Allievi Sezione A


MicheleArdesia D'Onofrio
Sharon Ardesia D'Onofrio
Lara Butta
Andrea Corizzato
Sebastiano Cortella
Anna Crudo
Cristian Crudo
Klea Dano
Cristian Dimartino
Jonathan Giordano
Silvia Grasso
Klaudia Kapllanay
Lorenzo Incorvaia
Eleonora Lumia
Francesco Maniscalco
Paolo Midolo
Roberto Midolo
Graziano Margani
Lorenzo Pasquino
Sara Piazza
Valentina Pitrotto
Maria Daniela Rocca
Matteo Strona
Amanda Teliti
Carlo Vivona



Allievi Sezione B


Maria Balido
Silvan Boshnjaku
Desy Calcagno
Giulia Cellino
Elisabetta Cestaro
Giorgia Concu
Laura Cortella
Massimiliano Cortella
Elena Cozzolino
Luca Frigerio
Denise Incorvaia
Antonino Laganà
Alessio Mantia
Elisa Mastrapasqua
Chiara Michelone
Alessandro Mineo
Federica Mineo
Valentina Paladina
Veronica Paggio
Maneo Seminerio
Giovanni Uku
Matteo Zanotti


 

 

 

 

MODALITA' DI RICERCA
Il Progetto di ricerca "Conoscere l'acqua", proposto dalla Provincia di Vercelli, è stato il filo rosso conduttore della programmazione annuale, mediante il quale si sono intrecciate le molteplici esperienze e le attività intraprese da tutte le allieve e gli allievi della scuola (tre-sei anni), strutturate nei sei campi di esperienza specifici dell'organizzazione scolastica.
- Il corpo e il movimento
- I discorsi e le parole
- Lo spazio, l'ordine, la misura
- Le cose, il tempo e la natura
- Messaggi, forme e media
- Il sé e l'altro

Per la realizzazione della ricerca si é ritenuto opportuno attuare il "Progetto" in modo integrale utilizzando la guida proposta. Nelle modalità operative si è creduto opportuno organizzare uscite sistematiche sul territorio, sia urbano che extraurbano, affinché l'espletamento della conoscenza degli argomenti inerenti all'acqua, fosse il più concreta e condivisa possibile.
Successivamente nell'ambito scolastico si sarebbe provveduto alla rielaborazione delle esperienze effettuate mediante l'aggregazione degli allievi, allieve, in piccoli-medi e grandi gruppi, sia per età omogenea, che eterogenea.
La ricerca è stata condotta in modo interconnesso tra la conoscenza naturalistico/scientifica e quella culturale.
La prima domanda della ricerca: "Cos'è l'acqua?" è apparsa inizialmente, in particolare agli allievi di cinque anni, una domanda un po' banale e solo successivamente, nel corso della ricerca tale domanda si è rivelata nella sua complessità, per cui una risposta più consapevole a questo interrogativo hanno tentato di formularla al termine della ricerca stessa.
Anche l'interrogativo sulle sue proprietà si è rivelato molto intrigante per i bambini. Mediante diversi esperimenti riguardanti in particolare caratteristiche quali la liquidità, il colore, la forma, il sapore, la qualità, la pressione, il peso, i bambini hanno potuto osservare che l'acqua è un elemento molto complesso e..."strano," cosicché essi l'hanno definita "magica" sia per le trasformazioni che essa subisce in presenza di particolari variazioni di temperatura e sia per il suo ciclo senza fine.
Le osservazioni sistematiche dell'ambiente hanno consentito ai bambini di rilevare come la presenza dell'acqua sia molto diffusa: non solo sul territorio, in superficie come nel sottosuolo, ma anche nei fiori, nei vegetali, negli alberi; scoperta questa che a poco a poco si è andata arricchendo mediante esperienze ed esperimenti diversi nell'ambito scolastico.
Nell'ambiente della scuola infatti, i bambini hanno potuto approfondire gli argomenti, e in particolare, oltre ad effettuare quanto sopra detto svolgere altresì esperienze di giardinaggio, nonché prendersi cura dei pesci dell'acquario e delle tartarughe d'acqua.
I bambini sono riusciti così a cogliere l'importanza che l'acqua riveste per la nascita e la conservazione della vita osservandone, inoltre, una sua particolare caratteristica quale contenitore della vita stessa definendola "la casa" di tutti gli esseri viventi.
Inoltre le osservazioni condotte, hanno fatto concludere ai bambini che ogni cosa ed ogni attività richiede l'uso dell'acqua per cui essa è soggetta ad essere sporcata, soprattutto da parte degli esseri umani ed è quindi ad essi che compete di provvedere alla sua pulizia.
La visita al depuratore cittadino li ha quindi resi contenti nel constatare che la loro città si prende cura della qualità dell'acqua e con essa della qualità della vita dei suoi abitanti.

 

 

PARTE PRIMA

AREA NATURALISTICO/SCIENTIFICA.

Metodologia

- Esplorazioni territoriali.

- Rielaborazioni del vissuto (gruppo).

- Esperimenti, osservazioni, esperienze diverse (giardinaggio e animali).

- Socializzazione delle conoscenze(tabelloni esplicativi).

- Documentazioni: fotografiche, iconografiche, grafiche, sonore, visive, ecc.; conservazione dei reperti acquisiti nelle uscite territoriali.

 

ESPLORAZIONE DEL TERRITORIO

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"IL FIUME"
La Sesia

 
     
 

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"LE FONTANE"

 

Corso Palestro - Viale Rimembranza

     
 

Stazione Ferroviaria - La fontana "Dal Luca"

     
     
     

Riaffioramento della fontana (gli scavi)

 

Nell'antico Broletto, ora "Piazza dei Pesci" l'antica fontana ristrutturata

 

Giardini di Parco Kennedy: la fontana è senz'acqua

 

Giardini dell'Abbazia di Sant'Andrea: progetto per la ricostruzione e la collocazione originaria della fontana "Dal Luca"

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"IL POZZO"

  Chiostro dell'Abbazia di Sant'Andrea
     
 

"Il pozzo è asciutto, si vedono solo delle monetine!!"

 

     

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"I CANALI

superficiali...
 
e sotterranei.
 
  Pompe di alimentazione dell'acqua nel sottosuolo. Dall'acquedotto o dai pozzi al rubinetto.
superficiali...
   
     

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"GLI USI DELL'ACQUA"

  "In piazza Paietta degli operai mettevano di tubi perl'acqua sottoterra"
     
  "La vecchia centrale elettrica, ora in disuso, di Corso S. Martino. L'acqua esce dal canale sotterraneo e "finisce sotto la casa"

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"GLI USI DELL'ACQUA"

Innaffiare...
 
Azionare ruote...
 
 
Allevare pesci, anitre, oche...
 
Coltivare riso...
 
Bere...
 
Pulire...
 
Allevare pesci (l'acqua coltura nella lotta contro le zanzare)
 
Traghettare...
 

Pensierini sul traghetto

"Quel traghetto di Fontanetto ancorato al suo cavetto se ne sta solo soletto"

 
"Il traghetto di Fontanetto ancorato al suo cavetto aspettando sempre sta molta gente da portare sia di là che di qua"
 

 

GLI USI DELL'ACQUA

"Lavare i panni"

  Nella lavanderia : con la lavatrice grande
     
  Nelle abitazioni : con la lavatrice piccola

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

L'importanza dell'acqua per il giardino della scuola

"Annaffiare" prato,fiori, alberi...
 
"Produrre compostaggio"

 

L'importanza dell'acqua per gli animali

 
     

 

ESPLORAZIONE/SCOPERTA

"IL DEPURATORE CITTADINO"

L'acqua può essere riciclata. L'acqua sporca ritorna pulita e può essere riutilizzata.

 
 
 
"Alcune vasche del ciclo di depurazione dell'acqua"
 
 

 

"IL DEPURATORE DI PIAZZA MAZZINI"

"Nel giardino della scuola c'è un depuratore che serve per togliere dei minerali dall'acqua e renderla più "buona", da bere, cioè senza sapore"

 

Ricerca : GLI ESPERIMENTI

 

esempio:"Cambiamenti di stato dell'acqua tramite il calore:da liquida a gassosa"

 

Rielaborazioni delle esperienze

Liquidità: travasi con recipienti di diversa forma e dimensione; incanalamento e scorrimento nella terra, con tubi e diversi contenitori;

Cambiamento di stato:

l'acqua diventa solida, ghiaccio, se fa molto freddo: sotto zero. L'acqua di una vaschetta si è trasformata in ghiaccio quando è stata posta dentro il freezer, è aumentata di volume ed è diventata più leggera di quella liquida perché ha galleggiato su di essa.
l'acqua diventa vapore, assume lo stato gassoso se è sottoposta a calore e, diventata molto leggera, sale verso l'alto. L'acqua di una pentola, con il calore del fornello elettrico, si è trasformata in "fumo"ed è salita tutta verso l'alto e la pentola è rimasta vuota.
Forma: mediante contenitori di diversa forma e dimensione si constata che l'acqua assume la forma dei contenitori in cui è contenuta.
Colore: l'acqua non ha colore, è trasparente; se è messa in un contenitore di vetro non colorato si vedono le cose che stanno intorno, altrimenti assume il colore del recipiente o del luogo in cui si trova.
Peso: L'acqua è pesante; messa dell'acqua in un palloncino si è constatato che aveva un peso
Qualità: con la cartina di tornasole si è analizzata l'acidità e si è constatato che l'acqua non è acida, ma basica perché la cartina non ha quasi cambiato colore.

Esempio: "Il galleggiamento"

 

Esperimenti/ Osservazioni

  • Coltivazione di fiori, piante e verdure
  • Compostaggio

IN SEZIONE: confronto tra idrocoltura e coltivazione in terra.
Tre bulbi di giacinto sono stati collocati in un contenitore apposito contenente dell'acqua; altri tre bulbi sono stati interrati nei vasi e, infine, sono stati posizionati in piena luce sul davanzale della finestra.
Osservazione: i giacinti dell'idrocoltura sono radicati e fioriti molto tempo prima di quelli interrati(un mese circa)

IN GIARDINO: l'importanza delle annaffiature per la coltivazione.
Osservazione: le piante e i fiori, un po' appassiti, sono diventati rigogliosi dopo averli annaffiati.


SEMINA: in primavera si sono comprati come ogni anno, dei semi quali: insalata, rapanelli e zucchini; dopo aver lavorato la terra si sono interrati e innaffiati ogni giorno.
Osservazione: dopo quindici, venti giorni sono tutti spuntati. I rapanelli e l'insalata prima degli zucchini. I rapanelli e l'insalata li abbiamo assaggiati mentre gli zucchini li stiamo ancora aspettando.

COMPOSTAGGIO: l'importanza dei rifiuti alimentari.
I rifiuti vegetali della mensa scolastica vengono ogni giorno interrati in un angolo del giardino e abbondantemente annaffiati; dopo qualche tempo, un mese circa, vengono rivoltati.
Osservazione: i rifiuti, a poco a poco, si trasformano in un terreno ricco e nutriente che utilizziamo per la coltivazione;

Risultato: la verdura, i fiori e le piante crescono belli e rigogliosi e noi siamo molto contenti.

 

SCHEDA DI RICERCA LOCALE:

rilevazione della presenza dell'acqua e degli usi cui viene destinata nei diversi contesti socio/ambientali.


DOVE SI TROVA
Si riportano le risposte più significative espresse dalle allieve e dagli allievi al termine della ricerca.


IN SUPERFICIE:
fontane: vicino alla scuola ci sono molte fontane dove l'acqua è limpida, trasparente, inodore, insapore, fresca: è molto buona: Si usa per bere, ma anche per lavare, soprattutto quella fontana dove, due giorni della settimana, si fa il mercato. Poco lontano c'è un vecchio lavatoio, ormai quasi distrutto, senza acqua. Una volta, invece, ce ne era tanta.
ruscelli torrenti, canali, fiumi, laghi, ecc. L'acqua scorre in tanti canali, ruscelli e nel fiume Sesia.

NEL SOTTOSUOLO:
pozzi, canali, laghi, ecc. Vicino alla scuola, e sotto tutta la città, scorrono molti canali, anche quello che portava l'acqua al vecchio lavatoio. Ci sono molti pozzi dai quali esce molta acqua fresca. Nel chiostro dell'Abbazia Sant'Andrea invece, non c'è più acqua, ci sono tante belle monetine.

COM'E' L'ACQUA
È dolce? È salata? L'acqua vicino a noi non ha sapore e non è salata. E' uguale a quella di tutta la città.

USI:
Con l'acqua "dolce", cioé non salata, si fa : si innaffia, si irriga i campi, soprattutto le risaie; si lavano i panni, si lavano tutte le cose; si può fare il cemento e poi, soprattutto, si fanno moltissime cose.
Con l'acqua salata si fa: l'acqua salata è soprattutto nel mare e serve a fare vivere tanti animali e piante marine; poi fa galleggiare e trasportare le navi, le barche e anche i nostri corpi. Dall'acqua del mare si prende il sale che si usa per cucinare.
Con l'acqua vorrei fare: soprattutto giocare.
L'acqua può essere sporcata e come? L'acqua viene usata per tante cose; per la pulizia, per il trasporto, per lavorare, per fare nascere e crescere la frutta, la verdura, i fiori, per vivere e far vivere.
Se l'acqua viene sporcata, cosa si deve fare? Si deve pulire, così, ritornata pulita, si può usare per innaffiare, irrigare, far funzionare le macchine e quando andrà nel mare non farà morire nulla.

PERCORSO PER LA RICERCA DELL'ACQUA

 

 

PARTE SECONDA

L'ACQUA E LA CULTURA

 

Modalità di ricerca

La conoscenza dell'acqua dal punto di vista culturale, è stata condotta ad ampio raggio ed è risultata estremamente coinvolgente e stimolante.
L'utilizzo di testi, racconti, poesie, filmati, musiche, danze, nonché dell'arte fotografica e dei dipinti dei pittori celebri, hanno costituito la linfa creativa di altrettante "opere" straordinarie compiute dalle bambine e dai bambini dai tre ai sei anni, durante l'anno scolastico.
Si sarebbe voluto presentare tutti i lavori realizzati, ma purtroppo, per necessità di spazio, si è dovuto fare una difficile e dolorosa selezione pertanto, gli elaborati presentati, costituiscono solo un piccolo esempio di un grande impegno che ha entusiasmato tutti.

La ricerca ha riguardato i seguenti argomenti:

1. L'acqua nel mito;
2. L'acqua nel rito;
3. L'acqua nella fiaba;
4. L'acqua nella leggenda;
5. L'acqua nella tradizione;
6. L'acqua nella poesia;
7. L'acqua nella danza, nel teatro, nel cinema;
8. L'acqua nella pittura;
9. L'acqua nella fotografia;
10. L'acqua nella musica.

 

1. L'ACQUA NEL MITO

 "ACQUA,LUNA E SOLE "
mito nigeriano

Molto, moltissimo tempo fa il Sole sposò la Luna e per un certo tempo vissero insieme felici, assai affacendati a sistemare la loro casa. Ma un bel giorno desiderarono rivedere i loro amici, e la loro migliore amica era l'Acqua.
"Senti!" La chiamò il Sole, attraverso la Terra, "Perché non ci fai una visita? E' da molto tempo che non ti vediamo!"
"Desidero proprio vedervi" Rispose l'Acqua con la sua bella voce cristallina, "posso portare i miei amici? Mi spiace, ma ne ho tanti. Penso che la vostra nuova casa sarà troppo piccola per tutti noi!"
"Niente affatto!"
Rispose il Sole, "Abbiamo costruito un intero nuovo villaggio, con dozzine di capanne circondate da una palizzata per tenervi gli animali selvaggi. Abbiamo preparato questo bel villaggio proprio per te. Adesso devi proprio venirci. Ci manchi molto!"
Così l'Acqua accettò e partì per andare a trovare il Sole e la Luna, accompagnata da tutte le creature del mare, dalle piccole sardine alle enormi balene, dagli squali dai denti affilati come rasoi ai coloratissimi pesci arcobaleno, dai granchi ai gamberi.
Sole e Luna erano tutti eccitati. Riuscirono a udire il grande fragore dell'Acqua quando essa era ancora molto lontana, assai prima di poterla vedere. Arrivò come un grande nastro azzurro che passò attorno alle colline e attraversò le foreste, per traboccare, ancora più ampio e potente, attraverso le pianure inaridite. Giunse infine turbinando ai loro piedi, ricoprendoli.
"E' bellissimo rivedervi, cari amici", esclamò l'Acqua, "e che magnifico villaggio avete costruito!"
"Infatti", rispose la Luna piuttosto agitata, poiché l'Acqua e i suoi amici stavano invadendo ogni angolo del villaggio.
"Siete tutti qui?" Domandò il Sole piuttosto nervoso, sopraffacendo il fragore dell'Acqua. "Mi spiace che abbiamo poco spazio da mettervi a disposizione". Sole e Luna si erano rifugiati fuori dalla loro capanna, in un angolo del villaggio. L'interno era inservibile, perché tutto il mobilio stava galleggiando all'intorno.
"Non ancora", urlò l'Acqua sopra tutto quel baccano, e trascinò seco due balene che stavano emettendo getti di vapore all'impazzata e un gigantesco ippopotamo che quasi schiacciò la povera Luna contro la palizzata. "Aiuto!" gridò questa "avete riempito tutto il villaggio. Non c'è più neppure una stanza, proprio per nessuno. Basta, Acqua, basta!" Ma l'Acqua non poteva udirla. Era troppo indaffarata a dare il benvenuto a tutti i suoi amici. Luna e Sole guardavano giù, angosciati per quanto vedevano: c'era persino una ballonzolante medusa, delle anguille che si contorcevano e superbi cavallucci marini che si fecero vicino cavalcando.
"E' impossibile", singhiozzò la Luna; "tutto il villaggio e sommerso! Non pensavo proprio che l'Acqua avesse tanti amici. Noi non possiamo più restare qui. Io me ne vado!" E così dicendo fece un gran salto, fino al cielo. Il Sole, che l'amava, la seguì, saltando ancora più in alto, e l'Acqua fu lasciata giù, sulla Terra, a riempire il grande villaggio cintato,con tutti i suoi amici. Per questa ragione vi sono laghi e fiumi sparsi in tutto il mondo, e il Sole e la Luna inviano i loro raggi a illuminarli; caldi e forti quelli del Sole, pallidi e dolci quelli della Luna.

ANN PILLING, MIti e Leggende da tutto il mondo, Vallardi I.G.,1993.

 

 

2. L'ACQUA NEL RITO

La ricerca relativa al rito, mediante l'acqua ha posto in luce come di consueto le conoscenze possedute dai bambini. Queste si sono riferite ai riti cristiani, del Battesimo soprattutto, e della sepoltura. Si è quindi analizzato il significato relativo al concetto di purificazione, di rinnovamento e di rinascita, insiti nell'uso "sacrale" dell'acqua .

Si sono confrontati, inoltre, riti di altre culture e/o sette cristiane come i " Testimoni di Geova" ad esempio, riti comunque che evidenziassero analogie con quelli già conosciuti per poterne rilevare sia le caratteristiche di similitudine che di difformità; due modalità rituali si sono comunque messe soprattutto a confronto: i riti cristiano-cattolici e quelli indù.

Questo confronto si è effettuato in un momento particolarmente significativo in quanto si stava facendo la conoscenza di Iqbal Masih il piccolo Pakistano martire del lavoro infantile cosicché il confronto ha contribuito ad arricchire la conoscenza di terre lontane, quali l'India e la Patria di Iqbal.

A Lui è stata dedicata la consueta Festa delle bambine e dei bambini del 21 Marzo.
Organizzata dalla Associazione Janusz Korczak e dal Comune di Vercelli con la compartecipazione dell'Amministrazione provinciale al "PalaPiacco" il 22 Marzo, è stata celebrata da oltre 600 bambine e bambini delle scuole dell'infanzia ed elementare provenienti da tutta la Provincia

Si riportano alcuni esempi di elaborati riferiti ai riti delle due religioni.

2.1- Rito del battesimo cristiano-cattolico (vissuto): "In chiesa, il sacerdote sparge sul capo della bambina o del bambino piccolo, dell'acqua benedetta..."

 

2.2- Riti indù di rinnovamento, propiziazione, purificazione e benedizione
(Atlante video)

Rito di rinnovamento e purificazione. Immersione nell'acqua del sacro Gange.

 

Rito di propiziazione: fiammelle votive sul Gange.

 

Incontro tra due elementi: acqua e fuoco. Purificazione e benedizione.

 

2.3 Rito indù: "Il pellegrinaggio con l'acqua sacra".

L'elaborato, realizzato da una bambina di cinque anni, raffigura un rituale compiuto periodicamente dagli indù ed il loro senso del sacro nei confronti dell'acqua del Gange.

Ogni dieci anni si svolge un pellegrinaggio alla città sacra di Harigbar, ritenuta il cancello degli dei.

Dopo i rituali, prima di ritornare a casa, vengono riempiti dei recipienti con l'acqua sacra del Gange e, trasportati ai villaggi di appartenenza, L'acqua verrà distribuita a coloro che non hanno potuto partecipare personalmente al pellegrinaggio.

Durante il trasporto i contenitori non dovranno mai essere posati in terra per cui i trasportatori si dovranno dare il cambio per tenerli sempre sollevati.

(Atlante video)

2.4 Rito-Culto-Leggenda:"Il Fiume Gange"


"IL GANGE"

"Un giorno, agli inizi del tempo, madre Gange, dea della purificazione e della benedizione sgorgò dai capelli di Shiva, i picchi dell'Himalaya.
Il terribile dio della creazione e distruzione l'aveva imprigionata su quei monti costringendola a vagare senza meta.
Finalmente libera di donarsi, ma non di erompere distruttiva nel mondo, corse lungo la grande pianura portando tra gli uomini bontà, perdono e consolazione.
I1 Gange nasce dalle lacrime della Dea e attraverso Rashikesh, i capelli del Dio Shiva, scorre lungo la pianura fino al golfo del Bengala dove si getta nel mare.
Tra tutti i fiumi il Gange è il più sacro, forza primigenia, donatore di vita. E' il fiume che domina la vita spirituale dell'India.
I1 Gange, cuore dell'Himalaya, il Gange, che lava via ogni peccato. Dal cielo alla terra e di nuovo al cielo.
La pioggia è il Gange celeste. "Se non cade la pioggia il mondo è perduto" (antica ballata del sud dell'India).
Gange: eterno, puro, culto di una grande religione prima della nascita del cristianesimo.
E' da 4000 anni che gli Indù esaltano Ganganà, madre Gange (2700 km).
Il Gange viene denominato con 1800 nomi, 10.000 anni fa il mare copriva la valle del Gange.

(Atlante video)

 

 

3. L'ACQUA NELLA FIABA

INVENZIONE E CREAZIONE DI UN LIBRO/OMBRELLO: UNA FIABA MARINA
LIBRO-GIOCO CON PERSONAGGI MARINI.

3.1 "IL RE DEL MARE E LE OMBRE"

Lontano, lontano, in fondo al mare, tra rocce, coralli e alghe, sorge, bellissima, una grande reggia di conchiglie. In quella reggia vive il re del mare,
Quel re è molto potente, e fa sì che nel suo regno, tutto funzioni alla perfezione. Egli usa perciò convocare, di tanto in tanto, alcuni abitanti del mare, sudditi del suo regno, affinché gli riferiscano quanto in esso vi sta accadendo.
Venne il giorno in cui il re mandò a chiamare i delfini. Quando questi giunsero al suo cospetto il re chiese loro, "Va tutto bene nel mio regno?" I delfini risposero: "Non molto bene, vostra maestà! E' da un po' di tempo che ci sembra di vedere un'ombra". "Un'ombra? che cos'è un'ombra?" Chiese il re. "Non lo sappiamo vostra maestà!" Risposero i delfini.
Il re mandò allora a chiamare i pescicani. Quando questi giunsero al suo cospetto il re chiese loro: "Va tutto bene nel mio regno?" "Purtroppo non molto bene vostra maestà, da un po' di tempo ci sembra di vedere delle ombre", risposero i pescicani. "Delle ombre? Cosa sono le ombre?" Chiese preoccupato il re. "Non lo sappiamo vostra maestà", risposero i pescicani.
Preoccupatissimo, il re fece chiamare immediatamente le balene il cui compito è quello di presidiare i confini del regno.
Quando le balene giunsero al suo cospetto il re chiese loro: "Va tutto bene nel mio regno?" "Purtroppo, vostra maestà, dobbiamo dire che da un po' di tempo ci sembra di vedere delle ombre", risposero le balene. "Delle ombre? Cosa sono le ombre?" Chiese sempre più allarmato il re. "Non lo sappiamo vostra maestà", risposero le balene ed aggiunsero: "Perché la maestà vostra non si reca a controllare di persona?" "E' proprio ciò che intendo fare!" Esclamò il re.
Così il re del mare, seguito dai delfini, dai pescicani, dalle balene e da un lungo corteo di sudditi del suo regno, si recò nel luogo indicatogli.
Colà giuntovi, il re vide che quel luogo era stranamente illuminato dalla luce del sole che, non si sa perché, da qualche tempo riusciva a penetrare fino in fondo al mare.
Improvvisamente, egli si vide circondato da ombre e, fatto ancora più straordinario, una di quelle gli pareva persino tale e quale a lui. Sbalordito e spaventato il re gridò: "Chi siete? Che volete? Da dove venite?" Nessuno rispose.
Lo spavento del re crebbe a dismisura quando si accorse che l'ombra a lui somigliante, ripeteva tutto quanto lui faceva: il re si muoveva? Anche l'ombra si muoveva. Il re si fermava? Anche l'ombra si fermava. Il colmo della paura giunse quando il povero re si accorse che non solo la sua, ma anche le altre ombre sembravano simili agli abitanti del suo regno e ne stavano imitando i comportamenti.
Preso dal terrore il re gridò: "Miei prodi! Ritiriamoci, presto!"
In men che non si dica tutti, ma proprio tutti fuggirono lontano dal luogo illuminato e le ombre , come per incanto, svanirono.
Il re credette che le ombre fossero a loro volta fuggite per lo spavento provato alla vista di tanti abitanti del mare e dall'urlo da lui lanciato e, così rassicuratosi, ordinò ai suoi sudditi di ritornare insieme in quel luogo illuminato.
Ritornati che furono, essi videro con loro grande meraviglia e sgomento, che le ombre stavano, invece, ancora tutte quante là.
Il re allora ordinò "Gridiamo forte tutti insieme o miei sudditi, così faremo fuggire le ombre una volta per tutte".
Tutti insieme gridarono forte, ma così forte, che persino la reggia crollò sprofondando sotto il fondo del mare. Immediatamente, il re si lanciò all'inseguimento della sua reggia, seguito dai suoi sudditi.
Il tremendo scossone provocato dallo sprofondamento della reggia, svegliò un granchio che stava facendosi un pisolino sotto la sabbia. Spalancati gli occhi, credette di stare ancora sognando quando si vide davanti il re tutto tremante.
Dopo aver ascoltato quanto era successo, il granchio disse: "Non temete maestà, vi aiuterò io!" Detto fatto il granchio invitò il re ed i suoi sudditi nella sua casa dove furono subito raggiunti da molti amici.
Insieme escogitarono un piano di battaglia per sconfiggere le ombre. Si decise, perciò, di formare una grande armata e, al comando del re, furono organizzati pesci-cani, pesci-spada, pesci-sega, pesci-martello, pesci-palla-pungiglioni, meduse, polipi, granchi, aragoste e molti altri ancora.
Gli armati si diressero immediatamente nel luogo illuminato, ma non appena colà giuntovi, si trovarono immersi in un luogo buio e privo di ombre.
Il re, però, era ben deciso a risolvere la questione ed ordinò all'armata di disporsi in cerchio e di attendere. Passò il tempo e quando il re stava pensando, con un certo sollievo, che le ombre fossero ormai scomparse per sempre, eccole invece ricomparire con la luce del sole, ritornata ad illuminare quel punto in fondo al mare.

C'erano ombre dappertutto.
Il re rivoltosi ai sudditi, tutto tremante, gridò: "Avanti, miei prodi!" Gli armati si lanciarono al combattimento, e con grande meraviglia videro che le ombre non combattevano, ma si limitavano ad imitare i loro gesti. Stupefatto il re chiese alle ombre: "Non volete combattere?" Nessuno rispose. Il re disse allora: "Perché non diventiamo amici ?" Ancora nessuno rispose.
Il re si fece coraggio e volle compiere per primo il gesto di amicizia e tendendo la mano disse: "Su, diamoci la mano!" I sudditi lo imitarono mentre le ombre facevano la stessa cosa.
Contento e soddisfatto il re propose a tutti di aiutarlo a ricostruire la reggia e quando questa fu terminata, più grande e più bella di prima, venne organizzata una grande festa che durò giorni e giorni. Fu una festa memorabile, piena di luci e di gioia.
Si videro gli abitanti del mare danzare e giocare con le ombre che, da quel momento, rimasero per sempre nella reggia in fondo al mare.
Da allora in poi, nei giorni illuminati dal sole, si possono ancora vedere, in fondo al mare, il re ed i suoi sudditi giocare e danzare felici e contenti con le loro amiche ombre.

Racconto fantastico inventato dall'insegnante Mirella Carpanese dopo l'esperienza dei giochi di acquaticità e con la luce/ombra;
realizzazione grafica (testo), e di un libro-gioco, mediante ricerca sull'ambiente marino. Illustrazione : allievi 4 e 5 anni.

"Ombrellibro" con i personaggi marini

 

3.2 "IL CERCATORE D'ORO"


Lontano, lontano, presso le rive di un fiume, si possono ancora vedere i resti di una piccola casetta. Gli abitanti del paese vicino, la chiamano, da sempre, "la baracca".
I vecchi raccontano del tempo in cui "la baracca" era abitata. In quel tempo, ogni anno, all'arrivo della primavera, vi giungeva un signore magro magro con la pelle scura, bruciata dal sole carico di provviste e di arnesi: assicelle di legno, setacci, contenitori di diversa misura, tele di cotone, una carriola ed una macchina, alquanto strana, fornita di una ruota.
Nella "baracca", egli vi rimaneva fino ai primi freddi scandagliando il fiume in lungo ed in largo alla ricerca di un prezioso metallo: l'oro. Gli era già accaduto di trovare delle pagliuzze nei corsi d'acqua vicini e si era convinto che, in quel fiume, ne avrebbe trovate molte di più, bastava avere metodo e pazienza, molta pazienza.
Quell'anno la neve era caduta abbondante sulle montagne ed ecco che in primavera si stava sciogliendo in mille rivoli, ruscelli, cascatelle e torrenti che andavano ad ingrossare il fiume. "Bene bene", pensò il cercatore d’oro, "speriamo che tutta quest'acqua stacchi dalle rocce l'oro, tanto oro".
Nei suoi sogni egli si vedeva raccogliere pepite e pepite d'oro grosse come noci. Ma quando alle prime luci dell'alba il canto degli uccelli lo risvegliava, ricominciava la sua solita faticosa giornata: spalare ghiaia dal fiume, caricarla sulla carriola e trascinarla lontano dal luogo della ricerca dell'oro, incanalare l'acqua e setacciare, setacciare senza posa.
Alla sera, però, quando stanco infine si coricava, egli si sentiva comunque contento perché quella vita gli piaceva e la speranza di trovare l'oro non lo abbandonava mai.
Un vecchio del paese racconta un fatto straordinario accaduto al cercatore d’oro.
Una notte, mentre questi sognava, felice, tante pepite d'oro riempirgli la casa, un tremendo fracasso lo svegliò di soprassalto. Sbigottito, si trovò invaso da enormi sassi che la furia dell'acqua del fiume in piena stava sospingendo nella casa.
"I miei arnesi!" esclamò. Corse nel boschetto vicino dove era solito nasconderli per recuperarli e metterli in salvo.
Mentre affannosamente li cercava, lampi, tuoni e fulmini ed infine pioggia e grandine gli si riversarono addosso.
"Ma bene!" borbottò il cercatore d’oro, "acqua dappertutto, almeno riuscissi a ritrovare i miei arnesi, senza quelli non potrò certo trovare l’oro, giorni e giorni di lavoro ormai se ne sono andati trovassi almeno i miei arnesi!".
Con il cuore stretto dalla preoccupazione, il cercatore d'oro si muoveva con grande fatica nel buio della notte mentre l'acqua del fiume lo spingeva e quella del cielo lo "martellava". Ad un tratto gli sembrò di intravedere qualcosa tra i sassi ed i rami spezzati ed il cuore gli si sobbalzò dalla gioia. "Oh, eccoli!" esclamò. Gli arnesi, infatti, erano proprio là, incastrati e un po' malconci però c’erano proprio tutti. "Meno male!" Sospirò, "Basta un'aggiustatina e ritorneranno come nuovi... ma quello cos'è?" Nel setaccio c'era uno strano luccichio. Pieno di speranza, tolse i sassi ed i rami che in parte lo ricoprivano. "Oh, è solo un pesce," borbottò, "è grosso però e come luccica, non ho mai visto un pesce così prima d'ora".
Il pesce lo guardava aprendo e chiudendo la bocca. "Sembra che mi chieda aiuto", pensò il cercatore d'oro. "Va bene," disse, "sei fortunato per questa volta non ti farò friggere in padella, anche tu hai il diritto di vivere".
La tempesta, intanto, si stava acquietando e l'acqua del fiume stava rallentando la sua corsa. La luna fece capolino tra le nuvole ed illuminò l'opera del cercatore d'oro che con fatica stava liberando il pesce. "Vai", disse l'uomo, "Sei libero". Il pesce per un attimo si fermò e al cercatore d'oro sembrò che lo ringraziasse. "Oh, che sciocchezze sto pensando", disse il cercatore tra sé e sé. "Vai!" Ripetè l'uomo.
Il grosso pesce con uno scatto guizzò luccicante e scomparve nell'acqua.
Il cercatore sollevò il setaccio e ... con grande meraviglia vide che, nel posto occupato prima dal pesce, splendeva una grossa e stupenda pepita d’oro.


Questo racconto fantastico è stato ispirato dalla lettura della testimonianza di Luigi Alessio, l'ultimo cercatore d’oro vercellese raccolta da Mario Anemone in Vecchie Storie Vercellesi, L'ULTIMO CERCATORE D'ORO. Quaderni De L'Eusebiano, 1983.

Testo e adattamento teatrale di Mirella Carpanese. Vercelli, 5 aprile 1999

 

 

4. L'ACQUA NELLA LEGGENDA


4.1 L'ARCOBALENO NEL LAGO

Una leggenda raccolta da C.F. Wolf racconta che nel lago di Carezza viveva un tempo una bellissima Ondina, e nei boschi del vicino Latemar uno stregone pazzamente innamorato di lei.
Lo stregone aveva fatto di tutto per prenderla; una volta s'era persino trasformato in lontra; ma sempre l'Ondina gli era sfuggita. Infine si recò da una strega che abitava sul Cantinaccio a chiederle consiglio. "Fai un arcobaleno che immerga un'estremità nelle acque del lago" gli disse la strega. "l'Ondina non ne ha mai visti e uscirà a guardare. Allora tu ti avvicini, travestito da mercante, con una grossa borsa piena di gioielli; tocchi l'arcobaleno e dici: guarda, la stoffa che serve a fare gioielli d'aria! Ne tagli un pezzetto, lo metti nella borsa e lasci cadere qualche gioiello. Anche di questi, l'Ondina non ne ha visti mai. Uscirà a parlare con te, e tu le dirai che a casa tua ne hai tanti, l'inviterai a venirli a vedere. E il gioco è fatto". Lo stregone seguì il consiglio, fabbricò un meraviglioso arcobaleno. Ma quando vide l'Ondina spuntare vezzosa e gocciolante dalle onde non seppe trattenersi e si precipitò verso di lei senza neppure ricordare il travestimento Così, anche questa volta l'agognata preda gli sfuggì. Allora lo stregone fu preso da tanta ira che cominciò a sradicare alberi, a gettare enormi sassi nel lago; infine prese l'arcobaleno, lo lacerò, lo scagliò nel lago. In acqua, l'arcobaleno si sciolse e i suoi colori si sparsero sulla superficie; e vi sono sempre rimasti.

AA VV (1966), Guida all'Italia leggendaria misteriosa-insolita- fantastica
Milano, Sugar.

Leggenda illustrata dagli allievi di 5 anni

Lontano,lontano lassù sulle alte montagne c'è un piccolo, bellissimo laghetto...
   
Nel bellissimo laghetto di Carezza abitava una bellissima Ondina e c'è uno stregone pazzamente innamorato di lei.
   

Lo stregone aveva fatto di tutto per prenderla. Una volta si era perfino trasformato in lontra. Ma sempre l'Ondina gli era sfuggita.

   
Infine si recò da una strega che abitava sul catinaccio a chiederle consiglio. "Fai un arcobaleno che immerga un'estremità nelle acque del lago..." disse la strega.
   
Lo stregone seguì il consiglio. Ma quando vide l'Ondina spuntare vezzosa e gocciolante dalle onde non seppe trattenersi e si precipitò...
   
...verso di lei senza neppure ricordare il travestimento. Così, anche questa volta l'agognata preda gli sfuggì.
   
Allora lo stregone fu preso da tanta ira che cominciò a sradicare alberi, a gettare enormi sassi nel lago...
   
...infine prese l'arcobaleno, lo lacerò, lo scagliò nel lago.
   
In acqua, l'arcobaleno si sciolse e i suoi colori si sparsero sulla superficie; e vi sono sempre rimasti.

 

 

5. L'ACQUA NELLA TRADIZIONE

"Una volta, le donne della città andavano a lavare i panni nel fiume o nei canali.
In Vercelli c'è un canale, il "Cervetto", dove si lavavano i panni per gli abitanti della città. Le donne erano aiutate, a volte, anche dagli uomini, soprattutto per il trasporto della biancheria. E venivano chiamati: lavandere e lavandè.
Il ricordo di quel tempo, faticoso, si trova nelle "maschere" cittadine nel periodo di carnevale. Le donne e gli uomini del rione Cervetto sono rappresentati dai "Lavandè" e dalle "Lavandere".

 

5.1 "C'ERANO UNA VOLTA LE LAVANDAIE"

 
   
 

 

5.1 "LA STORIA DI UN VECCHIO LAVATOIO"

C'era una volta un vecchio lavatoio
   
Una volta, le donne a Vercelli andavano a lavare i panni nel vecchio lavatoio. Ora il lavatoio è quasi distrutto, non c'è più l'acqua. Oggi le donne lavano con la lavatrice.
   
 
   
Visita al vecchio lavatoio

 

 

5.3 "UN MESTIERE DEL PASSATO"
Una "nonna" racconta il lavoro faticoso, ma avventuroso, del marito, ricercatore d'oro.


STORIE VERCELLESI

Le Insegnanti della scuola statale dell'infanzia Janusz Korczak ritengono importante conservare la memoria di alcuni momenti e lavori del passato, questi ultimi ormai scomparsi come tali, che possano consentire una conoscenza più approfondita della società in cui viviamo.
A questo scopo è stata raccolta la testimonianza di una "nonna", come ama definirsi, moglie dell'ultimo cercatore d'oro vercellese e molto spesso compagna di questo suo lavoro avventuroso.
Avendo letto "L'ultimo cercatore d'oro" di Mario Anemone, Quaderni de l'Eusebiano, Vercelli, 1983, si è voluto rintracciarne il protagonista, ma, purtroppo, il signor Alessio da cinque anni non c'è più. La sua vedova, però, signora Carla, ha accettato con grande gentilezza e disponibilità di venire a scuola a raccontare ai bambini in che cosa consistesse il lavoro di cercatore.

LA "NONNA" RACCONTA

Dei lavori di un tempo diventati, soprattutto dalle nostre parti, dei passatempi o come si dice degli hobby, ce n'è uno un po' incredibile per la maggioranza delle persone, quello del cercatore d'oro.
Ma una volta, molti e molti anni fa, non era così, erano tanti coloro che si avventuravano sui nostri fiumi a cercare l'oro. Era, a volte, un vero e proprio mestiere che richiedeva forza, pazienza e amore per la natura e la solitudine. Alcuni di essi diventavano molto bravi in questo lavoro, dei veri artisti sì, perché di vera e propria arte si trattava, con segreti e abilità che si tramandavano di padre in figlio.
Anche mio marito divenne un bravo cercatore d'oro perché imparò i segreti da suo padre quando era ancora un ragazzo e lo accompagnava, negli anni '20 -'30, sul fiume dal mattino alla sera.
La ricerca, infatti, doveva incominciare appena si faceva giorno.
Per prima cosa bisognava trovare il filone giusto. Per fare questo si doveva individuare un'area piuttosto grande, dopodiché si incanalava l'acqua e si procedeva con gli assaggi per verificare la quantità d'oro che poteva essere presente.
Questa fase poteva richiedere parecchio tempo ed anche molti spostamenti.
Scelto il posto, si doveva procedere al setacciamento ed al trasporto della ghiaia; poi si posizionavano gli attrezzi tra cui un'assicella composta da diverse tacche posta appena sotto il livello dell'acqua e inclinata verso la corrente. Su questa assicella veniva versata, poco alla volta, della sabbia setacciata in precedenza, in modo che l'acqua la trascinasse in basso.
Se c'erano delle pagliuzze d'oro, queste andavano ad incastrarsi nelle tacche, dei tagli che venivano fatti apposta nel legno per trattenere quelle pagliuzze che, a sera, e questo è il momento più delicato ed importante in cui si rivela l'abilità e l'arte di cui si è capaci, venivano depositate nella "basla" o "basola", che è una specie di piatto di legno.
Si prendeva quindi l'assicella e, con movimenti particolari, si rovesciava il contenuto nella "basla", poi si metteva la "basla" nell'acqua e, muovendola abilmente, si incominciavano a separare le pagliuzze d'oro da altri metalli. Finita questa operazione, le pagliuzze venivano conservate in una pezzuola di cotone.
"Ecco! Guardate!" Dice la signora Carla rivolta ai bambini, "vi ho portato da vedere proprio la pezzuola dove mettevo le pagliuzze d'oro che trovavo con mio marito."
Mentre la pezzuola scura di cotone passa di mano in mano e qualcuno chiede, "ma c'è ancora oro?" La signora estrae una bottiglietta dicendo: "Nella pezzuola no, ma qui sì, queste sono le ultime pagliuzze che abbiamo trovato sul Cervo mio marito e io tanti anni fa..."
Un "Oh!" di stupore e di meraviglia e... "Ce le fai vedere?" Accompagna il passaggio della preziosa bottiglietta tra i bambini.
"Ma tu quando sei andata a cercare l'oro?" Chiedono incuriositi i bambini.
"Oh io sono andata tanto tempo fa, quando ero giovane. Allora, sapete, era un brutto momento perché anche qui da noi c'era la guerra e quando c'è la guerra è terribile perché è molto difficile vivere, spesso si fa la fame.
In quel tempo anche qui nel vercellese molta gente non trovava lavoro e così mio marito, che faceva il muratore e non riusciva a trovare da lavorare, decise di fare il cercatore d'oro per vivere ed anch'io andavo sovente con lui per aiutarlo.
In quel tempo avevamo due bambini piccoli, un maschio e una femmina; al mattino li portavo a scuola e poi andavo con mio marito sul fiume. Non si andava su tutti i fiumi però, solo su quelli dal nome maschile perché mio marito diceva che solo quelli portano oro.
Così andavamo sul Cervo o sull'Elvo dal mattino alla sera e lavoravamo duramente. Allora abitavamo in un paese vicino a Vercelli, non molto lontani da questi fiumi, per cui si poteva arrivare facilmente a piedi.
Arrivati sul posto, incominciavamo a fare gli "assaggi" per individuare il filone d'oro. A volte bisognava fare km e km per trovare quello giusto. Si incominciava con un'area piuttosto vasta: bisognava provare un po' qua e un po' là e una volta individuata la zona che sembrava contenesse l'oro si posizionavano gli attrezzi.
A questo proposito debbo dire che è proprio vero che la necessità aguzza l'ingegno.
Mio marito e suo padre, infatti, inventarono una macchina con la quale si riusciva a fare molto più lavoro e con molta meno fatica.
Si tratta di una tramoggia, un recipiente ad imbuto quadrato, dove al di sotto c'era un asse snodabile, azionato da tre eccentrici a loro volta collegati ad una ruota a pale azionata dall'acqua del canaletto come, ad esempio, quella di un mulino e che aveva la funzione di regolare la discesa della sabbia che veniva immessa dall'alto nel recipiente.
Ora questa macchina e gli altri attrezzi sono conservati nel museo dell'oro di Ovada.
Quindi, come ho già detto, si incanalava l'acqua, si posizionava la macchina, si setacciava la ghiaia e quella grossa, inservibile, la si trasportava altrove. Il trasporto lo si doveva fare molte volte magari per 70 e/o 80 carriole di ghiaia.
Era veramente una grande fatica.
Alla sera si metteva la sabbia setacciata nella "basola" per lavarla e, se vi era dell'oro, il più delle volte era molto poco, un grammo o due, lo si metteva in una pezzuola come quella che vi ho mostrato.
Arrivati a casa, mio marito toglieva ancora eventuali pezzettini di ferro con la calamita, metteva l'oro in una boccettina e poi, una volta alla settimana, lo si vendeva ad una oreficeria che provvedeva a trasformarlo in oggetti. Per lavorarlo, però, non si poteva usarlo così, ma si doveva aggiungere dell'altro oro già lavorato per farne una lega, perché l'oro puro non si può lavorare, si spezza.
Con i soldi guadagnati dalla vendita dell'oro potevamo così sopravvivere e tirare avanti.
Ma non ci si arricchiva di certo; intanto perché di oro non si riusciva a trovarne molto e poi perché non lo si poteva sempre cercare.
Quando pioveva si doveva per forza sospendere la ricerca e specialmente quando pioveva molto, c'era il rischio che non solo tutto il lavoro fino ad allora svolto venisse perso, ma che venissero portati via dall'acqua, perfino gli attrezzi.
E anche quando faceva molto freddo era difficile, se non impossibile, andare a cercare l'oro."
I bambini che hanno ascoltato incuriositi e attenti chiedono: "Ma allora come facevate? Se non trovavate l'oro e non vi davano i soldi, come facevate a comprare le cose per mangiare?"
"Infatti non si mangiava."
I bambini sono sconcertati e la signora Carla prosegue: "Sembra incredibile, ma allora non era come adesso che non si sa più cosa mangiare, tanta è la scelta, si è diventati perfino schizzinosi... in quel periodo invece non si poteva mangiare perché proprio non ce n'era.
Per fortuna potevo rivolgermi ai miei genitori che abitavano in campagna e ci aiutavano: quanto riso e cavoli abbiamo mangiato.
Oggigiorno la ricerca dell'oro qui da noi la si fa per passatempo. Certe volte vengono indette delle gare come ad esempio ad Ovada sul fiume Orba, è un fiume dal nome femminile ma va bene lo stesso. A queste gare partecipano centinaia e centinaia di cercatori provenienti da tutto il mondo, anche dall'Australia.
Anche mio marito una volta volle partecipare benché fosse già malato e vinse il primo premio."

La signora Carla presenta con commozione il diploma del miglior cercatore.
I bambini ascoltano ed osservano interessati ed affascinati oltre al diploma le fotografie, gli opuscoli, ma soprattutto le pagliuzze d’oro.

Grazie, signora Carla.
Vercelli, 14 aprile 1999

 

6. L'ACQUA NELLA POESIA

6.1 POESIA NARRATA ED ILLUSTRATA DAGLI ALLIEVI

"C'era una volta"

C'era una volta un giovane ruscello
color di perla, che alla vecchia valle
tra molli giunchi e pratoline gialle correva snello;
e c'era un bimbo che gli tendea le mani dicendo:
"A che tutto cotesto foco?
Posa un po'qui: si gioca un caro gioco se tu rimani.
Se tu rimani, o movi adagio i passi,
un lago nasce e nell'argento fresco
della tua bell'acqua io, con le mani,
pesco gemme di sassi.
Fermati dunque, non fuggir così!
L'uccello che cinguetta ora sul ramo
ancor cinguetterà , se noi giochiamo taciti qui".
Rise il ruscello e tremolò commosso
al cenno delle amiche mani tese;
e con tono di voce cortese disse:"Non posso!
Vorrei: non posso! Il cuor mi vola: ho fretta.
A mezzo il piano, a leghe di cammino,
c'è la sollecita ruota del mulino che mi aspetta;
e c'è la vispa e provvida massaia
che risciacquar la nuova tela deve
e sciorinarla sì che al sole neve candida paia;
e v'è il gregge, che a sera porge il muso
avido a bere di quest'onda chiara,
e gode s'io lo sazio, poi ripara contento al chiuso.
Lasciami dunque" terminò il ruscello
"correre dove il mio dover mi vuole".
E giù pel piano, luccicando al sole, disparve snello.

(A.S.Novaro)

 
 
 
 
   
 
     
 
     
 

 

6.2 POESIA INVENTATA

"Canzone dell'acqua"

L'acqua dal cielo verrà
e tutto quanto bagnerà

Gocce gocce cadran
e su tutto quanto scorreran

Il sole in alto le chiamerà
e l'acqua nel cielo salirà

Nel cielo azzurro poi grigio poi nero
le nuvole d'acqua si rincorreran

Con tuoni e fulmini la pioggia cadrà
e tutto quanto bagnerà

Anche nel fiume l'acqua scenderà
e fino al mare se ne andrà

Il sole in alto ancora la chiamerà
e l'acqua nel cielo salirà

Di nuovo la terra bagnerà
e sempre al mare finirà

La... la la la... la... la...

 

7. L'ACQUA NELLA DANZA E NEL MOVIMENTO

Il corpo e il movimento in palestra

Sensazioni ed emozioni "sott'acqua" e...

   
"sopra l'acqua: il galleggiamento"
   
e nella danza: "Onde","Pesci" e ..."Rete"
   
"Le onde"

 

7.B L'ACQUA NEL TEATRO

7.B.1 DRAMMATIZZAZIONE DELLA FAVOLA SUL CICLO DELL'ACQUA

"Acqua Magica"
(canovaccio teatrale)

Rielaborazione fantastica del ciclo dell'acqua. Rappresentazione teatrale: Natale'98.

Brani Musicali: Arthur Grieg, Il mattino (2')
Walt Disney, Pioggia di Primavera, dal film:"Bambi"(2')
Antonio Vivaldi, Inverno(2')
F.J.Haydn, Sinfonia dei giocattoli (2')
Walt Disney, Pioggia di Primavera (2')

 

7.B.2 "L'ACQUA MAGICA"
(allestimento fotografico scenografico,costumi,dialoghi,musica,luci)
rappresentazione: Natale 1998.

"Il fiume Sesia in collina"
"Il fiume Sesia a Vercelli"
"Teatro delle ombre"
"Lo scorrere del tempo accanto alla reggia della regina del Gelo"
"Il re del Male"
"Gli elfi aiutano Madre Natura, nelle sembianze di regina del Gelo, governano la Terra"

 

7.B.3 RAPPRESENTAZIONE TEATRALE DELLA FAVOLA

"IL CERCATORE D'ORO"

Per la realizzazione di questa favola è stata compiuta la consueta ricerca musicale e, inoltre, la costruzione di alcuni strumenti con relativa esecuzione "orchestrale".

Questa favola è stata rappresentata tre volte:
- Fontanetto Po: scambio nella comune ricerca e realizzazione del "Progetto Acqua".
- Direzione didattica 2° Circolo (Direzione di appartenenza), con una classe 4° elementare.
In questi due contesti è stato attuato, oltre il relativo progetto, anche quello inerente all'Autonomia ed alla Continuità didattica.
- Casa di Riposo di piazza Mazzini: in quest'occasione si è fatto coincidere, oltre al consueto incontro di gemellaggio, la festa di fine anno scolastico e la celebrazione dell'Anno Internazionale delle Persone Anziane, proclamato dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite.
Alla presenza degli ospiti della Casa, dei loro genitori e di numerose autorità civili e religiose, i bambini hanno recitato poesie da loro inventate, canti e musiche, al termine della rappresentazione, offrendo inoltre dei doni da loro preparati: un quadro, dei piatti decorati e fiori.

 

"IL CERCATORE D'ORO"

Testo e adattamento teatrale: Mirella Carpanese.
Musica : L.v.Beethoven, La pastorale.
Tempo musicale: 15'

A: Ambiente. Campo causale: fiume-alberi-baracca-pesce-vecchietti-bambini.
Avvio musica.
Voce fuori campo: "I vecchi di un paese raccontano..."
B: Completamento campo causale.
Ingresso del protagonista: "Il cercatore d'oro".

Voci recitanti: "C'era una volta..."

1° Il sole incede solenne e si colloca accanto alla baracca dalla parte del fiume.
2° Il cercatore va alla baracca...
3° Uccelli e farfalla si collocano vicino al sole.
4° Il cercatore, dalla baracca va al fiume: sistema gli attrezzi ed inizia a lavorare per trovare l'oro, ma non lo trova.

Voci recitanti: "Ogni giorno di buon mattino, quando il canto degli uccelli lo risvegliava, incanalava l'acqua, spostava e setacciava ghiaia..."

5° I1 cercatore nasconde gli attrezzi nel bosco.
6° Uscita dalla scena: sole-uccellini-farfalla.
7° Entrata in scena: la luna si colloca al posto del sole.
8° Il cercatore entra nella baracca (sbadiglia e si "addormenta").

Voci recitanti :"E così faceva tutti i giorni e per tanti tanti giorni".

9° Entrata in scena: le nuvole si collocano ai lati della baracca.
Uscita dalla scena: la luna.

Voci recitanti: "Una notte, mentre il cercatore sognava..."

C. Evento primo: il fiume in piena.
D. Risposta interna.: stupore e paura.
11° Ricerca e recupero degli attrezzi.

Voci recitanti: "Sotto la tempesta..."

F. Conseguenza:
12° I1 cercatore trova gli attrezzi (tentativo riuscito della ricerca).
G. Reazione emotiva: sollievo e felicità.

Voci recitanti: "E vide, incastrato tra di essi..."

C2. Evento secondo:
13° il cercatore trova, incastrato tra gli attrezzi, uno strano e grosso pesce...
D2. Risposta interna:
14°...pensa di liberarlo.
E2. Tentativo:
15° il cercatore mentre lo libera gli parla e parla con se stesso.
F2. Conseguenza:
16° il pesce, liberato, salta nell'acqua e...
17° il cercatore trova nel setaccio, occupato prima dal pesce, una grossa pepita d'oro.

Voci recitanti: "Quando il setaccio infine sollevò..."

G2. Reazione emotiva:
18° stupore e felicità

Voci recitanti: "Felice e contento per tutta la vita il cercatore restò".

l9°Partecipazione di tutti alla gioia:
orchestra-vecchi-bambini-sole-luna-nuvole-uccelli-farfalla-pesce.
Suonare e saltellare in tondo.


ALCUNI MOMENTI DELLA RAPPRESENTAZIONE DEL "CERCATORE D'ORO"
A FONTANETTO PO

"I vecchi di un paese raccontano"
"Il cercatore d'oro al lavoro"
Ambiente: la baracca con sole, uccelli, farfalla;in secondo piano:"L'orchestra"


 

7.C L'ACQUA NEL CINEMA

Sono stati visionati alcuni spezzoni dei films preferiti dai bambini. In seguito sono state da loro illustrate alcune scene.

"La sirenetta"
"Pinocchio sta per essere ingoiato dalla balena"
"La spada magica"
"Re Leone"

 

8. L'ACQUA NELLA PITTURA

Modalità

1 Allievi: tutte le età (dai tre ai sei anni).
-  Ascolto di alcuni brani musicali, ad occhi chiusi, relativi all'acqua;
- riascolto del brano musicale scelto durante l'esecuzione pittorica con tecnica libera, in situazione di piccoli gruppi e o individuale, mediante aggregazione spontanea;
- rappresentazione dell'acqua nelle diverse realtà ambientali attraverso le suggestioni evocate dalla musica.

2- Allievi: quattro e sei anni.

- Presentazione delle illustrazioni dei dipinti sull'acqua dei pittori celebri;
- scelta individuale di un dipinto e tentativo di riproduzione con la tecnica dell’acquerello

Esempio di interpretazione dell'acqua del mare (Matteo S.a.4)

 

8.1 L'ACQUA NELLA PITTURA
Esecuzione pittorica nel salone giochi

 

 

8.2 EDUCARE ALL'ARTE

"L'acqua degli artisti"
interpretazione pittorica

 
P.Signac,"Les andelys, i bagni"(1886)
Elisabetta C.a.5
  P.Signac,"Les andelys, i bagni"(1886)
Alessio M. a.5
     
 
P.Signac,"Les andelys, i bagni"(1886)
Laura C. a.5
  G.Segantini "Ave Maria a Trasbordo" (1882) Elisabetta C. a.5
     
 
C.Monet "Venezia, il Canal Grande" (1908) Matteo S. a.4   P.Signac "La Senna a Nantes" (1903)
Alessio M.a.5

(opere pittoriche e relativi titoli da: "I Maestri del Colore ", Fratelli Fabbri Editori)

 

9. L'ACQUA NELLA FOTOGRAFIA

ALCUNE FOTOGRAFIE SCELTE TRA QUELLE REALIZZATE NELLE NUMEROSE "USCITE" CITTADINE

  La Sesia
     
  La fontana restaurata del Broletto
     
  La Sesia
     
  Il laghetto della "Cascina Vola"

 

10. L'ACQUA NELLA MUSICA

Modalità: nel corso dell'anno si sono ascoltati, cantati e danzati numerosi brani musicali relativi all'acqua, alcuni sono stati utilizzati per fare teatro e pittura, inoltre si sono inventati alcuni canti e partiture musicali.
Per l'esecuzione del lavoro teatrale "Il cercatore d'oro", sono stati inoltre costruiti diversi strumenti musicali, mediante i quali sono stati evocati i suoni e i rumori dell'acqua in diverse situazioni ambientali.

Alcuni esempi:
- bastone della pioggia;
- tamburo dell'oceano;
- campanelle tubolari;
- gong;
- xilofono ad acqua.

Se volete provare anche voi a realizzarne qualcuno vi diamo alcune indicazioni.

Bastone della pioggia
Materiale occorrente:
a. un tubo di cartone o di bambù,
b. molti chiodi grossi;
c. sabbia un po' grossa, oppure riso o pastina;
d. nastro adesivo.

Procedimento:
a. un tubo di cartone (da posters) cm 6x70;
b. trapuntato il tubo con i chiodi (a poca distanza l'uno dall'altro in ordine sparso);
c. inserita la sabbia (quella per i gatti);
d. tappato il tubo con nastro adesivo.
Mosso lentamente il bastone nei due sensi sembra di sentire il suono della pioggia scrosciante o della risacca delle onde.
Se vi interessasse conoscere la costruzione degli altri strumenti, siamo a vostra disposizione.

Vi proponiamo un brano musicale che ci ha molto divertito, inventato da noi e per la cui esecuzione sono necessari alcuni strumenti elencati.

 
 

 

L'ACQUA "COS'E'?"

Al termine del Progetto Acqua, i bambini e le bambine rispondono nuovamente alla domanda posta all'inizio dell'attività didattica.
Queste sono alcune risposte tra le più significative.

L'acqua è un liquido, freddo, trasparente, inodore, insapore e buono per bere; può essere anche non trasparente, avere odore e sapore buono o cattivo, se ci sono delle cose dentro di lei, come l'acqua del mare che è salata perché ha raccolto molte cose che stanno sulla terra e sottoterra e non è buona per bere; può essere anche calda, come quando esce da sottoterra dove è molto caldo perché c'è il fuoco e anche la lava.

L'acqua è anche un solido, perché quando fa molto freddo diventa ghiaccio duro in certi posti della terra, come al Polo Nord e al Polo Sud, dove fa sempre freddo, il ghiaccio diventa grande anche come delle montagne. Il ghiaccio, invece da noi, lo si vede solo d'inverno e, a volte, quando cade dal cielo come grandine.

L'acqua è anche un "gas", quasi invisibile, perché il calore del sole la fa diventare così leggera da farla salire in alto nel cielo e anche rimanere nell'aria, come quando si vede l'arcobaleno. Nel cielo le goccioline d'acqua si incontrano e formano le nuvole che il vento porta a passeggio e, a volte, si diverte anche a farle correre. Quando le gocce delle nuvole sono tante e pesanti, cadono giù sulla terra, così viene il temporale.

L'acqua è potenza: con il suo peso e il suo movimento, muove le cose più pesanti e anche le ruote, come quelle dei mulini e quelle delle turbine per fare l'energia elettrica; su di essa possono anche galleggiare molte cose.

L'acqua è una "specie di detersivo", perché pulisce tutto quanto.

L'acqua è "come un treno", perché trasposta tutto.

L'acqua è "come una casa", perché ci abitano molti esseri viventi.

L'acqua è vita, perché esiste dappertutto: nella frutta, nelle verdure, nei fiori, negli alberi, negli animali e anche nel nostro corpo. Tutti bevono l'acqua, chi con le radici e chi con la bocca, poi una parte esce, come ad esempio per il nostro corpo e quello degli animali, soprattutto con il sudore e con la pipì, mentre per gli altri soprattutto con goccioline sulle foglie o sui petali.

Senza l'Acqua la vita non ci sarebbe.

 

 

Direzione didattica Vercelli II Circolo

INSEGNANTI

Giovanna Armenia
Mirella Carpanese
Maria Rita Corona
Maria Luisa Pronesti
Ida Rosato