CLASSE II

Alessandro Apuzzo
Arianna Boatti
Marco Celoria
Alessandro Iurzola
Layra Merlo
Davide Mesa
Sonia Milani
Assunta Montanaro
Jessica Napolitano
Alex Palmirotta
Gianluca Pizzale
Moreno Pollone
Luca Rossi
Valentina Tornari
Andrea Totaro
Raffaele Totaro
Zafar Saad Bin
Chiara Zanetti

 

 

 

 

MODALITA'DELLA RICERCA

La ricerca fatta dalla classe è basata quasi esclusivamente su fonti orali. Il grande contributo dato alla classe dal signor Antonio Corona ha permesso lo svolgimento delle attività di ricerca. Questo signore, che studia per passione la storia del paese di San Germano e periodicamente dà alle stampe pubblicazioni di pregio e interesse storico, ha dedicato parte del suo tempo alla classe, rispondendo a tutte le domande che i bambini hanno posto durante il loro lavoro. Le informazioni da lui fornite sono state in un primo momento registrate su nastro e in seguito tutti i dati sono stati tabulati, per rendere più agevole la ricerca delle informazioni e la stesura dei testi. Con la sua guida, tutta la classe si è recata nei luoghi dove era ed è possibile trovare le fontane descritte nella ricerca, per un'analisi diretta e per scattare le fotografie allegate al lavoro.

DIFFICOLTA' EVENTUALMENTE INCONTRATE

I1 signor Corona ci ha fatto presenti le difficoltà che si sarebbero incontrate cercando eventuali documenti nei vari archivi comunali e catastali (ricerca, tra l'altro, non particolarmente adatta a bambini di otto anni).

PARTECIPAZIONE DEGLI ALLIEVI

Gli alunni di classe seconda hanno accolto l'iniziativa di ricerca sulle fontane del paese con entusiasmo, in quanto hanno potuto svolgere attività scolastiche strettamente legate alla realtà in cui vivono. Quando il signor Corona rispondeva alle loro domande, numerose e pertinenti, tutti erano attenti, sempre pronti ad intervenire nella conversazione.

GIUDIZIO COMPLESSIVO

Penso che il lavoro fatto dalla classe sia stata un'esperienza molto positiva. Le attività del progetto si sono perfettamente integrate nel contesto della programmazione della classe; alla ricerca storica si sono affiancate le attività di produzione del testo e di realizzazione di disegni e fotografie. In seconda, di solito è prevista la ricostruzione della storia di oggetti, oltre a quella personale. Poter svolgere attività di ricerca e ricostruzione storica di qualcosa che tutti i bambini conoscevano ha forse determinato il grande interesse che hanno dimostrato.

 

 

LE FONTANE DI SAN GERMANO V.SE

La pompa a mano dell'Airale

Verso la fine dell'Ottocento - primi del Novecento a San Germano fu costruita una pompa a mano, una "Sürbia", come si dice nel dialetto piemontese.
Quella pompa, conosciuta come "Pompa dell'Airale" attualmente è ancora funzionante. La pompa a stantuffo preleva l'acqua dal sottosuolo. Per costruirla, gli operai dell'epoca hanno piantato un tubo (di ferro o zinco) e l'hanno fatto scendere fino a sette - otto metri nel sottosuolo; a quella profondità, grazie alla presenza di una falda acquifera alimentata dalle risaie, venne trovata l'acqua, fresca e abbondante. Quest'acqua attualmente non è più potabile perché è stata inquinata dai diserbanti e da altre sostanze inquinanti; viene ancora utilizzata saltuariamente, ma, in ogni caso, non si beve più.
In paese ci sono ancora molte pompe a stantuffo, ma questa è quella più caratteristica. L'Airale è sempre stato un rione molto popoloso del paese, abitato in prevalenza da contadini. Tutte le donne della zona andavano lì a prendere l'acqua per uso domestico, quando nelle case ancora non esistevano i rubinetti a noi così familiari. E' interamente fatta di mattoni, la parte superiore è rivestita di cemento lisciato, pitturato di rosso con dei cerchi bianchi, e ha una vasca dove si riversa l'acqua che esce. C'è un gancio sopra il condotto dal quale esce l'acqua, dove si mette il secchiello per raccogliere il liquido quando se ne ha bisogno. C'è una porticina di legno, dentro la quale c'è il meccanismo che preleva l'acqua dal sottosuolo. La pompa, quando si aziona la leva, fa rumore. Adesso un tombino raccoglie l'acqua che esce dal trogolo, ma in origine l'acqua formava un rigagnolo che attraversava la piazza: lì andavano a bere le oche.
La pompa è stata restaurata nel 1984: è diventata tutta rossa (è grigio solo il trogolo). Noi bambini del paese la chiamiamo "La fontana rossa". Prima del suo restauro si vedevano i mattoni nel loro colore originario.
In cent'anni di vita, quando si rompeva, tutto il rione ha sempre contribuito ad aggiustarla.
Questa pompa probabilmente è stata costruita da tutto il rione in società e proprio per questo motivo le spese di manutenzione sono sempre state suddivise fra tutti gli abitanti dell'Airale.
Esiste una cartolina del primo decennio del secolo che ritrae la pompa e le case dell'Airale; questo documento è pubblicato nel libro "San Germano 'raccontato' con le cartoline" di Antonio Corona (Grafica Santhiatese Editrice), in copertina e a pagina 38.

La pompa a mano dell'Airale

   

 

IL LAVATOIO

A San Germano c'è un lavatoio che è stato fatto costruire negli anni Cinquanta dall'Amministrazione Comunale. Questo edificio si trova in Via Galileo Ferraris.
Per la sua costruzione è stato utilizzato in prevalenza il cemento armato.
Le donne, quando non c'era la lavatrice, andavano lì a fare il bucato, a mano.
I1 lavatoio utilizzava l'acqua della fontana di Robarello, che nasce vicino al campo sportivo del paese, quando essa è stata inquinata, si è inquinato anche il lavatoio. Quando furono costruite le case vicine al lavatoio non c'era un adeguato sistema fognario, così tutto veniva scaricato nella fontana di Robarello: ciò ha fatto diventare in breve tempo il lavatoio come una fogna. I1 lavatoio fu costruito quando le fontane iniziavano a diventare inagibili e sporche, ma ha avuto il loro stesso destino.
Attualmente è inagibile: un cancello impedisce l'ingresso perché è pericoloso entrarci. Si possono vedere i gradini di cemento e un ponte che porta dall'altro lato, dove c'è una seconda scala in cemento. Supponiamo che all'interno, sotto la tettoia di cemento, ci siano ancora le vasche dove le donne del paese facevano il bucato. Sul cancello ci sono delle erbe rampicanti; l'interno è pieno di erbacce e fiori secchi.

 

 

LE FONTANELLE

A San Germano ci sono alcune fontanelle collegate con l'acquedotto comunale, che ha origine vicino al campo sportivo. Furono costruite negli anni Trenta, quando fu realizzato il primo impianto idrico del paese. Tutte le fontanelle, di ghisa, sono state prodotte in serie dalla ditta Bramante Zannoni di Milano.
Le fontanelle più conosciute sono quelle di Piazza Giovane Italia (dei "Giardini Nuovi"), Piazza Mazzini (Piazza della Chiesa), Corso Matteotti, Piazza Garibaldi, Via E. De Amicis, Piazzale Perazzo (Piazza della stazione), del cimitero e del campo sportivo.
Alcune fontanelle sono ancora in funzione e si possono utilizzare. In estate si possono vedere delle persone assetate che trovano ristoro bevendo l'acqua delle fontanelle funzionanti; altre persone con quell'acqua lavano i vetri dell'automobile e c'è anche chi si lava la faccia!
L'acqua che sgorga dalle fontane è potabile, fresca e abbondante.
Sembrerà strano, ma le fontane che non funzionano sono meglio tenute di quelle attive.
La fontanella dei Giardini Nuovi è forse quella più utilizzata. Probabilmente anni fa era stata riverniciata, ma di questo non ne siamo sicuri. I1 coperchio c'è ancora, ma è stato staccato; la parte centrale, grigia, è quella più rovinata. Alla base, vicino alla vaschetta, c'è il muschio.
La fontanella di Piazza Garibaldi è stata riverniciata interamente di grigio chiaro ed è stato cambiato il rubinetto. Nella vaschetta abbiamo trovato dei rifiuti.
La fontanella di Piazza Mazzini è quella meglio conservata, però manca il rubinetto e non funziona più. E' verniciata di bianco e nero.
La fontanella di Via E. De Amicis non funziona, è stata anche girata. E' bianca, ocra e nera; mancano il rubinetto e il coperchio.
La fontanella di Piazzale Perazzo a prima vista fa una brutta impressione: manca il coperchio, dentro ci sono i rifiuti e non è riverniciata (in alcuni punti è anche un po' corrosa), però ha un bel rubinetto e funziona!
Ci meravigliamo di come la fontanella del cimitero riesca a stare ancora in piedi e a funzionare! E' in pratica nelle stesse condizioni di quelle della stazione e del campo sportivo, ma in più ha anche una grossa crepa.

 
Le fontanelle: Piazza Giovane Italia  
Le fontanelle: Via De Amicis
     
 
Le fontanelle: Piazza Garibaldi  
Le fontanelle: Il campo sportivo
     
 
Le fontanelle: Piazzale Perazzo  
L'Acquedotto
     
  Le fontanelle: Piazza Mazzini
     
  Le fontanelle: Il cimitero

 

LA FONTANE SCOMPARSE

A San Germano si trovava la fontana dei "Nuovi giardini": era larghissima, rotonda, tutta grigia perché era costruita in cemento lisciato.
L'aveva fatta costruire l'Amministrazione Comunale negli anni Trenta.
Durante la Seconda Guerra Mondiale era stata recintata per fare "l'orto di guerra", dove venivano coltivate patate, cipolle e altri ortaggi.
Esiste una cartolina del 1941 che ritrae la fontana e i giardini: è stata pubblicata da Antonio Corona nel libro "San Germano raccontato con le cartoline", Grafica Santhiatese Editrice, a pagina 85e 96.
I bambini di allora si divertivano a cacciare i pesci rossi della fontana quando uscivano da scuola.
Nel passato la fontana aveva scopo decorativo. Ora non c'è più: negli anni Ottanta è stata coperta con una piattaforma color mattone, che ora è visibile in mezzo al parco. Noi bambini la usiamo come pista di pattinaggio e ci andiamo sopra in bicicletta, pedalando allegramente.

La "Fontana del mago" ("Funtanin dal magu") si trovava in Via Galileo Ferraris.
C'erano dei gradini: si scendeva per qualche metro e si prendeva l'acqua della fontana. C'era un tubo piegato con un buchino in alto, si metteva la mano sotto per chiuderlo e in alto usciva l'acqua all'altezza ideale per poterla bere.
L'acqua sgorgava spontanea per tutto l'anno, alimentata da una falda acquifera sotterranea.
Nel passato questo genere di fontana era molto diffuso, in paese e in campagna: le persone bevevano, senza dover tornare a casa.
Gli abitanti del paese utilizzavano la fontana anche come lavatoio.
Alla fontana era legata una leggenda; narrava che durante la notte andavano sempre a bere dei folletti.
La fontana è stata ricoperta negli anni Sessanta perché non veniva più utilizzata; sopra ad essa è stata poi costruita una casa.

Oltre alla "Fontana del mago" c'erano in paese anche la "Fontana dell'arbrin" (pioppo, nome preso dall'albero che le stava accanto), che si trovava sulla strada verso San Vito, e la più conosciuta "Fontana dell'amore" ("Funtanin dl'amur"), che si trovava dietro l'attuale caserma dei carabinieri, verso la cascina Losa. Questa si chiamava anche la fontana del "Moruto" perché nei dintorni c'erano i gelsi, alimento dei bachi da seta che venivano allevati in paese ad inizio secolo. Alla fontana andavano gli innamorati a bere durante le passeggiate lungo il viale di ippocastani che c'era vicino alla nostra scuola, come ben si può vedere nella cartolina storica di San Germano pubblicata a pag. 96 del libro di A. Corona già citato.

Alla "Fontana dell'amore", Ginseppe Deabate, poeta, scrittore e giornalista nato a San Germano nel 1853 e morto a Torino nel 1928, ha dedicato una poesia dal titolo "I1 fonte dell'amore".

IL FONTE DELL'AMORE

S'apriva accanto al borgo, presso un rio,
Come un arido campo apresi un fiore;
Lo chiamavano il Fonte dell'Amore,
Ed io ne sento ancora il chioccolio...

D'estate, allora che un sottil ronzio
Di zanzare rompea l'alto torpore,
Venia la gente, pei sentier, nell'ore
Afose, a ricercar fresco ed oblio...

E venivi tu pure, e l'agil brocca
Attingevi a la chiara acqua del fonte,
Poi l'alzavi con dolce atto alla bocca;

Ed io timido amante ti vedea
Inchinar sovra il breve orlo la fronte,
e mi parevi immagine di dea..

* * *

Ed ora dormi, là da presso al fonte,
Laggiù, nel biancheggiante camposanto
Della borgata che hai amato tanto
E ancor ricorda le tue vaghe impronte!

Ed io m'aggiro, pellegrino affranto
Che errando va per iscosceso monte,
Sento una nube di tristezza in fronte,
Sento in cuore una viva eco di pianto;

E ripensando ai dì trascorsi e ad ogni
Illusione de l'età fuggita,
A le speranze, a le lusinghe, ai sogni,

Interrogo il mio cor: - questa è la vita
Che promettean le dolci ore gioconde
Fra pie canizie e testoline bionde?

* * *

Ma là, nel grembo al nostro suol nativo,
Fra il ronzio sottil delle zanzare,
Seguita dolcemente a gorgogliare
I1 vecchio fonte ancor limpido e vivo.

Placidamente scendono le chiare
Acque nel seno dell'antico rivo,
Altre fanciulle nel fulgore estivo
Destano sogni ed amorose gioie.

Ma il tuo non scorgo tra quei cari visi,
Più non veggo il tuo nero occhio lucente
Irradiarsi di candidi sorrisi...

Da la sua nicchia d'alighe e di fiori
La fontana tranquilla e indifferente
Mormora ad altri sogni e ad altri amori!

Giuseppe Deabate
Da "La Gazzetta del popolo della Domenica" del 28 agosto 1904

 

I FOLLETTI DELLA FONTANA

C'era una volta a San Germano una bambina di nome Beatrice. Abitava in una bella casa di Via Galileo Ferraris, vicino alla "Fontana del mago".
Una notte, mentre dormiva tranquillamente, fu svegliata all'improvviso dal sibilo di un forte vento. Spaventata, Beatrice andò di corsa ad infilarsi sotto le coperte, nel lettone di mamma e papà, che le chiesero:
- Perchè sei qui? Cosa c'è che non va?
- Ho paura del vento strano che mi ha svegliata - disse la bambina. La mamma, con un sorriso, cercò di tranquillizzarla:
- Non preoccuparti, sono solo i folletti che vanno a bere alla fontana.
- Ma... quale fontana? Quali folletti?
- Quelli che ogni notte si ritrovano alla "Fontana del mago" per raccontarsi le loro avventure.
- Posso andare a vederli?
I1 papà le disse:
- Non provarci, perché può essere pericoloso! I folletti giocano brutti scherzi a chi osa disturbarli mentre bevono!
Beatrice, però, era una bambina molto curiosa e non ascoltò le raccomandazioni del suo papà: fece finta di andare a letto, invece scese in strada a vedere cosa stavano combinando i folletti. Si nascose dietro l'angolo della casa e iniziò ad osservarli mentre... giocavano a nascondino!
In quel momento a Beatrice vennero i brividi dalla paura: i folletti l'avrebbero potuta trovare involontariamente!
Cercò di rientrare in casa, ma...
- Chi sei? Cosa fai qui? Amici venite, ho trovato una bambina! disse il folletto che l'aveva scovata.
Tutti i folletti di corsa raggiunsero il compagno e circondarono Beatrice che, terrorizzata, iniziò a tremare come una foglia.
I folletti cominciarono a farle i dispetti, a tirarle i capelli e il pigiama e a farle il solletico.
Quando ormai la bambina piangeva disperatamente, intervenne il folletto più saggio, rimasto in disparte fino a quel momento, che disse:
- Fermatevi! Lasciatela stare! Non vedete che questa povera bambina è sconvolta? Noi folletti abbiamo una cattiva reputazione per merito dei vostri scherzi. Invitatela a giocare con noi, invece di tormentarla.
- Ti andrebbe di giocare con noi? - chiesero a Beatrice i folletti.
- Si, mi piacerebbe tanto: è bello avere tanti amici. Io mi chiamo Beatrice.
Ad uno ad uno tutti i folletti si presentarono, fecero amicizia con la bambina e iniziarono a giocare con lei. I1 giorno dopo Beatrice raccontò ciò che era successo ai suoi genitori, che la sgridarono per aver disubbidito. Beatrice, comunque, con il loro permesso, iniziò ad andare a dormire presto la sera, perché sapeva che nel cuore della notte i suoi nuovi amici folletti l'avrebbero svegliata per giocare e divertirsi insieme.


(racconto originale scritto dai bambini della classe)

 
     
 
     
 
     
 
     






Direzione didattica Santhià

INSEGNANTI

Martina Castagno