1° Esperimento in cieco “ANIMALE DI
PLASTICA” Chiediamo ad una entità di vedere un oggetto tenuto da un
collaboratore distante diversi chilometri dal luogo dello
sperimentatore.
Introduzione
Il 26 Giugno 2007 chiedo per via metafonica l’intervento dell’amico
Massimo per “saggiare” le capacità percettive di un’entità
disincarnata; a qualche chilometro di distanza Marco tiene fra le
mani un oggetto a me sconosciuto e che Massimo dovrà “vedere” e
riferire per via metafonica. L’esperimento riesce dopo tre
registrazioni.
In data
odierna, 9 dicembre 2007 termina una lunga analisi di tutte
le registrazioni che hanno fornito una serie di messaggi
significativi. In coda alla presente troverete tutti i file
originali e quelli estratti e migliorati per l'ascolto.
26 giugno 2007 - Poco prima della pausa pranzo in ufficio
Marco mi contatta sul portatile in ufficio via Skype (programma di
messaggistica) e mi intrattiene con alcuni argomenti di confine ed
una loro possibile interpretazione. La metafonia e le voci sono
l’argomento principale e Marco predilige soluzioni relative ad un
possibile intervento dell’inconscio e a meccanismi legati alla
fisica quantistica. Il dibattito ci vede entrambi fermi su due isole
distanti, ma bagnate dalla medesima acqua. Propongo, quindi, un
esperimento in cieco: chiedo a Marco di tenere fra le mani un
oggetto a sua scelta, di non dirmi di quale oggetto si tratti e di
attendere. Tenterò di ricevere per via metafonica la risposta e
chiamo in aiuto Massimo M. chiedendogli di “recarsi” presso il mio
amico e di “vedere” l’oggetto che tiene in mano. Chiedo a Marco di
non scrivere altro e di attendere mentre effettuo una registrazione.
Prima
registrazione
Martedì 26 giugno 2007, 12.17.52
Tecnica: FM da radio online e registrazione per mezzo del
microfono del notebook (computer portatile) Emittente: Radio 102.5 (o Radio Italy) Frammento Canzone: Perdono (Tiziano Ferro – Durata: 35
secondi) Tecnica metafonica: riascolto al reverse (si registra un
brano su FM e si riascolta al contrario) Domanda: “Massimo, vuoi partecipare a questo esperimento ?
Vedi l’oggetto che Marco regge nella sua mano ?” Risposta 1: “Ascoltavo” Risposta 2: “Chiedi qualsiasi cosa” ( e sembra terminare con
“aspettavo”) Fine ascolto prima registrazione
Le risposte sono state individuate oggi (9 dicembre). Quel 26 giugno
sentivo “mazzo di chiavi” e non essendo sicuro di ciò che sentivo
decisi di effettuare una seconda registrazione.
Chiedo a Marco di pazientare.
Seconda registrazione
Martedì 26 giugno 2007, 12.37.01
Tecnica: FM da radio online e registrazione per mezzo del
microfono del notebook (computer portatile) Emittente: Radio 102.5 (o Radio Italy) Frammento Canzone: Verde Rosso e Blu (Irene Grandi – Durata:
38 secondi) Tecnica metafonica: riascolto al reverse Domanda: “Massimo, vuoi partecipare a questo esperimento ?
Vedi l’oggetto che Marco regge nella sua mano ?” Risposta 3: “Massimo è là” ( e poco chiaro sembra dire)
“siedo a Marco”. Risposta 4: “Mi vedrai nei sogni” Fine ascolto seconda registrazione
Comunico il messaggio a Marco (Massimo è là) che fra mille
perplessità mi riferisce che deve andar via. Lo prego di aspettare
ancora per un’ultima registrazione.
Terza registrazione
Martedì 26 giugno 2007, 12.56.30
Tecnica: FM da radio online e registrazione per mezzo del
microfono del notebook (computer portatile) Emittente: Radio 102.5 (o Radio Italy) Frammento Canzone: Paradiso Beach (Alan Sorrenti – Durata: 1
minuto e 5 secondi) Tecnica metafonica: riascolto al reverse Domanda: “Massimo, vuoi partecipare a questo esperimento ?
Vedi l’oggetto che Marco regge nella sua mano ?”
Al termine della registrazione tento di riascoltare con tutta
l’ansia provocata dal mio amico che comunica che non può più
aspettare e che sta per andare via; verso la fine ascolto una voce
che dice tre parole che sento perfettamente.
Chiamo
subito Marco digitando sul display di Skype ma purtroppo è già
andato via.
Riascolto più volte la registrazione. La rallento, la equalizzo un
pò e non ho dubbi.
Ho l’assoluta certezza che quelle parole sono di Massimo e che la
risposta è vera.
(avvertivo un forte calore al petto)
Sono le 15.00, arrivano i miei colleghi di lavoro: devo mettere in
pausa il mio entusiasmo e concentrarmi nuovamente sul lavoro di
tutti i giorni.
Verso le 16.30 si accende sul portatile il display del messaggio in
arrivo: è Marco che mi chiede
“E allora ?”.
Senza aggiungere altro, digito la risposta:
“ANIMALE DI PLASTICA”
Seguono piccoli ed eloquenti attimi di silenzio. Poi appare il
messaggio di Marco: “Possiamo affermare che l’esperimento ha dato
un buon esito”.
Non potevo esultare, troppi volti attorno a me, troppa gente che non
poteva capire, sapere, cosa stessi provando in quel momento; ho solo
chiuso gli occhi serenamente, ripetendo a me stesso che sono
riuscito ad aggiungere un altro tassello al mio mosaico, grazie a
Massimo.
Marco mi descrive l’oggetto dell’esperimento:
“E’ il
mio segno zodiacale, il leone, che porta in groppa uno gnomo. Credo
sia stato realizzato in ceramica”.
IL PARERE DI MARCO
Cominciamo l’analisi dell’esperimento dal momento in cui
Virgilio, mi comunica che la voce registrata sembra
significare “ANIMALE DI PLASTICA”.
In premessa è tuttavia necessario chiarire che già
l’impostazione sperimentale, quindi l’ipotesi che porta
a eseguire l’esperimento, è, per i due operatori,
diametralmente opposta.
Infatti Marco è convinto di condurre una prova
sperimentale tesa a dimostrare o comunque a verificare
certe teorie di “IPERCOMUNICAZIONE” legata alla teoria
del DNA antenna; pertanto ben lungi dal concepire
l’intervento di “entità disincarnate”.
Dall’altro lato, l’amico Virgilio, ipotizza e mette in
pratica tutta una procedura che vede per contro,
“l’evocazione di entità”, nella fattispecie Massimo,
come intermediario alla riuscita dell’esperimento.
L’oggetto in questione, tenuto tra le mani da Marco,
durante la registrazione, è una riproduzione artigianale
e fantasiosa del segno zodiacale del leone, raffigurato
dall’animale leone che porta in groppa uno gnomo, così
come è possibile osservare nella foto. L’oggetto in
questione è commercializzato dalla Zambiasi Commerciale
S.R.L., e il materiale utilizzato per la costruzione del
manufatto è RESINA. Possiamo quindi genericamente
affermare nella descrizione dell’oggetto in esame che si
tratta di un oggetto di plastica.
Perché considero l’ipotesi spiritica poco attendibile
e favorisco l’ipotesi inconscia.
Sono diverse le motivazioni che mi portano a credere che
quanto registrato, sia una rielaborazione inconscia
dell’operatore durante il riascolto. Andiamo per ordine:
1. Virgilio conosce bene la mia casa, in
particolare la mia stanza. Qui, c’è una scrivania dove
spesso ci sediamo per i nostri discorsi e sulla quale si
trovano tutta una serie di oggetti, tra cui l’oggetto in
esame, che per colori e originalità, facilmente richiama
l’attenzione. Si può dedurre quindi un primo
“condizionamento inconscio” di Virgilio nell’immaginare,
volutamente o no, la possibile situazione che ritraeva
me durante l’esecuzione dell’esperimento. 2. Vista la nostra fraterna amicizia, capita
spesso, che in maniera del tutto ironica usiamo
chiamarci, soprattutto quando non si è d’accordo su
alcune circostanze, con diversi termini, tra i quali,
anche Animale, Animalazzo. Secondo possibile
condizionamento inconscio dell’operatore Virgilio. 3. Registrazioni metafoniche precedenti
all’esperimento in oggetto e riguardanti l’entità
Massimo, avevano già prodotto come risultato il
riascolto della parola “Animale”, termine utilizzato
affettivamente in alcune circostanze dal ragazzo quando
era ancora in vita. Terzo ed importantissimo, per me
fondamentale, condizionamento inconscio dell’operatore. 4. L’oggetto in esame, come è possibile notare in
fotografia, è, si interpretabile come un animale, ma
anche come un omino (gnomo) a cavallo (in questo caso “a
cavallo di un leone”) o anche solamente come gnomo,
considerando che nel suo insieme, la parte predominante,
per i colori più appariscenti e per la posizione
sopraelevata rispetto al leone, sembra appartenere allo
gnomo e non all’animale. Questa ultima considerazione,
porterebbe ad avvalorare una possibile trasmissione
inconscia dell’operatore Marco che per contro, intendeva
l’oggetto in esame come segno zodiacale ovvero Leone
(animale).
Desidero
ripetere l’esperimento non tanto per avere la conferma
dell’esistenza di Massimo oltre quella soglia che chiamiamo “morte”,
ma per capire il suo livello di percezione in questa sua nuova
condizione a distanza di otto mesi dal suo “passaggio” (dal 14
Ottobre 2007). La storia non finisce qui.
Chiedo a Marco di mostrarmi al prossimo incontro l’oggetto
dell’esperimento e dopo qualche giorno ciò avviene e con mia grande
sorpresa ho potuto constatare un altro dato che ritengo di
fondamentale importanza.
La terza registrazione conteneva altri messaggi che sembrano
interferenze di qualcun altro e non inerenti la sperimentazione. Gli
unici che sembrano coerenti sono: Risposta 5: Orso Risposta 6: Animale di Plastica (più che “animale” sembra
dire “animali”)
Andiamo per gradi: analizziamo nuovamente le fasi principali
dell’esperimento tentando di rilevare i meccanismi mentali che ne
hanno caratterizzato la comunicazione ed eventuali “inneschi” per la
riuscita dell’esperimento stesso:
1. Nasce l’esigenza, da parte mia, di dimostrare a Marco che
l’ipotesi “spiritica” prevale su quella dell’inconscio: propongo un
esperimento (sfida) 2. Chiedo l’intervento di Massimo con il quale si è
instaurato un bellissimo rapporto di collaborazione “tecnica”
(fiducia) 3. La prima registrazione mi lascia perplesso, ma continuo a
sentire in me “il desiderio e la certezza” che l’esperimento possa
riuscire. 4. Chiedo a Massimo di “recarsi” da Marco e nella seconda
registrazione mi fa intendere di essere “là”, in quel luogo, seduto
vicino a Marco. 5. Nel momento in cui Marco produce ansia e tensione,
soprattutto per le perplessità che mi esterna mentre sono impegnato
ad ascoltare il file metafonico, aumenta in me la voglia di
“produrre una prova” (fede) 6. Durante il riascolto Marco se ne va ed io riesco a sentire
la risposta.
Perchè ritengo che sia intervenuta realmente un’entità disincarnata
?
A. Collaborazione attiva
Massimo ha iniziato la comunicazione affermando di essere già
presente e si dimostra subito disponibile (chiedi qualsiasi cosa –
ma potrebbe anche aver voluto dire “posso provare a vedere qualsiasi
cosa” ) e riferendomi di aver raggiunto Marco. Ciò dimostra che ha
“voluto” mettermi al corrente di ciò che stava facendo
rassicurandomi di conseguenza e confermandomi la sua partecipazione
attiva all’esperimento.
B. Capacità di valutazione “soggettiva” dell’oggetto esaminato
Quando Marco mi porta l’oggetto dell’esperimento: è un Leone
(ANIMALE) che tiene in groppa uno gnomo e mi rendo conto che non è
affatto di ceramica, sembra per lo più una sorta di resina
(PLASTICA).
Quindi l’essere umano Marco, al tatto ha definito il materiale
dell’oggetto come ceramica e ha sbagliato rispetto a Massimo, entità
disincarnata che invece ha fatto “UNA SUA VALUTAZIONE” definendo il
materiale come “PLASTICA”. Quindi, ANIMALE DI PLASTICA.
La proposizione semplice “DI” che collega la prima parola alla
seconda, conferma la proprietà di linguaggio utilizzato da Massimo
per definire il tipo di materiale di cui ha ritenuto composto
l’oggetto esaminato. La frase è di senso compiuto e risponde con
precisione alla mia domanda posta in cieco, cioè, senza che fossi a
conoscenza della risposta.
C. Ha commesso un errore di valutazione ?
L’ultimo esame della terza registrazione ha evidenziato un
particolare interessante, la parola “orso” prima di “animale(i) di
plastica”.
D. Una sincronicità interessante – un elemento che si ripete
Marco ha fatto notare che l’elemento “animale” ha caratterizzato le
prime comunicazioni metafoniche di Massimo fin dal nostro primo
incontro con la sua famiglia. Massimo era solito chiamare
scherzosamente così il fratello. Quella sera che ricevemmo per la
prima volta in un lungo messaggio la parola “animale”, la madre,
Rosy, non seppe dare un’immediata interpretazione se non dopo
qualche riflessione. Se condizionamento c’è stato, si è verificato
su Marco che ha scelto quell’oggetto per l’esperimento; bisogna solo
capire se si sia trattato di un inconscio meccanismo di associazione
Massimo-Animale, o di un condizionamento mentale imposto da
un’entità esterna, forse lo stesso Massimo o chi per lui.
Perchè è improbabile che si sia trattato solo di
un caso di “telepatia” fra gli operatori ?
Per i motivi sopradescritti e cioè, l’entità ha dimostrato di avere
un sistema di valutazione proprio: se Marco avesse trasmesso
realmente il pensiero “animale di ceramica”, il messaggio metafonico
non avrebbe dovuto discostarsi. Se la voce avesse detto solo
“ANIMALE”, potremmo ancora dubitare, ma lo ha definito diversamente
da quanto Marco aveva in mente. Pertanto, ribadisco, Massimo ha
visto l’oggetto e ha riferito anche la composizione dell’oggetto
pronunciando la parola “PLASTICA” che nessun altro in quel momento
stava pensando.
Quindi, secondo il classico protocollo sperimentale utilizzato nello
studio della telepatia, non c’era nessun soggetto atto a trasmettere
in quel momento quel termine.
Quindi, da dove è saltato fuori ?
CONCLUSIONI di Marco
Sebbene l’esperimento abbia portato ad un risultato
CERTAMENTE SIGNIFICATIVO sotto l’aspetto emozionale, non
è possibile per i fatti sopradescritti, poter affermare
con certezza che si tratti di un fenomeno legato
all’interpretazione spiritica.
Quanto elencato ai punti 1, 2, e 3, portano a prendere
in seria considerazione un possibile “condizionamento
psicologico” e alla conseguente interpretazione forzata
dell’operatore Virgilio. Il punto 4, per contro potrebbe
avvalorare, anche se con una certa forzatura, l’ipotesi
della trasmissione inconscia. Si ritiene pertanto
indispensabile, ripetere l’esperimento in un numero di
repliche idoneo per una corretta analisi statistica e
interpretativa.
CONCLUSIONI di Virgilio
L’entità Massimo M. ha partecipato all’esperimento dimostrando di
poter osservare gli elementi della nostra dimensione e stabilirne la
natura con un’approssimazione del 70%. Se la sperimentazione fosse
stata condotta con determinati criteri di protocollo e serena
collaborazione, forse un’ulteriore registrazione avrebbe fornito
anche l’elemento “gnomo”.
Ulteriori sperimentazioni con soggetti diversi e fra loro totalmente
sconosciuti, potrebbero condurci a risultati interessanti e porre le
basi per poter utilizzare la metafonia (e forse anche la metavisione)
quale strumento di ricerca e di individuazione di oggetti e persone
scomparse con l’aiuto di intelligenze libere dalle catene del corpo
fisico e libere di muoversi nella nostra dimensione.
Quindi il
brano originale al reverse non dà lo stesso risultato.
Si ricorda
che la registrazione metafonica del brano è stata effettuata
attraverso il microfono del computer e non per via diretta, per cui,
lo si capisce dal fischio che ogni tanto si sente, probabilmente
sono entrate in gioco una serie di variabili che hanno fornito
all'entità la possibilità di inserirsi nel brano e di lasciare il
messaggio. La tecnica metafonica del reverse si utilizza soprattutto
sui brani italiani ascoltati al contrario per evitare di confondere
parole normali per messaggi metafonici. Essendo questa frase di
senso compiuto rilevata in un segnale "senza senso", assume un certo
valore ai fini della sperimentazione. In poche parole, è un'anomalìa
che non dovrebbe esistere e che risponde ad una richiesta
dell'operatore.
Massimo era un giovane ingegnere che amava il mare.
Tanto ! Così tanto da ricevere il suo ultimo abbraccio
addormentandosi durante l’ultima immersione in apnea il
14 ottobre 2006. La sua mamma, Rosy, ha iniziato
a cercare la sua intelligenza, la sua forza, la sua
personalità. Dopo aver cercato di capire da sola come
poter entrare in contatto con il figlio, attraverso la
metafonia riceve i primi messaggi e le prime prove "in
cieco" attraverso altri metafonisti.
Il 2 Giugno Massimo imprime l'immagine del suo
volto (insieme a quella di tanti altri ancora non
identificati) attraverso una registrazione video con
l'ausilio del computer. L'operatore, Virgilio, che stava
sperimentando una nuova tecnica "intuita" in quel sabato
pomeriggio e che non aveva mai visto una foto di
Massimo, estrae cinque volti a caso e li pubblica sul
sito di un noto metafonista. Rosy riconosce Massimo.