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Manzoni: LA DONNA E L'AMORE

Manzoni affronta la questione dell’amore in letteratura nel "Fermo e Lucia", in una digressione abolita poi nei Promessi Sposi, immaginando un dialogo nel quale gli viene rimproverata la mancata descrizione dei sentimenti dei due fidanzati. Questa lacuna avrebbe, secondo l’autore lo scopo di evitare conseguenze nocive all’utilità morale e sociale della letteratura. Secondo lui, di amore ce n’è fin troppo e il mondo ha bisogno di altri sentimenti.

Quindi la figura femminile, rappresentata principalmente da Manzoni in Lucia ed Ermengarda, si separa dal tema amoroso assumendo un ruolo domestico al centro degli affetti familiari. A conferma di ciò l’amore diventa addirittura parola impronunciabile per Lucia, la quale invece incarna la purezza, i valori della famiglia, ed è simbolo di un atteggiamento cristiano verso la vita, apparendo sempre insicura al di fuori delle mura domestiche.

Gertrude è la faccia opposta di Lucia, infatti la sua bellezza turbata e scomposta si oppone a quella discreta e composta della giovane, evidenziando un sintomo di inquietudine derivante da un difficile rapporto adolescenziale col padre-principe. Anche in questo caso Manzoni si sottrae alla rappresentazione della passione amorosa.

L’amore di Ermengarda a differenza dei precedenti, è un amore coniugale inizialmente casto e lecito, ma che, dinanzi alla perdita dell’amato Carlo, esplode in una passione tremenda, travolgente e distruttiva caratterizzata da un rifiuto ad accettare la realtà angosciante. Ma anche in Ermengarda passione e fede coesistono e portano l’eroina romantica a cercare la morte, infatti è consapevole che il dolore scaturito dal fallimento dell’amore umano, sarà placato dall’amore verso Dio nell’aldilà, secondo il concetto della provvida sventura.

 

"Concludo che l’amore è necessario a questo mondo: ma ve n’ha quanto basta, e non fa mestieri che altri si dia la briga di coltivarlo; e che col volerlo coltivare non si fa altro che farne nascere dove non fa bisogno. Vi hanno altri sentimenti dei quali il mondo ha bisogno, e che uno scrittore secondo le sue forze può diffondere un po’ più negli animi: come sarebbe la commiserazione, l’affetto al prossimo, la dolcezza, l’indulgenza, il sacrificio di se stesso: oh di questi non v’ha mai eccesso"

da "Fermo e Lucia" (cap. III)

 

"nella sua [storia] c’era mescolato per tutto un sentimento, una parola che non le pareva possibile di proferire, parlando di sé: e alla quale non avrebbe mai trovato da sostituire una perifrasi che non le paresse sfacciata: l’amore!"

                                                          da "I Promessi Sposi" (cap. XVIII)

"             A voi
grazie, a voi, che, reggendo il fianco infermo,
pago feste l’amor ch’oggi mi prese
di circondarmi ancor di queste aperte
aure, ch’io prime respirai, del Mella:
sotto il mio cielo di sedermi, e tutto
vederlo ancor, fin dove il guardo arriva."

                                                 da coro atto III Adelchi