MALGA MONTOFFOFaggio plurisecolare |
La Val Malga è una delle principali valli laterali di sinistra orografica della medio-alta Valcamonica; si sviluppa dall'abitato di Rino di Sonico fino al massiccio dell'Adamello.
ASPETTO FLORISTICO Sarebbe opportuno proporre quest’area a riserva finalizzata al mantenimento ed allo sviluppo delle
formazioni floristiche arboree ed arbustive dato il loro notevole interesse
naturalistico. Con l’apporto di un esperto o di un buon manuale, si possono
trovare (per citare solo le specie più conosciute) tracce di: Clematis alpina,
Ranunculus glacialis, Primula, Genziana, Genzianella, Miosotis, Leontopodium
alpinum, Nigritella, Campanula, vari tipi di Sassifraga e qualche raro
esemplare di Lilium bulbiferum (Giglio di S. Giovanni).
ASPETTO FAUNISTICO Nella parte bassa della Valle è presente il Francolino di monte. Più in alto la Pernice bianca, in
buona densità soprattutto tra il Corno Baitone e la Val Miller. Il Fagiano di
monte predilige i lariceti ricchi di basso sottobosco (mirtillo, rododendro,
ginepro). Esiste pure un certo numero di Galli forcelli sparsi sulla dorsale
mediana sinistra. Sul versante destro si può notare la Coturnice, abituata ai
distretti erbosi e rocciosi della zona del Durello. Nell’alta Val Miller e tra
il Baitone e il Corno delle Granate non è impossibile rilevare la maestosa
presenza dell’Aquila reale. Tra i mammiferi, particolarmente diffusa la Lepre
comune nella parte bassa, e la Lepre bianca in quota. La Valle è comunque zona
di svernamento e di estivazione del Camoscio e di potenziale presenza
permanente di Capniolo e Cervo. In quota il fischio delle Marmotte è frequente
nei mesi estivi.
Si prosegue quindi a piedi lungo la strada sterrata per circa cinque minuti, fino all'indicazione del bivio del sentiero, sulla destra. |
ATTIVITÀ ECONOMICHE E ARCHITETTURA CONTADINA Lungo la dorsale destra orografica che va da Casadecla alla Boiana, a Cucchenda, sino a Sbriser, è ancora viva l’attività di raccolta del fieno; poche le cascine in cui sono ancora tenute mucche da latte e da pascolo; molte sono state trasformate in case ad uso estivo con annesso piccolo orto. Presso la Malga Premassone è in funzione una malga per lo stallaggio delle mucche e la trasformazione dei prodotti lattiero-caseari. Da segnalare la presenza di maiali che sfruttano gli scarti della lavorazione del latte. Quasi totalmente abbandonate le baite di Malga Frino, nonostante la bellissima piana di fondovalle. STRUTTURE ANTROPICHE Innanzitutto merita una rapida escursione il centro storico di Garda, rimasto intatto nei secoli, con vicoli e portici a misura d’uomo. Al Ponte Faeto c’è un bar ristoro, punto di riferimento del Soccorso Alpino; alle spalle, dietro un dosso, la piccola chiesa dedicata a S. Bernardo; tutto attorno case a carattere turistico. Al Ponte del Guat c’è un edificio dell’ENEL, (ex) punto di partenza della teleferica che conduce al lago Baitone, travolta dall’alluvione dell ‘estate ‘87. ASPETTO GEOLOGICO Appena sopra Rino e fin sotto il Dosso di Fobbia si notano delle arenane rosse e verdastre. Tutto il fondo della Val Malga è coperto di detriti assestati, brecce cementate, conglomerati, depositi morenici e recenti. Presso il Ponte del Guat (Val Rossa) c’è un deposito alluvionale roccioso di fondo con conoide di deiezione attivo. Su tutto il versante della Val Rossa ci sono scisti argillosi, micascisti e talcoscisti, come d’altronde sul versante opposto del Pian della Regina e del Marser. Oltre si trovano tonaliti, granodioniti, graniti, gabbri e gabbrodioriti: si è ormai in prossimità del blocco plutonico dell’Adamello. Metamonfosate e ignee si fondono a più livelli. In quota le forme glaciali hanno conservato laghetti di circo contigui, argini morenici, ombelichi, rocce montonate e conche di circo. ASPETTO BOTANICO Sino oltre il Dosso di Fobbia l’area è splendidamente ricoperta da castagneto da frutto misto a betulle. All’ingresso della Val Malga si riscontrano testimonianze dell’alta potenzialità antica del faggio (Ponte Faeto); oggi ne rimangono alcuni nuclei a Sbriser ed alla Boiana. Sul versante sinistro ampio bosco ceduo che si sovrappone a nuclei consistenti di abeti bianchi e rossi. Lungo il torrente Remulo, tra il Faeto e il Guat, è ancora interessante notare l’ontano bianco e l’ontano nero. E tuttavia a Malga Frino che si notano gli alberi più famosi della Val Malga: una decina di esemplari di abete rosso, tra i più vecchi e spettacolari, considerati monumenti regionali e collocati a pochi metri dalle baite, quasi a segnare il limite ultimo della vegetazione d’alto fusto. Oltre, difatti, si scorgono dei larici pionieri, dei cespugli, e grandi macchie di rododendro. Da notare qua e là qualche pino mugo, silvestre e cembro.
Proponiamo una visita in Val Malga per vedere il faggio plurisecolare di malga Montoffo:
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Dopo la visita al faggio plurisecolare, proponiamo anche, già che siamo in loco, una visita al cippo del partigiano Troletti, per non dimenticare.... "mala tempora currunt" ... Soprattutto in questo inizio di secolo, apertosi con inquietanti ritorni a desideri di poteri forti.... di stabilità imposte... di rivoluzioni alla rovescia....... |