MODALITA'DELLA
RICERCA
La
ricerca fatta dalla classe è basata quasi esclusivamente su
fonti orali. Il grande contributo dato alla classe dal signor Antonio
Corona ha permesso lo svolgimento delle attività di ricerca.
Questo signore, che studia per passione la storia del paese di San
Germano e periodicamente dà alle stampe pubblicazioni di pregio
e interesse storico, ha dedicato parte del suo tempo alla classe,
rispondendo a tutte le domande che i bambini hanno posto durante il
loro lavoro. Le informazioni da lui fornite sono state in un primo
momento registrate su nastro e in seguito tutti i dati sono stati
tabulati, per rendere più agevole la ricerca delle informazioni
e la stesura dei testi. Con la sua guida, tutta la classe si è
recata nei luoghi dove era ed è possibile trovare le fontane
descritte nella ricerca, per un'analisi diretta e per scattare le
fotografie allegate al lavoro.
DIFFICOLTA'
EVENTUALMENTE INCONTRATE
I1
signor Corona ci ha fatto presenti le difficoltà che si sarebbero
incontrate cercando eventuali documenti nei vari archivi comunali
e catastali (ricerca, tra l'altro, non particolarmente adatta a bambini
di otto anni).
PARTECIPAZIONE
DEGLI ALLIEVI
Gli
alunni di classe seconda hanno accolto l'iniziativa di ricerca sulle
fontane del paese con entusiasmo, in quanto hanno potuto svolgere
attività scolastiche strettamente legate alla realtà
in cui vivono. Quando il signor Corona rispondeva alle loro domande,
numerose e pertinenti, tutti erano attenti, sempre pronti ad intervenire
nella conversazione.
GIUDIZIO
COMPLESSIVO
Penso
che il lavoro fatto dalla classe sia stata un'esperienza molto positiva.
Le attività del progetto si sono perfettamente integrate nel
contesto della programmazione della classe; alla ricerca storica si
sono affiancate le attività di produzione del testo e di realizzazione
di disegni e fotografie. In seconda, di solito è prevista la
ricostruzione della storia di oggetti, oltre a quella personale. Poter
svolgere attività di ricerca e ricostruzione storica di qualcosa
che tutti i bambini conoscevano ha forse determinato il grande interesse
che hanno dimostrato.
LE
FONTANE DI SAN GERMANO V.SE
La
pompa a mano dell'Airale
Verso
la fine dell'Ottocento - primi del Novecento a San Germano fu costruita
una pompa a mano, una "Sürbia", come si dice nel dialetto
piemontese.
Quella pompa, conosciuta come "Pompa dell'Airale" attualmente
è ancora funzionante. La pompa a stantuffo preleva l'acqua
dal sottosuolo. Per costruirla, gli operai dell'epoca hanno piantato
un tubo (di ferro o zinco) e l'hanno fatto scendere fino a sette -
otto metri nel sottosuolo; a quella profondità, grazie alla
presenza di una falda acquifera alimentata dalle risaie, venne trovata
l'acqua, fresca e abbondante. Quest'acqua attualmente non è
più potabile perché è stata inquinata dai diserbanti
e da altre sostanze inquinanti; viene ancora utilizzata saltuariamente,
ma, in ogni caso, non si beve più.
In paese ci sono ancora molte pompe a stantuffo, ma questa è
quella più caratteristica. L'Airale è sempre stato un
rione molto popoloso del paese, abitato in prevalenza da contadini.
Tutte le donne della zona andavano lì a prendere l'acqua per
uso domestico, quando nelle case ancora non esistevano i rubinetti
a noi così familiari. E' interamente fatta di mattoni, la parte
superiore è rivestita di cemento lisciato, pitturato di rosso
con dei cerchi bianchi, e ha una vasca dove si riversa l'acqua che
esce. C'è un gancio sopra il condotto dal quale esce l'acqua,
dove si mette il secchiello per raccogliere il liquido quando se ne
ha bisogno. C'è una porticina di legno, dentro la quale c'è
il meccanismo che preleva l'acqua dal sottosuolo. La pompa, quando
si aziona la leva, fa rumore. Adesso un tombino raccoglie l'acqua
che esce dal trogolo, ma in origine l'acqua formava un rigagnolo che
attraversava la piazza: lì andavano a bere le oche.
La pompa è stata restaurata nel 1984: è diventata tutta
rossa (è grigio solo il trogolo). Noi bambini del paese la
chiamiamo "La fontana rossa". Prima del suo restauro si
vedevano i mattoni nel loro colore originario.
In cent'anni di vita, quando si rompeva, tutto il rione ha sempre
contribuito ad aggiustarla.
Questa pompa probabilmente è stata costruita da tutto il rione
in società e proprio per questo motivo le spese di manutenzione
sono sempre state suddivise fra tutti gli abitanti dell'Airale.
Esiste una cartolina del primo decennio del secolo che ritrae la pompa
e le case dell'Airale; questo documento è pubblicato nel libro
"San Germano 'raccontato' con le cartoline" di Antonio Corona
(Grafica Santhiatese Editrice), in copertina e a pagina 38.
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La pompa
a mano dell'Airale
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IL
LAVATOIO
A
San Germano c'è un lavatoio che è stato fatto costruire
negli anni Cinquanta dall'Amministrazione Comunale. Questo edificio
si trova in Via Galileo Ferraris.
Per la sua costruzione è stato utilizzato in prevalenza il
cemento armato.
Le donne, quando non c'era la lavatrice, andavano lì a fare
il bucato, a mano.
I1 lavatoio utilizzava l'acqua della fontana di Robarello, che nasce
vicino al campo sportivo del paese, quando essa è stata inquinata,
si è inquinato anche il lavatoio. Quando furono costruite le
case vicine al lavatoio non c'era un adeguato sistema fognario, così
tutto veniva scaricato nella fontana di Robarello: ciò ha fatto
diventare in breve tempo il lavatoio come una fogna. I1 lavatoio fu
costruito quando le fontane iniziavano a diventare inagibili e sporche,
ma ha avuto il loro stesso destino.
Attualmente è inagibile: un cancello impedisce l'ingresso perché
è pericoloso entrarci. Si possono vedere i gradini di cemento
e un ponte che porta dall'altro lato, dove c'è una seconda
scala in cemento. Supponiamo che all'interno, sotto la tettoia di
cemento, ci siano ancora le vasche dove le donne del paese facevano
il bucato. Sul cancello ci sono delle erbe rampicanti; l'interno è
pieno di erbacce e fiori secchi.
LE
FONTANELLE
A
San Germano ci sono alcune fontanelle collegate con l'acquedotto comunale,
che ha origine vicino al campo sportivo. Furono costruite negli anni
Trenta, quando fu realizzato il primo impianto idrico del paese. Tutte
le fontanelle, di ghisa, sono state prodotte in serie dalla ditta
Bramante Zannoni di Milano.
Le fontanelle più conosciute sono quelle di Piazza Giovane
Italia (dei "Giardini Nuovi"), Piazza Mazzini (Piazza della
Chiesa), Corso Matteotti, Piazza Garibaldi, Via E. De Amicis, Piazzale
Perazzo (Piazza della stazione), del cimitero e del campo sportivo.
Alcune fontanelle sono ancora in funzione e si possono utilizzare.
In estate si possono vedere delle persone assetate che trovano ristoro
bevendo l'acqua delle fontanelle funzionanti; altre persone con quell'acqua
lavano i vetri dell'automobile e c'è anche chi si lava la faccia!
L'acqua che sgorga dalle fontane è potabile, fresca e abbondante.
Sembrerà strano, ma le fontane che non funzionano sono meglio
tenute di quelle attive.
La fontanella dei Giardini Nuovi è forse quella più
utilizzata. Probabilmente anni fa era stata riverniciata, ma di questo
non ne siamo sicuri. I1 coperchio c'è ancora, ma è stato
staccato; la parte centrale, grigia, è quella più rovinata.
Alla base, vicino alla vaschetta, c'è il muschio.
La fontanella di Piazza Garibaldi è stata riverniciata interamente
di grigio chiaro ed è stato cambiato il rubinetto. Nella vaschetta
abbiamo trovato dei rifiuti.
La fontanella di Piazza Mazzini è quella meglio conservata,
però manca il rubinetto e non funziona più. E' verniciata
di bianco e nero.
La fontanella di Via E. De Amicis non funziona, è stata anche
girata. E' bianca, ocra e nera; mancano il rubinetto e il coperchio.
La fontanella di Piazzale Perazzo a prima vista fa una brutta impressione:
manca il coperchio, dentro ci sono i rifiuti e non è riverniciata
(in alcuni punti è anche un po' corrosa), però ha un
bel rubinetto e funziona!
Ci meravigliamo di come la fontanella del cimitero riesca a stare
ancora in piedi e a funzionare! E' in pratica nelle stesse condizioni
di quelle della stazione e del campo sportivo, ma in più ha
anche una grossa crepa.
LA
FONTANE SCOMPARSE
A
San Germano si trovava la fontana dei "Nuovi giardini":
era larghissima, rotonda, tutta grigia perché era costruita
in cemento lisciato.
L'aveva fatta costruire l'Amministrazione Comunale negli anni Trenta.
Durante la Seconda Guerra Mondiale era stata recintata per fare "l'orto
di guerra", dove venivano coltivate patate, cipolle e altri ortaggi.
Esiste una cartolina del 1941 che ritrae la fontana e i giardini:
è stata pubblicata da Antonio Corona nel libro "San
Germano raccontato con le cartoline", Grafica Santhiatese
Editrice, a pagina 85e 96.
I bambini di allora si divertivano a cacciare i pesci rossi della
fontana quando uscivano da scuola.
Nel passato la fontana aveva scopo decorativo. Ora non c'è
più: negli anni Ottanta è stata coperta con una piattaforma
color mattone, che ora è visibile in mezzo al parco. Noi bambini
la usiamo come pista di pattinaggio e ci andiamo sopra in bicicletta,
pedalando allegramente.
La
"Fontana del mago" ("Funtanin dal magu")
si trovava in Via Galileo Ferraris.
C'erano dei gradini: si scendeva per qualche metro e si prendeva l'acqua
della fontana. C'era un tubo piegato con un buchino in alto, si metteva
la mano sotto per chiuderlo e in alto usciva l'acqua all'altezza ideale
per poterla bere.
L'acqua sgorgava spontanea per tutto l'anno, alimentata da una falda
acquifera sotterranea.
Nel passato questo genere di fontana era molto diffuso, in paese e
in campagna: le persone bevevano, senza dover tornare a casa.
Gli abitanti del paese utilizzavano la fontana anche come lavatoio.
Alla fontana era legata una leggenda; narrava che durante la notte
andavano sempre a bere dei folletti.
La fontana è stata ricoperta negli anni Sessanta perché
non veniva più utilizzata; sopra ad essa è stata poi
costruita una casa.
Oltre
alla "Fontana del mago" c'erano in paese anche la
"Fontana dell'arbrin" (pioppo, nome preso dall'albero
che le stava accanto), che si trovava sulla strada verso San Vito,
e la più conosciuta "Fontana dell'amore" ("Funtanin
dl'amur"), che si trovava dietro l'attuale caserma dei carabinieri,
verso la cascina Losa. Questa si chiamava anche la fontana del "Moruto"
perché nei dintorni c'erano i gelsi, alimento dei bachi
da seta che venivano allevati in paese ad inizio secolo. Alla fontana
andavano gli innamorati a bere durante le passeggiate lungo il viale
di ippocastani che c'era vicino alla nostra scuola, come ben si può
vedere nella cartolina storica di San Germano pubblicata a pag. 96
del libro di A. Corona già citato.
Alla
"Fontana dell'amore", Ginseppe Deabate, poeta, scrittore
e giornalista nato a San Germano nel 1853 e morto a Torino nel 1928,
ha dedicato una poesia dal titolo "I1 fonte dell'amore".
IL
FONTE DELL'AMORE
S'apriva
accanto al borgo, presso un rio,
Come un arido campo apresi un fiore;
Lo chiamavano il Fonte dell'Amore,
Ed io ne sento ancora il chioccolio...
D'estate,
allora che un sottil ronzio
Di zanzare rompea l'alto torpore,
Venia la gente, pei sentier, nell'ore
Afose, a ricercar fresco ed oblio...
E
venivi tu pure, e l'agil brocca
Attingevi a la chiara acqua del fonte,
Poi l'alzavi con dolce atto alla bocca;
Ed
io timido amante ti vedea
Inchinar sovra il breve orlo la fronte,
e mi parevi immagine di dea..
*
* *
Ed
ora dormi, là da presso al fonte,
Laggiù, nel biancheggiante camposanto
Della borgata che hai amato tanto
E ancor ricorda le tue vaghe impronte!
Ed
io m'aggiro, pellegrino affranto
Che errando va per iscosceso monte,
Sento una nube di tristezza in fronte,
Sento in cuore una viva eco di pianto;
E
ripensando ai dì trascorsi e ad ogni
Illusione de l'età fuggita,
A le speranze, a le lusinghe, ai sogni,
Interrogo
il mio cor: - questa è la vita
Che promettean le dolci ore gioconde
Fra pie canizie e testoline bionde?
*
* *
Ma
là, nel grembo al nostro suol nativo,
Fra il ronzio sottil delle zanzare,
Seguita dolcemente a gorgogliare
I1 vecchio fonte ancor limpido e vivo.
Placidamente
scendono le chiare
Acque nel seno dell'antico rivo,
Altre fanciulle nel fulgore estivo
Destano sogni ed amorose gioie.
Ma
il tuo non scorgo tra quei cari visi,
Più non veggo il tuo nero occhio lucente
Irradiarsi di candidi sorrisi...
Da
la sua nicchia d'alighe e di fiori
La fontana tranquilla e indifferente
Mormora ad altri sogni e ad altri amori!
Giuseppe
Deabate
Da "La Gazzetta del popolo della Domenica" del 28 agosto
1904
I
FOLLETTI DELLA FONTANA
C'era
una volta a San Germano una bambina di nome Beatrice. Abitava in una
bella casa di Via Galileo Ferraris, vicino alla "Fontana del
mago".
Una notte, mentre dormiva tranquillamente, fu svegliata all'improvviso
dal sibilo di un forte vento. Spaventata, Beatrice andò di
corsa ad infilarsi sotto le coperte, nel lettone di mamma e papà,
che le chiesero:
- Perchè sei qui? Cosa c'è che non va?
- Ho paura del vento strano che mi ha svegliata - disse la bambina.
La mamma, con un sorriso, cercò di tranquillizzarla:
- Non preoccuparti, sono solo i folletti che vanno a bere alla fontana.
- Ma... quale fontana? Quali folletti?
- Quelli che ogni notte si ritrovano alla "Fontana del mago"
per raccontarsi le loro avventure.
- Posso andare a vederli?
I1 papà le disse:
- Non provarci, perché può essere pericoloso! I folletti
giocano brutti scherzi a chi osa disturbarli mentre bevono!
Beatrice, però, era una bambina molto curiosa e non ascoltò
le raccomandazioni del suo papà: fece finta di andare a letto,
invece scese in strada a vedere cosa stavano combinando i folletti.
Si nascose dietro l'angolo della casa e iniziò ad osservarli
mentre... giocavano a nascondino!
In quel momento a Beatrice vennero i brividi dalla paura: i folletti
l'avrebbero potuta trovare involontariamente!
Cercò di rientrare in casa, ma...
- Chi sei? Cosa fai qui? Amici venite, ho trovato una bambina! disse
il folletto che l'aveva scovata.
Tutti i folletti di corsa raggiunsero il compagno e circondarono Beatrice
che, terrorizzata, iniziò a tremare come una foglia.
I folletti cominciarono a farle i dispetti, a tirarle i capelli e
il pigiama e a farle il solletico.
Quando ormai la bambina piangeva disperatamente, intervenne il folletto
più saggio, rimasto in disparte fino a quel momento, che disse:
- Fermatevi! Lasciatela stare! Non vedete che questa povera bambina
è sconvolta? Noi folletti abbiamo una cattiva reputazione per
merito dei vostri scherzi. Invitatela a giocare con noi, invece di
tormentarla.
- Ti andrebbe di giocare con noi? - chiesero a Beatrice i folletti.
- Si, mi piacerebbe tanto: è bello avere tanti amici. Io mi
chiamo Beatrice.
Ad uno ad uno tutti i folletti si presentarono, fecero amicizia con
la bambina e iniziarono a giocare con lei. I1 giorno dopo Beatrice
raccontò ciò che era successo ai suoi genitori, che
la sgridarono per aver disubbidito. Beatrice, comunque, con il loro
permesso, iniziò ad andare a dormire presto la sera, perché
sapeva che nel cuore della notte i suoi nuovi amici folletti l'avrebbero
svegliata per giocare e divertirsi insieme.
(racconto originale scritto dai bambini della classe)