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I •  Il suono



I.1                             Il Suono                             .

 

 

 

Il segreto dell’armonia sta nel magico potere dei numeri

Pitagora

 

 

 

È assolutamente vero.

Sono i numeri, tanto cari anche ai nostri poliedrici artisti rinascimentali, a creare l’armonia, ed è attraverso i numeri che si entra in un sistema ordinato come può essere una qualsiasi forma d’arte universalmente accettata [1] e considerata tale. Dalle messe cicliche di Ockeghem al Gesang der juenglinge di Stockhausen, dalle proporzioni umane di Policleto all’Uomo vitruviano di Leonardo, dalla Flagellazione di Piero della Francesca alla facciata di Santa Maria Novella (Firenze) dell’Alberti, i rapporti matematici e quindi i numeri hanno da sempre giocato un ruolo da protagonisti per la realizzazione del bello.

La musica è costituita da suoni, ma non è detto che i suoni siano necessariamente musica!

I suoni sono onde che si propagano in un mezzo, questo mezzo per noi è l’aria.

Disegniamo quindi un suono:

Lo chiameremo tono puro, in quanto è la più semplice parte del suono, non è ulteriormente scomponibile e la somma di più toni puri dà origine ad un suono complesso; stiamo parlando della sinusoide, mattone del suono.

Toni puri in natura non esistono, l’onda sonora del diapason tuttavia si avvicina molto (di conseguenza anche il suono) ma non è ancora un tono puro; questi, sono riproducibili solo attraverso oscillatori.

Una qualsiasi onda per essere generata ha bisogno di almeno due parametri:

·        Ampiezza

·        Frequenza

L’ampiezza dell’onda determina l’intensità del tono.

La frequenza (misurata in Hertz) determina l’altezza tonale (picht), ed è il numero di cicli che compie un onda in un secondo. Vediamo sotto:

 

 

Per essere percepito da un essere umano, un suono, deve avere una frequenza compresa tra i 20 Hz e i 16-20 KHz (16000-20000 Hz); se si superano tali limiti non sentiamo più nulla. Oltre i 20 KHz entriamo nel campo degli ultrasuoni (percepibili però da pipistrelli e cani), sotto i 20 Hz in quello degli infrasuoni (delfini e balene).

 

 

Attorno ai 20 Hz avviene uno strano fenomeno: la scala dell’altezza diventa quella del tempo! Abbiamo detto che sotto i 20 Hz non percepiamo più suoni, ma allora cosa percepiamo?

Prendiamo degli impulsi (suoni di brevissima durata simili al click del metronomo) ed emettiamone uno ogni secondo, ciò che sentiremo sarà un impulso al secondo. Ora aumentiamo la velocità, 10 al secondo, ovvero uno ogni 1/10 di secondo, ovvero 10 Hz; sentiremo sempre degli impulsi, ma con ritmo più veloce. Ora portiamo la velocità a 30 impulsi al secondo: sentiremo un suono stazionario con una frequenza di 30 Hz, non percepiremo più i singoli suoni. Aumentando ancora sentiremo questo suono salire lungo la scala dell’altezza tonale.

 

 

 

Attorno ai 20 Hz ci sarà quindi una zona di transizione.

 

Un suono complesso è un insieme di toni puri dove il più basso prende il nome di fondamentale (o armonica fondamentale) e tutti gli altri di sovratoni (chiamati anche armoniche). I sovratoni sono sempre multipli della fondamentale, sono dunque disposti in rapporto armonico cosicché troviamo la seconda armonica di frequenza doppia rispetto alla fondamentale, la terza armonica sarà il triplo, la quarta sarà il quadruplo e così via.

È questo rapporto armonico che determina l’armonia naturale.

 

f

Tono puro a 100 Hz

Armonica fondamentale

Fondamentale

2f

Tono puro a 200 Hz

Seconda armonica

Primo sovratono

3f

Tono puro a 300 Hz

Terza armonica

Secondo sovratono

f + 2f + 3f

Suono complesso a 100 Hz [2]

Timbro complessivo

I.2                             Armonia Naturale                             .

 

 

Era noto già ai greci che in un monocordo [3] , l’intonazione è direttamente proporzionale alla lunghezza ed avevano espresso tali rapporti in semplici frazioni.

Pitagora per esempio, è giunto alla conclusione che il diapason [4] è inversamente proporzionale all’intonazione (altezza tonale); mettendo quindi il ponticello a metà del nostro monocordo otterremo una frequenza doppia rispetto alla corda a vuoto, ad un terzo la frequenza sarà tripla.

La stessa sequenza la ritroviamo in un suono complesso, dove se scomponiamo tutte le compononenti troviamo delle sinusoidi tutte multiple di quella più bassa, la fondamentale.

 

 

Porzione di corda

Spettro

Rapporto

frequenza /lunghezza

Altezza tonale

 

Estendiamo quindi la serie degli overtoni generati da una corda in vibrazione intonata a 110Hz (LA2) [5] . Balza subito all’occhio che al crescere delle armoniche, gli intervalli musicali diventano via via più stretti (1° - 2° arm = ottava; 7° - 8° arm = tono): questo perché la stessa nota si ripete all’ottava superiore con frequenza doppia. Se tra 110 e 220 Hz abbiamo un’ottava, anche tra 220 e 440 Hz, anche 440 e 880Hz!

 

 

 

Concludiamo infine che lunghezza d’onda è proporzionale alla porzione di corda ed inversamente proporzionale alla frequenza dei cicli. È interessante notare (lo si può vedere nella pagina seguente) la costante del numero 2.

Pitagora sostiene giusto!

 

 

 

 

 


I.3                             Tavola delle Armoniche                             .

 

 

In questo specchietto sono illustrate 256 armoniche di tre suoni intonati. Si noti che la fondamentale appare all’ottava in modo esponenziale a 2:

 

16°

32°

64°

128°

256°

e così via...

1

2

22

23

24

25

26

27

28

 

Significa che all’interno di queste ottave ci saranno tanti suoni quanto è il numero dell’armonica rispetto alla fondamentale.

 

esempio:

Tra la 16° e la 32° armonica ci saranno sedici suoni.

Tra la 64° e la 128° armonica ce ne saranno sessantaquattro.

 

N° Arm.

Freq

fond.

Hz

Freq.

Arm.

Hz

Nota

corrisp.

16,35

16,35

DO0

16,35

32,7

DO1

16,35

49,05

 

16,35

65,4

DO2

16,35

81,75

 

16,35

98,1

 

16,35

114,45

 

16,35

130,8

DO3

16,35

147,15

 

10°

16,35

163,5

 

11°

16,35

179,85

 

12°

16,35

196,2

 

13°

16,35

212,55

 

14°

16,35

228,9

 

15°

16,35

245,25

 

16°

16,35

261,6

DO4

17°

16,35

277,95

 

18°

16,35

294,3

 

19°

16,35

310,65

 

20°-29°

:::

:::

:::

30°

16,35

490,5

 

31°

16,35

506,85

 

32°

16,35

523,2

DO5

33°

16,35

539,55

 

34°

16,35

555,9

 

35°-61°

:::

:::

:::

62°

16,35

1013,7

 

63°

16,35

1030,05

 

64°

16,35

1046,4

DO6

65°

16,35

1062,75

 

66°-124°

:::

:::

:::

125°

16,35

2043,75

 

126°

16,35

2060,1

 

127°

16,35

2076,45

 

128°

16,35

2092,8

DO7

129°

16,35

2109,15

 

130°-255°

:::

:::

:::

256°

16,35

4185,6

DO8

N° Arm.

Freq

fond.

Hz

Freq.

Arm.

Hz

Nota

corrisp.

110

110

LA2

110

220

LA3

110

330

 

110

440

LA4

110

550

 

110

660

 

110

770

 

110

880

LA5

110

990

 

10°

110

1100

 

11°

110

1210

 

12°

110

1320

 

13°

110

1430

 

14°

110

1540

 

15°

110

1650

 

16°

110

1760

LA6

17°

110

1870

 

18°

110

1980

 

19°

110

2090

 

20°-29°

:::

:::

:::

30°

110

3300

 

31°

110

3410

 

32°

110

3520

LA7

33°

110

3630

 

34°

110

3740

 

35°-61°

:::

:::

:::

62°

110

6820

 

63°

110

6930

 

64°

110

7040

LA8

65°

110

7150

 

66°-124°

:::

:::

:::

125°

110

13750

 

126°

110

13860

 

127°

110

13970

 

128°

110

14080

LA9

129°

110

14190

 

130°-255°

:::

:::

:::

256°

110

28160

LA10

N° Arm.

Freq

fond.

Hz

Freq.

Arm.

Hz

Nota

corrisp.

440

440

LA4

440

880

LA5

440

1320

 

440

1760

LA6

440

2200

 

440

2640

 

440

3080

 

440

3520

LA7

440

3960

 

10°

440

4400

 

11°

440

4840

 

12°

440

5280

 

13°

440

5720

 

14°

440

6160

 

15°

440

6600

 

16°

440

7040

LA8

17°

440

7480

 

18°

440

7920

 

19°

440

8360

 

20°-29°

:::

:::

:::

30°

440

13200

 

31°

440

13640

 

32°

440

14080

LA9

33°

440

14520

 

34°

440

14960

 

35°-61°

:::

:::

:::

62°

440

27280

 

63°

440

27720

 

64°

440

28160

LA10

65°

440

28600

 

66°-124°

:::

:::

:::

125°

440

55000

 

126°

440

55440

 

127°

440

55880

 

128°

440

56320

LA11

129°

440

56760

 

130°-255°

:::

:::

:::

256°

440

112640

LA12

 

Va ricordato che l’orecchio percepisce frequenze che vanno dai 20 ai 20.000Hz; sono segnate in grigio le frequenze non percepibili.


I.4                                Il Timbro                                .

 

 

In natura, il timbro è dato dai rapporti d’ampiezza tra i vari sovratoni. Il timbro è ciò che ci permette di riconoscere per esempio il suono di un clarinetto da quello di un oboe. Il timbro è quindi il colore del suono.

Rappresentiamo sotto un suono di 100 Hz in cui sono presenti le prime otto armoniche e indichiamo per ognuna la frequenza seguita dal rapporto d’ampiezza rispetto alla fondamentale.

 

 


Fondamentale = 100 Hz – 1

1° sovratono = 200 Hz – 1/2

2° sovratono = 300 Hz – 1/3

3° sovratono = 400 Hz – 1/3

4° sovratono = 500 Hz – 1/6

5° sovratono = 600 Hz – 1/2

6° sovratono = 700 Hz – 1/8

7° sovratono = 800 Hz – 1/2


 

 

 

 

La somma delle armoniche determina il timbro, mentre la percezione dell’altezza possiamo dire in linea di massima che avviene grazie alla fondamentale (Teoria sulla percezionedel pitch di Helmoltz) [6] , l’intensità invece dall’ampiezza di queste onde.

 

Altezza

frequenza

grave, acuto…

Intensità

ampiezza

forte, piano…

Timbro

forma d’onda

metallico, nasale…

 

Si osservino un paio di esempi; oltre alla rappresentazione dell’onda, viene illustrato al di sotto l’ampiezza delle singole armoniche che formano l’onda tonale.

 

I.5                             Consonanza e Dissonanza                             .

 

 

Brevemente: la consonanza si ha quando due o più suoni suonano bene al nostro orecchio, la dissonanza quando suonano male. Più che da un fattore estetico e culturale, la consonanza (di conseguenza la dissonanza) deriva, come tutta l’armonia e il percorso evolutivo musicale [7] , dall’armonia naturale, cioè la serie delle armoniche:

 

la consonanza tra due o più suoni è direttamente proporzionale alle armoniche in comune.

 

I.5.1                    Consonanza d’ottava

Delle prime 8 armoniche ben 4 sono in comune ai due suoni.

Più armoniche sono in comune a due suoni, più si può dire che essi formano un intervallo consonante.

 

I.5.2                    Consonanza di quinta

Anche l’intervallo di quinta è molto consonante, ben 2 armoniche in comune.

Dopo l’ottava, l’intervallo più consonante è la quinta.

I.5.3                    Dissonanza del tritono

Molto dissonante, tra le prime otto armoniche, nessuna combacia, anzi, essendo molto ravvicinate creano un effetto simile ad un ululato chiamato battimento, molto utile in fase d’accordatura, infatti, se siamo accordati quando non percepiamo più alcun battimento.

Il battimento è un fenomeno di modulazione in ampiezza [8] tra due suoni molto vicini percepiti come un unico suono. Oltre una certa distanza (microintervallo) questi sono percepiti separatamente.

 

Dati due toni (f1 ed f2), inizialmente di frequenza uguale, si fa crescere il secondo. Iniziamo a percepire una lenta modulazione in ampiezza, che aumenta in frequenza man mano che sale di tono il secondo suono. Aumenta così tanto che ad un certo punto sentiamo un suono “ruvido”, dopodiché percepiamo chiaramente i due suoni distinti.

 

I battimenti sono alla base del tirato all’unisono nella chitarra: mentre una nota rimane ferma, un’altra viene tirata (alzata) di tono fino a raggiungere l’unisono con la prima. Se il suono passa inoltre attraverso un amplificatore a valvole e magari le satura anche, siamo a nozze! Sentiamo la chitarra urlare.

Nella letteratura chitarristica esempi certo non mancano, l’inizio di Crying machine di Steve Vai

 

 

 

 


I.7                             Carta delle Frequenze                             .

 

 

Stiamo attenti a non prendere per oro colato questa tabella. Come già detto, essa è frutto di un compromesso: il temperamento equabile. Non ha quindi nulla, a che fare con l’armonia naturale, è una convenzione. È stato scelto di fissare il LA4 a 440 Hz, di conseguenza sono state trovate e quindi stabilite anche le altre frequenze.

 

 


NOTA

OTTAVA

FREQUENZA

DO

0

16.35

DO#/REb

17.32

RE

18.35

RE#/REb

19.44

MI

20.60

FA

21.83

FA#/SOLb

23.13

SOL

24.50

SOL#/LAb

25.96

LA

27.50

LA#/SIb

29.14

SI

30.87

DO

1

32.70

DO#/REb

34.64

RE

36.71

RE#/REb

38.89

MI

41.20

FA

43.65

FA#/SOLb

46.25

SOL

49.00

SOL#/LAb

51.91

LA

55

LA#/SIb

58.27

SI

61.75

DO

22

65.41

DO#/REb

69.30

RE

73.42

RE#/REb

77.78

MI

82.41

FA

87.31

FA#/SOLb

92.50

SOL

98.00

SOL#/LAb

103.83

LA

110.00

LA#/SIb

116.54

SI

123.47

DO

3

130.81

DO#/REb

138.59

RE

146.83

RE#/REb

155.56

MI

164.81

FA

174.61

FA#/SOLb

184.99

SOL

196.00

SOL#/LAb

207.65

LA

220

LA#/SIb

233.08

SI

246.94

 

 

 

 

 

 

 

DO

4

261.63

DO#/REb

277.18

RE

293.66

RE#/REb

311.12

MI

329.62

FA

349.23

FA#/SOLb

370.00

SOL

392.00

SOL#/LAb

415.31

LA

440

LA#/SIb

466.17

SI

493.88

DO

5

523.25

DO#/REb

554.36

RE

587.33

RE#/REb

622.25

MI

659.26

FA

698.46

FA#/SOLb

739.99

SOL

783.99

SOL#/LAb

830.61

LA

880.00

LA#/SIb

932.33

SI

987.77

DO

6

1046.50

DO#/REb

1108.73

RE

1174.66

RE#/REb

1244.51

MI

1318.51

FA

1396.91

FA#/SOLb

1497.97

SOL

1567.96

SOL#/LAb

1661.22

LA

1760.00

LA#/SIb

1846.65

SI

1975.53

DO

7

2093.00

DO#/REb

2217.46

RE

2349.32

RE#/REb

2489.01

MI

2637.02

FA

2793.83

FA#/SOLb

2959.96

SOL

3135.96

SOL#/LAb

3322.44

LA

3520.00

LA#/SIb

3729.32

SI

3951.07

DO

8

4186.01

DO#/REb

4434.93

RE

4698.64

RE#/REb

4978.04

MI

5274.05



I.7                             Temperamento                             .

 

 

 

Temperare significa mescolare nelle giuste proporzioni. Nel nostro caso indica la suddivisione dell’ottava, appunto nelle giuste proporzioni, che saranno in ogni modo dettate da canoni estetici o da esigenze pratiche. Il temperamento stabilisce quindi le proporzioni tra le altezze, da cui si estrapolerà la scala musicale, ovvero una successione ordinata e ripetibile di suoni (note musicali), il magma sonoro da dove il compositore attinge per creare. La tavolozza del pittore. Il temperamento è infine la parte nascosta della musica, è l’ossatura matematica del sistema musicale, sconosciuta alla maggior parte dei fruitori di musica, ma di assoluta importanza.

 

Nel nostro caso, temperare, significa quindi come e quanto suddividere l’ottava:

 

 

 

 

I.7.1                    Temperamento pitagorico

Fu Pitagora a proporre, già nel VI sec a.C., la scala diatonica a sette suoni; un po’ per celesti proporzioni (numero 7), ma soprattutto per i semplici rapporti che la costituiscono; operando dunque sulle relazioni tra lunghezza della corda vibrante e suono emesso, attraverso l’intervallo di quinta al monocordo Pitagora trova ed organizza i sette suoni che da allora si usano.

Scopo di Pitagora era trovare semplici rapporti che regolassero lunghezza e intonazione di una corda vibrante, riuscì peraltro a trovare la consonanza per gli intervalli di ottava quinta e quarta; mentre per la terza sesta e settima, non ancora perfettamente consonanti, si dovrà aspettare il II secolo cristiano; giocava a suo favore che la musica del tempo era prettamente monodica [9] , non creava quindi grossi problemi un intervallo non perfettamente intonato (una non perfetta consonanza crea più danni in un’armonia che in una melodia).

 

 

 

Ordinate su un’unica ottava:

 

 

Ed ecco ora i rapporti tra i vari intervalli trovati da Pitagora:

 

Grado della scala

Rapporto

Intervalli (in cent [10] )

dal I grado

Intervallo

(in cent.)

Nome

Intervallo

I

1/1

0

-

-

II

9/8

204

204

Tono

III

81/64

408

204

Tono

IV

4/3

498

90

Semitono

V

3/2

702

204

Tono

VI

27/16

906

204

Tono

VII

243/128

1110

204

Tono

VIII

2/1

1200

90

Semitono

 

 

I.7.2                    Temperamento zarliniano o naturale

Fu Tolomeo (II sec d.C.) che trovò la terza naturale mancante a Pitagora, e con essa (con un salto di quarta) arrivò alla sesta, ed alla settima (salto di quinta). Il suo sistema, chiamato anche giusto, dovette però attendere Zarlino (XVI sec d.C.) per poter essere valorizzato e Monteverdi per poter essere utilizzato. Il temperamento naturale è il più genuino che possa esistere in quanto ricalca la disposizione delle armoniche di un suono intonato; le relazioni tra i gradi della scala rispetto alla tonica sono quindi le stesse che intercorrono tra le armoniche e la fondamentale. Non c’è mai stata terza così consonante!

Ma come ben sappiamo, nessuno regala nulla, e anche nel meraviglioso temperamento c’è un prezzo da pagare: l’impossibilità di modulare [11] ai toni lontani.

Questi rapporti risultano così perfetti perché generati da un'unica nota (tonica [12] ), modulare significherebbe quindi cambiarla, ed i rapporti stessi verrebbero compromessi. Se si modula a toni vicini l’errore è ancora accettabile (di fatto viene cambiato un solo suono, e le relazioni tra i gradi viene leggermente modificata), ma risulta improponibile modulare ad un tono lontano in quanto lo strumento risulterebbe completamente scordato.

Per offrire ai compositori la possibilità di una modulazione vicina venivano realizzate le “tastiere spezzate”, tastiere con doppie alterazioni, in modo da avere un suono per il DO# ed uno per il REb. Celebre è l’archicembalo ideato da Nicola Vicentino (XVI sec), dove l’ottava viene spartita tra due tastiere rispettivamente di 17 e 19 tasti, ottenendo così (escluse note doppie) un’ottava con 31 suoni!

 

Grado della scala

Rapporto

Intervalli (in cent)

dal I grado

Intervallo

(in cent.)

Nome

Intervallo

I

1/1

0

-

-

II

9/8

204

204

Tono grande

III

5/4

386

182

Tono piccolo

IV

4/3

498

112

Semitono

V

3/2

702

204

Tono grande

VI

5/3

884

182

Tono piccolo

VII

15/8

1088

204

Tono grande

VIII

2/1

1200

112

Semitono

 

 

Il temperamento di Tolomeo/Zarlino [13] è chiamato anche naturale, perché i rapporti da lui trovati sono quelli presenti in natura, il suo temperamento non è stato inventato, è stato scoperto. Proviamo ora a trovarci i suoni della scala di LA maggiore e a vedere in che rapporto sono con l’armonia naturale:

 

grado

frequenze da rapporto

I

110 * 1/1 = 110

II

110 * 9/8 = 123.75

III

110 * 5/4 = 137.5

IV

110 * 4/3 = 146.666666666667

V

110 * 3/2 = 165

VI

110 * 5/3 = 183.333333333333

VII

110 * 15/8 = 206.25

VIII

110 * 2/1 = 220

 

 

* 146.666666666667 * 3 = 440 (quarto armonico, ottava)

La terza armonica è la quinta, quindi, la quinta della quarta è l’ottava.

**

183.333333333333 * 3 = 550 (quinto armonico, terza maggiore)

La terza armonica è la quinta, quindi, la quinta della sesta maggiore è la terza maggiore

 

 

Come abbiamo visto, TUTTI i gradi sono ora PERFETTAMENTE intonati secondo le armoniche.

 

Ma facciamo ora un piccolo esperimento: proviamo a raggiungere il DO8 partendo dal DO1 attraverso salti di diversa ampiezza (intervalli), per primo proviamo il salto di quinta, dopodiché quello d’ottava e vediamo che succede. Per altro, il salto di quinta è usato da Pitagora per trovare i suoni sul monocordo; il nostro esperimento in realtà è il suo.

 

Salto di quinta

·       sappiamo che la terza armonica (3f) sommata alla fondamentale (f) forma un intervallo di ottava più una quinta giusta; per averla sulla stessa ottava basterà dividere per 2 la frequenza, ottenendo così il rapporto di 3/2 per l’intervallo di quinta [14] .

Quindi:         3/2 dalla fondamentale (DO) per trovare la prima quinta (SOL)

                     (3/2)2 dalla fondamentale per trovare la seconda quinta (RE) [3/2 * 3/2]

                     (3/2)3 dalla fondamentale per trovare la terza quinta (LA) [3/2 * 3/2 * 3/2]

ecc…

                     fino ad arrivare al SI#, cioè il DO

 

 

Per trovare il DO8 dobbiamo moltiplicare la frequenza del DO1 per (3/2)12 quindi:

 

32,70 Hz * (3/2)12 = 4.242,7 Hz

 

 

Salto d’ottava

·       Stesso procedimento, cambia il rapporto, che ora è 2:1 e ovviamente, essendo i salti più ampi ce ne saranno di meno:

 

32,70 Hz * 28 = 4.185,6 Hz

 

 

Matematicamente possiamo scrivere

27 > (3/2)12

128,000 > 129,746

 

In effetti, il 27 ottenuto sovrapponendo le ottave, è inferiore al (3/2)12 delle quinte.

 

Quale dei due DO sarà giusto?!

 

 

Non esiste giusto o sbagliato, vanno accettati per come sono. Sappiamo (e se non lo sappiamo viene detto ora) che il rapporto di quinta equivale a 702 cent, mentre l’ottava ne copre 1.200. Da DO1 a DO8 sono 7 ottave, e quindi 1.200 * 7 = 8.400 cent. Queste sette ottave però le abbiamo raggiunte attraverso 12 salti di quinta (che ricordiamo occupa 702 cent) e quindi: 12 * 702 = 8.424 cent. Questo eccesso viene chiamato comma pitagorico, ed è presente in tutti i temperamenti con quinta naturale (ovvero con un rapporto di 3/2). Abbiamo trovato la spirale delle quinte! Sarà compito del temperamento equabile chiuderlo.

 

 

 

I.7.3                    Temperamento equabile (scala ben temperata)

Il temperamento equabile nasce [15] per chiudere la spirale delle quinte permettendo finalmente ardite modulazioni mantenendo intatto il solo intervallo di ottava; in poche parole, vengono “limati” tutti gli intervalli al fine di renderli equabili, risultando quindi un compromesso dove l’esigenza pratica supera quella estetica, mirando però ad un più completo utilizzo del materiale sonoro.

 

Grado della scala

Rapporto

Intervalli (in cent)

dal I grado

Intervallo

(in cent.)

Nome

Intervallo

I

1/1

0

-

-

II

1/6

200

200

Tono

III

1/3

400

200

Tono

IV

5/12

500

100

Semitono

V

7/12

700

200

Tono

VI

3/4

900

200

Tono

VII

5/6

1000

200

Tono

VIII

2/1

1200

100

Semitono

 

 I 12 semitoni occupano tutti 100 cent, insieme compongono l’ottava (1.200). Il problema del comma pitagorico ora non c’è più, perché 700 * 12 = 8.400. Si è dovuto fare una scelta però: si è dovuto rinunciare alla consonanza di terza (si parla di uno scarto di 14-15 cent, non tantissimo ma abbastanza per non renderla perfetta), guadagnando però una maggior libertà compositiva, tuttavia gli intervalli di quarta e quinta rimangono pressoché inalterati (per entrambi ci sono circa 2 cent di scarto).

Risulta che ogni tonalità suona allo stesso modo [16] , perché la distanza tra i gradi sarà sempre la stessa. Per affermare l’universalità di questo temperamento J. S. Bach scriverà il celebre Clavicembalo ben temperato toccando tutte le tonalità della scala cromatica ben temperata.

Confrontando infine il temperamento naturale a quello equabile, ci accorgiamo che gli intervalli meno sacrificati coincidono con quelli di notevole importanza per una corretta armonia, ovvero quarta, quinta ed ottava.

 

 


I.8                             Analisi dell’Ottava                             .

 

 

Analizziamoci ora l’ottava, e mettiamo in ordine crescente tutti gli intervalli che abbiamo trovato:

 

 

Rapporto

Cent

Nome/Tipo intervallo

 

 

 

1/1

0.000

Unisono perfetto

25/24

70.672

Semitono piccolo zarliniano

256/243

90.225

Semitono pitagorico

1/12

100.000

Semitono del sistema equabile

16/15

111.731

Semitono grande zarliniano

10/9

182.404

Tono piccolo (minore) zarliniano

1/6

200.000

Tono del sistema equabile

9/8

203.910

Tono grande (maggiore) zarliniano

32/27

294.135

Terza minore pitagorica

1/4

300.000

Terza minore del sistema equabile

6/5

315.641

Terza minore zarliniana

5/4

386.314

Terza maggiore zarliniana

1/3

400.000

Terza maggiore del sistema equabile

81/64

407.820

Terza maggiore pitagorica

4/3

498.045

Quarta perfetta (rivolto della quinta perfetta)

5/12

500.000

Quarta giusta del sistema equabile

1024/729

588.270

Tritono piccolo pitagorico

45/32

590.224

Quarta eccedente zarliniana

1/2

600.000

Tritono  del sistema equabile

64/45

609.776

Quinta diminuita zarliniana

729/512

611.730

Tritono grande pitagorico

7/12

700.000

Quinta giusta del sistema equabile

3/2

701.955

Quinta perfetta (terza armonica)

128/81

792.180

Sesta minore pitagorica

2/3

800.000

Sesta minore del sistema equabile

8/5

813.686

Sesta minore zarliniana

5/3

884.359

Sesta maggiore zarliniana

3/4

900.000

Sesta maggiore del sistema equabile

27/16

905.865

Sesta maggiore pitagorica

16/9

996.090

Settima minore piccola pitagorica

5/6

1000.000

Settima minore del sistema equabile

9/5

1017.596

Settima minore zarliniana

15/8

1088.269

Settima maggiore zarliniana

11/12

1100.000

Settima maggiore del sistema equabile

243/128

1109.775

Settima maggiore pitagorica

2/1

1200.000

Ottava perfetta

 



[1] “Universalmente” intende popolare, massa..

[2] La percezione dell’altezza di un tono complesso avviene grazie alla fondamentale.

[3] Strumento costituito da una corda in tensione ed un ponticello mobile che ne modifica la lunghezza.

[4] La lunghezza della corda vibrante viene chiamata diapason.

[5] Il numero arabo che segue la nota indica l’ottava di appartenenza. Il DO4 è il tasto centrale del pianoforte, il LA4 è il famoso LA del diapason a 440Hz. Consiglio comunque di dare un occhiata alla carta delle frequenze.

[6] È la psicoacustica che studia la percezione del suono; ci sono almeno tre teorie su come viene percepita l’altezza, possiamo dire che anche se manca la fondamentale o le prime armoniche, il nostro orecchio comunque percepisce un suono di tale altezza, perché gli overtoni sono in rapporto armonico, ed il nostro orecchio la ricostruisce (Teoria di Schouten).

[7] Henry Cowell, sostiene che il percorso musicale occidentale, abbia seguito la serie delle armoniche: il primo intervallo armonico usato (nella prima polifonia, durante il medioevo) è stato l’ottava, poi le melodie vennero raddoppiate alla quinta ed alla quarta, raramente alla terza. Tutta l’armonia tonale (dal 700 a prima che si sviluppasse la dodecafonia) si basa sulle triadi di terza. Infine col Novecento si arriva agli accordi (o cluster) costruiti per seconde, e addirittura alla musica microtonale.

[8] Variazioni di intensità di un suono nel tempo. Queste variazioni possono avere una regolarità, in tal caso vengono misurate anch’esse in Hz; possiamo avere quindi un tono di 5000Hz con una modulazione d’ampiezza di 200 Hz; 200 volte al secondo il livello sonoro di questo tono si attenuerà e ritornerà allo stato originale.

[9] Monodia è in contrasto con polifonia. Significa ad una sola voce, ovvero un’unica parte melodica che si muove. Polifonia invece indica più voci, più parti melodiche. Da non confondere con Monofonia e Stereofonia, che si riferiscono ai canali per la diffusione del suono, rispettivamente uno e due canali.

[10] I cent derivano dal temperamento EQUABILE. 100 c. formano un semitono equabile, 1200 l’ottava; per questo motivo, nel temperamento naturale, a differenza di quello equabile, non abbiamo cifre tonde, ad eccezione dell’ottava.

[11] Non essendo ancora stato sviluppato il concetto moderno di armonia, non avrebbe nemmeno senso parlare di modulazioni, con questo termine si indicano quindi quei cromatismi che in un qualche modo anticiperanno le modulazioni.

[12] Lo strumento veniva effettivamente accordato su una nota.

[13] Gioseffe Zarlino, Istitutioni Harmoniche (1571)

[14] Se per alzare di un’ottava si raddoppia la frequenza, per abbassare si dimezza. Per trovare il rapporto di quinta si dovrà moltiplicare 3/2.

[15] Inventato da un ignoto e pubblicato in Musikalische Temperatur da Andreas Werckmeister.

[16] Prima infatti ogni tonalità aveva un suo particolare colore, dato dalle diverse proporzioni microintervallari.

 

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