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www.sodapop.it |
Mirafiori
Kids - Nove Pezzi Del Rompicapo Mondiale (Autoprodotto,
2001) |
Bentornati!
Dopo nove anni dal loro primo omonimo lavoro (uscito per
Circus/Blu Bus) e un 7", qui per intero riproposto,
ecco il secondo lavoro che li presenta con lievi cambi
di formazione e la partecipazione di Lalli in quattro
pezzi. Completamente autoprodotto, e di questo ne parlano
ampiamente nel libretto accluso. È quel genere
di dischi che sgorgano dal cuore, istintivi e sinceri,
che scaldano, scuotono dal torpore, ti fanno sentire meno
solo e impotente. Punk rock melodico con ruvide chitarre
in evidenza. Testi spontanei ed ispirati che guidano su
sentieri di antagonismo, lotte antimperialiste e anti-globalizzazione.
Parlano dei nostri sogni di uguaglianza e libertà,
di storia e di memoria, soprattutto, in un periodo in
cui la memoria si è persa e il qualunquismo sta
pericolosamente annebbiando la capacità di leggere
chiaramente gli avvenimenti. Più curato, articolato
ed ispirato del precedente; dischi come questo sono sempre
più rari nel nostro panorama musicale. Dischi da
tenere stretti e valorizzare, diffondere, rispettare.
Da segnalare le "cover" di Tenco e Stormy Six
(rispettivamente E Poi Ci Diranno e Dante Di Nanni), un
pezzo scritto da Stefano Giaccone dei Franti e alcuni
pezzi belli come La Distrazione e Il Seme Della Rivoluzione
o commoventi come Ritorneremo Sulla Langa.
Contatti: Gianni Sappa, via Podgora 35, 10100 Torino;
tel. 011.3173366; e-mail: mirakidz@mailcity.com; sito
web: www.geocities.com/sunsetstrip/towers/1163.
Daniele Briganti
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"Liberazione",
24 ottobre 2002 |
La
colonna sonora della lotta del movimento per la pace |
"Not
in my name" (non in mio nome, non per conto mio),
il cd contro la guerra realizzato per "Suoni di
Liberazione", è pronto. Da oggi al 9 novembre,
data in cui uscirà nelle edicole, il giornale
ospiterà un lungo count-down (conto alla rovescia)
scandito giorno per giorno dal racconto di un brano,
della sua storia e di quella degli artisti che l'hanno
registrato sul nostro disco. Pian piano sveleremo così
l'elenco delle canzoni (quello che in gergo si chiama
title-track) fino a comporre, proprio nel giorno dell'uscita
in edicola il quadro completo dei brani e degli artisti.
Ora che la meta è quasi raggiunta possiamo dirlo:
non è stata un'avventura facile. Da tempo con
Paolo Pietrangeli si pensava di realizzare un disco
contro la guerra, contro l'idea stessa di guerra, ma
al momento di mettere su carta il progetto ci eravamo
accorti che la mole immensa di materiale musicale disponibile
rendeva difficile il compito e ardua la scelta. Lavorando
di lima e di scalpello confrontando i nostri gusti (che,
come è giusto, non sempre convergono) si era
definito un elenco di trentasei titoli con dolorose
rinunce. Troppi per poter essere raccolti in un disco
solo. A quel punto, però, si è deciso
di non scegliere, ma di fermarsi lì e passare
ad altri la palla. Con l'aiuto e la partecipazione attiva
di Mick Anelli, cantante, chitarrista e frontman dei
Groovers (che, tra l'altro, si è "sciroppato"
l'ingrato compito di mettere le pezze giuste agli inevitabili
disguidi nei rapporti con le band), abbiamo lanciato
un appello a tutti i gruppi e gli artisti italiani da
tempo impegnati su quest'argomento. Il succo del discorso
era il seguente: "Scegliete un brano tra questi
trentasei, fatelo vostro e reinterpretatelo per Liberazione".
Il miracolo s'è compiuto. Nonostante il pochissimo
tempo a disposizione ce l'abbiamo fatta. Il risultato
finale è un lavoro interessantissimo sia sul
piano politico-musicale che su quello tecnico. Nel corso
dei prossimi giorni, per rispettare il "giochino"
del disvelamento progressivo racconteremo di più
sia sugli artisti che sui brani anche se non riusciamo
a tenere ancora segreto un evento il cui valore va al
di là del CD: il ritorno in sala di registrazione
di Tommaso Leddi e Umberto Fiore, cioè il chitarrista
e il cantante dei leggendari Stormy Six, che hanno "regalato"
a Liberazione un brano originale. Per i pochi fortunati
che hanno già potuto ascoltarlo è stata
una forte emozione risentire l'inconfondibile voce de
"La fabbrica" e di "Stalingrado"
uscire dalle tracce del master. Il ritorno (sia pur
parziale) di un pezzo della storia musicale di questo
paese non è l'unica sorpresa di un disco concepito
per essere colonna sonora alla lotta del movimento per
la pace e che, traccia dopo traccia, si rivela capace
di emozioni e sensazioni forti. La maggioranza dei brani
proposti sono conosciuti, si va da Dylan a Fossati,
da Country Joe McDonald a De André, da Lennon
a Tenco, da Pietrangeli a De Gregori, ma appaiono "nuovi"
perché ciascuno è "ripensato"
e filtrato attraverso la personalità degli interpreti.
Questo avevamo chiesto agli artisti e questo ci hanno
regalato mescolando i generi e finendo per disegnare
una caleidoscopica rassegna dei linguaggi principali
della musica di oggi. Come si è già detto,
da domani inizierà la lunga cavalcata di presentazione
dei quindici brani e dei quattordici artisti che ce
li hanno regalati. Oggi, però, è tempo
di ringraziamenti per chi sul disco non compare: i tecnici
degli studi, i corrieri improvvisati e tutti quelli
che con il loro lavoro hanno reso possibile il miracolo.
Un grazie grande come un castello con annesse scuderie
va, infine, a Daniele Denti, l'indimenticato chitarrista
dei Settore Out passato poi alla live band di Gianna
Nannini. Anche lui, per "Liberazione", è
uscito dal suo guscio ed è tornato in sala per
curare il missaggio finale di questo disco. Aveva accettato
di perdere "qualche minuto giusto per dare un'occhiata"
e, dopo aver ascoltato il materiale, si è tolto
la giacca, ha disdetto tutti gli impegni e ha curato
l'intera fase della produzione. Sulla copertina del
disco il suo nome non c'è perché la sua
è stata una sorpresa imprevista. Insomma, in
un periodo in cui da più parti si criticano gli
artisti italiani perché, pur prendendo posizione
contro la guerra, faticano a elaborare un progetto collettivo,
"Liberazione" ha fatto un piccolo miracolo.
Si intitola "Not in my name", è un
cd che ci piace moltissimo e che dal 9 ottobre tutti
potranno acquistare in edicola al prezzo di 8 euro.
Gianni Lucini
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LIBERAZIONE
30/10/2002 |
NOT
IN MY NAME - compilation contro la guerra
Suoni di Liberazione
Mirafiori
Kidz «E se ci diranno» |
Il
Cd giorno per giorno
Nella cultura popolare che, come insegna Gramsci è,
in fondo, la memoria collettiva di un paese, Luigi Tenco
è rimasto prigioniero di un mito romantico inventato
e raccontato dai rotocalchi in quella tragica notte del
26 gennaio 1967 quando, dopo aver cantato sul palcoscenico
del Festival di Sanremo, si suicida nella sua camera d'albergo
con un colpo di pistola alla testa. Di lui, infatti, oggi
si ricordano quasi esclusivamente le bellissime e poetiche
canzoni d'amore e non la ricca e originale produzione
più "politica".
Quello che emerge dalle lacrimevoli biografie è,
in realtà, un personaggio falso. Luigi Tenco era
un compagno dagli occhi aperti, capace di straordinarie
sintesi poetiche della realtà e delle ragioni di
chi voleva e vuole cambiarla.
Abbiamo
ritenuto quasi un dovere inserire in un cd come "Not
in my name" la sua "E se ci diranno". E,
come accaduto per i Marmaja con "Il disertore",
anche qui c'era un gruppo che vantava una sorta di "diritto
di prelazione" nei confronti del brano. Erano i Mirafiori
Kidz, una band che nel 2000 aveva inserito questa canzone
nell'album "Nove pezzi del rompicapo mondiale"
e che ne ha fatto uno dei punti fondamentali delle sue
esibizioni dal vivo. Prima
di accettare la disponibilità di altri artisti
a cimentarsi sul brano abbiamo perciò voluto parlare
direttamente con loro. La trafila è stata la stessa
di tutti gli altri, semplice e rapida: telefonata («siete
disposti a regalare un brano per un cd contro la guerra
da allegare a Liberazione») e accordo trovato senza
troppe spiegazioni.
La
versione contenuta in "Not in my name" è
stata registrata dalla formazione dei Mirafiori Kidz al
gran completo con Giovanni Sappa che canta e suona il
basso, Armando Casaroli alla chitarra, Paolo Fara alla
chitarra e ai cori e Flaviano Sciarpa alla batteria. Musicalmente
esplosiva aggredisce l'ascoltatore con un chitarrismo
da murales, tipico dei primi Gang e dei primi Litfiba.
L'esecuzione è in linea con la definizione che
del gruppo ha dato un critico come Federico Guglielmi
del magazine "Mucchio Selvaggio": «un
rock and roll solido nelle strutture ed evocativo nelle
atmosfere, dotato però della forza interiore e
dell'indole barricadera tipica della miglior canzone popolare».
Nel
testo hanno introdotto una leggera modifica alla versione
originale scritta da Tenco. Nella struttura domanda-risposta
che il cantautore mutua dalla tradizione popolare lasciano
intatta la domanda («E se ci diranno che per rifare
il mondo/ c'è un mucchio di gente da mandare a
fondo/ noi che abbiamo visto troppe volte ammazzare/ per
poi dire troppo tardi è stato un errore
E
se ci diranno che è un destino della terra/ selezionare
i migliori attraverso una guerra/ noi che ormai sappiamo
che i più forti/ sono sempre i primi a finire morti
»)
ma giocano a creare suspense nella risposta ritardando
fino alla quarta ripetizione il "no" con il
quale Tenco accompagna ogni ritornello «Noi risponderemo,
noi risponderemo
». Ne esce una versione sospesa
che prende per mano l'ascoltatore e lo porta a cantare
sull'ultima, decisiva presa di posizione, il suo "no"
rispetto all'infinito. No, alla guerra, alla società
e al sistema che la genera.
Gianni Lucini
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A
rivista anarchica 4/5/2001 |
Musica&Idee
- Mirafiori Kidz
"Perchè ci rimane in testa un qualsiasi motivetto
del cazzo... (vedi testo
completo) |
Riecco.
Dopo qualche anno di silenzio ufficiale (ben sette ne
sono passati dall'album di esordio, quello con in copertina
il bambino con la kefiah, una pistola in mano e due occhi
grandi così, ma loro non avevano mai smesso di
suonare), i Mirafiori Kidz con un nuovo cd. Il
testo che ho riportato qui sopra
è la presentazione scritta nell'inlaycard: l'ho
messa per intero, non me la sentivo di ritagliare nemmeno
una parola. Sembra che dal loro primo lavoro su Blu Bus
il tempo non sia passato: ancora le loro canzoni evocano
quelle atmosfere "combat" tante care al gruppo
(ed ai numerosi sostenitori) sin dagli inizi, anzi la
formula viene riproposta con rinnovata energia e maturate
capacità tecniche.
Questa è musica intrecciata a passione e sudore
che si traduce in amori Clash mai rinnegati, chitarre
ruvide al punto giusto e base ritmica martellante ed operaia.
I testi sono impegnati/militanti e scritti di getto, con
quel pizzico di sincerità che manca ad altri gruppi
altrettanto impegnati sì, ma che mirano anche se
non proprio alla classifica, almeno alla bella recensione
su carta patinata. Questo è una specie di album
concept dedicato al sogno della rivoluzione in cui si
incontrano partigiani e terroristi, il Subcomandante Marcos
seduto dietro a Che Guevara in viaggio in motocicletta
(disegnati in copertina, oltre che citati tutt'e due qua
e là) e un pezzetto cospicuo delle mille facce
incontrate alle manifestazioni di piazza e ai concerti
nei centri sociali.
Si distinguono un remake rock/pestone di E se ci diranno
di Luigi Tenco, Incontrandoti per caso scritta
da Stefano Giaccone /ex Franti), un'autocitazione dell'anthem
Torneremo sulla Langa e una versione di Dante
di Nanni che scandisce ulteriormente l'ingresso degli
Stormy Six nella Hall of Fame rivoluzionaria per acclamazione
popolare.
Impossibile non notare la partecipazione di Lalli: voce
stupenda, da vent'anni sulle barricate sonore. Impossibile
non notare anche la voce dei figli piccoli di uno dei
componenti, testimonianza semplice e, se vogliamo, commovente
di come riuscire a trasmettere certi amori solo tenendo
un bambino per mano. L'album è autoprodotto e non
viene distribuito commercialmente: lo potete però
trovare ai concerti del gruppo e in qualche centro indipendente,
oltre che nella lista di Musica per A.
Marco Pandin
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Rockit
22/7/2000 |
[AAVV]
Fuori dal Mucchio vol.2
- Compilation
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Sono
nove le bands riunite in questo cd che racconta la scena
combat-folk italiana, cioè la scena costituita
da quei gruppi che uniscono la musica folk all'attenzione
per i testi socialmente impegnati (combat). La
compilation è prodotta dal settimanale Mucchio Selvaggio
e riesce a fotografare bene il panorama, beccando sia
i gruppi minori che quelli principali: primi fra tutti
i Modena City Ramblers, che col loro primo demo ("combat-folk")
coniarono il termine che descrive il genere stesso, e
che per questa occasione hanno messo a disposizione il
brano live "La banda del sogno interrotto",
pezzo che sicuramente avrete sentito ai concerti dei Modena,
con un testo contro la mafia e in sostegno a tutti i veri
siciliani.
Tra i gruppi presenti nel cd sono confermate le qualità
e le capacità di Tupamaros e Folkabbestia!, gruppi
che già apprezzavo e conoscevo, mentre scopro con piacere
i pugliesi Pseudofonia che azzeccano due bei brani su
due: Fermento e la trascinante Galleggiare;
spero di ricevere presto del materiale per parlarvene
ancora.
I torinesi Mirafiori Kidz (il nome è tutto un programma!),
invece, sono un gruppo non proprio folk, ma piuttosto
rock e presentano due brani, il primo con Lalli corre
via liscio, mentre il secondo ("Globalizzazione")
mi delude un po' perchè risulta troppo estremo nei testi,
così che le parole male si sposano con la musica. Ed è
un peccato perchè sui Mirafiori Kidz avevo creato delle
aspettative: li invito ad alleggerire i testi semplificandoli
in modo che sia possibile affezionarsi ad essi (oh, non
e' necessario banalizzarli!! ma solo sfoltire i testi
dai termini quasi-tecnici) e attendo anche qui un lavoro
completo per esprimere un giudizio più preciso.
Per gli altri gruppi, vale una sola considerazione: tutti
musicalmente ricchi e validi, ma tutto sommato poco incisivi
e risultano, a mio avviso, di riempimento.
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Informagiovani
n. 1 - 2001
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Mirafiori
Kidz - Nove pezzi del rompicapo mondiale
Cd autoprodotto. |
Nè
rockstar nè profeti, ma Mirafiori Kidz. La gloriosa band
torinese che per quello che fa e per come lo fo è un autentico
esempio di onestà, credibilità e coerenza. Il più recente
capitolo dello loro produzione è un bel cd, che nel titolo
si rifà a uno scritto del subcomandonte Marcos del 1995
e dal punto di vista dei contenuti propone lo consueta
miscela di rock tetragona e ruspante e testi che trasmettono
idee, passioni, memoria e futuro. Un disco autoprodotto
sincero e emozionante, soprattutto in alcune parti. Non
c'è lo pretesa nè di seguire l'ultima moda nè di imporre
una nuovo tendenza. Piuttosto, i nove pezzi del disco
esprimono gli stati d'animo, i pensieri e le speranze
(nonostante tutto) di chi non è convinto che questo sia
il migliore dei mondi possibili e che la storia sia finita,
come affermò anni fa uno studioso giapponese. Nove istantanee
della realtà contemporanea, tra brani originali e alcune
cover, come E se ci diranno di Luigi Tenco e Dante
Di Nanni degli Stormy Six, diventato ormai un classico
del repertorio del gruppo. Un disco che merita attenzione,
in cui compare anche la voce di Lalli e che si conclude
con le cadenze reggae della sempre attuale Torneremo
sulla langa.
Marco Stolfo
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Rockit
- ottobre 2000
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MIRAFIORI
KIDZ - I NOVE PEZZI DEL ROMPICAPO MONDIALE |
Politica,
globalizzazione, pacifismo, anti-fascismo, alienazione
mentale e autoproduzione. Sono questi alcuni degli elementi
che caratterizzano il mondo dei Mirafiori Kidz. Temi forti,
immediati e combattivi, che ricordano da vicino i Gang
o il compianto Luigi Tenco e che, come nei modelli citati,
rischiano di prevalere sulla musica. Una musica godibilissima
ed improntata su un rock energico, che potremmo definire
dautore, tanto è curato il connubio musica-testi.
Grazie allintervento dellospite Lalli, ex
cantante dei Franti (storica cult-band torinese dellinizio
anni 80) sembra di tornare indietro nel tempo, di
quasi ventanni, quando ancora erano forti certi
ideali. Lautoproduzione era allora ed è oggi per
i Mirafiori Kidz, la base per poter costruire le proprie
idee e per diffonderle: Un disco autoprodotto
è un culo grande così - si legge sulle note del libretto
del cd - che ti fai cercando di raccattare i soldi
dita
che non scorrono sulle corde come dovrebbero, volumi troppo
alti o troppo bassi nelle cuffie
suonare con un peperoncino
nel culo cercando di fare più in fretta possibile perché
tutto costa e alla fine ritrovarti a litigare alle quattro
del mattino per fare un missaggio che non ti piacerà mai
.
Storie vissute da molti gruppi, che i M.K. decantano senza
peli sulla lingua. Già dalla copertina del cd si capisce
dove vogliano andare a parare: su una moto, che percorrono
una lunga strada deserta, insieme vediamo Che Guevara
ed il Comandante Marcos, che non possono lasciare dubbi
su cosa poi troveremo in fatto di testi. La distrazione
ci parla di quella cosa, la distrazione, appunto, che
vorrebbe alienare le menti della gente, ma che rimane
solo tale (si parla di lavaggio del cervello dei media).
E se ci diranno era il cavallo di battaglia
di Luigi Tenco e non poteva certo mancare in un disco
dei M.K.. Interessanti le doppie facce ne Il
seme della rivoluzione: pace/guerra,
giardinieri/granatieri; fiori/bombe,
in perfetto clima sessantottino. Il resto è tutto improntato,
per quanto attiene alle tematiche, sullantifascismo
e sullesaltazione di personaggi partigiani.
Christian Amadeo
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Ci@o
n. 3 - 15/aprile/2000
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MIRAFIORI
KIDZ - I NOVE PEZZI DEL ROMPICAPO MONDIALE |
Un
gruppo storico della scena indipendente italiana. Torinesi,
nati nel 1986 come Spritz e divenuti Mirafiori Kidz nel
92 sono Gianni, Flaviano, Armando e Paolo.
Autori di alcuni demotape autoprodotti e di collaborazioni
viniliche con la Blubus (quella dei Kina per intenderci)
protagonisti di concerti in giro per lItalia e non
solo. Eppure i Mirafiori Kidz sono ancora oggi dopo tanti
anni una band culto. Conosciuta da chi segue da anni la
scena così detta alternativa italiana. Da chi frequenta
i centri sociali e non disdegna i raduni per nostalgici
di un ceno tipo di punk rock italiano.
Ecco, la nuisica di questa band è sicuramente più avvicinabile
ad alcuni prodotti usciti negli ultimi anni ottanta nel
centro nord-ovest. Suoni che ricordano i Kina,
i Diaframma, i primi Gang e Litfiba. Lontani dallhard
core dei Negazione o Raw Power così come dal sound minimalista
dei Cccp. I nuovi brani continuano la tradizione fatta
di chitarre ruvide, distorte quel tanto che basta per
sporcare. Alternate frequentemente a suoni acustici e
limpidi. Tempi mai estremi, anzi, spesso rallentati. Un
cantato in alcune occasioni supportato da cori che ancora
una volta ricorda i Kina di "Se ho vinto, se ho perso".
Testi da loro stessi definiti "combattenti".
Inquadrabili in un contesto che sicuramente nasce dalla
sinistra operaia e sociale ma che finisce con lessere
contro lintero sistema. Contro lomologazione
e la globalizzazione. Brani come "E se ci diranno",
"Il seme delta rivoluzione" e "No al silenziatore"
sono emblematici in questo senso. La sensazione è quindi
quella di un gruppo che pur non proponendo soluzioni originali
riesce a creare meglio di altri quella sensazione di musica
vissuta come ideale, come stile di vita. E non solo come
una moda da sfruttare per la vana gloria personale.
Andrea Strocchi
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Rockerilla
n.225, maggio 1999
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Di
cassette come quella che teniamo proprio in questo momento
tra le mani, ammettiamolo, ne capitano poche: al di là
del suo valore estetico, "I
nove pezzi del rompicapo mondiale" degli
"storici" Mirafiori Kidz (Torino) trasuda lotta
e fratellanza. Sarà la presenza di una bella persona come
Lalli (che canta in "Incontrandoti per caso"),
o l'afflato energico che nutre i pezzi, ma l'ascolto ha
un suo bel peso emotivo. Non tutto è perfetto, però il
rock stradaiolo, fortemente elettrificato e poetico (bè
"Dante di Nanni" - di nuovo con Lalli - alcuni
di voi già la conosceranno, come pure "E se ci diranno"
del signor Tenco...) del gruppo di Torino è suonato col
cuore e davvero lo scalda fino a scioglierlo...
John Vignola
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Mucchio
Selvaggio n.350
del 4/5/99
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Sul
fronte demo-tape, segnalazione iniziale obbligatoria per
"I nove pezzi del rompicapo mondiale",
cassetta che e' valsa ai torinesi Mirafiori Kidz - chi
ricorda il loro album su Circus?- la convocazione per
il secondo CD della nostra collana "Fuori dal
Mucchio". Piuttosto che combat-folk nella classica
accezione del termine, comunque, la band propone un rock'n'roll
solido nelle strutture ed evocativo nelle atmosfere, dotato
pero' della forza interiore e dell'indole "barricadera"
tipica della miglior canzone popolare. Al di la' della
spigolosita' dell'incisione e (spesso) della voce, i brani
dei Mirafiori Kidz posseggono una grande anima, come dimostrato
da "La globalizzazione", "Il seme della
rivoluzione", "E se ci diranno", l'intensa
cover di "Dante Di Nanni" degli Stormy Six e
soprattutto "Incontrandoti per caso" (scritta
da Stefano Giaccone), queste ultime due valorizzate dagli
impagabili contributi vocali di Lalli; compatiamo quanti
snobberanno il lavoro solo perche' diffuso con un supporto
"povero" come la vecchia e gloriosa cassetta.
Federico Guglielmi
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Rockerilla
n.40 Anno 4, maggio 1995
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Mirafiori
Kidz Torneremo sulla Langa (Blu Bus)
Schietto combat rock dalle periferie torinesi: lo
suonano e lo cantano i Mirafiori Kidz. Passione molta,
finezze poche: l'importante e' affermare cio' che
si pensa. Nuova resistenza - Torneremo sulla Langa
e una versione della canzone per Dante di Nanni degli
Stormy Six - e dichiarazioni di intenti - Anarchico Rock
- sono gli ingredienti di questo disco con tre sole canzoni
dentro.
Valutazione: (2 pallini su 3)
Alberto Campo
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Rockerilla n.155/156 Luglio/Agosto 1993
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Mirafiori
Kidz Mirafiori Kidz (Blu Bus)
Prova a descrivere con una sola frase i Mirafiori
Kidz, Armando Casaroli: "E' come se i Truzzi Broders
si fossero chiusi per un anno in cantina ad ascoltare
i pezzi dei Kina".
Rock povero, appassionato, genuino, sincero e soprattutto
amaro, allora. Ecco cio' di cui sono effettivamente capaci
queste vecchie conoscenze del circuito underground torinese,
canzoni costruite intorno a poche e lucide istantanee
di una realta' metropolitana in avanzato stato di decomposizione
piu' che di trasformazione, rapidi squarci di disagio
giovanile, del senso di frustrazione e di impotenza che
non hanno davvero dovuto aspettare la grancassa di Tangentopoli
per diffondersi fra strati sempre piu' larghi di popolazione
della del capoluogo subalpino.
Un disco ispirato al piu' schietto e crudo realismo, insomma,
cio' che molti pensavano ormai appannaggio esclusivo dell'hip
hop.
Elio Bussolino
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Rumore anno
2 n.17/18 luglio/agosto 1993
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Mirafiori
Kidz Mirafiori Kidz (Circus/Blu Bus)
Primo album per la formazione torinese nata da una costola
dei Truzzi Broders. La formula e' la stessa: rock&roll semplice e schietto
che racconta con accenti militanti storie qualunque di
vita quotidiana nella periferia metropolitana.
Molta sostanza e pochi fronzoli: un disco "vero".
Valutazione: tre stellette.
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