MODALITA'
DELLA RICERCA
Le
insegnanti delle classi II A e II B della Scuola elementare Bertinetti
hanno ritenuto didatticamente utile partecipare all'attività
"Conoscere l'acqua" in quanto la programmazione didattica
annuale dell'ambito antropologico prevede il raggiungimento delle
capacità di "comprendere gli aspetti fondamentali del
territorio", in questo caso attraverso l'osservazione del quartiere
in cui è ubicata la scuola e il raggiungimento delle capacità
di "conoscere, ricostruire e comprendere eventi e trasformazioni
storiche", in particolare saper ricostruire la storia delle cose.
Hanno, perciò, individuato il lavatoio di corso Palestro come
soggetto di ricerca storica.
I1 lavoro di ricerca si è articolato in diverse fasi. Nella
prima fase tutti gli alunni sono stati coinvolti nella ricerca di
notizie relative al lavatoio. In seguito, attraverso le testimonianze
del Professor Giuseppe Bo e della Signora Norma Previte, l'analisi
del Regolamento di utilizzo del lavatoio e la lettura di notizie storiche
inerenti tale edificio, gli alunni hanno potuto approfondire la conoscenza
di un servizio pubblico a loro sconosciuto. Successivamente è
stata effettuata la visita esterna dell'edificio, dalla quale sono
scaturite osservazioni e proposte per un suo riutilizzo.
DIFFICOLTA'
EVENTUALMENTE INCONTRATE
Si
sono incontrate difficoltà nel reperire le immagini dell'edificio
all'epoca del suo utilizzo e notizie storiche. Gli alunni avrebbero
desiderato poter accedere all'interno dell'edificio, ma non è
stato possibile. Le insegnanti hanno incontrato difficoltà
nel reperire il tempo necessario per svolgere le varie fasi della
ricerca. Infatti, il lavoro ha occupato parecchie ore per le attività
svolte in classe con gli alunni e ancora di più per quel che
ha riguardato il coordinamento e la programmazione delle varie fasi.
Tale lavoro è stato svolto dalle insegnanti in orario extra
scolastico in quanto le ore di programmazione settimanale non hanno
potuto essere utilizzate per tali attività.
PARTECIPAZIONE DEGLI ALLIEVI
Gli
alunni hanno partecipato con interesse alle attività proposte.
Le insegnanti hanno cercato, il più possibile, di fare svolgere
le varie parti della ricerca agli alunni. Alcuni genitori hanno collaborato
al reperimento di notizie utili.
GIUDIZIO
COMPLESSIVO
Nel
complesso le insegnanti ritengono positivo il lavoro svolto in quanto,
ricostruendo la storia del lavatoio, gli alunni hanno potuto effettuare
il loro primo lavoro di ricerca storica scoprendo la necessita di
reperire fonti utili.
C'ERA
UNA VOLTA... UN LAVATOIO
Località e ubicazione:
Vercelli, corso Palestro 25
DESCRIZIONE:
com'è il lavatoio oggi.
Il lavatoio ha una facciata formata da una parte centrale a due piani
e da due laterali a un piano solo con sopra una terrazza. Nella parte
centrale c'è il portone d'ingresso e sopra, sul muro, c'è
la scritta "Lavatoio".
Il lavatoio ha ormai l'aspetto di un edificio abbandonato. I muri
sono scrostati, scoloriti e scarabocchiati, le finestre hanno le grate
arrugginite e i vetri rotti, il portone scarabocchiato, scolorito
e chiuso con il lucchetto, la scritta è sbiadita. Guardando
dentro si vede un locale pieno di polvere e ragnatele, sedie, banchi,
tavoli tutti rotti, un furgoncino con delle biciclette, stracci, coperte,
materassi.
Anche il retro è brutto e vecchio. I muri sono scrostati, le
finestre sono state murate. Il cortile, dove prima si stendevano i
panni lavati, ora è pieno di erbacce, sterpaglie e rifiuti
ed è cintato da una rete metallica rotta in alcuni punti.
DATA
DI COSTRUZIONE:
Il lavatoio venne costruito nel 1911-12. Fu inaugurato il 16 marzo
1913.
NOTIZIE
RELATIVE ALLA COSTRUZIONE
Il fabbricato risulta edificato dal Comune di Vercelli negli anni
1911 e 1912 con la funzione di lavatoio pubblico al piano terreno
e con un modesto alloggio per il custode al primo piano.
E' stato usato come lavatoio fino alla fine degli anni trenta per
passare poi all'Ente "Gioventù Italiana del Littorio",
poi "Gioventù Italiana". E' passato poi in proprietà
alla Regione Piemonte e dato in uso al Comune di Vercelli fino al
12 luglio 2.015 a titolo di concessione d'uso.
L'edificio non risulta apprezzabile dal punto di vista architettonico.
(Notizie fornite da Elio Marolla, padre di una alunna).
ESISTENZA
EVENTUALE DI VECCHIE FOTOGRAFIE E/O DISEGNI
Non è stato possibile reperire vecchie fotografie o disegni.
Provenienza dell'acqua che alimenta il lavatoio (sorgente, incanalazione
e da dove è captata). Dove l'acqua è successivamente
dispersa e come.
Secondo alcune informazioni l'acqua del lavatoio era sorgiva, secondo
altre proveniva da una roggia vicina. L'acqua utilizzata veniva poi
dispersa nel Cervetto.
UTILIZZO
NEL PASSATO
L'edificio è stato sempre utilizzato come lavatoio, tranne
per un breve periodo negli anni cinquanta che fu utilizzato dall'Ufficio
Leva.
TRADIZIONI
E LEGGENDE
Non rinvenute.
ATTUALE
STATO DI CONSERVAZIONE
Dalla visita effettuata dalle classi il 22 marzo 1999 l'edificio appare
in pessimo stato di conservazione.
ATTUALE
UTILIZZO
L'edificio
è completamente abbandonato. L'ultimo utilizzo risale agli
anni sessanta.
QUALITA'
E CARATTERISTICHE DELL'ACQUA
L'acqua
non è più presente.
EVENTUALI
ALTRE NOTIZIE NON INDICATE NELLA TRACCIA DELLA RICERCA
E' stato possibile reperire il Regolamento per l'utilizzo del lavatoio
da parte degli utenti.
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Le
due ali laterali del lavatoio con la terrazza |
Gli
imbrattatori hanno colpito anche il lavatoio
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Le
finestre al piano terreno sono state murate
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Nel
cortile, dove un tempo le donne stendevano, ora regna il degrado |
Nonostante
la rete metallica i soliti ignoti hanno colpito!
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CITTA'
DI VERCELLI
REGOLAMENTO
PER L'USO DEL LAVATOIO PUBBLICO
Art.
1 - Orario
L'orario di apertura e di chiusura del Lavatoio Pubblico è
così stabilito:
Nov./Dic./Gen./Feb.
dalle ore 08.00 alle ore 11,30 - dalle ore 13.00 alle ore 17.00
Mar /Apr./Set./Ott. dalle ore 07.00 alle ore 11,30
- dalle ore 13.00 alle ore 18.00
Mag./Giu./Lug./Ago. dalle ore 06.00 alle ore 11.30
- dalle ore 13.00 alle ore 19.00
Nei
giorni di domenica, Capodanno, Epifania, ultimo giorno di Carnevale,
Giovedì Santo, Corpus Domini, 20 settembre, Ognissanti, Natale,
la chiusura ha luogo alle ore 13.00.
La Giunta Municipale ha facoltà di apportare agli orari quelle
modifiche che ritenga opportuno nell'interesse del servizio.
Art. 2 - Prezzi di tariffa
La tariffa per l'uso del lavatoio sarà stabilita annualmente
dalla Giunta Municipale e il pagamento della stessa sarà comprovato
da un biglietto che gli accorrenti riceveranno e che dovranno ritenere
fino all'uscita del lavatoio con l'obbligo di presentarlo ad ogni
richiesta del Funzionario Municipale per gli eventuali controlli.
E' distribuita acqua calda mediante il pagamento di centesimi 5 per
ogni secchio.
Art.
3 - Norme per il pubblico
E' vietato al pubblico di fermarsi nel lavatoio.
L'Amministrazione non assume responsabilità degli oggetti di
biancheria od altri che fossero lasciati nei locali nelle ore di chiusura
temporanea (dalle ore 11,30 alle ore 13.00).
E' vietato l'ingresso al lavatoio a quelle persone le quali vi si
recassero per fini estranei nell'uso cui e destinato lo stabilimento.
Art. 4
E' rigorosamente proibito di lavare coperte di lana, lana in bioccoli
od altri oggetti che non siano pannolini, biancheria, e tessuti a
maglia; di lavare oggetti schifosi o che avendo servito per malattie
contagiose debbano essere preventivamente disinfettati ed espurgati.
Art. 5
E' proibito inoltre di spremere, torcere o sospendere fuori dalle
vasche oggetti grondanti d'acqua, di versare o gettare altrimenti
acqua al suolo dovendo questo essere mantenuto il più possibilmente
asciutto.
Art.
6
E' pure vietato di cantare, schiamazzare, tenere discorsi sconvenienti
o disturbare in qualsiasi altro modo la pubblica quiete, come anche
di usare scanni o di portare nello stabilimento oggetti quali siano
d'ingombro o servano di pretesto per ritenere determinati posti.
A tale scopo i cesti e le carriuole che avevano servito al trasporto
della biancheria da lavare dovranno essere depositati nel sito a ciò
destinato.
Art. 7
E' proibito altresì di accendere fuoco nell'interno del lavatoio;
sarà poi tollerato nella stagione invernale l'uso degli scaldini.
Art. 8
Gli accorrenti dovranno inoltre attenersi nell'interno del lavatoio
a tutte quelle altre prescrizioni che fossero impartite dal Municipio
per mezzo dei suoi Agenti.
Art. 9
Gli oneri, le tariffe e le disposizione del presente Regolamento devono
essere affissi in modo visibile nello stabilimento.
Art. 10 Penalità
Per l'accertamento delle controversie alle prescrizioni del presente
Regolamento, per le conciliazioni ed il procedimento si osservano
le Norme di cui agli art. 218-219-220 della Legge Comunale e Provinciale
(T.U. 21 maggio 1908 n. 269), salvo sempre l'immediata espulsione
del contravventore dallo stabilimento e le maggiori penalità
in cui fare ricorso.
Vercelli, 5 marzo 1913
Per la Giunta Municipale: il
Sindaco Avv. Ettore Borgogna
Il Segretario Capo: Avv. Bruschetti
INTERVISTA
ALLA SIGNORA NORMA PREVITE
COM'ERA
IL LAVATOIO?
Il lavatoio era un po' vecchiotto. C'erano le vasche con l'acqua calda,
che si pagava, e vasche con l'acqua fredda dove si poteva risciacquare.
QUANTE
VASCHE C'ERANO?
Ce n'erano tante. Non so quante una ventina, anche di più.
Era pieno di vasche: a destra e a sinistra.
QUANTE
PERSONE RIUSCIVANO A STARE NEL LAVATOIO?
Ne potevano venire di persone a lavare con tutte quelle vasche. Quando
una persona aveva una vasca ne aveva abbastanza.
SI
STAVA RISTRETTI?
No, ce n'era di spazio!
QUANTE
PERSONE UTILIZZAVANO LA STESSA VASCA?
Una persona per ogni vasca.
ERA
SEMPRE APERTO?
Si, tutto il giorno.
C'ERA
UN LIMITE DI ORARIO?
Dalle 8 alle 12 e dalle 2 alle 6.
ERA
MOLTO DISTANTE DA CASA SUA?
No. Avevo solo da attraversare la strada. Ero vicinissima.
PORTAVA
DA CASA IL SAPONE?
Si. Il sapone lo portavo da casa.
ERA
FATICOSO LAVARE IN UN LAVATOIO?
E, insomma, lavare a mano è un po' fatica. Mi posavo il mio
mastello e mi mettevo a bagnare i panni. Al mattino andavo a mettere
a bagno la mia biancheria e al dopopranzo me la risciacquavo e me
la portavo a casa.
COME
TRASPORTAVATE LA BIANCHERIA?
Dentro al secchiello.
CHI
L'AIUTAVA?
Nessuno. Da sola. Facevo tutto da sola.
LE
PIACEVA ANDARE A LAVARE AL LAVATOIO?
Sì, sì. Mi piaceva.
ERA
NOIOSO?
No, no. Non era noioso. C'erano tante donne: si chiacchierava del
più e del meno. Andavamo lì e si passava anche il tempo.
FREQUENTAVANO
IL LAVATOIO PERSONE CHE LEI CONOSCEVA?
Sì, sì, tante. Tutte quelle che abitavano vicino a me.
Venivano fin da là in fondo. Arrivavano dal fondo di corso
Palestro, dal fondo di corso Magenta. Era l'unico lavatoio che c'era
in zona.
CHE
ETA' AVEVANO LE PERSONE CHE FREQUENTAVANO IL LAVATOIO?
Avevano quasi tutte la mia età. A quei tempi ero giovane: avevo
30 anni. Erano tutte mamme.
C'ERANO
DEI BAMbiNI?
Si, delle volte c'erano anche dei bambini. Mentre le mamme lavavano,
i bambini giocavano. Andavano nel cortile e giocavano.
C'ERANO
ANCHE DEGLI UOMINI?
No, uomini no. Non venivano a lavare gli uomini.
CAPITAVANO
DELLE LITI?
No, no, non si bisticciava là.
SI
RICORDA QUALCHE EPISODIO PARTICOLARE?
Quello del topo. C'era un bel topo lungo che veniva da sotto il lavatoio,
girava e poi scappava. E un giorno ha morsicato il piede della custode
del lavatoio.
IN
QUEL PERIODO PENSAVA CHE UN GIORNO AVREBBERO INVENTATO QUALCHE COSA
PER CAMBIARE IL MODO DI LAVARE?
No, non ci pensavamo proprio che inventassero le lavatrici. Eravamo
abituate ad andare lì. Io abitavo proprio lì vicino.
Quando sono andata ad abitare in corso Palestro c'era una casa dove
ora c'è il Liceo Scientifico ed io abitavo lì, perciò
dovevo solo attraversare la strada. Poi lì c'era un grande
orto e i proprietari producevano tanta verdura, così oltre
ad andare al lavatoio andavo anche a comperarmi la verdura fresca
fresca.
ABBIAMO
SAPUTO CHE C'ERA IL CUSTODE AL LAVATOIO: COSA FACEVA?
I1 custode teneva pulito, apriva e chiudeva le porte. Riscaldava l'acqua
calda. C'era un vascone grande e facevano il fuoco di sotto e riscaldavano
l'acqua. Ma era bollente! Cinque lire un secchiello d'acqua. Io andavo
là, ne prendevo tre o quattro secchielli e mettevo a bagno
i panni.Eh, con cinquanta lire sapesse quanta acqua si poteva prendere.
Facevo tutto il bucato con cinquanta lire. poi portavo a casa la roba
bagnata e la stendevo in cortile. Il lavatoio era pulito, per terra
non era bagnato. Le vasche erano grosse, noi salivamo su un palchetto
di legno e perciò non si bagnava il pavimento. Ma sapeste come
era bello andare a lavare al lavatoio! Era bello perchè si
sciacquava con l'acqua che scorreva sempre ed i panni venivano belli.
Poi si chiacchierava una davanti all'altra. Questa era la vita di
una volta. Le donne che non venivano al lavatoio facevano il bucato
a casa, perché avevano il lavatoio in cortile. Io però
preferivo andare lì. Sono andata a lavare al lavatoio fino
a trenta anni fa. Abitavo già nella casa nuova, ma andavo ancora
lo stesso a lavare lì. L'hanno poi chiuso quando ha incominciato
ad andarci poca gente. Cosa volete? Cinque lire al secchiello l'acqua.
Era più la legna che usavano per riscaldarla che il guadagno
per la vendita dell'acqua. Non si pagava l'entrata, ma solo l'acqua
calda. L'entrata era libera. Venivano anche da lontano con la loro
roba sporca nelle borse o col secchiello appeso alla bicicletta: venivano
lì, se la lavavano e poi se la portavano a casa. Adesso è
più comodo...c'è la lavatrice...E chi lava più?
I
RICORDI DEL PROFESSOR GIUSEPPE BO
Sul
lavatoio di corso Palestro non c'è una documentazione; allora
io ho dovuto rifarmi ai miei ricordi.
La costruzione del lavatoio risale al 1911/1912, in un momento molto
felice per lo sviluppo della città. Era il momento in cui Vercelli
si stava ampliando e si accingeva a superare la cinta dei viali costruiti
sulle mura che circondavano la città.
Quando fu fatto il lavatoio la città era appena arrivata alla
cinta del viale. Lo stile di questa costruzione si rifà alle
costruzioni nobili del periodo, come l'Istituto Cavour e il Credito
Italiano.
Dal momento che non è mai stato modificato, il lavatoio è
un bell'esempio di costruzione utile per la popolazione del quartiere
di Porta Milano e delle case circostanti.
Cosa c'era in quegli anni attorno al lavatoio? Dietro alla costruzione
esistevano orti e prati fino al monumento solitario al generale Bava
e alla caserma Garrone immensa. E il lavatoio com'era fatto? Correva
fra quegli orti una roggia, cioè una via d'acqua più
piccola rispetto a un canale. La roggia derivava dal Molinazzo che
passava vicino al lavatoio, seguiva via Vinzaglio e finiva nel Cervetto.
Questa roggia passava in mezzo a questi orti e questi prati.
Nella costruzione dominava la caldaia, al centro. Se voi entravate
da quel portone di ferro, che c'è ancora adesso, c'era una
grossa caldaia che forniva acqua calda. Vi erano poi vasche in cemento
appositamente inclinate nella parte superiore. Nella parte superiore
dell'edificio c'era una terrazza dove si stendevano i panni e che
aveva lo scopo di non appesantire lo stile della costruzione.
Il complesso della costruzione era utile alla comunità. Chi
abitava vicino al lavatoio andava solamente a prendere l'acqua calda
che veniva venduta a secchi. Ognuno arrivava con la sua secchia. Molti
venivano da lontano, cioè da Porta Milano, dal quartiere di
Porta Casale, non dal Cervetto, perché al Cervetto c'era proprio
una categoria di lavandaie che costituivano come una corporazione
e che usava un ruscello vicino al canale Cervetto per lavare i panni.
Chi veniva da lontano generalmente aveva una carretta con i panni
da lavare oppure si portava i panni sulla testa. Il vantaggio per
la popolazione era quindi grande.
Il Cervetto, invece, aveva proprio,
come ho detto, una categoria di lavandaie che lavava i panni non solamente
per il quartiere o per sé, ma li lavava per la città,
per molti che abitavano nel centro storico e non avevano voglia di
lavare i panni.
L'atmosfera del lavatoio era per noi bambini attorno agli anni quaranta,
che lo frequentavamo, di allegro lavoro e di chiacchiere intervallate
da qualche battuta più pungente. Alle volte litigavano. Il
lavoro era ritmico, sempre uguale e allora per non annoiarsi le donne
scambiavano tutte le notizie del quartiere, passandolo in rassegna.
Si veniva a sapere dei fidanzamenti, dei matrimoni, delle difficoltà
della vita di ogni giorno, se un commerciante rubava cambiando i prezzi
della merce, se un oste annacquava il vino. Dalle macchie dei vestiti
intuivano anche ciò che era avvenuto in famiglia: una tovaglia
macchiata di vino voleva dire che avevano fatto una festa oppure che
erano dei grossi sporcaccioni... Che
cos'erano importanti in questo lavatoio? La terrazza del lavatoio,
il breve prato vicino e il cortile attorno erano pieni di lenzuola
e di panni. Si capiva che era un ambiente dove si lavava, perché
erano stesi i panni e specialmente lenzuola. Noi bambini giocavamo
spesso nascondendoci dietro la biancheria pesante. Il lavatoio aveva
anche una funzione sociale, perché i bambini non venivano lasciati
a se stessi. In quegli anni c'erano ben poche automobili. Passavano
invece molti carri trainati da cavalli. Questi cavalli lasciavano
cadere gli escrementi che erano ritenuti molto importanti per coltivare
i gerani e i pomodori. Allora capitava di sentire qualche lavandaia
che gridava ai propri figli o ai nipoti di andare a raccogliere...
Naturalmente quando ci avvicinavamo troppo alle lenzuola venivamo
scacciati e sgridati in dialetto, perché la lingua italiana
la si conosceva solo a scuola.
Il
professore Giuseppe Bo racconta ai bambini la storia del
lavatoio
|
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Le
lavandaie del rione Cervetto |
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LE
NOSTRE PROPOSTE. IL LAVATOIO POTREBBE DIVENTARE...
SE
A VERCELLI ARRIVASSERO I PROFUGHI
Abbiamo visto alla televisione la gente del Kosovo che è costretta
ad abbandonare la propria casa. Migliaia di persone vengono ammazzate.
Nei campi profughi arrivano uomini, donne, bambini, anziani e ammalati.
Non hanno un letto per dormire, non hanno cibo, non hanno acqua per
lavarsi: mancano di tutto.
Se i profughi venissero a Vercelli, io avrei pensato che potrebbero
essere ospitati nel locale ristrutturato dell'ex lavatoio di corso
Palestro.
(Andrea, Carlo)
GIOCHI
PER TUTTI NEL QUARTIERE
Siamo andati a vedere il lavatoio che potrebbe essere riutilizzato
come sala giochi per il quartiere.
Di sotto ci sono sale per i ragazzi, di sopra per le persone anziane.
Nel giardinetto potrebbero fare il parco per i bambini, con uno scivolo,
un'altalena, della sabbia e le panchine.
(Valentina, Erika, Elisa)
PRIMA
LAVATOIO, ORA...
Secondo noi si potrebbe fare una casa di riposo e secondo noi può
andare bene soprattutto per gli anziani. Noi sappiamo che c'è
già una casa di riposo a Vercelli, ma per noi è necessario
aggiungerne un'altra.
All'interno ci potrebbero mettere delle stanze per gli anziani.
Il colore della casa di riposo può essere rosso, rosa o bianco.
Ci dovrebbero essere anche degli armadi con i vestiti che la gente
gli dà.
(Davide, Stefano, Simone, Alberto)
TANTE
PROPOSTE PER UN LAVATOIO
Noi abbiamo visitato il lavatoio di corso Palestro: è un edificio
abbandonato. Il lavatoio potrebbe essere utilizzato nella nostra città
come caserma dei Carabinieri, supermercato, ambulatorio medico, ambulatorio
veterinario, centro di accoglienza per i profughi della guerra, ufficio
postale, officina meccanica, biblioteca, negozio di fiori, palestra.
(Alex)
UTILE
OGGI... COME ALLORA
Nel mese di marzo, dopo averne lungamente parlato in classe, siamo
andati finalmente a vedere il lavatoio. E' un edificio molto vecchio,
abbandonato ed in disuso. L'edificio del lavatoio potrebbe essere
utilizzato per tante cose: come area verde, sala giochi, pub, ecc.,
ma per me sarebbe un peccato abbatterlo in quanto nel passato è
stato molto utile.
(Luca)
UN
TEATRO PER NOI
Io per il lavatoio toglierei tutte quelle erbacce. Farei un giardino
e davanti il teatro pubblico, dove possono entrare i bambini a vedere
il teatro.
Nel giardino si potrebbe togliere l'erba e seminare dei fiori e degli
alberi e togliere la rete metallica.
Dentro si potrebbe togliere il camioncino con le biciclette rotte,
vasche, tavolini, banchi, stracci sedie e topi. Fuori togliere le
finestre rotte e metterle nuove, ridare la tintura color giallo ocra.
Mettere dentro
delle sedie, un palco, la scalinata, delle tende rosse, la biglietteria,
i cartelli con scritto gli appuntamenti, la porta di emergenza l'antifurto,
i w.c. Si potrebbe dare anche la merenda.
(Erika,Giulia, Giorgia)
UNA
NUOVA SCUOLA MATERNA
Abbiamo pensato di utilizzarlo come una Scuola materna con delle classi;
dentro alle classi tanti banchi, dei giochi, tanti mobili d'appoggiare
gli zainetti, la mensa per chi si vuole fermare, i giochi nel salone,
nelle classi la televisione; poter fare la recita, avere cartelloni
dei bambini, avere un acquario in tutte le classi, addobbare le finestre.
Nel giardino alberi, giochi, sabbia, erba, panchine, fiori.
Insomma, noi la vorremmo così.
(Marta, Clara, Alessandro)
IL
LAVATOIO... UN RISTORANTE
Piccoli tavoli al piano di sotto, con sedie della giusta misura. Poi
nel piano al centro c'è a destra la cucina. E lì anche
tavoli da sei. E all'ultimo piano ci sono tavoli anche di otto, e
lì c'è la vetrina con i dolci. Al primo piano c'è
anche un appendino dove si appendono le giacche, poi c'è la
porta d'ingresso. Il pavimento, al piano di sotto, è di cemento,
un cemento ben posato. Così come gli altri pavimenti, poi lì
ci sono anche sedie per aspettare la gente.
Al secondo piano fanno i menù per i bambini, pizze, pesci e
cose fritte. Poi lì si vedono le macchine che passano, così
l'ultimo piano. Le due colonne vicino sono due piccoli bagni, quella
a destra per i maschi mentre quella a sinistra per le femmine. All'ultimo
piano fanno anche una gara di disegno e c'è il carretto dei
dolci e fanno i gelati.
(Angelica)
UNA
CASA PER I KOSOVARI
Abbiamo visto alla televisione che nel Kosovo tanta povera gente soffre
a causa della guerra. Le immagini ci mostrano ogni giorno bambini
e adulti strappati dai loro paesi, sono senza lavoro, senza denaro.
I profughi sono costretti a scappare a causa di una guerra crudele.
Dove ospitare tutte queste persone? Nella mia città esiste
un grande locale chiamato "lavatoio" che potrebbe essere
utilizzato a questo scopo. Tutti noi bambini potremmo portare i nostri
vestiti e i nostri giochi ai bambini kosovari. Sarebbe il nostro piccolo
aiuto per cercare almeno per un momento di renderli felici e farli
soffrire un po' di meno.
(Luana)
IO
UTILIZZEREI IL LAVATOIO COME...
Il lavatoio si potrebbe utilizzare come: centro pubblico per i bambini
dove possono giocare e divertirsi.
Il prato incolto dietro il lavatoio, adesso pieno di arbusti e rifiuti,
si può ripulire e far diventare un giardino pubblico per i
bambini. Nel prato si possono mettere altalene, scivoli e giochi come
in tutti i parchi gioco.
All'interno del lavatoio si possono mettere altri giochi per quando
piove e dei tavolini per fare merenda.
(Francesca, Elena, Fabio)
UN
MUSEO PER RICORDARE…
Il lavatoio potrebbe diventare un museo delle lavandaie. Si potrebbero
mettere tante bacheche e dentro molti oggetti usati a quel tempo per
lavare.
Gli oggetti sono: tavole per lavare, secchielli, sedie, vasche, cesti
e mastelli.
I bambini, visitandolo, potrebbero conoscere così come si lavava
una volta e a cosa serviva il lavatoio.
(Gianluca)
POESIE ACROSTICI
E STORIE
La filastrocca
che cantavano i nostri nonni ora la cantiamo noi.
"LA
BELLA LAVANDERINA"
La bella lavanderina
che lava i fazzoletti
per i poveretti
della città
Fa un salto,
fanne un altro,
fai la riverenza,
fai la penitenza,
guarda in su,
guarda in giù,
dai un bacio a chi vuoi tu! |
|
IL
LAVATOIO
Il lavatoio
è ormai vecchio
prima brillava come uno specchio,
ha lavorato come un compagno,
prendendo acqua dallo stagno.
Quante vasche le donne occupavano,
ogni giorno i panni lavavano.
Era faticoso, noi ci pensiamo,
e alla fine noi ci crediamo.
Tutti i bambini le donne portavano,
ed in cortile loro giocavano.
Ma ora i bambini vanno a vedere
e guardano con dispiacere
il lavatoio com'è ridotto,
ormai è tutto rotto.
I muri sono scrostati,
i portoni sono scarabocchiati.
Dentro ci sono ragnatele,
sedie, banchi, e non ci sono candele.
E' tutto vecchio, rotto e brutto,
anche se prima aveva di tutto.
Ora pensiamo al futuro,
anche se sarà duro.
Noi immaginiamo una camera da letto,
candele accese, fiori per un tavolo perfetto.
|
IL
LAVATOIO
Donne
donnine,
che andate a lavare,
tutte le mattine,
lavate i vostri panni,
li mettete nel secchiello
e usate il mastello.
Portate i vostri figli a giocare,
e state attente a non farli sporcare:
tovaglie, camicie, gonne, lenzuola...
portate sulla carriola.
Li fate asciugare sul terrazzo al sole.
Poi scendete
e li raccogliete.
A casa stanche tornate
e siete tutte sudate.
Povere donnine che faticavate
e l'esistenza della lavatrice ignoravate...
|
CHE
SPAVENTO!!
(storia di paura)
Un
pomeriggio d'estate due bambini, Marco e Filippo, decisero di andare
a giocare vicino al lavatoio, davanti alla loro casa. Era una costruzione
vecchia e abbandonata, con tutti i muri scrostati. Tutte le finestre
avevano i vetri rotti e il portone, vecchio e scheggiato, era chiuso
con un catenaccio. All'interno era tutto impolverato e qua e là
penzolavano fili di ragnatele. Nella stanza c'era di tutto: banchi
e sedie rotte, coperte, stracci, perfino un camioncino e delle biciclette.
Marco e Filippo si avvicinarono guardinghi al portone e cercarono
di forzarlo.
"Dai Filippo, spingi forte che devo entrare io per primo",
disse Marco.
"Io spingo, ma tu sei troppo ciccione. Come faccio a farti passare
attraverso a questa fessura stretta?" protestò Filippo.
"Ehi, tu, stecchino, continua a spingere con me! Prima o poi
entreremo", disse Marco un po' seccato. Finalmente la porta si
aprì e i due amici entrarono, mentre fuori cominciava a gocciolare.
Il cielo si era annuvolato e si stava alzando un forte vento che sollevava
polvere, foglie, carta. In cielo apparivano bagliori di fulmini, ma
Marco e Filippo, intenti a curiosare fra i rottami non si accorsero
di nulla. Ad un tratto sentirono un forte colpo e videro una luce
terrificante entrare dalle finestre rotte.
Si guardarono spaventati con il cuore in gola.
Udirono strani scricchiolii tra le sedie. Fili di ragnatele sfiorarono
i loro capelli e ombre strane si muovevano sul muro. Improvvisamente
dal camioncino si alzò una massa bianca con due occhi paurosi
che lamentandosi si spostava verso di loro.
Marco e Filippo lanciarono un urlo, cominciarono a tremare e a battere
i denti. Erano impietriti dal terrore. Si abbracciarono forte forte:
speravano che il fantasma non li vedesse. Chissà com'erano
preoccupati i loro genitori!
All'improvviso un raggio di sole illuminò la stanza colpendo
il fantasma che cadde a terra. Marco e Filippo si accorsero che era
solo un lenzuolo rotto e si misero a ridere.