COMPAGNIA G.A.P. - Giovani Artisti in Prova

LOS JUSTOS


Coreografie:  Federica e Michela Pozzo

Musiche: M. Manson, Pearl Jam, S. Reich, Lamb, Rou Dou Dou, Wim Mertens, Underworld, Debussy, Plastic Man

Danzatrici:   Sara Belcastro, Daniela Calia, Emanuela Cavaglià, Manuela Cetola, Stefano Cristofaniello, Giada Rapalino, Clelia Riva, Costanza Jacazio



Un uomo che coltiva il suo giardino, come voleva Voltaire

Chi è contento che sulla terra esista la musica

Chi scopre con piacere un' etimologia

Due impiegati che in un caffè del Sur giocano in silenzio a scacchi

Il ceramista che premedita un colore e una forma.

Il tipografo che compone bene questa pagina, che forse non gli piace

Una donna ed un uomo che leggono le terzine finali di un certo canto

Chi accarezza un animale addormentato

Chi giustifica o vuole giustificare un male che gli hanno fatto

Chi è contento che sulla terra ci sia Stevenson

Chi preferisce che abbiano ragione gli altri

Tali persone che si ignorano stanno salvando il mondo

                                          Jorge Luis Borges



Può accadere a qualsiasi romanzo, o sonetto, o poema epico apparentemente perfetto, coeso e compatto di presentare una lacerazione, una frattura centrata e radicata che, se da una parte può accrescerne il valore, dall'altra può aprire il testo ad un diverso, insospettato rapporto con l'universo circostante, con il suo contesto.

È il caso della poesia di Jorge Luis Borges, "Los Justos" ( I giusti) nella quale ad un certo punto, ad una lettura più attenta appare dalla 

comparazione di due versi apparentemente semplici, un "buco" interpretativo. È proprio qui tra le pieghe di un sospetto, che si inizia il viaggio coreografico: un momento di paradosso letterario che si snoda attraverso la successione di parole danzate. 

I quadri coreografici interpretano i 12 i versi di Borges, tentando di suscitare l'emozione di un interpretazione non ovvia del tema del doppio, delle due realtà suggerito tra le righe dal poeta .

È questo, riteniamo , il fine ultimo de "los justos": suggerire, insinuare il dubbio, il sospetto che realtà non è ciò che appare o comunque non solo.