The Apotheosis of Rhadamanthys on the Phaistos Disk (1360-50 B.C.) throws light on the war of the Seven against Thebes and the subsequent fall of Minoan and rise of Mycenaean empire.
by Marco G.
Corsini, October 2006. All Rights reserved
(approfondimento nei miei siti:
http://digilander.libero.it/marcoguidocorsini o
http://xoomer.virgilio.it/corsinimg)
L’interpretazione dell’Apoteosi è al momento (in assenza di ulteriori documenti
utili con cui raffrontarla, “bilingue” del sarcofago di Haghia Triada a parte)
l’unica via per perfezionare e accertare al meglio la decifrazione. Questa mia
ultima interpretazione contrasta con la datazione archeologica del documento (
E’ probabile
che gli antefatti della pittografica festia datino al III-II millennio a. C.
così come di quest’epoca è
I Filistei
storici vengono (anche dall’Italia, secondo Dionisio d’Alicarnasso) da Creta nel
XIII secolo a. C. col movimento dei “popoli del mare” e la pentapoli filistea
coerentemente appare svilupparsi lungo la costa. Ma gli elementi semitici della
civiltà filistea (cioè pelasgica della Palestina, di lingua greca e cultura
semitica) del Disco di Festo sono tali da far pensare ad un’ambientazione in
Palestina da data più antica che non può corrispondere all’epoca del movimento
dei “popoli del mare” intorno al XIII secolo a. C. Oltretutto il movimento dei
Pelasgi verso
Tuttavia il
movimento dei “popoli del mare” deve essere stato preceduto da un movimento
inverso dei Pelasgi dalla Palestina grosso modo negli stessi luoghi dove
successivamente e in continuazione (anche nel periodo buio del “medioevo greco”)
è attestata la colonizzazione greca. In altre parole l’indeuropeizzazione
avviene non da nord a sud ma da oriente a occidente come ha felicemente intuito
Pallottino nella sua Etruscologia. Nella mia decifrazione, la “testa di
Filisteo” è chiaramente attribuita ad un Syro-Palaistinos adoratore di
Dagan/Posidone Uranio, mentre il greco, lingua dell’Apoteosi, sappiamo
(Martinet) che si è staccato (non era ancora greco e non lo sarà per un bel
pezzo) dall’indo-ario intorno al
A proposito
della scrittura del sillabario festio mi pare che sia stata fissata dopo essersi
incontrata con il mondo dei Colchi, Mossineci, Calibi ecc. (su cui vedi in
particolare:
Sull’origine della pittografica festia
Quanto
precede impedisce di cercare gli immediati antecedenti della scrittura festia
troppo lontano nel tempo e dunque il greco che vi è trascritto avrà cominciato
ad essere lingua distinta a partire al massimo dal
Al momento per la datazione
dell’Apoteosi di Radamanto mi pare necessario appoggiarmi alla più verisimile
datazione del Sarcofago di Radamanto, che in base agli oggetti reperiti nella
tomba 4 o che da essa erano stati trafugati, fra cui il cartiglio della regina
Tiye moglie di Amenofi III (1402-1365) sarà stato deposto intorno al 1360-50.
Poi sarà da tenere conto del fatto che fra i 42 sigilli orientali rinvenuti nel
palazzo di Cadmo a Tebe di Beozia ve n’è uno che menziona un funzionario del re
cassita di Babilonia Burnaburiash II (1360-1333
o 1375-1347) che era in corrispondenza con Amenofi IV. Pertanto l’Apoteosi sarà
stata impressa nello scriptorium palatino di Haghia Triada verso il 1360-
L’Apoteosi di Radamanto è la relazione fatta
(probabilmente da Minosse di Cnosso), ad Isonoia Signora del palazzo di Festo (cui rinvia come a sede storica
– ora esclusivamente area sacra – del potere che già da età neopalaziale era stato
trasferito ad Haghia Triada, nella cui necropoli è stata trovata la tomba (tomba
4; vedi sopra la localizzazione di Haghia Triada nell’isola di Creta, dell’area
cemeteriale rispetto all’area urbana e la tomba 4 vista dall’alto e in sezione
trasversale) di Radamanto col celebre sarcofago e nei cui pressi deve trovarsi
il Labirinto (Virgilio), ovvero il tempio all’aperto coi pali della doppia ascia
della dea Qadash-Ashera che derivava dall’Ashera/Derketo (paredra del Dagan del
sillabario festio)/Afrodite Urania di Ashqelon), delle cerimonie funerarie
relative alla deificazione di Radamanto re di Festo, e dunque rappresenta per
iscritto ciò che le raffigurazioni sul sarcofago di Haghia Triada rappresentano
figurativamente, costituendone quasi un commento. Pertanto il filisteo Radamanto
fu il signore di Haghia Triada al tempo del suo massimo splendore in età
post-palaziale (TM III A2, XIV secolo a. C.). E’ verisimile che Radamanto sia
morto nella difesa di Tebe beota (davanti alla porta Crenida, ucciso dagli
uomini di Tideo, uno dei Sette) fondata da suo zio Cadmo (il palazzo di Cadmo,
che porta la civiltà filistea in Illiria, è datato al XIV secolo) contro i Sette
della lega micenea, cosicché Megara, la figlia di Creonte re di Tebe, partecipa
ai funerali di Radamanto (raffigurato sul sarcofago come Toro, simbologia del
sovrano Zeus/Hadad) insieme a Minosse di Cnosso.
Side A:
ma-ka-rja da(i)-mon la-wry-y-py-py-ty-sy ma-ka-rja
Y-so-nja da(i)-mon-ty-sy ty-ke(r)-on so-te(i)-ra-ky py-ra-por-no-py-ty-sy ke(r)+“comma”-on-ty-sy
DA(I)-rai ra-nja-rja-ze(i)-py-sy ke(r)+“comma”-on-ty-sy nja-djo
la-wry-y-py-py-ty-sy ke(r)+“comma”-on-ty-sy DA(I)-rai ra-nja-rja-ze(i)-py-sy
ne-kro Ma-nja-por-ty-sy de(i)-mn°-wy-da(i) y-so-wy-ty-sy y-ke(r)-on [sa]-ra-ky-ty-sy
me-ro-py ty[\]-de(i)-jo-py djo-mn°-se-ty-sy ste-ny-ny De(i)-jo-NY ty-mn°-wo
Ra-da(i)-mon-ty-sy.
makaria daimon lawryiphi pitys. makaria Isonoia, daimon t’ēs thēkôn, soteira kē pēlapōrinou pithyos. Kreiontis MEGArē rh’aniarizeiphi soi, Kreiontis naiadiō lawryiphi pitysi, Kreiontis MEGArē rh’aniarizeiphi soi nekron. Maniaportēs, dēmôn owidae isowithyos oikon, sarakhtheis merophi Tydeiophi, dio mnēstheis stheneian *Dhēiō-ASHERA thymenos ho Rhadamanthys.
Blissful lady double-axes pole,
blissful Isonoia, lady of the larnakes and protrectress of the clay stone pithos.
The doughter of Creon Megara consecrate there to You, the doughter of Creon in
the temple of the double-axes poles, the doughter of Creon Megara consecrate
there to You the dead. The Illustrious Deceased was expert in the uniforming
with equity the national law of the peoples. Your renowned Rhadamanthys has been
massacred by the men of Tydeus, so he has been (divinized and) married to the
strong *Dheio-Ashera.
Side B:
De(i)-jo ZE(I)-nja-ste-ny
de(i)-nja-y-ky-sy de(i)-ra-kro-wa-ko Me-de(i)-my-ny-o wo-ra-nja-DE(I)
De(i)-jo-DE(I) y-ra-DE(I) ZE(I)-nja-ste-py Me-de(i)-my-ny-o De(i)-jo-NY mon-me-ny
Me-de(i)-my-ny DA(I)-py-ko-SY(R) djo-kro-por-y-ky DA(I)-djo-ny ra-no-sa y-ry-wo-WO(I)-NY
da(i)-ma-ze(i)-py mn°-my-ke(r)-SY(R) y-mn°-de(i) ZE(I)-a-wry-o Ra-da(i)-mon-de(i)-pel
djo-kro-da(i)-mon Ta-ra-nja-sa ty-ry-wo-djo py-ze(i)-o Pa-nja-wry-sy y-de(i)-jo-py
de(i)-mn°-o-ty-sy.
*Dhēiō NEAniasthenē deinē aix d’eyrakrou wagoû Medei-Minōos. Ourania-PHORBĒ *Dhēiō-PHORBĒ hira-PHORBĒ NEAniasthenphi Medei-Minōos. *Dhēiō-ASHERA monomenēn Medei-Minōs MEGALĒS-phēgoû-(PALAISTINOS) dikrophorikē MEGALOIN-dyoîn rhanousa hirēwō WOIKŌ-ASHERA damazeiphi mnēmā aige-(PALAISTINOS). hymnodei NĒI-awriou Ra daimonos de hyper dikrodaimonos Taranias. thyrēn hodoiou piezei ho Phaniawrēs idioiphi deimonôn tês.
To *Dheio strength of the youth,
to the tremendous goat (Amalthaea) of the highest king Minos. To the heavenly
nurse, *Dheio nurse, holy nurse of the strenght in Minos youth, to *Dheio-Ashera
living by herself, Minos, sprinkled the two high poles of the big (Canaanite)
oak born by the double horns, in the sanctuary of Ashera, kills by the pillar
two (Canaanite) male goats. He sings then a hymn to the ship of the morning of
the god Ra (Hadad), that about the goddess of the double horns Tarania. The
entrance door (of the tomb) ties Phaniawres imprinting the seals of her
peculiar attributes of tremendum.
The End