Nota dell'autrice: Questa è in assoluto la prima fanfiction che ho scritto, prima ancora de “Il piccolo principe”…
L’ho realizzata sotto forma di monologo e  si colloca nel periodo in cui Oscar ha appreso dal suo medico l’amara sentenza circa il suo stato di salute. E’ ammalata di tubercolosi e non le resta che poco tempo da vivere. Ripensa al suo passato, alle persone che ha conosciuto e ad André di cui finalmente ha preso coscienza dell’amore di tutta una vita…E vi pensa con nostalgia e rimpianto…
L’intera storia è molto “noire” e ben poco  spazio  lascia alla speranza…L’ho realizzata mentre leggevo il commiato alla vita dell’Imperatore romano Adriano, nel bellissimo libro scritto da Marguerite Yourcenar “Memorie d’Adriano”…Io non ho fatto nulla…Ho solo  liberato le parole che da tempo erano prigioniere nella mia mente ed assecondato l’impulso della mia mano che durante questo tempo chiedeva di portarle sulla carta..
Dedico infine questa storia a Francesco, un amico che mi è molto caro e che ha portato una ventata di freschezza nella mia vita…con la sua allegria contagiosa..la sua dolcezza ed i suoi consigli…che hanno  fatto nascere in me la voglia di scrivere…

 

 Piccola anima smarrita e soave.. (1) 
 
“Dammi mille baci, e ancora cento/
poi nuovamente mille e ancora cento/
e dopo ancora altri mille e poi cento…” (2) 

“ ...André …quanto tempo abbiamo perso…quanta passione poteva travolgere le nostre esistenze…Ed ora cerco di dissimulare questo dolore, questo cosciente sentimento della mia fine, vagando nella regione dei sogni..e dei pensieri…e sogno l’amore, i baci…sogno te…

“Come il frutto dell’albero, anche la vita diventa dolcissima un attimo prima di iniziare ad appassire..” (3) 

Ora me ne rendo conto, mentre giaccio sul mio letto che spesso mi ha accolta dolorante, ferita, felice, arrabbiata .. ma  che mi ha sempre restituita alla vita…
Questa volta è diverso! So che esso prima o poi accoglierà ciò che rimarrà delle mie spoglie umane..
Lo stesso letto dove mi sono rifugiata quando mi gridasti con tutta la passione e la violenza amorosa di cui eri capace ..che io ero una donna, una rosa bianca..

“Odio e amo…Tu forse me ne chiedi perché / Non lo so..So solamente che è così e ne soffro”… (4) 

Io non so più nulla…non ho più certezze…tranne che ti amo e che mi aggrappo a quella vita che mi sta sfuggendo di mano…come le foglie a primavera  si aggrappano all’albero…da cui traggono linfa e nutrimento vitale!
Sono stanca ed anche i miei occhi lo sono…mentre indugiano su questo antico libro (5) ,  le cui parole sembrano essere state scritte per me…

Ripenso a questi ultimi giorni, al mio lavoro…e cerco di dissimulare la mia agonia seguendo con la mente lo scorrere degli  ultimi eventi…ma faccio  fatica a seguire il filo dei miei pensieri..

Ieri, mentre guardavo gli incartamenti sul mio scrittoio, in caserma, il Colonnello d’Agout mi ha guardato in una maniera insolita..con occhi tristi in cui mi è sembrato persino di scorgere delle lacrime; mi ha parlato di sua moglie e di come la vita l’abbia abbandonata per la stessa malattia che mi sta consumando…Un estraneo, un uomo che condivide con me solo questi giorni tristi in caserma…è riuscito a cogliere il mio dolore! Il dolore del suo comandante che fa di tutto per celare nel  suo cuore, sotto l’uniforme, questa lenta agonia…Ed io che nemmeno sapevo che avesse una moglie!!!!
Non sono riuscita a dirgli molto…non trovo mai le parole adatte in determinate situazioni! Ma lui ha capito e mi ha lasciata  sola col mio dolore, ritirandosi mestamente…
Cosa conta davvero nella nostra esistenza?
Per alcuni il potere, il rango..l’essere nobile…essere ricordati nelle biografie ufficiali e figurare  col proprio nome sulla tomba. (6) 
Tutte sciocchezze!!!
Lo scorrere inesorabile del tempo scava un baratro nell’esistenza degli uomini e noi ci troviamo come sospesi  su una voragine…in precario equilibrio…e sospesi nel vuoto, riusciamo finalmente ad osservare come degli spettatori, l’avventura della nostra vita…che solo nel momento del pericolo, acquista un senso..e si dischiude in tutta la sua interezza!
Ma in quel momento, prima di cadere, immagino tutto il dolore – il mio ed il tuo André – che ci pervade …
E mi prende la disperazione…che diventa pura e tangibile!

…Sono stanca, nel fisico e nella mente….In questi giorni ho ricevuto ed eseguito tutti gli ordini che mi hanno impartito… Ieri ho passato in rassegna i “miei uomini” …per verificare che tutto fosse a posto! “I  miei uomini”! Persone  che mi appartengono solo per gerarchia militare e che tuttavia ho imparato a considerare amici, compagni, persone come me (7) 
Ed il mio uomo…André …al quale nulla ho detto del mio dolore perché ancora troppo angosciata dal suo…per avere scoperto che presto i suoi occhi non potranno vedere tutte le luci e le ombre di questo mondo…
Un mondo che racchiude il mio passato dove a volte trovo rifugio per poter sfuggire, almeno in parte, alla miseria della mia vita presente…

La stanchezza del mio corpo si comunica alla memoria…E penso al mio passato e mi rivedo bambina, adolescente e finalmente donna…Una parola che detestavo fino a qualche anno fa e che dolorosamente si è impossessata di tutto il mio essere…
Una parola che so finalmente appartenermi da quando l’amore ha bussato alla mia porta,  come un forestiero venuto da lontano e che dopo tanto peregrinare…trova finalmente riposo ..
Una parola che è riemersa nella mia memoria pur nella stupida convinzione di voler fare morire la parte femminile del mio essere, con la presunzione di voler vivere come un uomo e più di un uomo!

Sciocca creatura..che ha fuggito per anni l’amore, la passione…che è fuggita da te!

Ed ora mi aggiro in un mondo immaginario, fatto di speranze ed amore e gioia…ma questo è un luogo dove non ci sarà più posto per me…un luogo che nei miei sogni, diventa la mia  residenza segreta

“Nella notte ingannevole i lievi sogni si prendono gioco di me e fanno trepidare di falsi terrori le nostre menti spaventate…” (8) 

Un luogo popolato dai sogni infantili (i miei sogni!) ..dove ho costruito un castello fatto da questi stessi sogni che sono così reali e…allo stesso tempo immaginari…, entro i quali mi rifugio nei momenti di solitudine e  tristezza.
E mi piace pensare che ivi sarò al momento della mia morte..

A più riprese…mi assale questa febbre maledetta..e tremo…il mio corpo si scuote e cerco di ritardare l’ora della lotta notturna …pensando all’indomani…
Un fiume di pensieri attraversa la mia mente…sono inarrestabili!
Domani…ma di quanti domani è ancora fatta la mia vita?
E’ fatta di lavoro, di incontro con gli uomini della caserma…di lotte..di inganni…di sangue…di cosa?
Io non voglio pensare a un domani così!!! Voglio pensare ai tuoi baci che da tempo desidero e che ogni notte – nei miei sogni – rubo dalle  tue labbra..perché sono una DONNA ed ogni fibra del mio essere si nutre di questo pensiero, di questa sensazione…
E’ strano come dalla ineluttabilità degli eventi scaturisca un nuovo ardore per la vita …un nuovo ripensamento…
Perciò ho ricominciato ad interessarmi ad essa ora  che mi sta abbandonando e che mi fa desiderare di godere appassionatamente del mio corpo…di donna…e del tuo corpo, André…che hai avuto il coraggio di guardarmi, mentre lacrime copiose rigavano il mio viso…di donna/uomo..che ti ha odiato…ma che –forse – da quel momento ha cominciato anche ad amarti…divenendo infine – tu!-  la mia ossessione….
Quest’ossessione che domina il mio spirito e mi distrae –ora!- da questo male che mi disgusta ed annienta..
Mi spio allo specchio per osservare questo  corpo martoriato che nascondo sotto l’uniforme e che ai tuoi occhi…che vedono solo ombre…appare ancora fulgido come ai tempi della nostra giovinezza!
Attendo che  questo nemico che non ho mai affrontato porti l’assalto che ancora una volta cercherò di respingere! Fino a quando ne avrò le forze!!!
E penso a quelle cose che un tempo mi erano facili e gradevoli..e che adesso diventano persino umilianti!
E mi riprende l’ossessione della morte tiranna e sento fuggire da me l’antica forza che sempre mi ha consentito di affrontare il nemico a viso aperto..
Per tutta la vita mi sono affidata alla mia fisicità ed ho assaporato con criterio le sensazioni, le emozioni che esso mi procurava…

Resta ancora tutto da fare..
E’ questa consapevolezza impaziente che cancella momentaneamente la disperazione ed apre una porta alla speranza..alla vita..all’amore!

I soldati, come ai miei tempi migliori, mi credono un dio! Un uomo mi ha persino dipinto come un dio…(9)  Come il guerriero mitologico in cui brucia l’ardore della battaglia..
E’ un privilegio che accetto con onore…
La loro immensa fiducia mi ripaga delle fatiche che ho sopportato per anni insieme a quel destino che non mi ha consentito di scegliere cosa essere..se vivere come una donna..
Fatiche per cui son giunta fin qui, tra persone che lavorano e si sacrificano per un tozzo di pane …e che mi hanno messa di fronte alla vera  vita..quella che finora ignoravo….
Questo calore, questa umanità, sono capaci di scacciare i fantasmi dalla mia memoria e mi fanno desiderare che qualche secolo venga aggiunto ai pochi giorni che mi restano…
In certi momenti sono prigioniera dei miei sogni e non è privo di dolcezza questo immergersi nelle regioni dell’oblio….dove per un istante possiedo segreti che mi sfuggono quando sono sveglia!

Ho fatto un sogno di recente…Ero felice….Tutto si è svolto come ai bei tempi della mia giovinezza….e della mia forza…
Duellavo con André  e subito dopo ci eravamo seduti su un prato a riposare…Ci guardavamo e lui ad un certo punto mi carezzava i capelli..
Era un sogno colorato e pieno di luce..
Poi il sogno ha assunto i colori del rosso……Ho visto persone che urlavano, sentivo echi di spari ed il mio cavallo   era ferito! Cercava di rialzarsi…ma non ce la faceva! E poi cadeva cadeva e tutto si colorava di sangue…il fiume, l’erba…il cielo..Tutto intorno buio e tenebre!
Ed un dolore ha preso a lacerarmi il petto e a farmi sanguinare…
Mi sono svegliata di soprassalto, piangendo ed invocando aiuto…aiuto!

Ho avuto paura, la stessa paura che si ha quando si evocano gli spettri..Ma ora capisco che  è la nostra stessa condizione umana di convivere con i fantasmi…con la morte!

Sopravverranno le catastrofi, tutto sarà rovina…il caos trionferà …ma infine tornerà l’ordine e si instaurerà nuovamente la pace…
E le parole “liberté, egalité, fraternité”…che odo in ogni piazza in questi giorni, ritroveranno quel senso che ora non tutti comprendono!
Ma dovrà scorrere molto sangue prima che torni la pace…

“I patti senza la spada sono parole, e non hanno la forza di difendere nessuno…”  (10)  ... né tantomeno di  difendere e cambiare il volto di questa nostra terra! (11) 

Io non so se ci sarò quando un mondo nuovo, pieno di luce, che sono certa tornerà, RISORGERA’  da queste tenebre!
Se ci sarà ancora , voglio poter pensare ad un mondo pieno d’amore e voglio essere piena d’amore..un mondo dove poter trovare rifugio per me e la mia anima….”

“ Piccola anima smarrita e soave, compagna e ospite del corpo…ora t’appresti a scendere in luoghi incolori, ardui e spogli, ove non avrai più gli svaghi consueti.
Un istante ancora..guardiamo insieme le rive familiari, le cose che certamente non vedremo mai più…
Cerchiamo d’entrare nella morte ad occhi aperti”. (12)

Fine
 

                                                                                                                                          Eufemia
 

(1)  Ho scelto questo titolo per un motivo ben preciso…ma lo scoprirete alla fine!
(2)  “Da mi basia mille, deinde centum/dein mille altera, dein seconda centum, deinde usque altera mille/deiade centum” : da Catullo (poeta latino, 87-54 a.C.) , Poesie, V, 7/9.
(3)  Questa citazione è di N.M. Karamzin, scrittore russo (1766-1826)…
(4)  C’è una bella fanfiction su questo sito dal titolo “Odi et amo” di Aurelia …L’originale è di Catullo e  recita così: “Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris/ Nescio, sed fieri sentio excurior” da Poesie, LXXXV.
(5) Immagino che Oscar stia leggendo le Memorie dell’imperatore Adriano; è un espediente letterario che ho usato e che mi è stato suggerito, come dicevo nella premessa, dal libro della Yourcenar. Qui  naturalmente immagino che Oscar stia leggendo le parole originali scritte dall’imperatore romano, visto che la scrittrice francese ha scritto il libro nel 1951.
(6) Lo so è una mia fissa perché chi legge sul sito di Alex…ha potuto trovare questa riflessione che ho fatto in altra sede! Lo spunto per questa frase mi è stato offerto da un tema in voga nel XIX sec. e ripreso dal Foscolo nell’Ortis; vale a dire la meditazione sulle tombe e su coloro che vi giacciono. Di infinite tombe – scrive il Foscolo – non si saprà mai nulla o pochissimo, dopo che sono state scavate! Ma di alcune poche è proprio un particolare potere, quello di parlare ai vivi invitandoli a pensare e ad agire magnanimamente! Di parlare ai poeti e di ispirarli a cantare celebrando le grandi storie dei grandi scomparsi e rendendoli vittoriosi sulla morte, nell’unico modo in cui gli uomini possono vincerla, grazie cioè alla memoria nutrita di affetti generosi.  Non potevo pensare che a Oscar!!!
(7)  Naturalmente questi pensieri fanno parte del percorso spirituale seguito da Oscar verso la fine della sua vita, quando capisce che tutti gli uomini sono uguali!
(8)  Questa è di Tibullo, poeta latino (54-19 a.C.) , tratta da “Elegie” , III, 4,7/8
(9) Naturalmente alludo al dio Marte!!
(10) Questa frase è di Thomas Hobbes (filosofo inglese 1588-1678) da “Leviathan” II,17.
(11) Non ho voluto usare il termine “patria” perché per a quei tempi il popolo francese non aveva ancora preso coscienza, non del tutto almeno, di questa parola così forte!
(12)  Così termina il libro della Yourcenar! Queste  parole sono state scritte realmente dall’imperatore Adriano e la scrittrice le utilizza al termine del bellissimo libro  (Mémoires d’Hadrien) . Le ho volute riportare integralmente poiché leggendole ho pensato ad Oscar che come Adriano… sta per prendere commiato dalla vita.  Quelle originali sono queste: “ Animula vagula, blandula..Hospes comesque corporis, quae nunc abibis in loca…Pallidula , rigida, nudula, nec ut soles, dabis iocos…” P. Aelius Hadrianus.

 

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