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TRAMONTO (sull’oceano Indiano)

...vagiti purpurei
di seta e incenso,
riflessi di corallo
sull'oceano...
Giochi di luna
in fondo agli occhi,
dove lo sguardo muore
tra le braccia della fantasìa.
Pupille d'argento
a cavalcare i flutti,
a cogliere tonalità d'immenso,
a ridestare magìe lontane,
cesellate di cedro ed eucalipto...

Merlino

 

 

QUANDO MIA NONNA

 

...quando mia nonna
mi disse di non piangere
imparai a trattenere
le lagrime.
"...sarà un sogno
a liberare il tuo volo,
e sarà il tuo volo
a colorare il sogno..."
Momenti,
ma quel bimbo
non riconobbe mai
i suoi anni,
il suo Tempo senza orologi.
E intrecciò
collane di luci
dove occhi non vedono
e i pensieri
s'infrangono
stanchi e timorosi
sulla propria eco.
Interrogò i suoi silenzi,
fece sanguinare le sue ansie
quasi se non gli appartenessero.
Svuotò la mente
dai richiami e dai rumori.
Dal "tutto".
E fu allora,
in quel limbo d'Infinito,
che incontrò il suo sogno,
che riconobbe il suo volo...

Merlino

 

 

 

PAURA DI POESIA

 

...ci trema la mano,
ci batte il cuore,
o forse,
ci vergognamo un po'
a raccontarci in poesìa,
quasi fosse
il nostro sentire
verdetto inappellabile
agli occhi del mondo.

Poesìa è bello,
e non è PECCATO!

Poesìa è APRIRSI,
condividere,
accettarsi e accettare

Dopo saremo sempre noi,
più ricchi di spirito
e meno soli,
primattori e spettatori
di momenti di vita:

la NOSTRA.
..

Merlino

 

 

 

NON  HO

 

...anatemi da scagliare
contro giudici
falsi e monocratici,
nè lagrime da versare
per "Ponzi Pilati" di...giornata,
d'occasione,
ma, sopratutto
di convenienza.
Nè mi servono
urne di cenere
dalle quali risorgere
come Araba Fenice.
Ho la mia Poesìa,
la mia incrollabile Verità,
la mia Buona Fede.
E tanto mi basta.
Non ho cervelli da addomesticare,
ne bugìe da ospitare
e ricamare
nel salotto "buono",
nè rimorsi da VOMITARE.
Tantomeno
responsabilità
da...scaricare
sulle spalle di innocenti.
Non ho
frammenti di dignità,
di coerenza,
da rimpiangere,
dispersi sul sentiero
che dal cuore
porta all'ipocrisia.
E sono ricco
del mio NULLA;
la mia Poesìa,
la mia incrollabile Verità,
la mia Buona Fede...
Il resto?
Inutili sbadigli
dissolti nello spazio.

Merlino

 

 

 

 

 

MI FERMAI

 

...mi fermai
sulla sponda del lago
a pensare,
a disegnare
nuove poesìe,
timidamente,
tra i riflessi alabastrati
di lune tentatrici
e atavici richiami
di memorie lontane
nel tempo
e nello spazio

Forse
la mia voglia d'immortalità
mi raccontava
favole mai vissute,
sogni mai sognati,
ma non appena fui bambino
mi riconobbi
nel respiro della mia ombra,
nel silenzio cristallino
delle mie lagrime mute,
nell'incolpevolezza
dei miei pensieri liberi.

Fu poesìa?

I vagìti dell'Anima
percorrono sentieri di Luce,
pentagrammi fioriti
di note mai scritte...

Fu poesìa?

Sarà poesìa?

Forse...

 

 

 

Merlino

 

 

 

LE VOCI

 

...voci lontane
afone di suono
e di rumore.
Presenti e silenziose,
fredde di segnali muti.
Raccolgo la loro essenza
intorno al bianco
dei miei sogni.
I tumulti dell'Anima
generano silenzi indecifrabili,
che soffocano le parole,
quelle che vorrei ascoltare,
quelle che vorrei dire,
cantare
e dipingere
in fondo alle mie aurore.
Invece ascolto il Nulla,
sordo e impotente,
soffocato
dall'abbraccio
delle sue radici...

Merlino

 

 

 

 

LA FAVOLA STANCA

 

...si nascose
timida,
al riparo di foglie
gemmate di brina.

Era stanca,
intrappolata
tra duelli,
stornelli,
principesse
dagli occhi belli,
senza aquiloni
a cui aggrapparsi,
nè sogni
di cui innamorarsi
.
Aspettò la neve,
coltivando i suoi silenzi,
come crisalide addormentata
in attesa
di farsi farfalla.
.
Era Inverno,
caldo di Riposo,
di Pace,
ed il Tempo Nuovo
di là da venire...

Merlino

 

 

 

 

IL BACIO DEL VENTO

 

..stringevo il mio sogno
nel palmo della mano,
seduto sulla riva del ruscello.
Ne ascoltavo
il canto argentino e vivo.
Sensazioni,
emozioni,
Poesìa
che,forse, non m'apparteneva,
ma dolce di lagrime
colorate di sole,
di sguardi riflessi
tra gorghi leggeri...
Fu il bacio del vento
a sussurrarmi la melodìa.
A sussurrarmi il tuo nome...
Ed io lo ricamai
ai confini del cuore,
dove riposano i miei arcobaleni,
dove nascono
le mie favole...

Merlino

 

 

MA DOVE ANDRANNO A FINIRE LE BANANE?

 

...osservavo incredulo
il lento snodarsi
delle navi "bananere",
gialle gialle,
dal porto di Las Palmas.
In fila indiana,
quasi una processione.
Dolcezze in navigazione
sull'oceano.
Tonnellate di zuccheri
e di colesterolo,
in viaggio verso il continente.
Ah, la banana canaria,
vanto dell'arcipelago
e delizia del buongustaio.
Ma dove andranno a finire?
Me lo chiedevo,
e immaginavo caschi pendenti,
torte e budini,
e dolci,
e creme pasticciere,
a nobilitare mense imbandite,
a rallegrar palati.
E torme di golosastri
in tripudio
ad attendere i bastimenti gialli
agli attracchi
che fecero la gloria
di Colombo e Magellano.
La banana canaria,
piccola e voluttuosa,
dolcissima di sole atlantico...
Poi mi aggredì
la morsa dell'arsura.
Sete.
"...camarero, por favor,
un vaso de zumo..."
"...banana señor?"
"...no, gracias;
ahoy me gustarìa
papaya y ananas..."

("...cameriere, per favore,
un bicchiere di succo..."
"...banana signore?"
"...no, grazie,
oggi mi piacerebbe
papaya e ananas...")

Gio

 

 

 

DALL’ALTO

 

...dall'alto del dirupo,
cullato dal sentore
di larici arditi
e gemme di pino montanaro
raccolgo vagiti
di tumulti lontani.
Come sono importanti
i miei silenzi,
com'è pulita
la pace della mia aria!
Laggiù
tra pianure nascoste
oltre le balze e gli strapiombi,
si fa incetta di prebende,
dispensate da spiriti leggeri.
Clamori di consonanti zoppe,
di vocali ubriache e informi
mi raccontano la Babele
di immagini distorte
dai riflessi
di specchi bugiardi.
Laggiù,
dove ogni battaglia
annega nella malafede,
e ogni "madama Dorè"
ha sette figlie,
ed ogni figlia
partorisce sette profeti,
sette nuovi "messìa"
con il loro fagotto
di verità rattoppate
ad uso e consumo
degli stolti
e degli increduli di passaggio.
Presto arriverà il freddo,
il vento del Nord,
a raggelare
i loro inutili guaiti,
a inchiodare i loro anatemi
su altari di ghiaccio.
Ma io sarò ancora qui,
avvolto e protetto
dalla mia pelle d'orso,
a osservare
il volo delle poiane,
ad aspettare la Primavera.
Oh,come sono importanti
i miei silenzi,
com'è pulita
la pace della mia aria...

Merlino

 

 

 

SEURTAND DAL BOSCH

 

…seurtio dal bosch,

strach e strasùvà,

mars come n’anjòt

n’ mess a’na bialera.

 

A piovja che Dio ‘la mandava.

 

Goardàvo sconsolà mia cavagnola

e le quat garìtole

ch’ai galegiàvo ndrinta.

 

La pieuva,

cascand n’s’le feuie

a fasìa ën fracass anvelenà,

e dadrè d’le nivle neire

ai rivavo certi tròn

c’an fasìo tramolè

fin-a le… ciàpe.

 

A l’improvìs

n’mess a sto bordèl

i sento ‘na vosìna:

-…ciao bel fieul,

tin’ cèrche mi?-

 

Im guardo antorn

ma veddo prope gnùn.

Pura

Queidùn a l’ha parlà…

O sarai mi

che taco a “campè i dadi?”

 

Ma la vosètta ansìst:

-…a l’è da stamatìn bonòra

che t’speto m’belessì,

sota la pieuva;

va bìn

che te sciàire poc,

ma a me smija

che it sie d’co già mes…ciòrgn!-

 

Peui lo veddo,

quasi pontajà

al cùl dën linssolè.

Ën bel bolè,

d’coi ch’ass fan mangè

con j’eui.

 

ËN BOLE’ CH’A PARLA!?

 

M’belessì

I penso ch’ai sia le MASCHE!

 

Però a l’era prope ën bel bolè!

A sarìa stait

un gross pecà

lasselo perde…

 

Alora,

piànd ël corage a doe man,

i l’hai butàlo

ant la cavagna,

ansema a le garìtole.

 

Tornand a ca’,

ogni tant lo guardavo,

lo controlàvo,

c’an feissa gnùn schers;

i l’hai fin-a provà a parleje,

a conteje quat bale,

ma chièl niente,

am dasija gnun-e risposte,

mut come na pèra.

 

Per la strà

Incontro mia vzin-a:

 

-…boia faoss che bel bolè!

A peiserà almeno un chilo!

A m’lo vend?-

 

-No, madama, i lo REGALO!-

 

-…grassie, alora,

chièl a l’è prope brav…-

 

Peui, però,

i l’avio ën po’ d’rimors.

 

Mach doi dì dopo

I l’ai savù

che a l’avja mangialo,

e al’era  ancora arbiciolùva

e san-a come ën pèss.

 

Meno male,

ën sagrin ëd meno!

 

Ma da col dì,

ndasànd ën ti bosc,

da col linssolè

i giro motobìn al largo…

 

 

Merlino

 

 

 

VORREI ESSERE UN GATTO

 

...e mi coglie l'ora del nulla,
vuota di pensieri,
stagnante di sensazioni
senza nome
e senza patria...


Ogni rumore
ha il cigolìo sgangherato
dell'ultimo tram,
ogni fruscìo al di la del muro
è un gemito
d'amante insoddisfatto.


Quando le mie ferite
smisero di sanguinare
pensai fosse colpa dell’...Euro,
o del buco nell'ozono ,
ma lo sciopero dei giornalisti
non mi aiutò a capire.
A ragionare.


A volte vorrei essere un gatto,
nero nero,e con i baffi,
a crogiolarmi nella notte
senza dover guardare l'ora
alla fine di ogni serenata.
A tamburellare spavaldo
lo zinco delle grondaie
sulla giungla dei tetti.


Il Ministro delle distrazioni
smise di toccare
le tette al vescovo
dopo la chiusura
dell'ultimo cinema,
ed io mi trovai solo,
con le mie bestemmie
strozzate tra i denti
e la mia bottiglia
di sidro annacquato.
Dovrei andare in Danimarca
a rifarmi il trucco.
Domani,
ora ho finito le ciliege.
Ora, spengo la luce…   

 

 

Merlino