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"10 domande a..."

-Massimo Baglione-

di

Monia Di Biagio

Il suo nuovo sito personale, appena nato, è: http://xoomer.virgilio.it/massimo.baglione/

Il suo Forum invece: http://maxbaglione.mastertopforum.com/

Anche se su internet non ha pubblicato molto, perché come afferma lui stesso “preferisco aspettare che la buona sorte mi faccia pubblicare su carta.” Comunque, si possono trovare alcuni suoi racconti su www.nuoviautori.org, nella sezioni: “Testi on line-Racconti” e  su “Downloads-Racconti-Fondazione, anno1” . Ne ha scritti altri di vario genere, ma per ora sul web ci sono solo questi. Altri suoi racconti sono: -Marika- (racconto di carattere erotico); -La donna dipinta per caso- (racconto ambientato sia nel 1500 che nel presente); Mistero attorno ad un dipinto di Leonardo; La spina infinita; i pensieri di Max, una recluta scontenta; -Fondazione, anno 1- (Racconto di fantascienza); -Daniel- (Racconto di fantascienza); L’albero del sorriso; L’incendio; Oltre l'Equatore. Invece ha un libro di poesie illustrate che stampa da sè e che scambia “alla pari” con altri artisti che come lui dice “incontro in giro, siano essi scrittori, pittori o musicisti, non importa.” Una sua biografia con foto e poesia è stata recentemente pubblicata sull' "Enciclopedia dei poeti italiani emergenti" di Aletti editore che lui considera come un “primo passo verso la carta”. E visto che io quell’Enciclopedia a casa ce l’ho, perché ci sono anch’ io, vi dico che Massimo, alias Max72 qui su nuoviautori, è a pag. 20 e la poesia che hanno scelto come più rappresentativa tra le sue è “Freddo rovente”. La sua Biografia ce la racconta lui proprio così: “Mi chiamo Massimo Baglione, sono nato a Belluno il 20 maggio 1972 e vivo a L'Aquila dall'87. Sono un single sfegatato e vivere da solo non fa che accrescere questa mia gioia! Ho il diploma di odontotecnico, ma dopo aver provato quell'attività ho capito che non faceva per me...anche se ero bravo con le dentiere. Poi una ditta di software cercava programmatori "on the road", cioè autodidatti, in grado di risolvere problemi a modo loro e mi assunsero. Le nottatacce in bianco per trovare risoluzioni impossibili a piccoli problemi trovarono finalmente il loro sfogo. Ho lavorato 2 anni con loro. Poi li ho lasciati perchè capii che non era normale uscire dall'ufficio sempre col mal di testa e gli occhi gonfi. Allora mi sono buttato nell'edilizia, ho una ditta individuale di controsoffittature. Questo lavoro mi piace moltissimo, è faticoso certo, ma mi realizza. Max_72 scrittore nasce nel 1991, quando per caso comprò un quadernone per scriverci sopra alcune frasi famose che sentivo o leggevo in giro. Una domenica, mentre cazzeggiavo con gli amici sotto i portici, mi si è accesa una lampadina. Sono andato a casa di corsa, ho aperto il quaderno e scrissi per la prima volta qualcosa di mio. Da allora ho al mio attivo centinaia di poesie, metà delle quali illustrate e pronte alla pubblicazione non appena qualcuno si accorgerà che esisto. In questo sito mi sono stati gentilmente pubblicati il racconto breve "L'albero del sorriso" e "Fondazione, anno uno" e lì troverete un breve elenco delle opere più importanti che ho scritto finora. Per due volte mi è stata proposta la pubblicazione di un libro, ma la proposta di trovare uno sponsor o pagare di tasca mia era lontana dalle mie possibilità. Aspetto di pagare tutte le tasse arretrate e poi ci ripenserò meglio con calma. Per il momento mi accontento di scambiare "alla pari" i miei testi con altri autori...Un modo come un altro per sentirmi vivo. Se avete consigli a riguardo sono ben accetti, ovviamente!”

1) Mi sembra scontato chiederti che sensazione hai provato quando su quel “quadernone” degli aforismi, hai per la prima volta scritto una frase tutta tua? 13 anni fa, se non erro era il 1991, come è cambiata la tua vita? “Scrivere” può essere considerata una consapevolezza in più di ciò che siamo e dove stiamo andando?

La sensazione che ho provato è simile a quella del risveglio dopo un’anestesia totale. Fu qualche giorno dopo che la prof di italiano non credeva che il tema libero che avevo composto era opera mia. Invece lo era. Ora vorrei davvero avere qui quel tema e rileggerlo, sfortunatamente non ne ricordo neppure una parola. Le prime frasi che scrissi su quel "quadernone" furono:

Due giocatori di poker,

uno di fronte all’altro:

uno con un poker,

l’altro con una scala reale.

L’amore è la stessa cosa.

Non che sia qualcosa di particolare, ma mi piacque tantissimo. Da allora, è vero, sono passati già 13 anni. Cavolo come passa il tempo ragazzi! La mia vita è cambiata, ma per sapere come, dovrei sapere cosa o chi sarei ora se quel quadernone non l’avessi mai comprato. Forse sarei un perfetto sconosciuto (più di ora insomma), o forse nel tempo “perso” a cercare rime avrei imparato a giocare al lotto e magari sarei già milionario con un sistema inventato da me. Chi sono lo so e scrivere mi da modo di fermare nel tempo questa consapevolezza, come tante piccole polaroid. Dove sto andando… non so, ma se lo sapessi cercherei di cambiare strada. Per ora mi basta sapere da dove vengo e dove sono. Posso solo sperare che arriverò ad un punto in cui potrò fermarmi un attimo e dirmi: “E bravo Max, ora puoi anche morire in pace!”.

2) Molti si staranno chiedendo, e forse in qualche meandro refuso della mia mente anch’io: che ci azzecca un odontotecnico, un informatico, un costruttore edile con la poesia? Puoi spiegarcelo riportando l’opera, tra le tue, che più ami?

Eheheh...Ho studiato da odontotecnico perché era la scuola più facile. Finita la terza media ero uno scapestrato e volevo a tutti i costi andare a lavorare. Poi mio padre, tramite l’abile intercessione di un suo amico professore, mi convinse a provare a fare almeno il primo anno. Dopo avrei potuto decidere di fare quello che volevo, sia di continuare gli studi se la scuola mi fosse piaciuta, sia di lavorare se dimostravo che proprio non avevo la testa per i libri. L’informatica l’ho appresa da autodidatta. Tutto cominciò quando mio padre mi regalò un fantastico Commodore 64! Pian piano ho studiato per conto mio vari linguaggi di programmazione fino a quando, tanti anni dopo, seppi che una ditta di software cercava un esperto proprio nel linguaggio che sapevo io e che all’università non insegnavano. Presi la palla al balzo e grazie a loro ho imparato tantissime altre cose, anche segrete. Ma questo non dovrei dirvelo perché sennò gli agenti segreti mi mettono al gabbio, quindi fate finta di non aver letto, ok? Nell’edilizia ci sono entrato come operaio quando decisi di vivere da solo, nel 1995. Giusto il tempo di rubare il mestiere ed aprire una ditta individuale ed eccomi qui. Non c’è una mia opera che possa spiegare tutto questo, appena la creo ve la farò leggere!

3) Perché questa intensa voglia di carta stampata? Reputi giusto pagare per pubblicare? E visto che intanto è così, lo farai? Pagherai per vedere un tuo libro in libreria? Non trovi molto più onorevole quello che fai tu “scambiare” un’opera per un’opera, con un altro artista?

La tecnologia può svilupparsi come gli pare, ma un libro resterà sempre un oggetto che tieni da qualche parte e sfogli quando vuoi. La versatilità di un e-book è indiscutibile, ma io sono all’antica e spero davvero che la carta (anche se sintetica) non smetta mai di dare queste emozioni. Dal punto di vista di un autore, è normale che sia ingiusto pagare per essere pubblicati, soprattutto se si crede davvero di avere per le mani un opera valida. Però, se provo a mettermi nei panni di un editore, il tutto prende una forma diversa. Lui lavora ed io sono il suo lavoro, nulla più. Posso solo sperare di imbattermi per caso, un giorno, con qualcuno che dica a qualcun altro di passare sottobanco una mia opera direttamente sul tavolo di un editore, con un appunto che dica più o meno così: “Hey capo, leggi questo, è davvero forte!”. Appena potrò, sì, pubblicherò a pagamento. Se è quella l’unica via per farsi conoscere, la prenderò di petto ringhiando! Scambiare alla pari mi piace perché ho l’opportunità di conoscere meglio altri artisti sconosciuti e che probabilmente resteranno tali per sempre.

4) Hai scritto centinaia di poesie, metà delle quali illustrate e pronte alla pubblicazione, non appena qualcuno come dici tu “si accorgerà che esisto.” Scambi le tue poesie perché questo, almeno, sempre come dici tu “mi fa sentire vivo”. Permettimi una domanda-battuta: in un’altra epoca hai forse scritto tu “Les Fleurs du mal”? Questa tua spiccata personalità nel mondo dell’arte, che pure si ostina a voler passare inosservata, non è forse la medesima dei poeti maledetti d’un tempo?

Eh, bei tempi quelli!

5) Secondo te perché ti hanno inserito nella Enciclopedia dei poeti italiani Emergenti? Tu sapevi che per farla ci sono voluti 18 mesi di lavoro e che su 6000 autori visionati, 7000 e-mails ricevute e più di 40.000 poesie lette siamo stati inseriti e selezionati solo in 762 autori? Ti propongo a tal proposito una frase da aggiungere al tuo vecchio quadernone: “se carta canta e la matematica non è un’opinione….”

Questa è una domanda facile e ti risponderò altrettanto semplicemente: perché sono bravo (!) e perché per dare il mio assenso alla pubblicazione ho dovuto comprare la loro rivista.

********

Rileggendo L’intervista di Max sono costretta ad aggiungere un P.S. qui di seguito, onde evitare reclami da parte dell’Aletti Editore: nessun autore presente nella Enciclopedia è mai stato costretto ad acquistare la stessa. L’autorizzazione alla pubblicazione ci è stata richiesta per iscritto “io sottoscritta autorizzo ecc.ecc.” subito dopo essere stati selezionati, senza clausole d’acquisto, e penso che nessuno dopo mesi di attesa per sapere se ce l’avremmo fatta oppure no a rientrarci, non l’abbia data! Comprare o no l’Enciclopedia era un’optional per tutti i presenti! La comunicazione per lettera agli autori presenti, che l’Enciclopedia era uscita, è arrivata, dopo che la stessa era già in libreria e nelle Biblioteche Italiane, e recensita su varie riviste Letterarie compresa naturalmente “Orizzonti” della Aletti. Si poteva cestinare tale lettera, o come ho fatto io utilizzarla per telefonare all’editore e farmene inviare 1 copia. Nessun obbligo di averla a casa! Forse l’unico obbligo era di ordine psicologico, nel senso “ora che ci sono e che è uscita la voglio avere”, ergo almeno, 762 copie sono state vendute, ma questo è un altro paio di maniche. Per ogni Antologia, Rivista letteraria ecc.ecc., dove si viene inseriti, funziona nello stesso identico modo, anzi in alcuni quella clausola all’obbligo di acquisto di cui parlava Massimo c’è veramente. Ma non è questo il caso!

**********

6) Se domani ti dicessero, e ti proponessero: “ti assicuriamo che diventerai uno scrittore famoso, ma senza apportarti prove concrete di ciò. Devi solo crederci e lasciare il tuo lavoro, ogni impegno attuale e dedicarti solo alla scrittura…” Lo faresti?

Se mi proponessero una cosa simile, vorrebbe solo dire che sono bravo davvero e che a loro farebbe comodo così, per affari suppongo. La fama mi alletta, non oso negarlo, ma prima di lasciare il mio lavoro, che tra l’altro mi piace, dovrei avere delle certezze in più. E poi loro non sanno che dormo poco, quindi probabilmente non sarebbe necessario lasciare il lavoro! ;-)

7) Matteo Pegoraro ha recensito il tuo racconto L’ALBERO DEL SORRISO dicendo: “Un racconto che, in preda alla stanchezza, avevo erroneamente sottovalutato. Profondo e sensibile, un ricordo dolce-amaro in un’atmosfera senza tempo…E un leggero amabile alone di ambiguità che fa pensare.” Da cosa è scaturito esattamente questo tuo racconto che io ho letto e trovo particolarissimo, perché tra le righe c’è tanto scritto, più che sulle righe stesse?

Ecco, ora sono commosso… ‘spetta che asciugo la lacrimuccia…Quando ho letto quella piccola recensione di Matteo l’ho ringraziato tanto, perché un complimento da lui deve per forza essere sincero. Ora mi ritrovo nella stessa situazione, ma con te. Quel racconto è per tre quarti autobiografico, nulla più. E’ nato per caso, quando un’amica scrittrice mi propose di creare una raccolta di brevi racconti rurali. Ne scrissi due in una notte, lei si arrese subito e mi fermai lì.

8) Domanda psicologica, preparati. In questa frase estrapolata sempre da L’ALBERO DEL SORRISO: “In realtà cercavo di capire perché mai un uccello dovesse scavare il suo nido quando altri suoi simili se lo costruivano con dei semplici rametti.” Forse involontariamente ti riferisci proprio alla tua infanzia, visto che poi sotto ce la racconti e ci dici che ti stavi preparando a divenire “l’uomo di casa”? E tu, che oggi lavori nell’edilizia, a quale tipo di nido porti più rispetto? Al primo, quindi al te stesso di allora e forse di oggi?

Cavolo! Spero che questa consulenza sia gratuita! L’uomo che sono oggi mi rende orgoglioso, se non altro perché me la cavo da solo, non ho problemi con nessuno, escludendo il fisco che attende impaziente mie notizie. Il ragazzetto che ero allora mi dà solo malinconia, perché a quei tempi era tutto più semplice. Sono cresciuto in fretta, è vero, con pochi e semplici principi che rispetto da sempre. Crescere in fretta vuol anche dire imparare ad affrontare prima degli altri i problemi che la vita s’inventa ogni giorno per darti noia, ma vuol anche dire sentirsi diversi, o forse emarginati, da tutti coloro che sono cresciuti in modo “normale”. Ma questo non mi preoccupa, sono felice così.

9) La tua narrativa, il tuo raccontare, come ho anche riportato poc’anzi nella presentazione, non si ferma solo ad un genere letterario: hai all’attivo un racconto erotico, due di fantascienza, due storici. Questo perché vuoi cimentarti e confrontarti con ogni genere? E quali tra questi, è appunto, il genere che preferisci, se ce ne è uno?

Non lo so. L’esperimento con l’erotico è stato fantastico perché iniziò per caso ispirandomi alla vita della mia migliore amica. Il risultato finale non mi dispiace affatto. Mia sorella dice che “sono un porco, ma sono bravissimo”. La mia migliore amica mi ha pregato di fare il seguito. Con la fantascienza ho iniziato perché mi piace molto come lettura e cominciai ambientando “Fondazione, anno uno” nell’universo inventato dal grandissimo Isaac Asimov e la sua saga della Fondazione. Gli altri sono frutto di un’esigenza, quella che dal profondo ti urla di scrivere a tutti i costi ogni volta che hai una buona idea. Sono uno scrittore del genere “Datemi una qualsiasi buona idea che ci lavoro su.”

10) Ultima domanda quella classica quella che a chiusura intervista propongo ad ogni autore: tu che in questo mondo fatto a volte “solo di parole” stai provando ad entrare, ma secondo me ci sei già riuscito, dalla porta principale, cosa consiglieresti ad un altro esordiente?

Consiglierei una cosa che io cerco sempre: le critiche negative! Solo quelle fanno bene. Non fidarsi mai degli apprezzamenti degli amici, loro non hanno nulla da perdere a farti felice. Le critiche che intendo io sono quelle di altri “colleghi”, di editori, di professori, insomma di gente che sa quello che dice e, soprattutto, devono essere persone che non ti conoscono. Inoltre, lo inviterei a leggere i consigli dei grandi scrittori, come ad esempio “La pagina del romanziere” di Crawford Kilian. Si può trovare un link a quelle pagine sul sito di www.nuoviautori.org nella sezione “News”. Per finire, gli direi di non perdersi mai d’animo. Anche se è dura avere conferme da editori, l’importante è prima di tutto scrivere per passione.

Grazie a Massimo Baglione, per la sua cortese e graditissima partecipazione.

 Caramente, Monia Di Biagio.

 

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