuore cantore,
eternamente innamorato dell’amore,
che vorrebbe fortemente,
che questi suoi ultimi sobbalzi in petto,
fossero il nuovo inizio per un mondo migliore!
A tutti Voi sentitamente,
Monia Di Biagio.
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