Una poltrona per due L’incredibile storia di una concorrenza sleale nella civile Romagna che ha portato i poltronifici italiani sull’orlo di una crisi che non ha nulla a che vedere con l’attuale crisi finanziaria. Infatti gli artigiani italiani sono stati sostituiti da imprese cinesi che applicano prezzi dimezzati e insostenibili per chi rispetta le regole. L’inchiesta svela i punti oscuri di una delocalizzazione dentro il territorio italiano dove controllori e associazioni non hanno fatto il loro dovere consentendo il graduale insediamento di imprenditori cinesi che, in Romagna come in molte altre zone produttive italiane, fanno spesso uso di manodopera clandestina oppure pagata in nero. Quali sono le vere ragioni per le quali uno dei più prestigiosi distretti del divano Made in Italy (da cui escono poltrone e divani molto famosi) si sia gradualmente abbassato a pratiche irregolari nel disinteresse generale? L’inchiesta ha cercato di andare oltre la cronaca approfondendo il profilo etico che regola i rapporti di lavoro tra il committente e il suo fornitore. E’ questione di poco e resterà una sola poltrona e c’è il rischio che non ci sarà spazio per gli onesti.
Come è andata a finire - I vicerè Torniamo ad occuparci di Catania, il comune salvato dal fallimento nell'ottobre del 2008 con un decreto del Governo che ha destinato i 140 milioni prelevati dai fondi Fas e stanziati dal Cipe per fare opere, alla copertura dei disavanzi. A distanza di un anno i soldi ancora non sono arrivati ma una parte e' stata gia' messa a parziale copertura dei bilanci. L'amministrazione etnea intanto deve fare i conti con la decisione di un commissario straordinario che nel 2008, per evitare ulteriori guai alle gia' disastrate casse del comune, ha ceduto ai privati, nel silenzio generale, strade, marciapiedi e perfino una scuola pubblica.
Come è andata a finire - Gli esternalizzati Nel 2006 ci siamo occupati del fenomeno del ricorso a pratiche di esternalizzazione di lavoratori presso alcuni ospedali romani e italiani in genere, cioè di appaltare a cooperative e ditte l’acquisto di ore di lavoro per sopperire a carenze di personale assunto direttamente dalla azienda stessa. Questo fenomeno comporta la precarizzazione del lavoro e dei lavoratori (buste paghe più basse rispetto ai lavoratori cosiddetti strutturati, contributi pagati per metà nel caso di lavoratori di cooperative, ridotte tutele, ecc.). Questa tesi, contestata allora dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, viene oggi – 2009 – acquisita come valida dall’Amministrazione Regionale. L’aggiornamento fa il punto della situazione a distanza di 3 anni.
Goodnews - I premi di Report A giugno avevamo incontrato un gruppetto di ragazzi de L'Aquila che, dopo il terremoto e con poche risorse tecniche, avevano realizzato un giornalino in un campo di accoglienza. Dopo aver raccolto 11.300 euro all’asta di beneficenza, siamo andati a vedere cosa succede nella piccola redazione di “Sfollati news” a distanza di 4 mesi.