Caccuri a cavallo tra il XIX e il XX secolo

                                              
                                                              
Palazzo De Franco in via Buonasera e vecchio municipio
 
    Il periodo compreso tra il 1870 e il 1915 fu per Caccuri uno dei più proficui e forieri di progresso, l'epoca nella quale si realizzarono grandi opere pubbliche e si attivarono alcuni importanti servizi. 
   Nel gennaio del 1877 il Comune pensò di deliberare la realizzazione di un impianto telegrafico collegato alla linea Petilia – San Giovanni in Fiore per far sì che il  paese uscisse dall’isolamento collegandosi, almeno telegraficamente, al resto d'Italia . L’impianto entrò  in funzione già nel mese di ottobre. Nello stesso anno iniziarono i lavori per la costruzione della strada di collegamento tra il centro abitato e la strada nazionale 61 che poi diventerà la S.s. 107. In pratica si trattava della vecchia strada che partendo dal bivio di Laconi, attraverso il ponte delle Monache raggiungeva Sigillisi, Canalaci e, quindi, l’antico abitato. L’opera fu realizzata grazie a un mutuo acceso con la Cassa Depositi e Prestiti per un importo di 25.000 lire. Nel 1878, invece, iniziarono i lavori per la costruzione del cimitero in località Manco del Rosario. Anche l’ufficio postale aprì i battenti il 10 ottobre di quello stesso anno.

   
 La strada di collegamento Nazionale 61 - Caccuri


   Nel  febbraio del 1881 il municipio era ubicato già in  Via Buonasera 86. Ciò ci induce a pensare che questa indicazione toponomastica fosse approssimativa perché, probabilmente l’uscio si apriva nel “Sumporto”, quindi nel vicoletto che collega via Buonasera alla Misericordia e che oggi è conosciuto come vico Municipio. Probabilmente o all’epoca il vicolo aveva un altro nome o al municipio si accedeva anche da via Buonasera. Altra stranezza è la presenza nella toponomastica caccurese del 1882 di una via Principe di Napoli della quale non v’è oggi traccia  e nella quale sarebbe stato ubicato il palazzo De Franco che, come ogni caccurese sa, è invece ubicato in via Buonasera, toponimo che esisteva già l’anno prima. Sindaco del paese era il barone Guglielmo Barracco, segretario comunale Giovanni Martucci, mentre il medico condotto era il dott. Stanislao Lopez.  Giovanni Martucci era il padre dell’ingegnere Stanislao Martucci nato a Caccuri nel 1870, progettista di numerose opere pubbliche che furono realizzate nel suo paese natio. Sempre nello stesso anno nel paese operavano due ostetriche, Elisabetta Mirandi e Caterina Cerminara.
   Nel 1884 il sindaco Barracco fece costruire la fontana di Canalaci,  proprio mentre erano in corso gli imponenti lavori di costruzione  della torre e dei bastioni merlati su progetto dell’architetto napoletano Adolfo Mastrigli che trasformarono l’antico palazzo ducale dei Cavalcanti in un “castello medioevale”. Risalgono allo stesso periodo la realizzazione dell’annesso parco (attuale villa comunale) con la piantagione di centinaia di pini e di elci e la probabile realizzazione delle Canalette di Eydo. 

                  
                   Canalette                                                Fontana Canalaci                           Castello in costruzione

    Sarebbe davvero molto interessante poter dare un’occhiata con la macchina del tempo a quel periodo aureo della storia del paese per vederlo brulicare di muratori, falegnami, manovali, carpentieri, architetti intenti a realizzare le grandi opere (una idea sbiadita la si può avere osservando la famosa lastra che ci mostra la torre e il bastione in costruzione). E poi ancora la miriade di raccoglitrici di olive a Forestella, Lupia, San Biagio, Furnia sotto l’occhio vigile e malevolo del soprastante di turno, i “trappitari” alla macina o a raccogliere l’olio nella "santina", gli zappatori all’”antu ‘e Barracca”, le donne intente a raccogliere le foglie di gelso per i bachi da seta che si allevavano in quasi tutte le famiglie di Caccuri, gli operai del “consu della liquirizia” di Bruciarello, i cavatori di zomme (radica di erica), i pastori “accordati” con i loro caporali portare le greggi al pascolo o impegnati a fare il formaggio e la ricotta, i “ciucciari” con i loro somari carichi di legna da ardere che accatastavano nei bassi, spesso sotto i poveri giacigli, per l’inverno. Forse “periodo aureo” è una espressione infelice per definire un tempo nel quale si faticava da mane a sera per un piatto di minestra o una ricotta e lo sfruttamento era la regola, ma l’ho usata deliberatamente a significare che fu un periodo nel quale una popolazione fiera, attiva, laboriosa,  e per certi aspetti battagliera si stava dando da fare per avviare quelle profonde trasformazioni del paese che da lì a un paio di decenni avrebbero, finalmente cominciato a migliorare le condizioni di vita delle masse.

     
     
'U trappitu 'e Barracca a Forestella                       Un pastore col gregge                        Muli che trasportano derrate

    Intanto tramontava il XIX secolo e aveva inizio il Novecento che si aprì con la realizzazione dell’acquedotto comunale su progetto dell’ingegnere Martucci che portava l’acqua potabile dalle sorgenti di Sambuco al centro storico. Grazie a  quest’opera fu possibile attivare nel centro storico diverse fontane pubbliche ed alimentare anche diverse abitazioni dei ceti più abbienti.

                                                 
                                                                             
Una scolaresca dei primi anni del Novecento

     Il nuovo secolo sollecitava anche altri nuovi bisogni, primo fra tutti quello dell’istruzione di una popolazione afflitta dalla grave piaga dell’analfabetismo. Fu così che il 31 dicembre il Comune nominò maestro di scuola il signor Marco De Franco col compito di insegnare a leggere e a scrivere ai bambini caccuresi. Qualche tempo dopo questo primo insegnante venne affiancato dal cantoniere Ercole Scigliano. Nel 1909, poi, aderendo alla richiesta dell’Unione Nazionale Magistrale l’Amministrazione comunale chiese allo stato di avocare la scuola primaria in modo che i fanciulli potessero adempiere all’obbligo scolastico che nel 1903 era stato fissato a 12 anni. Infine, nel 1910, venne istituita la scuola pubblica anche nella frazione di Santa Rania. Poi la guerra di Libia prima e il primo conflitto mondiale arrestarono per un po’ l’avanzata del progresso, ma al rientro dei reduci della Grande guerra furono avviate altre  trasformazioni che cambiarono il volto della cittadina con una prima parziale rottura del latifondo e la nascita dei rioni Croci e Parte.