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"Don Abbondio non era nato con
un cuore di leone. Ma, fin da' primi suoi anni, aveva dovuto comprendere
che la peggior condizione a que' tempi, era quella d'un animale senza
artigli e senza zanne, e che pure non si sentisse inclinazione d'esser
divorato"."... non nobile, non ricco, coraggioso ancor meno, s'era
dunque accorto... d'essere, in quella società, come un vaso di terra
cotta, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro".Don Abbondio è senz'altro il personaggio più popolare dei Promessi
Sposi. E' la figura con cui il Manzoni ha dispiegato, nelle forme più varie,
tutta la sua virtù comica, la sua capacità ritrattistica, le sue doti
fantastiche ed umane. Trovatosi a vivere in una società retta da prepotenti, don Abbondio si
è fatto prete senza riflettere sugli obblighi e sugli scopi della missione
sacerdotale, badando soltanto a procurarsi una vita agiata e tranquilla. Ciò che governa la sua condotta è la paura, che, unita alla coscienza
della propria debolezza e ad un morboso attaccamento alla vita, lo rende
egoista ed irragionevole. Per la paura non vede più la luce della verità,
non ode più la voce del cuore e della mente, non segue la via del dovere. Uomo angusto, soggiogato dal terrore e dal sospetto, vive schiavo delle
minuzie della vita; privo di volontà, cede a tutti, dopo breve resistenza; incapace per natura a compiere il male, per viltà si fa complice e
strumento dei violenti. E' privo di cultura, è attaccato al denaro, è
diffidente di tutti..... Eppure, da questo spirito così meschino, il Manzoni ha ricavato il suo
personaggio più attraente. Il ritratto sapiente ed arguto è splendido di
note fisiche e spirituali, di colori etici e storici, sicchè, per mezzo di
don Abbondio, non solo l'autore delinea con profonda psicologia una figura
eterna di uomo, ma penetra ad indagare gli aspetti più vari di un'età
perversa e violenta. |
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