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di Monia Di Biagio Lisa Massei autrice toscana, è nata a Cecina (Li) il 30-04 del 1979, oggi vive a Rosignano Solvay (Li). Diplomata geometra, ma non esercita la professione. Della sua vita ed amore per le Lettere e la scrittura ci racconta: “Mi sono avvicinata alla lettura praticamente per caso, visto che in famiglia ero tutt’altro che circondata dai libri, ho incominciato ad interessarmi alla poesia studiando Montale, Saba e compagnia bella in quinta superiore. Non so come è nata dentro di me la voglia di iniziare a scrivere, forse dai famosi diari di scuola, trascrivendo frasi di scrittori e poi gradualmente scrivendone delle mie. Casualmente poi mi sono gettata nei meandri della mail-art, in un giro di corrispondenze che mi hanno avviato al mondo dell’autoproduzione, ovvero le famose fotocopie riunite e spillate come piccoli giornali artigianali senza fini di lucro, ma volti semplicemente a far circolare idee sotterranee o, come nel mio caso, racconti e poesie, per far circolare insomma le mie cose senza chiuderle in un cassetto o aspettando una casa editrice disposta a pubblicarle che magari non arriverà mai.” Invece poi è arrivata! Ha pubblicato difatti su numerose fanzines, alcune riviste ed antologie underground. Ha collaborato con fanzines come: Out, Fatecelargo scrivendo recensioni di libri; ed attualmente collabora con una rivista Succoacido facendo interviste a case editrici e scrittori. Il sito personale di Lisa Massei è http://mielenero.altervista.org/ Sito dedicato alla narrativa, alla poesia e all'art, molto ben costruito e realizzato graficamente. Ed il perché abbia deciso di intitolarlo “miele nero” Lisa ce lo spiega così: “Mielenero è inchiostro. è Miele dolce, è Miele amaro. Il nome è nato per associazione di idee. Mielenero. Inchiostro. Miele. Barattolo. Calamaio. Pennino. Penna. Scrivere.” Lisa Massei presente anche su nuoviautori, ha collaborato insieme a Carlo Trotta e Patrizia Mazzonetto alla realizzazione della rivista “P.D.C.” legata all’omonimo concorso poetico. Inoltre sue personali recensioni, che lei però ama definire “opinioni di lettura” potete trovarle su www.supereva.it con cui ha iniziato la collaborazione entrando a far parte della nuova rivista telematica dedicata agli autori emergenti "L'Emergente Sgomita" di Matteo Pegoraro. Il suo primo libro è “Insomnia” (Edizioni Il Foglio €10,00 - 84 pagine) un romanzo che come ci spiega l’Autrice stessa: “è un’istantanea… un obiettivo che si fa sempre più vicino. Un viaggio allucinato, una foto aerea, un filmato che zumma per entrare nelle città, nei piccoli centri abitati, nella vita di tutti i giorni. Insomnia è l’occhio che vi sta guardando. È una ragazza che non riesce più a dormire, che non riesce a ricordare da quando ha iniziato a stare male, è una coppia in crisi, Insomnia è la diversità, la difficoltà ad accettarsi, la voglia di farsi male… Insomnia è Elena che corre, che non riesce a trovare nient’altro nella vita che la faccia sentire meglio, Elisa la troia, Rosy, quella con il culo più bello del paese, è una moglie che non si sente più desiderata, è una ladra di libri, è un barista che va con un transex per pura curiosità, è un uomo che lavora troppo dimenticandosi di quello che lo circonda, è la voglia di mettersi i tappi agli orecchi e non alzarsi più dal letto.” Ed ancora ha scritto e pubblicato “Maybe” (Edizioni ComixComunity Euro 4,50 72 pagine) una fusione tra racconto e fumetto (la parte fumettistica è di Oscar Celestini). Di “Maybe” Lisa ci dice: “nasce da una idea di partenza di Oscar, che poi ho completamente stravolto. Morte, Criminalità, Omicidi. L'uomo ghettizzato ridotto a niente. Sullo sfondo di questo scenario si muovono i personaggi. |
Un ex investigatore e un assassino misterioso.” E come aggiunge Laura Scarpa nella prefazione: "È il raccontare che importa, il modo, gli stili, i segni, le parole. Anche il fondo nero, l’impaginazione, contano e il ritmo del vostro respiro nel leggere. Quello che conta è leggerla, guardarla com’è, sfogliare una dopo l’altra le sue pagine e farvi prendere dentro. Si parla di sesso, amore, delitti, morte, si parla di un futuro che aliena, e in questo sfondo si muovono due personaggi che si inseguono, ma che vivono anche le loro vite, separati da tutto." Tra le raccolte di Poesie di Lisa Massei vorrei segnalare: “Painkiller” e “Teste Decapitate” visionabili sul suo sito. Tra i racconti pubblicati su antologie riviste o fanzines invece ricordiamo: Vetri in Mare, Chi ti ha dato la patente?, Nudo , Gaia e Give me a shit quest’ultimo scritto “a 4 mani” con Andrea Consonni. Tra le antologie va certamente citato “ALTRI AMORI” nato da un concorso di Malatempora: autori vari, tra i quali scrittori e scrittrici emergenti, più o meno conosciuti in rete. Tematica? Gli amori diversi. Prefazione di Massimo Consoli. Contiene un racconto di Lisa "Fatti di Stagni e Paura". Ed ancora "Passi Nel Delirio" (2004) Antologia curata dalla redazione de Il Foglio Letterario, uscita come n.23 della rivista rinnovata e dedicata soprattutto alla narrativa, contiene il suo racconto "Come Sono Sotto, Senza Gambe?". "Bar Code" (2004) Antologia curata da Daniela Monreale, allegata al n.22 della rivista "Il Foglio Letterario/Lo Specchio di Medusa", contiene una sua poesia dal titolo "Nel Ricordo". "L'Almanacco del Foglio Letterario" (2003) Antologia realizzata a seguito del concorso "Un racconto per il Foglio" che indice annualmente questa casa editrice scegliendo i migliori racconti pervenuti, il suo qui presente è "Maria Ovvero Libido". "L'Amore" (2003) Antologia di poesie dal tema l'amore, realizzata a seguito di un concorso con votazione on-line sul sito della casa editrice "Il Foglio Letterario". La sua poesia è tratta da "Poesie 2002". "Parole di Carta" (2003) Antologia di sole poesie curata dalla casa editrice "Il Filo", contiene una sua poesia tratta da "Poesie 2002", che è stata selezionata ad un loro concorso a cui Lisa ha partecipato. Ed infine "Mondi" (2002) interessante Antologia curata da Gummo Lab che raccoglie poesie, racconti e fumetti suggestivi. Contiene alcune mie poesie scelte da "Poesie 2002". Ma lisa è anche artefice e realizzatrice di sue "piccole autoproduzioni": ovvero quaderni dalle caratteristiche artigianali che negli anni, come lei stessa ci spiega “mi sono sbattuta a metter su e regalare-scambiare, con il solo scopo di ritagliarmi un piccolo spazio, ma anche e soprattutto per avere un primo approccio con il pubblico, ciò infatti mi è servito per crescere e migliorare negli anni. Accettare critiche e scoprire quanto possano essere diverse e disparate le interpretazioni di ogni lettore. L'ultima raccolta, che risale al 2003 è Painkiller e con essa penso proprio di aver chiuso con le autoproduzioni, per molteplici motivi. Uno dei tanti forse era perchè era finalmente giunta l'ora di fare un passo in avanti.” Tutte le raccolte riportate di seguito sono attualmente disponibili per scambio con altro materiale (previo accordo) o in regalo a chi le richiede con un piccolo contributo per le spese di spedizione pari a 1 Euro cadauna: "Incendio di Mille Foglie" (1997) In assoluto la sua prima raccolta autoprodotta, contenente poesie fra l'esistenziale ed il decadente. Come dice Lisa: ”Un linguaggio molto acerbo, ma ancora oggi rileggendole ricordo quelle emozioni che mi hanno spinto a scriverle.”. "Teste Decapitate" (1999) “Una raccolta brevissima ancora di poesie scritte di getto, intrise di odio e disprezzo, il titolo stesso già dice molto. Una sorta di stile fra lo splatter ed il decadente...”. "Poesie" (1999) “Brevissima raccolta di poesie coprodotta con Progetto Siderurgiko, una piccola etichetta underground. Contiene alcune poesie della sessione di -Incendio di Mille Foglie-”. "Racconti" (2000) “La prima collaborazione in assoluto, divisa con Marika Valtorta, realizzata con doppia copertina, in versione split rovesciato. Trattasi stavolta di racconti correlati da foto. Dei miei contiene "Gaia", "L'Acrimonia", "Da Amore Nasce Odio?" ed "Ero".” "Istinti" (2002) “Seconda collaborazione, stavolta con la disegnatrice Simona Petrucci che ha rappresentato due dei miei racconti "Gaia" ed "Ero" in versione fumetto dalle tinte oscure e pesanti.” "Grigie Prigioni Assolute/Estremismo come nudità mobile" (2002) “Ancora poesie ma stavolta divise con quelle di Cristiano Quadalti, nel formato split.” "Onde d'inchiostro in fogli di carta" (2002) “Sebbene sia la realizzazione più recente, contiene, per parte mia, vecchio materiale, piccoli pensieri dal leggero sapore di saggistica, mentre per l'altro verso versi e pensieri di Barbara Mongarli. Curiosa la realizzazione caratterizzata da buste da lettera con fogli slegati al suo interno.” Ed infine "Painkiller" (2003) “Un ritorno all'autoproduzione con questa raccolta di poesie, una delle cose più recenti che ho scritto... e forse la più matura, quella che mi soddisfa maggiormente.”
1-Ciao Lisa vorrei subito iniziare a parlare dei tuoi libri editi: “Insomnia” e “Maybe”. Due romanzi che oserei definire “forti” forse dei marchi a fuoco per chi li legge, difatti come tu stessa ci dici il primo è da considerarsi “un viaggio allucinato nella vita di tutti i giorni” mentre il secondo “è una storia ambientata alla fine del mondo, quando l'essere umano è costretto a vivere in un pianeta che non si chiama più terra e che non ha niente che gli somiglia.” Dunque da dove l’ispirazione per queste “tematiche scottanti”?
Ciao… be… non le definirei tematiche scottanti. Nelle cose che scrivo ci sono provocazioni, e per certi versi ci sono cose dure da buttare giù, soprattutto per chi è lobotomizzato a guardare il grande dogma del secolo:la tv, per chi crede che “guadagnarsi un posto nella società” significa fare carriera, avere una bella macchina, una famiglia di gomma ecc… probabilmente i miei scritti hanno di fondamento una matrice nichilista, come mi è stato detto. Nel senso che non accetto valori precostruiti. Traggo ispirazione da quello che leggo, dalle esperienze mie e degli altri, dai bei film, da quelli brutti, un po’ da tutto quanto, insomma.
2-Tu ed i libri, tu e la scrittura, tu ed il cinema, tu e la poesia, tu ed i racconti: quanto ami queste cose? Quanto potresti farne a meno? Quanto è importante in tutto questo e nella tua vita, nel tuo linguaggio: la semplicità?
Non credo che potrei fare a meno di queste cose. Sono cose per cui ho lottato e per cui lotto ogni giorno. La semplicità per me è molto importante. Per me la felicità è fatta di cose semplici. E sono queste le cose che amo.
3-Per parlare invece della tua raccolta “Painkiller” vorrei partire citando in primis questa tua poesia:
“Vedere la vita da una lacrima.
Mangiare carta
per cancellare delle parole stampate e
urlare con lo stomaco
ogni male che fa perdere
la vista.
Giallo e verde
al posto degli occhi.
Senza sapere perché
sono diventata una mano.
Occhi grandi come il mappamondo
e tanta voglia di respirare
la tua voce
e le risate
a pieni polmoni
che ti escono dalla pelle.
Un capello morto. La malata voglia di
dividermi nel mezzo dal ridere.
Cullare un figlio nato con 23 anni di
[Ritardo]
e prenderne a calci un altro
con le vene piene di eroina.
Ho capito che il mio vero figlio sei tu.
Non è colpa mia se mi si staccano le
[dita dagli occhi]
Lo sai che mi sono tagliata per entrare
[in questi pantaloni]
Non esiste abito che mi calzi a
[meraviglia.]
Da quanto schifo mi fa
non riesco più neanche a vomitarla.
Delle non risposte significano molto.
E’ piovuto tutto il giorno
Sul quaderno a fiori che ho lasciato
sul balcone.
Ci avevo scritto parole con bava di lumaca.”
Cosa significa dunque per te: “Vedere la vita da una lacrima”, “urlare con lo stomaco”, “La malata voglia di dividermi nel mezzo dal ridere.”, “e prenderne a calci un altro con le vene piene di eroina.”, “Lo sai che mi sono tagliata per entrare [in questi pantaloni]”. Questo è “Painkiller”? Questa è Lisa Massei?
Non mi piace dare spiegazioni letterali sulle cose che scrivo, spiegare delle frasi, dei versi, specie in poesia. Per come la vedo io se mettiamo cento persone a leggere la stessa cosa, avremo cento opinioni diverse, e la bellezza della letteratura forse è proprio questa. Rispondendo invece all’ultima domanda, penso che di me nelle cose che scrivo ci siano evidentemente delle emozioni, delle immagini, qualcosa di vissuto ma non necessariamente sulla mia pelle. Qualcosa che ho visto per esempio, qualcosa che fa parte della mia fantasia. Non scrivo molte cose autobiografiche, mi piace usare la fantasia, mettermi nei panni dei miei personaggi, che siano maschili o femminili, vicini o lontani da me.
4- E “Teste decapitate” (tua altra raccolta di Poesie) quanto si distacca da “Painkiller”? Da quale sentimento diverso nasce?
Teste decapitate è molto più vecchia di Painkiller, ha una maturità diversa, un linguaggio diverso, emozioni e modi di vedere le cose… fra queste due c’è anche A Piedi Nudi. Ogni raccolta apre e chiude qualcosa. Teste Decapitate era più intrisa di odio. Painkiller nasce da una disperazione differente, più mirata, più interiore.
5- Passiamo alla narrativa, i tuoi racconti: nello specifico vorrei parlare di “Gaia”, in assoluto il primo racconto che hai scritto, a cui sei ancora molto legata, anche se definisci il linguaggio che hai utilizzato “un pò stucchevole”. In quel “nessuno sa leggere le parole di Gaia” come lo rapporti ai catastrofici avvenimenti degli ultimi giorni?
Gaia è il primissimo racconto che ho scritto ed è nato da sentimenti diversi da quelli a cui ti riferisci. Gaia parla della diversità. Dell’esclusione. Dell’emarginazione. Se proprio devo rapportarlo agli avvenimenti degli ultimi giorni, direi che quella frase, per coincidenza, non stona in un contesto del genere.
6- Quale è stata “la soglia di passaggio” tra “Gaia” e gli altri tuoi racconti, dove linguaggio, tematiche atmosfere sono completamente diversi?
La soglia di passaggio, credo si sia realizzata per via di un mio cambiamento interiore (ci sono anni di differenza fra Gaia e gli altri racconti che hai letto), non escluderei poi il fatto che ho cambiato gusti e ho scoperto il genere di letteratura che mi piace, negli ultimi anni ho letto libri molto significativi che mi sono stati consigliati da amici, e questo credo abbia influito anche nella mia scrittura.
7-Come hai trovato scrivere un libro a 4 mani, nel tuo caso “Give me a shit” con Andrea Consonni. Cosa hai imparato da questa esperienza di scrittura collaborativa? Cosa ti ha dato in più o in meno?
Andrea è un mio carissimo amico e credo molto nella sua scrittura. Scrivere con lui Give me a shit (non è un romanzo, ma un racconto di media lunghezza) è stata una esperienza forte, le nostre parole si sono legate bene insieme, in modo naturale e credo che non capiti spesso quando si scrivono cose a quattro mani. In meno non credo mi abbia dato niente. In più sicuramente una esperienza insolita. Ho imparato a scrivere sulle parole di un’altra persona, ad andare oltre con la fantasia, a inventare su qualcosa che era già avviato. È stata davvero costruttivo.
8-“ALTRI AMORI”: Antologia del Concorso Malatempora è un libro di racconti gay e lesbici non omogeneizzato e non politically correct anzi, decisamente “scorrect”. Ed il tuo racconto selezionato ed ivi inserito lo è uncorrect? Chi è fatto di Stagni e Paura?
Mi ha fatto piacere comparire su quella antologia, sebbene non mi sia piaciuto molto lo spirito di diversi racconti. Il mio racconto comparso è stato Tracce di rossetto su una tazzina di caffè, non Fatti di stagni e paura, come mi avevano erroneamente detto. Chi è fatto di stagni e paura? Tutte le persone sensibili… quelli che vengono definiti diversi… Tracce di rossetto su una tazzina di caffè, si credo si uncorrect. È un racconto sentimentale. Visto dagli occhi di chi si deve esporre, deve aver coraggio.
9-Passando alle tue Autoproduzioni, quelle che tu ami definire “quaderni dalle caratteristiche artigianali” e scambiare con altri Autori e lettori. Qual è quella che ti ha più impegnato nella realizzazione ed a opera compiuta maggiormente soddisfatto?
Difficile dirlo… nella realizzazione credo più o meno tutte allo stesso modo. La grafica delle mie autoproduzioni è sempre stata molto semplice... quella che più mi ha soddisfatto, soprattutto a livello di contenuti, forse è Painkiller, che segna in qualche modo la fine delle mie autoproduzioni, finchè non cambierò idea… (Infatti non credo di farne più, almeno per un pò) Probabilmente perché è la più recente, è quella che mi si avvicina di più.
10-Ed eccoci giunti all’ ultima classica, immancabile, domanda di ogni mia intervista: se per alcuni istanti, la Maestra, Mentore di un qualunque giovane alle prime armi, potessi essere tu, cosa consiglieresti di fare per accingersi a calpestare il sacro suolo dell’Arte in tutte le sue forme?
Consiglierei di farlo in modo onesto. Per vera passione. Consiglierei di farsi un esame di coscienza, di non credere che sia tutto oro, di non credere di essere scrittori alla prima cosa scritta. Direi anche che se ci sono editori disonesti, o che comunque non sanno svolgere il proprio lavoro, se ci sono editori che sono più che altro tipografi, è perché ci sono tante persone affamate di pubblicare senza sapere, in verità, che cosa stanno facendo. Senza conoscere neanche minimamente il mondo dell’editoria. Lo stesso, credo che possa valere per altre forme di arte…
Grazie a Lisa Massei, per la sua cortese e graditissima partecipazione.
Caramente, Monia Di Biagio.
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