DELUSIONE

LA LONGOBARDA NON RIESCE A PORTARE A CASA IL RISULTATO NEMMENO NELL'INUTILE SFIDA DI RITORNO CON I VILLINI

LONGOBARDA - VILLINI: 1-3

Proprio non riesce a decollare questa prima stagione della Longobarda. Sconfitta anche in quest'incontro che poteva essere a tutti gli effetti considerato un buon test in vista dell'attesissima sfida di venerdì contro il rullo compressore Scroters. Solo un test perchè nemmeno immaginabile poteva essere l'obiettivo di ribaltare lo 0 a 9 dell'andata, maturato in una squadra con 7 giocatori alla sua prima apparizione. Gli albori della Longobarda. Il primo tempo è equilibrato e si conclude con il vantaggio dei rosso-blu grazie all'incornata vincente di Iozzelli su uscita errata del portiere avversario. Nella seconda frazione di gioco la squadra crolla come già in alcune precedenti occasioni e i Villini riescono a ribaltare completamente il risultato: il momentaneo pareggio è originato dall'errato passaggio di Junio che aveva abbandonato la difesa in un tentativo di progressione centrale. Nella situazione di 4 contro 2 un preciso diagonale non riesce ad essere intercettato dal volenteroso fratello di Benedetto Tordelli, oggi in porta al posto di Imprescia. E proprio su quest'ultimo si sono scatenate le ire del presidente Pellegrini, del mister e del claudicante ex-bomber DiCandia. "Il ragazzo pare non aver compreso appieno l'importanza del progetto. Fra qualche mese valuteremo con Imprescia se rientra nell'interesse di entrambe le parti un suo trasferimento in una società a lui più gradita" taglia corto il presidente durante la conferenza stampa. Meno diplomatici i cori dei tifosi al suo indirizzo: "RIDACCI IL TUO SALARIO: IMPRESCIA MERCENARIO" è lo striscione tenuto in curva per tutta la durata della partita. Ma a quanto pare con gli Scroters ha assicurato la sua presenza. Il raddoppio scaturisce a 10 minuti dal termine: l'attaccante dei Villini, lasciato libero in area a causa dell'ennesimo errore di marcatura della difesa, ha tutto il tempo per fermare il pallone e calciare con forza senza che nessuno della Longobarda accenni alcun intervento. A 2 dalla fine arriva anche la terza e forse immeritata realizzazione che riesce a rendere ancora una volta il risultato ben più pesante di quanto si sia potuto costatare in campo: cross teso in area, l'avversario sfiora con la punta dello scarpino e la palla si insacca sotto l'incrocio dei pali.

TORDELLI JR. 8 Per essere venuto a congelarsi per una squadra di cui non conosceva nemmeno l'esistenza. Altri portieri dovrebbero imparare da lui. Valoroso
Stefano CAMPI 5,5 Meno sicuro del solito. Sbaglia qualche passaggio di troppo ed in un'occasione si fa chiudere dal pressing avversario finendo per concedere una pericolosissima occasione ai Villini. A dimostrazione del suo impegno, a pochi istanti dal termine lotta su una palla vagante a centrocampo e subisce un duro colpo sul volto. Distratto
Guido IOZZELLI 5 Il gol, un palo esterno su punizione e null'altro. Invece di fare la sponda verso le ali si intestardisce a tentare di girarsi e tirare, non riuscendovi mai per la pressione dei centrali dei Villini. Nel secondo tempo vaga senza meta per la metà campo avversaria, provando un timido pressing. Ha avuto la sua grande occasione per proporsi come nuovo attaccante, l'ha sprecata per l'ultima volta. Il gigante buono
Aldo UCCELLETTI 5,5 Tiene male la posizione per tutto l'incontro, accentrandosi troppo e permettendo al velocissimo 7 avversario di fare quello che vuole sulla fascia sinistra. Ma a sua discolpa c'è da dire che Junio in difesa non è un esempio di sicurezza e di acume tattico. Nel complesso un pò in ombra. Mastino addormentato
Francesco TIRABOSCHI 5,5 Questa volta delude anche il mister, suo grande estimatore. Appare per tutta l'ora di gioco molto bloccato, preoccupato più a contenere che a ripartire. In difesa compie diversi buoni interventi ed è l'unico a far girare il pallone dall'esterno verso il centro con continuità ma è totalmente assente sul versante offensivo. In una delle rare percussioni riesce comunque a cogliere l'incrocio dei pali. E domani parte per Londra, Abramovich vuole parlargli... Freno a mano inserito
Marco TIUS 5 Sull'impegno nulla da criticare, eppure i risultati continuano ad essere deludenti. Corre, lotta, pressa, si invola sulla fascia, tira, eppure quasi mai è decisivo. I suoi passaggi sono spesso imprecisi, i suoi dribbling a volte improduttivi, i suoi tiri completamente fuori bersaglio. Negli spogliatoi alla fine del match parla col mister e avverte che è disponibile a farsi da parte. Evidentemente non riesce a trovare la giusta intesa coi compagni. Calciotto? no, grazie
Benedetto TORDELLI 5,5 Il numero 7 dei Villini riesce a mettere in crisi anche lui, ma nelle ripartenze è quasi sempre uno dei più convincenti. Peccato che arrivato sul fondo non trovi nessuno cui appoggiare il pallone. Atleticamente uno dei più in forma. Al solito talvolta abbonda nelle azioni personali. Maratoneta
Junio GULINELLI 5,5 Il grande ritorno dell'oggetto misterioso di questa stagione non soddisfa pienamente le aspettative. Molto bene nelle sue incursioni, sui calci d'angolo è quasi sempre lui a mettere in pericolo la porta avversaria. Meno lucido in fase difensiva: una sua gravissima disattenzione nel secondo tempo per un soffio non regala il gol ai nemici. Dalla sua coraggiosa quanto azzardata percussione per vie centrali scaturisce il pareggio. Temerario
Giorgio ANTONAZZO 6,5 Malgrado il colpo alla tibia riesce a sfoderare una prestazione di buon livello, gestendo il pallone in fase d'impostazione e recuperandone molti in interdizione. Grandissimo tiro in corsa che costringe il portiere agli straordinari. La tecnica c'è, la velocità ed il potenziale anche. Può fare ancora di più. Cambiasso

(26/1)

IL SOGNO SVANISCE

LE TROPPE ASSENZE CONDIZIONANO LA GARA

LONGOBARDA - STONE HENGE: 0-2

Dopo aver assaporato per pochi giorni il piacere della vittoria, la Longobarda ritrova il suo antico ruolo di squadra cuscinetto, incapace di concretizzare le numerose occasioni che riesce a creare. "Non me la sento di incolpare nessuno. Che avremmo avuto dei problemi me l'aspettavo dall'inizio, la squadra era ampiamente rimaneggiata con ben due giocatori che non avevano mai giocato in squadra con noi. E soprattutto senza un portiere titolare, un'assenza gravissima che ci ha gravemente condizionato" spiega il mister, la cui panchina è certamente più traballante della scorsa settimana. Mancavano infatti entrambi i portieri: Imprescia, che ignorando la rinnovata fiducia della società ha preferito passare questa settimana fra le bianche vette di Ovindoli piuttosto che sull'umido campo del Mirage a lottare per il suo vero ideale, e Adriano Costanzi, febbricitante. Il terzo portiere Stefano Laureti ha trascorso 20 minuti in porta per poi proporsi in attacco senza riuscire nemmeno a scalfire la difesa avversaria. Successivamente si sono immolati in quel ruolo Nardi e Campi. In difesa mancava Uccelletti, anche lui malato ma che è stato vicino alla squadra grazie alla diretta di Sky. Indisponibili anche Matteo Bonavia e l'oggetto misterioso Junio Gulinelli. Al suo posto dal settore giovanile arriva Michele Di Murro, bravo tecnicamente quanto grezzo nell'impostazione tattica e soprattutto testa calda. Nel centro del campo all'assenza di Giorgio Antonazzo dovrebbe supplire il neo-incontrista Tius, di ritorno dai bagordi praghesi. L'attacco, lasciato vuoto dall'infortunato DiCandia che si accomoda in tribuna per stare vicino ai suoi compagni, è occupato da un Tordelli nella nuova veste di bomber. Bisogna sottolineare che la squadra parte bene e confeziona due legni nel giro di pochi minuti, ma poi la pressione degli avversari cresce e il violento pressing a centrocampo priva la Longobarda della sua spinta propulsiva. Clamoroso il rigore negato a Di Murro colpito violentemente in area mentre stava per colpire il pallone. Al 18' del primo tempo un cross spiove sul secondo palo dove l'avversario, liberissimo per la disattenzione di Di Murro, ha il tempo per rientrare sul destro e scagliare una bordata da un metro sulla quale Laureti non può nulla. A quel punto la squadra si spacca e il nervosismo sale. Iozzelli chiede continuamente di poter andare in avanti, Nardi si avvia mestamente verso la porta e fra panchina e squadra si apre un dibattito infruttuoso sulla nuova formazione. Il mister sceglie di non cambiare per i primi minuti, il risultato si 1 a 0 può ancora essere capovolto senza sguarnire la difesa del suo pilastro. Il secondo tempo mostra la stessa trama del primo: la Longobarda attacca confusa e usando pochissimo le fasce su cui ha costruito l'impresa della scorsa settimana, l'attacco è totalmente evanescente. Da un forte tiro da centrocampo scaturisce il raddoppio avversario: Campi vede in ritardo la palla e non riesce ad opporsi. Nulla da dire a chi si è proposto per un ruolo non suo. A quel punto Carapellucci da il via all'esperimento Iozzelli. Al centro della difesa va Di Murro con Tordelli e Tiraboschi terzini. L'esperimento non migliora le cose, anzi produce un forte attrito tra il gigante e un difensore avversario. Si perdono minuti mentre la panchina urla per richiamare i giocatori. Così è solo uno spreco di tempo. Fra nervosismi, altri 2 pali e un gran senso di frustrazione la partita si spegne finchè il fischio finale non chiude l'incubo di una Longobarda disordinata e scomposta, forse la più brutta vista finora.

Stefano LAURETI 4,5 Mai sentito di un giocatore portiere-attaccante. Quasi inoperoso in porta, pochissime le palle toccate in attacco. E' una presenza impalpabile. E continua a prendersela con un misterioso "Maradona" che a suo giudizio ostacolerebbe il gioco longobardo. Chilavert
Stefano CAMPI 6 Fra i più incolpevoli. Trascorre tutto il secondo tempo in porta riuscendo anche a fare un'ottima parata. San Campi
Guido IOZZELLI 5 Finchè è in difesa è autore di una buona prestazione, anticipa e frena tutte le incursioni avversarie. Poi si mette in testa di dover giocare in attacco e nel secondo tempo viene accontentato: deprimente, anche la sua presenza è impalpabile. Farebbe bene a tenere la bocca chiusa e a non creare risse utili solo a far perdere tempo. Se ci sono problemi con gli avversari si risolvono a fine partita. Nervoso
Michele DI MURRO 5 Nel primo tempo gioca davvero male a livello tattico, lasciando continuamente la rapida ala nemica libera di spaziare per l'attacco. Ed è proprio lui a dimenticarsi l'uomo sul secondo palo al momento del vantaggio avversario. Nel secondo tempo, quando Iozzelli va in attacco, si sposta al centro della difesa e il suo rendimento cresce notevolmente. Subisce un netto fallo in area, ma l'arbitro non interviene. Come Iozzelli contribuisce ad incattivire la gara e a far scorrere i minuti. Acerbo
Francesco TIRABOSCHI 5,5 Non si vede molto in campo, eppure è pulito e diligente. Nel primo tempo tenta delle incursioni sulla fascia che sono continuamente arginate, nella seconda frazione è lui a tenere in piedi la difesa insieme a Di Murro. Si conferma un giocatore senza lampi di classe ma molto utile tatticamente. Ordinato
Marco TIUS 5,5 Il voto sale grazie al grande impegno dimostrato sul terreno di gioco. Appare sofferente su un campo diverso da quello di calcetto, sul quale si esprime a ben altri livelli. Soffre soprattutto in fase di impostazione, molto meglio nei recuperi dove con la grinta riesce ad ottenere risultati positivi. Gladiatore ferito
Benedetto TORDELLI 5,5 Parte subito bene nel nuovo ruolo di attaccante. Poi però gli avversari prendono le misure su di lui e resta fuori dal gioco per tutta la partita. Deve giocare più tranquillo, essere meno frenetico e imparare a far girare il pallone per vie orizzontali. Capitano di una nave che affonda
Matteo NARDI 5 Se solamente pochi giorni fa era riuscito a deliziare il mondo del calcio, quello visto contro la Stone Henge deve essere la sua controfigura. Corre ma non riesce quasi mai a saltare l'avversario. E i passaggi sono spesso fuori misura. L'eroe riscopre il suo lato mortale. Frastornato dai complimenti

I LONGOBARDI STRAPAZZANO L'ATLETICO E CONQUISTANO LA LORO PRIMA VITTORIA

ATLETICO MONTELUNGO - LONGOBARDA: 2-3

"Abbiamo sudato. Abbiamo subito. Abbiamo pianto. Ora è il momento della vendetta" sanciva lo striscione esposto dai tifosi prima dell'inizio del match. Ed in effetti l'Atletico Montelungo ha fatto la parte della vittima sacrificale di turno. La storia a lieto fine che stiamo per raccontarvi ha un protagonista, un eroe il cui nome riecheggerà nelle ere a venire avvolto in un alone di leggenda: Matteo NARDI. Più un semidio che un essere umano, il Nardi è riuscito a devastare la sterile difesa avversaria con la forza di un panzer, sventrandola con le sue incursioni implacabili e colpendola con la freddezza di un cecchino. Ma se il Fato ha scelto lui per poter finalmente iscrivere il nome LONGOBARDA in lettere d'oro nell'Olimpo del calcio, non verranno dimenticati neanche gli altri 8 che hanno permesso questo trionfo. Che vengano citati dunque i nomi immortali di coloro al cospetto dei quali la Storia dovrà inchinarsi e che verranno dalle generazioni future appellati "eroi": Imprescia, entro le cui vene scorre sangue di ragno, Uccelletti, il borbonico terzino, Campi, che diffuse leggende dicono figlio di un leone e di un ghepardo, Iozzelli, dalla pelle di granito, Tiraboschi, i cui riccioli si trasformano in serpenti all'approssimarsi degli avversari, Tordelli, che un antico oracolo condannò ad amare la sacra sfera, Antonazzo, che pare si nutra dell'erba del campo, DiCandia, un'ombra respinta dall'Ade e costretta a vagare in eterno per l'attacco longobardo. Ma veniamo al racconto delle epiche gesta: che gli auspici fossero propizi lo si intuisce dal riscaldamento, durante il quale la Longobarda compatta si stringe in cerchio, tutti con indosso la nuova maglia ufficiale, uno spettacolo per gli occhi, un'emozione per il cuore. Poi bastano pochi secondi, il tempo di udire il fischio dell'arbitro, che la Longobarda sente già la sublime sensazione della Nike che pone sul capo la corona d'alloro. Nardi prende palla e si invola verso la porta nemica veloce come il vento, il passo leggiadro come un Apollo che scende dal cielo, ma deciso come la marcia di un legionario romano pronto a schiacciare sotto i suoi calzari i barbari incolti al fine di portare la civiltà a chi ancora non ne conosce i piaceri. Non si accorge nemmeno del portiere che gli si fa incontro in un ultimo disperato tentativo di non soccombere all'ineluttabile destino. Sbagliare è impossibile, la porta diventa enorme, una montagna entro cui scagliare con violenza un pallone che contiene tutta la rabbia e l'onore ferito di questa squadra. La reazione dell'Atletico è blanda, complice - lo ammettiamo - l'uomo in meno che condiziona tutta la partita. La difesa è una irta scogliera contro cui si infrangono le azioni avversarie senza riuscire nemmeno a scalfirla. Iozzelli la guida col piglio di un imperatore, Campi si accanisce sugli sfortunati giocatori che hanno la malasorte di passare per le sue parti lasciandone solo brandelli informi, Uccelletti ringhia sugli avversari da bravo mastino napoletano. Ed ogni volta che si riconquista palla si riparte con l'obiettivo di perforare quella porta che per sette lunghe partite è sembrata protetta da un arcano sortilegio. DiCandia per due volte ha la possibilità di far male, ma perdona con un nobile atto di clemenza. In un'altra occasione è Tordelli che dimentica che la realtà è assai diversa da Holly e Benji e che il pallone va passato al solitario DiCandia, che inascoltato si sbraccia nel cuore dell'area di rigore. Ma il raddoppio è nell'aria e non può che venire da colui che gli dei hanno eletto a loro pari e cui hanno affidato la missione di far rinascere la Longobarda, il Nardi. Il tempo scorre, la squadra è sicura e domina l'incontro. Ma poco prima della fine il bomber nemico sfodera un tiro incredibile dall'altezza del fallo laterale che sorpassa l'incolpevole Imprescia e si deposita in rete. Ora c'è più paura, la Longobarda si chiude temendo che il sogno sublime del primo tempo si trasformi presto in beffa. Iozzelli si lascia scappare l'avversario che spreca tentando un improbabile pallonetto. Tordelli non spazza il pallone e si fa chiudere dagli avversari che guadagnano l'angolo. Dal corner seguente scaturisce il pareggio, il tipico gol di rapina. Ma invece di avvilirsi stavolta la squadra non ci sta, sente il vento propizio, sente le preghiere dello staff tecnico che ha sfidato il gelo del Mirage per star vicino ai propri ragazzi, sente 60.000 cuori che battono e 60.000 voci che urlano "LON-GO-BARDA, LON-GO-BARDA, LON-GO-BARDA". Non può deluderli. E attacca. Attacca per vincere. DiCandia sfodera la prodezza ma il portiere fa il miracolo. Ma la zampata vincente viene dal gigante Iozzelli, che insacca un pallone vagante nell'area dell'Atletico. Il resto della partita viene facilmente gestita dai blu-rossi-bianchi della Longobarda, che ha l'onore di sfoderare per l'occasione la divisa 1978-1979 della nazionale carabinieri. Ma tutti sembrano già amarla questa maglia. Al triplice fischio l'ingente dispiegamento di polizia deve usare i manganelli per impedire l'invasione di campo. Il campo B del Mirage è una bolgia, il mister viene portato in trionfo mentre scorrono le note di "We are the champions".

LE PAGELLE

(13/1)

PERICOLO ATLETICO
DOMANI SERA I LONGOBARDI AFFRONTANO UNA DELLE MIGLIORI DEL GIRONE

C'era un'atmosfera trepidante durante l'allenamento di ieri pomeriggio. Cresce infatti la tensione per quella che si annuncia come una delle partite più dure nel cammino della Longobarda, già colmo di ostacoli. L'Atletico Montelungo, 11 punti in attesa di conoscere il risultato dell'attesissima sfida contro gli inarrestabili Scroters di giovedì scorso, è squadra fra le più temibili dell'intero girone. "Serve l'impresa", annuncia il mister, "ed è per questo che la Longobarda si presenterà in campo accompagnata da tutto lo staff societario. Il calore del nostro numeroso pubblico sarà il nostro nono uomo in campo." Incomincia quindi l'analisi dei prossimi avversari: "Hanno una media realizzativa straordinaria, 33 gol in 6 partite... i numeri purtroppo parlano chiaro. Ma hanno incredibilmente una difesa peggiore della nostra con 23 gol presi in 6 incontri. Questi dati vi dimostrano che l'Atletico è una squadra temibile, portata geneticamente al gioco offensivo. Ma è altrettanto vero che tralasciano molto gli aspetti difensivi. Sono una squadra che assomiglia molto al Brasile, e la scelta delle maglie verde-oro non è evidentemente casuale". "Noi non abbiamo paura, cercheremo di esprimere il nostro solito buon gioco che il mister è riuscito ad insegnarci ed analizzeremo solo alla fine i risultati della nostra prestazione" interviene il bomber DiCandia, ancora alla ricerca della sua miglior forma, "Credo che sto lentamente migliorando, ho subito un pò l'impatto con un calcio diverso rispetto al calcio a 5 a cui ero abituato ed ho bisogno di un pò di tempo per abituarmi. Ma ogni partita che faccio sento dei progressi, sono decisamente ottimista". Il mister e il presidente Pellegrini annunciano poi di aver scelto definitivamente un capitano: "Si tratta di Benedetto Tordelli. Abbiamo deciso di premiare il suo attaccamento alla maglia, che ha avuto occasione di dimostrare più volte. Inoltre i compagni lo seguono e lo vedono come un punto di riferimento". Buone notizie anche per la maglia: il buon lavoro dello staff di Pascucci ha risolto finalmente la querelle relativa alle casacche, che verranno consegnate poco prima del match di domani. "Sembra il Boca" lasciano trapelare le prime indiscrezioni. E non è detto che giocare tutti con la stessa maglia non possa compattare la squadra e permetterle di conseguire il risultato tanto agognato: la prima vittoria in campionato.

(10/1)