Arduino |
Nasce a Pombia, nei pressi del Lago Maggiore, nel 955, dal
conte Dadone, un feudatario di origine franca. Succede a Corrado Conone, marchese di Ivrea, nel 989; è un periodo in cui vi sono lotte fra i feudatari laici e quelli ecclesiastici (vescovi-conti) anche in Canavese. Arduino nel 997 si trova in contrasto col vescovo di Vercelli per il possesso del paese di Caresana; raduna i suoi soldati e i contadini di Caresana e conquista Vercelli dopo un breve assedio. Durante il saccheggio della città, viene incendiato il palazzo vescovile e viene ucciso lo stesso vescovo Pietro. Quando è eletto papa Silvestro II, uomo energico e deciso, riprende la guerra per il possesso della città di Vercelli e del borgo di Santhià. Nuovo vescovo di Vercelli viene nominato Leone, nemico di Arduino; quest'ultimo si reca dal papa per protestare, ma viene imputato dell'uccisione di Pietro e messo al bando. Varmondo, vescovo di Ivrea, lo diffida dall'intraprendere qualsiasi azione militare o politica pena la scomunica. Arduino, spaventato, cede il titolo di marchese al figlio Arduino II, cosicchè la scomunica non abbia effetto; poi riprende la guerra contro il vescovo di Vercelli e lo scaccia dalla città; la stessa cosa succede a Varmondo, vescovo di Ivrea. |
Successivamente l'imperatore deve rientrare in Germania per placare una rivolta; ne approfitta Arduino che si fa proclamare re d'Italia grazie ai molti sostenitori che ha tra i conti e i "secundi milites", tutti ostili all'Impero.
E' l'anno 1000: appena domata la ribellione, Ottone III torna in Italia e annulla il titolo di Arduino; egli destituisce anche molti dei nobili ribelli e ricompensa coloro che gli sono stati fedeli ( i primi sono i vescovi ).
Nel gennaio del 1002 Ottone III muore avvelenato e Arduino, il 15 febbraio, si fa di nuovo incoronare re d'Italia; tuttavia di fatto governa solo nella regione padana e molti degli antichi elettori non gli sono più fedeli.
Quando il nuovo imperatore Enrico II, su richiesta di alcuni vescovi, scende in Italia, Arduino gli va incontro con il suo esercito: la marca d'Ivrea non gli fornisce tutti i soldati necessari ma egli riesce lo stesso a battere l'esercito imperiale, a conquistare la marca di Verona ed a scacciarne il signore Ottone di Carinzia.
Lo scontro fra gli eserciti di Enrico II e di Arduino finisce tuttavia con la vittoria dell'invasore a causa dell'infedeltà degli alleati del marchese d'Ivrea. Questi si rifugia allora nel suo castello di Sparone e qui resiste per tre anni all'assedio dei soldati dell'imperatore.
La dieta di Pavia, il 15 maggio del 1004, gli toglie il titolo di re d'Italia e lo rimpiazza con Enrico Il. Nello stesso anno l'Imperatore deve rientrare in Germania; Arduino riprende ancora una volta lo scettro di re e lo mantiene per dieci anni.
Nel 1014 Enrico torna in Italia e si fa incoronare re dal Papa. Quando l'imperatore ritorna in Germania, Arduino inizia una nuova guerra per riconquistare il suo regno. Quando cade ammalato, il vescovo Leone riesce a far ribellare contro di lui la città di Vercelli; anche i suoi feudatari lo abbandonano e accolgono l'Imperatore come loro re.
Stanco e sfiduciato, Arduino si ritira nel monastero di Fruttuaria, dove muore il 14 dicembre del 1015. Le sue spoglie sono si trovano ora nel castello di Masino non lontano da Ivrea.