RANIERI DI BIANDRATE


Nel 1152 sul trono del Sacro Romano Impero Germanico sale Federico di Svevia , piu' noto come Barbarossa. Il suo programma di governo e' simile a quello di Carlo Magno e Ottone I: far rispettare i voleri dell'imperatore e rivendicare i diritti perduti o decaduti. Perciò Federico Barbarossa si preoccupa di restaurare la sua autorità su vescovi e comuni.

E' ciò che accade a Ivrea , il cui feudatario Umberto III di Savoia non è molto favorevole all'impero. Barbarossa, poiché non può contare né su Umberto né sugli Arduinici, si rivolge a Ranieri di Biandrate. Costui si può considerare di stirpe arduinica, essendo discendente di Viberto di Pombia, fratello di Arduino. L'imperatore depone Umberto e mette al suo posto Ranieri, concedendogli il possesso del castello di S. Maurizio ( più noto come il Castellazzo).Con questo atto si chiude il periodo della mite dominazione vescovile che aveva permesso lo sviluppo delle libertà comunali nel corso del XII secolo. Il Biandrate è un feudatario assai odiato dal popolo: lo dimostra la reazione alla sua richiesta, avanzata nel 1193 ai giudici imperiali di Pavia, per ottenere dai consoli e dai cittadini di Ivrea lo stesso omaggio che essi prestavano all'imperatore. Il Comune rifiuta di accettare la volontà del marchese; poco tempo dopo scoppia la rivolta degli eporediesi, che nel 1194

assaltano il castello di S.Maurizio e nel 1195 cacciano definitivamente Ranieri di Biandrate dalla città. Dopo la cacciata, il marchese ricorre all'imperatore Enrico VI, che mette al bando gli eporediesi; successivamente essi riusciranno a riconciliarsi con l'imperatore, che toglierà il bando. I Biandrate vengono indennizzati per i danni subiti nella sollevazione popolare e non rimettono più piede a Ivrea.