MODALITA'
DI RICERCA
Il Progetto
di ricerca "Conoscere l'acqua", proposto dalla Provincia
di Vercelli, è stato il filo rosso conduttore della programmazione
annuale, mediante il quale si sono intrecciate le molteplici esperienze
e le attività intraprese da tutte le allieve e gli allievi
della scuola (tre-sei anni), strutturate nei sei campi di esperienza
specifici dell'organizzazione scolastica.
- Il corpo e il movimento
- I discorsi e le parole
- Lo spazio, l'ordine, la misura
- Le cose, il tempo e la natura
- Messaggi, forme e media
- Il sé e l'altro
Per la realizzazione della ricerca si é ritenuto opportuno
attuare il "Progetto" in modo integrale utilizzando la guida
proposta. Nelle modalità operative si è creduto opportuno
organizzare uscite sistematiche sul territorio, sia urbano che extraurbano,
affinché l'espletamento della conoscenza degli argomenti inerenti
all'acqua, fosse il più concreta e condivisa possibile.
Successivamente nell'ambito scolastico si sarebbe provveduto alla
rielaborazione delle esperienze effettuate mediante l'aggregazione
degli allievi, allieve, in piccoli-medi e grandi gruppi, sia per età
omogenea, che eterogenea.
La ricerca è stata condotta in modo interconnesso tra la conoscenza
naturalistico/scientifica e quella culturale.
La prima domanda della ricerca: "Cos'è l'acqua?"
è apparsa inizialmente, in particolare agli allievi di cinque
anni, una domanda un po' banale e solo successivamente, nel corso
della ricerca tale domanda si è rivelata nella sua complessità,
per cui una risposta più consapevole a questo interrogativo
hanno tentato di formularla al termine della ricerca stessa.
Anche l'interrogativo sulle sue proprietà si è rivelato
molto intrigante per i bambini. Mediante diversi esperimenti riguardanti
in particolare caratteristiche quali la liquidità, il colore,
la forma, il sapore, la qualità, la pressione, il peso, i bambini
hanno potuto osservare che l'acqua è un elemento molto complesso
e..."strano," cosicché essi l'hanno definita "magica"
sia per le trasformazioni che essa subisce in presenza di particolari
variazioni di temperatura e sia per il suo ciclo senza fine.
Le osservazioni sistematiche dell'ambiente hanno consentito ai bambini
di rilevare come la presenza dell'acqua sia molto diffusa: non solo
sul territorio, in superficie come nel sottosuolo, ma anche nei fiori,
nei vegetali, negli alberi; scoperta questa che a poco a poco si è
andata arricchendo mediante esperienze ed esperimenti diversi nell'ambito
scolastico.
Nell'ambiente della scuola infatti, i bambini hanno potuto approfondire
gli argomenti, e in particolare, oltre ad effettuare quanto sopra
detto svolgere altresì esperienze di giardinaggio, nonché
prendersi cura dei pesci dell'acquario e delle tartarughe d'acqua.
I bambini sono riusciti così a cogliere l'importanza che l'acqua
riveste per la nascita e la conservazione della vita osservandone,
inoltre, una sua particolare caratteristica quale contenitore della
vita stessa definendola "la casa" di tutti gli esseri viventi.
Inoltre le osservazioni condotte, hanno fatto concludere ai bambini
che ogni cosa ed ogni attività richiede l'uso dell'acqua per
cui essa è soggetta ad essere sporcata, soprattutto da parte
degli esseri umani ed è quindi ad essi che compete di provvedere
alla sua pulizia.
La visita al depuratore cittadino li ha quindi resi contenti nel constatare
che la loro città si prende cura della qualità dell'acqua
e con essa della qualità della vita dei suoi abitanti.
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PARTE
PRIMA
AREA NATURALISTICO/SCIENTIFICA.
Metodologia
-
Esplorazioni territoriali.
- Rielaborazioni
del vissuto (gruppo).
- Esperimenti,
osservazioni, esperienze diverse (giardinaggio e animali).
- Socializzazione
delle conoscenze(tabelloni esplicativi).
- Documentazioni:
fotografiche, iconografiche, grafiche, sonore, visive, ecc.; conservazione
dei reperti acquisiti nelle uscite territoriali.
ESPLORAZIONE
DEL TERRITORIO
ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"IL
FIUME"
La Sesia
ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"LE FONTANE"
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Corso
Palestro - Viale Rimembranza
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Stazione
Ferroviaria - La fontana "Dal Luca"
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Riaffioramento
della fontana (gli scavi)
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Nell'antico
Broletto, ora "Piazza dei Pesci" l'antica fontana
ristrutturata
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Giardini
di Parco Kennedy: la fontana è senz'acqua
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Giardini
dell'Abbazia di Sant'Andrea: progetto per la ricostruzione e la
collocazione originaria della fontana "Dal Luca" |
ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"IL POZZO"
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Chiostro
dell'Abbazia di Sant'Andrea |
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"Il
pozzo è asciutto, si
vedono solo delle monetine!!"
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ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"I CANALI
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superficiali... |
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Pompe
di alimentazione dell'acqua nel sottosuolo. Dall'acquedotto
o dai pozzi al rubinetto. |
superficiali... |
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ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"GLI USI
DELL'ACQUA"
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"In
piazza Paietta degli operai mettevano di tubi perl'acqua sottoterra" |
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"La
vecchia centrale elettrica, ora in disuso, di Corso S. Martino.
L'acqua esce dal canale sotterraneo e "finisce sotto la casa" |
ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"GLI USI
DELL'ACQUA"
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Innaffiare... |
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Allevare
pesci, anitre, oche... |
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Allevare
pesci (l'acqua coltura nella lotta contro le zanzare) |
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Pensierini
sul traghetto
"Quel
traghetto di Fontanetto ancorato al suo cavetto se ne sta
solo soletto"
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"Il
traghetto di Fontanetto ancorato al suo cavetto aspettando sempre
sta molta gente da portare sia di là che di qua" |
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GLI USI DELL'ACQUA
"Lavare
i panni"
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Nella
lavanderia : con la lavatrice grande |
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Nelle
abitazioni : con la lavatrice piccola |
ESPLORAZIONE/SCOPERTA
L'importanza
dell'acqua per il giardino della scuola
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"Annaffiare"
prato,fiori, alberi... |
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L'importanza
dell'acqua per
gli animali
ESPLORAZIONE/SCOPERTA
"IL DEPURATORE
CITTADINO"
L'acqua
può essere riciclata. L'acqua sporca ritorna pulita e può
essere riutilizzata.
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"Alcune
vasche del ciclo di depurazione dell'acqua" |
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"IL DEPURATORE
DI PIAZZA MAZZINI"
"Nel
giardino della scuola c'è un depuratore che serve per togliere
dei minerali dall'acqua e renderla più "buona", da
bere, cioè senza sapore"
Ricerca
: GLI ESPERIMENTI
esempio:"Cambiamenti
di stato dell'acqua tramite il calore:da liquida a gassosa"
Rielaborazioni
delle esperienze
Liquidità:
travasi con recipienti di diversa forma e dimensione; incanalamento
e scorrimento nella terra, con tubi e diversi contenitori;
Cambiamento
di stato:
1°
l'acqua diventa solida, ghiaccio, se fa molto freddo: sotto zero.
L'acqua di una vaschetta si è trasformata in ghiaccio quando
è stata posta dentro il freezer, è aumentata di volume
ed è diventata più leggera di quella liquida perché
ha galleggiato su di essa.
2° l'acqua diventa vapore, assume lo stato gassoso
se è sottoposta a calore e, diventata molto leggera, sale verso
l'alto. L'acqua di una pentola, con il calore del fornello elettrico,
si è trasformata in "fumo"ed è salita tutta
verso l'alto e la pentola è rimasta vuota.
Forma: mediante contenitori di diversa forma e dimensione
si constata che l'acqua assume la forma dei contenitori in cui è
contenuta.
Colore: l'acqua non ha colore, è trasparente;
se è messa in un contenitore di vetro non colorato si vedono
le cose che stanno intorno, altrimenti assume il colore del recipiente
o del luogo in cui si trova.
Peso: L'acqua è pesante; messa dell'acqua
in un palloncino si è constatato che aveva un peso
Qualità: con la cartina di tornasole si è
analizzata l'acidità e si è constatato che l'acqua non
è acida, ma basica perché la cartina non ha quasi cambiato
colore.
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Esempio:
"Il galleggiamento" |
Esperimenti/
Osservazioni
- Coltivazione
di fiori, piante e verdure
- Compostaggio
IN SEZIONE:
confronto tra idrocoltura e coltivazione in terra.
Tre bulbi di giacinto sono stati collocati in un contenitore apposito
contenente dell'acqua; altri tre bulbi sono stati interrati nei vasi
e, infine, sono stati posizionati in piena luce sul davanzale della
finestra.
Osservazione: i giacinti dell'idrocoltura sono radicati
e fioriti molto tempo prima di quelli interrati(un mese circa)
IN GIARDINO:
l'importanza delle annaffiature per la coltivazione.
Osservazione: le piante e i fiori, un po' appassiti,
sono diventati rigogliosi dopo averli annaffiati.
SEMINA:
in primavera si sono comprati come ogni anno, dei semi quali:
insalata, rapanelli e zucchini; dopo aver lavorato la terra si sono
interrati e innaffiati ogni giorno.
Osservazione:
dopo quindici, venti giorni sono tutti spuntati. I rapanelli e l'insalata
prima degli zucchini. I rapanelli e l'insalata li abbiamo assaggiati
mentre gli zucchini li stiamo ancora aspettando.
COMPOSTAGGIO:
l'importanza dei rifiuti alimentari.
I rifiuti
vegetali della mensa scolastica vengono ogni giorno interrati in un
angolo del giardino e abbondantemente annaffiati; dopo qualche tempo,
un mese circa, vengono rivoltati.
Osservazione: i rifiuti, a poco a poco, si trasformano
in un terreno ricco e nutriente che utilizziamo per la coltivazione;
Risultato:
la verdura, i fiori e le piante crescono belli e rigogliosi
e noi siamo molto contenti.
SCHEDA
DI RICERCA LOCALE:
rilevazione
della presenza dell'acqua e degli usi cui viene destinata nei diversi
contesti socio/ambientali.
DOVE SI TROVA
Si riportano le risposte più significative espresse dalle allieve
e dagli allievi al termine della ricerca.
IN SUPERFICIE:
fontane: vicino alla scuola ci sono molte fontane dove l'acqua
è limpida, trasparente, inodore, insapore, fresca: è
molto buona: Si usa per bere, ma anche per lavare, soprattutto quella
fontana dove, due giorni della settimana, si fa il mercato. Poco lontano
c'è un vecchio lavatoio, ormai quasi distrutto, senza acqua.
Una volta, invece, ce ne era tanta.
ruscelli torrenti, canali, fiumi, laghi, ecc. L'acqua scorre
in tanti canali, ruscelli e nel fiume Sesia.
NEL
SOTTOSUOLO:
pozzi, canali, laghi, ecc. Vicino alla scuola, e sotto tutta
la città, scorrono molti canali, anche quello che portava l'acqua
al vecchio lavatoio. Ci sono molti pozzi dai quali esce molta acqua
fresca. Nel chiostro dell'Abbazia Sant'Andrea invece, non c'è
più acqua, ci sono tante belle monetine.
COM'E'
L'ACQUA
È dolce? È salata? L'acqua vicino a noi non ha
sapore e non è salata. E' uguale a quella di tutta la città.
USI:
Con l'acqua "dolce", cioé non salata, si fa
: si innaffia, si irriga i campi, soprattutto le risaie; si lavano
i panni, si lavano tutte le cose; si può fare il cemento e
poi, soprattutto, si fanno moltissime cose.
Con l'acqua salata si fa: l'acqua salata è
soprattutto nel mare e serve a fare vivere tanti animali e piante
marine; poi fa galleggiare e trasportare le navi, le barche e anche
i nostri corpi. Dall'acqua del mare si prende il sale che si usa per
cucinare.
Con l'acqua vorrei fare: soprattutto giocare.
L'acqua può essere sporcata e come? L'acqua
viene usata per tante cose; per la pulizia, per il trasporto, per
lavorare, per fare nascere e crescere la frutta, la verdura, i fiori,
per vivere e far vivere.
Se l'acqua viene sporcata, cosa si deve fare? Si
deve pulire, così, ritornata pulita, si può usare per
innaffiare, irrigare, far funzionare le macchine e quando andrà
nel mare non farà morire nulla.
PERCORSO
PER LA RICERCA DELL'ACQUA
PARTE
SECONDA
L'ACQUA
E LA CULTURA
Modalità
di ricerca
La conoscenza
dell'acqua dal punto di vista culturale, è stata condotta ad
ampio raggio ed è risultata estremamente coinvolgente e stimolante.
L'utilizzo di testi, racconti, poesie, filmati, musiche, danze, nonché
dell'arte fotografica e dei dipinti dei pittori celebri, hanno costituito
la linfa creativa di altrettante "opere" straordinarie compiute
dalle bambine e dai bambini dai tre ai sei anni, durante l'anno scolastico.
Si sarebbe voluto presentare tutti i lavori realizzati, ma purtroppo,
per necessità di spazio, si è dovuto fare una difficile
e dolorosa selezione pertanto, gli elaborati presentati, costituiscono
solo un piccolo esempio di un grande impegno che ha entusiasmato tutti.
La
ricerca ha riguardato i seguenti argomenti:
1. L'acqua
nel mito;
2. L'acqua nel rito;
3. L'acqua nella fiaba;
4. L'acqua nella leggenda;
5. L'acqua nella tradizione;
6. L'acqua nella poesia;
7. L'acqua nella danza, nel teatro, nel cinema;
8. L'acqua nella pittura;
9. L'acqua nella fotografia;
10. L'acqua nella musica.
1.
L'ACQUA NEL MITO
"ACQUA,LUNA E SOLE "
mito nigeriano
Molto,
moltissimo tempo fa il Sole sposò la Luna e per un certo tempo
vissero insieme felici, assai affacendati a sistemare la loro casa.
Ma un bel giorno desiderarono rivedere i loro amici, e la loro migliore
amica era l'Acqua.
"Senti!" La chiamò il Sole, attraverso la Terra,
"Perché non ci fai una visita? E' da molto tempo che non
ti vediamo!"
"Desidero proprio vedervi" Rispose l'Acqua con la sua bella
voce cristallina, "posso portare i miei amici? Mi spiace, ma
ne ho tanti. Penso che la vostra nuova casa sarà troppo piccola
per tutti noi!"
"Niente affatto!" Rispose il Sole, "Abbiamo costruito
un intero nuovo villaggio, con dozzine di capanne circondate da una
palizzata per tenervi gli animali selvaggi. Abbiamo preparato questo
bel villaggio proprio per te. Adesso devi proprio venirci. Ci manchi
molto!"
Così l'Acqua accettò e partì per andare a trovare
il Sole e la Luna, accompagnata da tutte le creature del mare, dalle
piccole sardine alle enormi balene, dagli squali dai denti affilati
come rasoi ai coloratissimi pesci arcobaleno, dai granchi ai gamberi.
Sole e Luna erano tutti eccitati. Riuscirono a udire il grande fragore
dell'Acqua quando essa era ancora molto lontana, assai prima di poterla
vedere. Arrivò come un grande nastro azzurro che passò
attorno alle colline e attraversò le foreste, per traboccare,
ancora più ampio e potente, attraverso le pianure inaridite.
Giunse infine turbinando ai loro piedi, ricoprendoli.
"E' bellissimo rivedervi, cari amici", esclamò l'Acqua,
"e che magnifico villaggio avete costruito!"
"Infatti", rispose la Luna piuttosto agitata, poiché
l'Acqua e i suoi amici stavano invadendo ogni angolo del villaggio.
"Siete tutti qui?" Domandò il Sole piuttosto nervoso,
sopraffacendo il fragore dell'Acqua. "Mi spiace che abbiamo poco
spazio da mettervi a disposizione". Sole e Luna si erano rifugiati
fuori dalla loro capanna, in un angolo del villaggio. L'interno era
inservibile, perché tutto il mobilio stava galleggiando all'intorno.
"Non ancora", urlò l'Acqua sopra tutto quel baccano,
e trascinò seco due balene che stavano emettendo getti di vapore
all'impazzata e un gigantesco ippopotamo che quasi schiacciò
la povera Luna contro la palizzata. "Aiuto!" gridò
questa "avete riempito tutto il villaggio. Non c'è più
neppure una stanza, proprio per nessuno. Basta, Acqua, basta!"
Ma l'Acqua non poteva udirla. Era troppo indaffarata a dare il benvenuto
a tutti i suoi amici. Luna e Sole guardavano giù, angosciati
per quanto vedevano: c'era persino una ballonzolante medusa, delle
anguille che si contorcevano e superbi cavallucci marini che si fecero
vicino cavalcando.
"E' impossibile", singhiozzò la Luna; "tutto
il villaggio e sommerso! Non pensavo proprio che l'Acqua avesse tanti
amici. Noi non possiamo più restare qui. Io me ne vado!"
E così dicendo fece un gran salto, fino al cielo. Il Sole,
che l'amava, la seguì, saltando ancora più in alto,
e l'Acqua fu lasciata giù, sulla Terra, a riempire il grande
villaggio cintato,con tutti i suoi amici. Per questa ragione vi sono
laghi e fiumi sparsi in tutto il mondo, e il Sole e la Luna inviano
i loro raggi a illuminarli; caldi e forti quelli del Sole, pallidi
e dolci quelli della Luna.
ANN
PILLING, MIti e Leggende da tutto il mondo, Vallardi I.G.,1993.
2.
L'ACQUA NEL RITO
La ricerca relativa
al rito, mediante l'acqua ha posto in luce come di consueto le conoscenze
possedute dai bambini. Queste si sono riferite ai riti cristiani,
del Battesimo soprattutto, e della sepoltura. Si è quindi analizzato
il significato relativo al concetto di purificazione, di rinnovamento
e di rinascita, insiti nell'uso "sacrale" dell'acqua .
Si sono confrontati,
inoltre, riti di altre culture e/o sette cristiane come i " Testimoni
di Geova" ad esempio, riti comunque che evidenziassero analogie
con quelli già conosciuti per poterne rilevare sia le caratteristiche
di similitudine che di difformità; due modalità rituali
si sono comunque messe soprattutto a confronto: i riti cristiano-cattolici
e quelli indù.
Questo confronto
si è effettuato in un momento particolarmente significativo
in quanto si stava facendo la conoscenza di Iqbal Masih il piccolo
Pakistano martire del lavoro infantile cosicché il confronto
ha contribuito ad arricchire la conoscenza di terre lontane, quali
l'India e la Patria di Iqbal.
A Lui è
stata dedicata la consueta Festa delle bambine e dei bambini del 21
Marzo.
Organizzata dalla Associazione Janusz Korczak e dal Comune di Vercelli
con la compartecipazione dell'Amministrazione provinciale al "PalaPiacco"
il 22 Marzo, è stata celebrata da oltre 600 bambine e bambini
delle scuole dell'infanzia ed elementare provenienti da tutta la Provincia
Si riportano
alcuni esempi di elaborati riferiti ai riti delle due religioni.
2.1- Rito
del battesimo cristiano-cattolico (vissuto): "In chiesa, il sacerdote
sparge sul capo della bambina o del bambino piccolo, dell'acqua benedetta..."
2.2- Riti
indù di rinnovamento, propiziazione, purificazione e benedizione
(Atlante video)
Rito di
rinnovamento e purificazione. Immersione nell'acqua del sacro Gange.
Rito
di propiziazione: fiammelle votive sul Gange.
Incontro
tra due elementi: acqua e fuoco. Purificazione e benedizione.
2.3 Rito indù: "Il pellegrinaggio con l'acqua sacra".
L'elaborato,
realizzato da una bambina di cinque anni, raffigura un rituale compiuto
periodicamente dagli indù ed il loro senso del sacro nei confronti
dell'acqua del Gange.
Ogni
dieci anni si svolge un pellegrinaggio alla città sacra di
Harigbar, ritenuta il cancello degli dei.
Dopo
i rituali, prima di ritornare a casa, vengono riempiti dei recipienti
con l'acqua sacra del Gange e, trasportati ai villaggi di appartenenza,
L'acqua verrà distribuita a coloro che non hanno potuto partecipare
personalmente al pellegrinaggio.
Durante
il trasporto i contenitori non dovranno mai essere posati in terra
per cui i trasportatori si dovranno dare il cambio per tenerli sempre
sollevati.
(Atlante
video)
2.4
Rito-Culto-Leggenda:"Il Fiume Gange"
"IL
GANGE"
"Un
giorno, agli inizi del tempo, madre Gange, dea della purificazione
e della benedizione sgorgò dai capelli di Shiva, i picchi dell'Himalaya.
Il terribile dio della creazione e distruzione l'aveva imprigionata
su quei monti costringendola a vagare senza meta.
Finalmente libera di donarsi, ma non di erompere distruttiva nel mondo,
corse lungo la grande pianura portando tra gli uomini bontà,
perdono e consolazione.
I1 Gange nasce dalle lacrime della Dea e attraverso Rashikesh, i capelli
del Dio Shiva, scorre lungo la pianura fino al golfo del Bengala dove
si getta nel mare.
Tra tutti i fiumi il Gange è il più sacro, forza primigenia,
donatore di vita. E' il fiume che domina la vita spirituale dell'India.
I1 Gange, cuore dell'Himalaya, il Gange, che lava via ogni peccato.
Dal cielo alla terra e di nuovo al cielo.
La pioggia è il Gange celeste. "Se non cade la pioggia
il mondo è perduto" (antica ballata del sud dell'India).
Gange: eterno, puro, culto di una grande religione prima della nascita
del cristianesimo.
E' da 4000 anni che gli Indù esaltano Ganganà, madre
Gange (2700 km).
Il Gange viene denominato con 1800 nomi, 10.000 anni fa il mare copriva
la valle del Gange.
(Atlante video)
3.
L'ACQUA NELLA FIABA
INVENZIONE
E CREAZIONE DI UN LIBRO/OMBRELLO: UNA FIABA MARINA
LIBRO-GIOCO CON PERSONAGGI MARINI.
3.1
"IL RE DEL MARE E LE OMBRE"
Lontano,
lontano, in fondo al mare, tra rocce, coralli e alghe, sorge, bellissima,
una grande reggia di conchiglie. In quella reggia vive il re del mare,
Quel re è molto potente, e fa sì che nel suo regno,
tutto funzioni alla perfezione. Egli usa perciò convocare,
di tanto in tanto, alcuni abitanti del mare, sudditi del suo regno,
affinché gli riferiscano quanto in esso vi sta accadendo.
Venne il giorno in cui il re mandò a chiamare i delfini. Quando
questi giunsero al suo cospetto il re chiese loro, "Va tutto
bene nel mio regno?" I delfini risposero: "Non molto bene,
vostra maestà! E' da un po' di tempo che ci sembra di vedere
un'ombra". "Un'ombra? che cos'è un'ombra?" Chiese
il re. "Non lo sappiamo vostra maestà!" Risposero
i delfini.
Il re mandò allora a chiamare i pescicani. Quando questi giunsero
al suo cospetto il re chiese loro: "Va tutto bene nel mio regno?"
"Purtroppo non molto bene vostra maestà, da un po' di
tempo ci sembra di vedere delle ombre", risposero i pescicani.
"Delle ombre? Cosa sono le ombre?" Chiese preoccupato il
re. "Non lo sappiamo vostra maestà", risposero i
pescicani.
Preoccupatissimo, il re fece chiamare immediatamente le balene il
cui compito è quello di presidiare i confini del regno.
Quando le balene giunsero al suo cospetto il re chiese loro: "Va
tutto bene nel mio regno?" "Purtroppo, vostra maestà,
dobbiamo dire che da un po' di tempo ci sembra di vedere delle ombre",
risposero le balene. "Delle ombre? Cosa sono le ombre?"
Chiese sempre più allarmato il re. "Non lo sappiamo vostra
maestà", risposero le balene ed aggiunsero: "Perché
la maestà vostra non si reca a controllare di persona?"
"E' proprio ciò che intendo fare!" Esclamò
il re.
Così il re del mare, seguito dai delfini, dai pescicani, dalle
balene e da un lungo corteo di sudditi del suo regno, si recò
nel luogo indicatogli.
Colà giuntovi, il re vide che quel luogo era stranamente illuminato
dalla luce del sole che, non si sa perché, da qualche tempo
riusciva a penetrare fino in fondo al mare.
Improvvisamente, egli si vide circondato da ombre e, fatto ancora
più straordinario, una di quelle gli pareva persino tale e
quale a lui. Sbalordito e spaventato il re gridò: "Chi
siete? Che volete? Da dove venite?" Nessuno rispose.
Lo spavento del re crebbe a dismisura quando si accorse che l'ombra
a lui somigliante, ripeteva tutto quanto lui faceva: il re si muoveva?
Anche l'ombra si muoveva. Il re si fermava? Anche l'ombra si fermava.
Il colmo della paura giunse quando il povero re si accorse che non
solo la sua, ma anche le altre ombre sembravano simili agli abitanti
del suo regno e ne stavano imitando i comportamenti.
Preso dal terrore il re gridò: "Miei prodi! Ritiriamoci,
presto!"
In men che non si dica tutti, ma proprio tutti fuggirono lontano dal
luogo illuminato e le ombre , come per incanto, svanirono.
Il re credette che le ombre fossero a loro volta fuggite per lo spavento
provato alla vista di tanti abitanti del mare e dall'urlo da lui lanciato
e, così rassicuratosi, ordinò ai suoi sudditi di ritornare
insieme in quel luogo illuminato.
Ritornati che furono, essi videro con loro grande meraviglia e sgomento,
che le ombre stavano, invece, ancora tutte quante là.
Il re allora ordinò "Gridiamo forte tutti insieme o miei
sudditi, così faremo fuggire le ombre una volta per tutte".
Tutti insieme gridarono forte, ma così forte, che persino la
reggia crollò sprofondando sotto il fondo del mare. Immediatamente,
il re si lanciò all'inseguimento della sua reggia, seguito
dai suoi sudditi.
Il tremendo scossone provocato dallo sprofondamento della reggia,
svegliò un granchio che stava facendosi un pisolino sotto la
sabbia. Spalancati gli occhi, credette di stare ancora sognando quando
si vide davanti il re tutto tremante.
Dopo aver ascoltato quanto era successo, il granchio disse: "Non
temete maestà, vi aiuterò io!" Detto fatto il granchio
invitò il re ed i suoi sudditi nella sua casa dove furono subito
raggiunti da molti amici.
Insieme escogitarono un piano di battaglia per sconfiggere le ombre.
Si decise, perciò, di formare una grande armata e, al comando
del re, furono organizzati pesci-cani, pesci-spada, pesci-sega, pesci-martello,
pesci-palla-pungiglioni, meduse, polipi, granchi, aragoste e molti
altri ancora.
Gli armati si diressero immediatamente nel luogo illuminato, ma non
appena colà giuntovi, si trovarono immersi in un luogo buio
e privo di ombre.
Il re, però, era ben deciso a risolvere la questione ed ordinò
all'armata di disporsi in cerchio e di attendere. Passò il
tempo e quando il re stava pensando, con un certo sollievo, che le
ombre fossero ormai scomparse per sempre, eccole invece ricomparire
con la luce del sole, ritornata ad illuminare quel punto in fondo
al mare.
C'erano ombre dappertutto.
Il re rivoltosi ai sudditi, tutto tremante, gridò: "Avanti,
miei prodi!" Gli armati si lanciarono al combattimento, e con
grande meraviglia videro che le ombre non combattevano, ma si limitavano
ad imitare i loro gesti. Stupefatto il re chiese alle ombre: "Non
volete combattere?" Nessuno rispose. Il re disse allora: "Perché
non diventiamo amici ?" Ancora nessuno rispose.
Il re si fece coraggio e volle compiere per primo il gesto di amicizia
e tendendo la mano disse: "Su, diamoci la mano!" I sudditi
lo imitarono mentre le ombre facevano la stessa cosa.
Contento e soddisfatto il re propose a tutti di aiutarlo a ricostruire
la reggia e quando questa fu terminata, più grande e più
bella di prima, venne organizzata una grande festa che durò
giorni e giorni. Fu una festa memorabile, piena di luci e di gioia.
Si videro gli abitanti del mare danzare e giocare con le ombre che,
da quel momento, rimasero per sempre nella reggia in fondo al mare.
Da allora in poi, nei giorni illuminati dal sole, si possono ancora
vedere, in fondo al mare, il re ed i suoi sudditi giocare e danzare
felici e contenti con le loro amiche ombre.
Racconto
fantastico inventato dall'insegnante Mirella Carpanese dopo l'esperienza dei giochi
di acquaticità e con la luce/ombra;
realizzazione grafica (testo),
e di un libro-gioco, mediante ricerca sull'ambiente
marino. Illustrazione : allievi 4 e 5 anni.
"Ombrellibro"
con i personaggi marini
3.2
"IL CERCATORE D'ORO"
Lontano, lontano, presso le rive di un fiume, si possono ancora
vedere i resti di una piccola casetta. Gli abitanti del paese vicino,
la chiamano, da sempre, "la baracca".
I vecchi raccontano del tempo in cui "la baracca" era
abitata. In quel tempo, ogni anno, all'arrivo della primavera, vi
giungeva un signore magro magro con la pelle scura, bruciata dal
sole carico di provviste e di arnesi: assicelle di legno, setacci,
contenitori di diversa misura, tele di cotone, una carriola ed una
macchina, alquanto strana, fornita di una ruota.
Nella "baracca", egli vi rimaneva fino ai primi freddi
scandagliando il fiume in lungo ed in largo alla ricerca di un prezioso
metallo: l'oro. Gli era già accaduto di trovare delle pagliuzze
nei corsi d'acqua vicini e si era convinto che, in quel fiume, ne
avrebbe trovate molte di più, bastava avere metodo e pazienza,
molta pazienza.
Quell'anno la neve era caduta abbondante sulle montagne ed ecco
che in primavera si stava sciogliendo in mille rivoli, ruscelli, cascatelle e torrenti che andavano ad ingrossare il fiume.
"Bene
bene", pensò il cercatore d’oro, "speriamo
che tutta quest'acqua stacchi dalle rocce l'oro, tanto oro".
Nei suoi sogni egli si vedeva raccogliere pepite e pepite d'oro
grosse come noci. Ma quando alle prime luci dell'alba il canto degli
uccelli lo risvegliava, ricominciava la sua solita faticosa giornata:
spalare ghiaia dal fiume, caricarla sulla carriola e trascinarla
lontano dal luogo della ricerca dell'oro, incanalare l'acqua e setacciare,
setacciare senza posa.
Alla sera, però, quando stanco infine si coricava, egli
si sentiva comunque contento perché quella vita gli piaceva
e la speranza di trovare l'oro non lo abbandonava mai.
Un vecchio del paese racconta un fatto straordinario accaduto al
cercatore d’oro.
Una notte, mentre questi sognava, felice, tante pepite d'oro riempirgli
la casa, un tremendo fracasso lo svegliò di soprassalto.
Sbigottito, si trovò invaso da enormi sassi che la furia
dell'acqua del fiume in piena stava sospingendo nella casa.
"I miei arnesi!" esclamò. Corse nel boschetto vicino
dove era solito nasconderli per recuperarli e metterli in salvo.
Mentre affannosamente li cercava, lampi, tuoni e fulmini ed infine
pioggia e grandine gli si riversarono addosso.
"Ma bene!" borbottò il cercatore d’oro,
"acqua
dappertutto, almeno riuscissi a ritrovare i miei arnesi, senza quelli
non potrò certo trovare l’oro, giorni e giorni di lavoro
ormai se ne sono andati trovassi almeno i miei arnesi!".
Con il cuore stretto dalla preoccupazione, il cercatore d'oro si
muoveva con grande fatica nel buio della notte mentre l'acqua del
fiume lo spingeva e quella del cielo lo "martellava".
Ad un tratto gli sembrò di intravedere qualcosa tra i sassi
ed i rami spezzati ed il cuore gli si sobbalzò dalla gioia.
"Oh, eccoli!" esclamò. Gli arnesi, infatti, erano
proprio là, incastrati e un po' malconci però c’erano
proprio tutti. "Meno male!" Sospirò, "Basta
un'aggiustatina e ritorneranno come nuovi... ma quello cos'è?"
Nel setaccio c'era uno strano luccichio. Pieno di speranza, tolse
i sassi ed i rami che in parte lo ricoprivano. "Oh, è
solo un pesce," borbottò, "è grosso però
e come luccica, non ho mai visto un pesce così prima d'ora".
Il pesce lo guardava aprendo e chiudendo la bocca. "Sembra
che mi chieda aiuto", pensò il cercatore d'oro. "Va
bene," disse, "sei fortunato per questa volta non ti farò
friggere in padella, anche tu hai il diritto di vivere".
La tempesta, intanto, si stava acquietando e l'acqua del fiume stava
rallentando la sua corsa. La luna fece capolino tra le nuvole ed
illuminò l'opera del cercatore d'oro che con fatica stava
liberando il pesce. "Vai", disse l'uomo, "Sei libero".
Il pesce per un attimo si fermò e al cercatore d'oro sembrò
che lo ringraziasse. "Oh, che sciocchezze sto pensando",
disse il cercatore tra sé e sé. "Vai!" Ripetè
l'uomo.
Il grosso pesce con uno scatto guizzò luccicante e scomparve
nell'acqua.
Il cercatore sollevò il setaccio e ... con grande meraviglia
vide che, nel posto occupato prima dal pesce, splendeva una grossa
e stupenda pepita d’oro.
Questo racconto fantastico è stato ispirato dalla lettura
della testimonianza di Luigi Alessio, l'ultimo cercatore d’oro
vercellese raccolta da Mario Anemone in Vecchie Storie Vercellesi,
L'ULTIMO CERCATORE D'ORO. Quaderni De L'Eusebiano, 1983.
Testo e adattamento
teatrale di Mirella Carpanese. Vercelli, 5 aprile 1999
4.
L'ACQUA NELLA LEGGENDA
4.1
L'ARCOBALENO NEL LAGO
Una leggenda
raccolta da C.F. Wolf racconta che nel lago di Carezza viveva un
tempo una bellissima Ondina, e nei boschi del vicino Latemar uno
stregone pazzamente innamorato di lei.
Lo stregone aveva fatto di tutto per prenderla; una volta s'era
persino trasformato in lontra; ma sempre l'Ondina gli era sfuggita.
Infine si recò da una strega che abitava sul Cantinaccio
a chiederle consiglio. "Fai un arcobaleno che immerga un'estremità
nelle acque del lago" gli disse la strega. "l'Ondina non
ne ha mai visti e uscirà a guardare. Allora tu ti avvicini,
travestito da mercante, con una grossa borsa piena di gioielli;
tocchi l'arcobaleno e dici: guarda, la stoffa che serve a fare
gioielli d'aria! Ne tagli un pezzetto, lo metti nella borsa
e lasci cadere qualche gioiello. Anche di questi, l'Ondina non ne
ha visti mai. Uscirà a parlare con te, e tu le dirai che
a casa tua ne hai tanti, l'inviterai a venirli a vedere. E il gioco
è fatto". Lo stregone seguì il consiglio, fabbricò
un meraviglioso arcobaleno. Ma quando vide l'Ondina spuntare vezzosa
e gocciolante dalle onde non seppe trattenersi e si precipitò
verso di lei senza neppure ricordare il travestimento Così,
anche questa volta l'agognata preda gli sfuggì. Allora lo
stregone fu preso da tanta ira che cominciò a sradicare alberi,
a gettare enormi sassi nel lago; infine prese l'arcobaleno, lo lacerò,
lo scagliò nel lago. In acqua, l'arcobaleno si sciolse e
i suoi colori si sparsero sulla superficie; e vi sono sempre rimasti.
AA VV (1966),
Guida all'Italia leggendaria misteriosa-insolita- fantastica
Milano, Sugar.
Leggenda
illustrata dagli allievi di 5 anni
5.
L'ACQUA NELLA TRADIZIONE
"Una
volta, le donne della città andavano a lavare i panni nel
fiume o nei canali.
In Vercelli c'è un canale, il "Cervetto", dove
si lavavano i panni per gli abitanti della città. Le donne
erano aiutate, a volte, anche dagli uomini, soprattutto per il trasporto
della biancheria. E venivano chiamati: lavandere e lavandè.
Il ricordo di quel tempo, faticoso, si trova nelle "maschere"
cittadine nel periodo di carnevale. Le donne e gli uomini del rione
Cervetto sono rappresentati dai "Lavandè" e dalle
"Lavandere".
5.1
"C'ERANO UNA VOLTA LE LAVANDAIE"
5.1
"LA STORIA DI UN VECCHIO LAVATOIO"
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C'era
una volta un vecchio lavatoio |
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Una
volta, le donne a Vercelli andavano a lavare i panni nel vecchio
lavatoio. Ora il lavatoio è quasi distrutto, non c'è
più l'acqua. Oggi le donne lavano con la lavatrice.
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Visita
al vecchio lavatoio |
5.3
"UN MESTIERE DEL PASSATO"
Una "nonna" racconta il lavoro faticoso, ma avventuroso,
del marito, ricercatore d'oro.
STORIE VERCELLESI
Le Insegnanti
della scuola statale dell'infanzia Janusz Korczak ritengono importante
conservare la memoria di alcuni momenti e lavori del passato, questi
ultimi ormai scomparsi come tali, che possano consentire una conoscenza
più approfondita della società in cui viviamo.
A questo scopo è stata raccolta la testimonianza di una "nonna",
come ama definirsi, moglie dell'ultimo cercatore d'oro vercellese
e molto spesso compagna di questo suo lavoro avventuroso.
Avendo letto "L'ultimo cercatore d'oro" di Mario Anemone,
Quaderni de l'Eusebiano, Vercelli, 1983, si è voluto rintracciarne
il protagonista, ma, purtroppo, il signor Alessio da cinque anni
non c'è più. La sua vedova, però, signora Carla,
ha accettato con grande gentilezza e disponibilità di venire
a scuola a raccontare ai bambini in che cosa consistesse il lavoro
di cercatore.
LA "NONNA"
RACCONTA
Dei lavori
di un tempo diventati, soprattutto dalle nostre parti, dei passatempi
o come si dice degli hobby, ce n'è uno un po' incredibile
per la maggioranza delle persone, quello del cercatore d'oro.
Ma una volta, molti e molti anni fa, non era così, erano
tanti coloro che si avventuravano sui nostri fiumi a cercare l'oro.
Era, a volte, un vero e proprio mestiere che richiedeva forza, pazienza
e amore per la natura e la solitudine. Alcuni di essi diventavano
molto bravi in questo lavoro, dei veri artisti sì, perché
di vera e propria arte si trattava, con segreti e abilità
che si tramandavano di padre in figlio.
Anche mio marito divenne un bravo cercatore d'oro perché
imparò i segreti da suo padre quando era ancora un ragazzo
e lo accompagnava, negli anni '20 -'30, sul fiume dal mattino alla
sera.
La ricerca, infatti, doveva incominciare appena si faceva giorno.
Per prima cosa bisognava trovare il filone giusto. Per fare questo
si doveva individuare un'area piuttosto grande, dopodiché
si incanalava l'acqua e si procedeva con gli assaggi per verificare
la quantità d'oro che poteva essere presente.
Questa fase poteva richiedere parecchio tempo ed anche molti spostamenti.
Scelto il posto, si doveva procedere al setacciamento ed al trasporto
della ghiaia; poi si posizionavano gli attrezzi tra cui un'assicella
composta da diverse tacche posta appena sotto il livello dell'acqua
e inclinata verso la corrente. Su questa assicella veniva versata,
poco alla volta, della sabbia setacciata in precedenza, in modo
che l'acqua la trascinasse in basso.
Se c'erano delle pagliuzze d'oro, queste andavano ad incastrarsi
nelle tacche, dei tagli che venivano fatti apposta nel legno per
trattenere quelle pagliuzze che, a sera, e questo è il momento
più delicato ed importante in cui si rivela l'abilità
e l'arte di cui si è capaci, venivano depositate nella "basla"
o "basola", che è una specie di piatto di legno.
Si prendeva quindi l'assicella e, con movimenti particolari, si
rovesciava il contenuto nella "basla", poi si metteva
la "basla" nell'acqua e, muovendola abilmente, si incominciavano
a separare le pagliuzze d'oro da altri metalli. Finita questa operazione,
le pagliuzze venivano conservate in una pezzuola di cotone.
"Ecco! Guardate!" Dice la signora Carla rivolta ai bambini,
"vi ho portato da vedere proprio la pezzuola dove mettevo le
pagliuzze d'oro che trovavo con mio marito."
Mentre la pezzuola scura di cotone passa di mano in mano e qualcuno
chiede, "ma c'è ancora oro?" La signora estrae
una bottiglietta dicendo: "Nella pezzuola no, ma qui sì,
queste sono le ultime pagliuzze che abbiamo trovato sul Cervo mio
marito e io tanti anni fa..."
Un "Oh!" di stupore e di meraviglia e... "Ce le fai
vedere?" Accompagna il passaggio della preziosa bottiglietta
tra i bambini.
"Ma tu quando sei andata a cercare l'oro?" Chiedono incuriositi
i bambini.
"Oh io sono andata tanto tempo fa, quando ero giovane. Allora,
sapete, era un brutto momento perché anche qui da noi c'era
la guerra e quando c'è la guerra è terribile perché
è molto difficile vivere, spesso si fa la fame.
In quel tempo anche qui nel vercellese molta gente non trovava lavoro
e così mio marito, che faceva il muratore e non riusciva
a trovare da lavorare, decise di fare il cercatore d'oro per vivere
ed anch'io andavo sovente con lui per aiutarlo.
In quel tempo avevamo due bambini piccoli, un maschio e una femmina;
al mattino li portavo a scuola e poi andavo con mio marito sul fiume.
Non si andava su tutti i fiumi però, solo su quelli dal nome
maschile perché mio marito diceva che solo quelli portano
oro.
Così andavamo sul Cervo o sull'Elvo dal mattino alla sera
e lavoravamo duramente. Allora abitavamo in un paese vicino a Vercelli,
non molto lontani da questi fiumi, per cui si poteva arrivare facilmente
a piedi.
Arrivati sul posto, incominciavamo a fare gli "assaggi"
per individuare il filone d'oro. A volte bisognava fare km e km
per trovare quello giusto. Si incominciava con un'area piuttosto
vasta: bisognava provare un po' qua e un po' là e una volta
individuata la zona che sembrava contenesse l'oro si posizionavano
gli attrezzi.
A questo proposito debbo dire che è proprio vero che la necessità
aguzza l'ingegno.
Mio marito e suo padre, infatti, inventarono una macchina con la
quale si riusciva a fare molto più lavoro e con molta meno
fatica.
Si tratta di una tramoggia, un recipiente ad imbuto quadrato, dove
al di sotto c'era un asse snodabile, azionato da tre eccentrici
a loro volta collegati ad una ruota a pale azionata dall'acqua del
canaletto come, ad esempio, quella di un mulino e che aveva la funzione
di regolare la discesa della sabbia che veniva immessa dall'alto
nel recipiente.
Ora questa macchina e gli altri attrezzi sono conservati nel museo
dell'oro di Ovada.
Quindi, come ho già detto, si incanalava l'acqua, si posizionava
la macchina, si setacciava la ghiaia e quella grossa, inservibile,
la si trasportava altrove. Il trasporto lo si doveva fare molte
volte magari per 70 e/o 80 carriole di ghiaia.
Era veramente una grande fatica.
Alla sera si metteva la sabbia setacciata nella "basola"
per lavarla e, se vi era dell'oro, il più delle volte era
molto poco, un grammo o due, lo si metteva in una pezzuola come
quella che vi ho mostrato.
Arrivati a casa, mio marito toglieva ancora eventuali pezzettini
di ferro con la calamita, metteva l'oro in una boccettina e poi,
una volta alla settimana, lo si vendeva ad una oreficeria che provvedeva
a trasformarlo in oggetti. Per lavorarlo, però, non si poteva
usarlo così, ma si doveva aggiungere dell'altro oro già
lavorato per farne una lega, perché l'oro puro non si può
lavorare, si spezza.
Con i soldi guadagnati dalla vendita dell'oro potevamo così
sopravvivere e tirare avanti.
Ma non ci si arricchiva di certo; intanto perché di oro non
si riusciva a trovarne molto e poi perché non lo si poteva
sempre cercare.
Quando pioveva si doveva per forza sospendere la ricerca e specialmente
quando pioveva molto, c'era il rischio che non solo tutto il lavoro
fino ad allora svolto venisse perso, ma che venissero portati via
dall'acqua, perfino gli attrezzi.
E anche quando faceva molto freddo era difficile, se non impossibile,
andare a cercare l'oro."
I bambini che hanno ascoltato incuriositi e attenti chiedono: "Ma
allora come facevate? Se non trovavate l'oro e non vi davano i
soldi, come facevate a comprare le cose per mangiare?"
"Infatti non si mangiava."
I bambini sono sconcertati e la signora Carla prosegue: "Sembra
incredibile, ma allora non era come adesso che non si sa più
cosa mangiare, tanta è la scelta, si è diventati perfino
schizzinosi... in quel periodo invece non si poteva mangiare perché
proprio non ce n'era.
Per fortuna potevo rivolgermi ai miei genitori che abitavano in
campagna e ci aiutavano: quanto riso e cavoli abbiamo mangiato.
Oggigiorno la ricerca dell'oro qui da noi la si fa per passatempo.
Certe volte vengono indette delle gare come ad esempio ad Ovada
sul fiume Orba, è un fiume dal nome femminile ma va bene
lo stesso. A queste gare partecipano centinaia e centinaia di cercatori
provenienti da tutto il mondo, anche dall'Australia.
Anche mio marito una volta volle partecipare benché fosse
già malato e vinse il primo premio."
La signora Carla presenta con commozione il diploma del miglior
cercatore.
I bambini ascoltano ed osservano interessati ed affascinati oltre
al diploma le fotografie, gli opuscoli, ma soprattutto le pagliuzze
d’oro.
Grazie, signora Carla.
Vercelli, 14
aprile 1999
|
6.
L'ACQUA NELLA POESIA
6.1
POESIA NARRATA ED ILLUSTRATA DAGLI ALLIEVI
"C'era
una volta"
C'era
una volta un giovane ruscello
color di perla, che alla vecchia valle
tra molli giunchi e pratoline gialle correva snello;
e c'era un bimbo che gli tendea le mani dicendo:
"A che tutto cotesto foco?
Posa un po'qui: si gioca un caro gioco se tu rimani.
Se tu rimani, o movi adagio i passi,
un lago nasce e nell'argento fresco
della tua bell'acqua io, con le mani,
pesco gemme di sassi.
Fermati dunque, non fuggir così!
L'uccello che cinguetta ora sul ramo
ancor cinguetterà , se noi giochiamo taciti qui".
Rise il ruscello e tremolò commosso
al cenno delle amiche mani tese;
e con tono di voce cortese disse:"Non posso!
Vorrei: non posso! Il cuor mi vola: ho fretta.
A mezzo il piano, a leghe di cammino,
c'è la sollecita ruota del mulino che mi aspetta;
e c'è la vispa e provvida massaia
che risciacquar la nuova tela deve
e sciorinarla sì che al sole neve candida paia;
e v'è il gregge, che a sera porge il muso
avido a bere di quest'onda chiara,
e gode s'io lo sazio, poi ripara contento al chiuso.
Lasciami dunque" terminò il ruscello
"correre dove il mio dover mi vuole".
E giù pel piano, luccicando al sole, disparve snello.
(A.S.Novaro) |
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6.2
POESIA INVENTATA
"Canzone
dell'acqua"
L'acqua
dal cielo verrà
e tutto quanto bagnerà
Gocce
gocce cadran
e su tutto quanto scorreran
Il sole
in alto le chiamerà
e l'acqua nel cielo salirà
Nel cielo
azzurro poi grigio poi nero
le nuvole d'acqua si rincorreran
Con tuoni
e fulmini la pioggia cadrà
e tutto quanto bagnerà
Anche nel
fiume l'acqua scenderà
e fino al mare se ne andrà
Il
sole in alto ancora la chiamerà
e l'acqua nel cielo salirà
Di nuovo
la terra bagnerà
e sempre al mare finirà
La... la
la la... la... la...
7.
L'ACQUA NELLA DANZA E NEL MOVIMENTO
7.B
L'ACQUA NEL TEATRO
7.B.1
DRAMMATIZZAZIONE DELLA FAVOLA SUL CICLO DELL'ACQUA
"Acqua
Magica"
(canovaccio
teatrale)
Rielaborazione
fantastica del ciclo dell'acqua. Rappresentazione teatrale: Natale'98.
Brani Musicali:
Arthur Grieg, Il mattino (2')
Walt Disney, Pioggia di Primavera, dal film:"Bambi"(2')
Antonio Vivaldi, Inverno(2')
F.J.Haydn, Sinfonia dei giocattoli (2')
Walt Disney, Pioggia di Primavera (2')
7.B.2
"L'ACQUA MAGICA"
(allestimento
fotografico scenografico,costumi,dialoghi,musica,luci)
rappresentazione: Natale 1998.
|
"Il
fiume Sesia in collina" |
|
"Il
fiume Sesia a Vercelli" |
|
"Teatro
delle ombre" |
|
"Lo
scorrere del tempo accanto alla reggia della regina del Gelo" |
|
"Il
re del Male" |
|
"Gli
elfi aiutano Madre Natura, nelle sembianze di regina del Gelo,
governano la Terra" |
7.B.3
RAPPRESENTAZIONE TEATRALE DELLA FAVOLA
"IL
CERCATORE D'ORO"
Per la realizzazione
di questa favola è stata compiuta la consueta ricerca musicale
e, inoltre, la costruzione di alcuni strumenti con relativa esecuzione
"orchestrale".
Questa favola
è stata rappresentata tre volte:
-
Fontanetto Po: scambio nella comune ricerca e realizzazione
del "Progetto Acqua".
- Direzione didattica 2° Circolo (Direzione di appartenenza),
con una classe 4° elementare.
In questi
due contesti è stato attuato, oltre il relativo progetto,
anche quello inerente all'Autonomia ed alla Continuità didattica.
- Casa di Riposo di piazza Mazzini: in quest'occasione si
è fatto coincidere, oltre al consueto incontro di gemellaggio,
la festa di fine anno scolastico e la celebrazione dell'Anno Internazionale
delle Persone Anziane, proclamato dall'Assemblea Generale delle
Nazioni Unite.
Alla presenza degli ospiti della Casa, dei loro genitori e di numerose
autorità civili e religiose, i bambini hanno recitato poesie
da loro inventate, canti e musiche, al termine della rappresentazione,
offrendo inoltre dei doni da loro preparati: un quadro, dei piatti
decorati e fiori.
"IL
CERCATORE D'ORO"
Testo e adattamento
teatrale: Mirella Carpanese.
Musica
: L.v.Beethoven, La pastorale.
Tempo
musicale: 15'
A: Ambiente.
Campo causale: fiume-alberi-baracca-pesce-vecchietti-bambini.
Avvio musica.
Voce fuori campo: "I vecchi di un paese raccontano..."
B: Completamento campo causale.
Ingresso del protagonista: "Il cercatore d'oro".
Voci recitanti:
"C'era una volta..."
1° Il sole
incede solenne e si colloca accanto alla baracca dalla parte del
fiume.
2° Il cercatore va alla baracca...
3° Uccelli e farfalla si collocano vicino al sole.
4° Il cercatore, dalla baracca va al fiume: sistema gli attrezzi
ed inizia a lavorare per trovare l'oro, ma non lo trova.
Voci recitanti:
"Ogni giorno di buon mattino, quando il canto degli uccelli
lo risvegliava, incanalava l'acqua, spostava e setacciava ghiaia..."
5° I1 cercatore
nasconde gli attrezzi nel bosco.
6°
Uscita dalla scena: sole-uccellini-farfalla.
7°
Entrata in scena: la luna si colloca al posto del sole.
8° Il cercatore entra nella baracca (sbadiglia e si "addormenta").
Voci recitanti
:"E così faceva tutti i giorni e per tanti tanti
giorni".
9° Entrata
in scena: le nuvole si collocano ai lati della baracca.
Uscita dalla scena: la luna.
Voci recitanti:
"Una notte, mentre il cercatore sognava..."
C. Evento primo:
il fiume in piena.
D. Risposta interna.: stupore e paura.
11° Ricerca e recupero degli attrezzi.
Voci recitanti:
"Sotto la tempesta..."
F. Conseguenza:
12° I1 cercatore trova gli attrezzi (tentativo riuscito della
ricerca).
G. Reazione
emotiva: sollievo e felicità.
Voci recitanti:
"E vide, incastrato tra di essi..."
C2. Evento
secondo:
13° il cercatore trova, incastrato tra gli attrezzi, uno strano
e grosso pesce...
D2. Risposta
interna:
14°...pensa di liberarlo.
E2. Tentativo:
15° il cercatore mentre lo libera gli parla e parla con se stesso.
F2. Conseguenza:
16° il pesce, liberato, salta nell'acqua e...
17° il cercatore trova nel setaccio, occupato prima dal pesce,
una grossa pepita d'oro.
Voci recitanti:
"Quando il setaccio infine sollevò..."
G2. Reazione
emotiva:
18° stupore e felicità
Voci recitanti:
"Felice e contento per tutta la vita il cercatore restò".
l9°Partecipazione
di tutti alla gioia:
orchestra-vecchi-bambini-sole-luna-nuvole-uccelli-farfalla-pesce.
Suonare e saltellare in tondo.
ALCUNI
MOMENTI DELLA RAPPRESENTAZIONE DEL "CERCATORE D'ORO"
A
FONTANETTO
PO
|
"I
vecchi di un paese raccontano" |
|
"Il
cercatore d'oro al lavoro" |
|
Ambiente:
la baracca con sole, uccelli, farfalla;in secondo piano:"L'orchestra"
|
7.C
L'ACQUA NEL CINEMA
Sono stati
visionati alcuni spezzoni dei films preferiti dai bambini. In seguito
sono state da loro illustrate alcune scene.
|
"La
sirenetta" |
|
"Pinocchio
sta per essere ingoiato dalla balena" |
|
"La
spada magica" |
|
"Re
Leone" |
8.
L'ACQUA NELLA PITTURA
Modalità
1 Allievi:
tutte le età (dai tre ai sei anni).
- Ascolto
di alcuni brani musicali, ad occhi chiusi, relativi all'acqua;
- riascolto
del brano musicale scelto durante l'esecuzione pittorica con tecnica
libera, in situazione di piccoli gruppi e o individuale, mediante
aggregazione spontanea;
- rappresentazione
dell'acqua nelle diverse realtà ambientali attraverso le
suggestioni evocate dalla musica.
2- Allievi:
quattro e sei anni.
- Presentazione
delle illustrazioni dei dipinti sull'acqua dei pittori celebri;
- scelta
individuale di un dipinto e tentativo di riproduzione con la tecnica
dell’acquerello
Esempio
di interpretazione dell'acqua del mare (Matteo S.a.4)
8.1
L'ACQUA NELLA PITTURA
Esecuzione
pittorica nel salone giochi
8.2
EDUCARE ALL'ARTE
"L'acqua
degli artisti"
interpretazione pittorica
|
|
|
P.Signac,"Les
andelys, i bagni"(1886)
Elisabetta C.a.5 |
|
P.Signac,"Les
andelys, i bagni"(1886)
Alessio M. a.5 |
|
|
|
|
|
|
P.Signac,"Les
andelys, i bagni"(1886) Laura
C. a.5 |
|
G.Segantini "Ave Maria a Trasbordo" (1882)
Elisabetta C. a.5 |
|
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|
|
C.Monet
"Venezia, il Canal Grande" (1908) Matteo S.
a.4 |
|
P.Signac "La Senna a Nantes" (1903)
Alessio M.a.5 |
(opere pittoriche
e relativi titoli da: "I Maestri del
Colore ", Fratelli Fabbri Editori)
9.
L'ACQUA NELLA FOTOGRAFIA
ALCUNE FOTOGRAFIE
SCELTE TRA QUELLE REALIZZATE NELLE NUMEROSE "USCITE" CITTADINE
|
|
La
Sesia |
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|
La
fontana restaurata del Broletto |
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|
La
Sesia |
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|
|
Il
laghetto della "Cascina Vola" |
10.
L'ACQUA NELLA MUSICA
Modalità:
nel corso dell'anno si sono ascoltati, cantati e danzati numerosi
brani musicali relativi all'acqua, alcuni sono stati utilizzati
per fare teatro e pittura, inoltre si sono inventati alcuni canti
e partiture musicali.
Per l'esecuzione del lavoro teatrale "Il cercatore d'oro",
sono stati inoltre costruiti diversi strumenti musicali, mediante
i quali sono stati evocati i suoni e i rumori dell'acqua in diverse
situazioni ambientali.
Alcuni esempi:
- bastone della pioggia;
- tamburo dell'oceano;
- campanelle tubolari;
- gong;
- xilofono ad acqua.
Se volete provare anche voi a realizzarne qualcuno vi diamo alcune
indicazioni.
Bastone
della pioggia
Materiale occorrente:
a. un tubo di cartone o di bambù,
b. molti chiodi grossi;
c. sabbia un po' grossa, oppure riso o pastina;
d. nastro adesivo.
Procedimento:
a. un tubo di cartone (da posters) cm 6x70;
b. trapuntato il tubo con i chiodi (a poca distanza l'uno dall'altro
in ordine sparso);
c. inserita la sabbia (quella per i gatti);
d. tappato il tubo con nastro adesivo.
Mosso lentamente il bastone nei due sensi sembra di sentire il suono
della pioggia scrosciante o della risacca delle onde.
Se vi interessasse conoscere la costruzione degli altri strumenti,
siamo a vostra disposizione.
Vi proponiamo
un brano musicale che ci ha molto divertito, inventato da noi e
per la cui esecuzione sono necessari alcuni strumenti elencati.
L'ACQUA
"COS'E'?"
Al termine
del Progetto Acqua, i bambini e le bambine rispondono nuovamente
alla domanda posta all'inizio dell'attività didattica.
Queste sono alcune risposte tra le più significative.
L'acqua è
un liquido, freddo, trasparente, inodore, insapore e buono per bere;
può essere anche non trasparente, avere odore e sapore buono
o cattivo, se ci sono delle cose dentro di lei, come l'acqua del
mare che è salata perché ha raccolto molte cose che
stanno sulla terra e sottoterra e non è buona per bere; può
essere anche calda, come quando esce da sottoterra dove è
molto caldo perché c'è il fuoco e anche la lava.
L'acqua è
anche un solido, perché quando fa molto freddo diventa ghiaccio
duro in certi posti della terra, come al Polo Nord e al Polo Sud,
dove fa sempre freddo, il ghiaccio diventa grande anche come delle
montagne. Il ghiaccio, invece da noi, lo si vede solo d'inverno
e, a volte, quando cade dal cielo come grandine.
L'acqua è
anche un "gas", quasi invisibile, perché il calore
del sole la fa diventare così leggera da farla salire in
alto nel cielo e anche rimanere nell'aria, come quando si vede l'arcobaleno.
Nel cielo le goccioline d'acqua si incontrano e formano le nuvole
che il vento porta a passeggio e, a volte, si diverte anche a farle
correre. Quando le gocce delle nuvole sono tante e pesanti, cadono
giù sulla terra, così viene il temporale.
L'acqua è
potenza: con il suo peso e il suo movimento, muove le cose più
pesanti e anche le ruote, come quelle dei mulini e quelle delle
turbine per fare l'energia elettrica; su di essa possono anche galleggiare
molte cose.
L'acqua è
una "specie di detersivo", perché pulisce tutto
quanto.
L'acqua è
"come un treno", perché trasposta tutto.
L'acqua è
"come una casa", perché ci abitano molti esseri
viventi.
L'acqua è
vita, perché esiste dappertutto: nella frutta, nelle verdure,
nei fiori, negli alberi, negli animali e anche nel nostro corpo.
Tutti bevono l'acqua, chi con le radici e chi con la bocca, poi
una parte esce, come ad esempio per il nostro corpo e quello degli
animali, soprattutto con il sudore e con la pipì, mentre
per gli altri soprattutto con goccioline sulle foglie o sui petali.
Senza
l'Acqua la vita non ci sarebbe.