Home Page              Definizione di foiba.

 

 

  Il termine "foiba" è una corruzione dialettale del latino "fovea", che significa "fossa"; le foibe, infatti, sono voragini rocciose, a forma di imbuto rovesciato, create dall’erosione di corsi d’acqua; possono raggiungere i 200 metri di profondità. Agghiacciante è l’affermazione del prof. R. Battaglia, che scrive in proposito: "Il sottosuolo dei vasti altipiani carsici nasconde un mondo di tenebre: abissi verticali e cupi cunicoli che si perdono nel silenzio delle profondità terrestri, caverne immense, tortuose gallerie percorse da fiumane urlanti, sale incantate rivestite di cristalli, antri selvaggi che la fantasia del volgo popolò di paurose leggende". In Istria sono state registrate più di 1.700 foibe. (Nella foto sotto una foiba istriana).

Una foiba istriana.

Le foibe furono utilizzate in diverse occasioni e, in particolare, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale per infoibare ("spingere nella foiba") migliaia di italiani, antifascisti e fascisti, colpevoli di opporsi all’espansionismo comunista slavo propugnato da Josip Broz meglio conosciuto come "Maresciallo Tito". A riguardo è interessante riportare quanto affermato da Kardelj (vice di Tito) il quale poté affermare che "ci fu chiesto di far andar via gli Italiani con tutti i mezzi e così fu fatto". Nessuno sa quanti siano stati gli infoibati: alcune stime parlano di 10-15.000 sfortunati. (Di seguito è riportata la sezione di una foiba istriana).  

Sezione di una foiba.

Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il fil di ferro. I massacratori, nella maggior parte dei casi, sparavano al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri. (Il disegno sotto è tratto da un opuscolo inglese).

Nel corso degli anni questi martiri sono stati vilipesi e dimenticati. Considerate che, sfogliando il "Vocabolario della lingua italiana" edito dalla Treccani, ci si imbatte in una definizione parecchio evasiva di foiba: "In geologia fisica, tipo di dolina; in partic., nella regione istriana, grande conca chiusa (derivante da doline fuse assieme) sul cui fondo si apre un inghiottitoio. Vedi anche infoibare”. Sapete cosa significa infoibare?  "Gettare in una foiba, e più in part. ammazzare una persona e gettarne il cadavere in una foiba, o farla morire gettandola in una foiba (il verbo è nato e s'è diffuso alla fine della seconda guerra mondiale)". Per approfondire ulteriormente clicca qui o vai a fondo pagina. (Di seguito, un particolare del disegno tratto dall'opuscolo su menzionato).

 

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  Ma come mai quello delle foibe è un "capitolo oscuro"?

 

1) Da "Liberazione" del 26 novembre 2000.

"Dove sta la verità? Sulla tragica questione foibe siamo dunque ancora alla "donna velata"; non solo sulla sua qualificazione, ma anche sulla sua reale entità. E' però utile chiedersi come mai l'intera vicenda sia rimasta un capitolo oscuro, un capitolo rimosso per tanto tempo. Chi ha avuto l'interesse a lasciarlo nel buio?
In primo luogo - è la risposta degli storici - l'interesse è degli angloamericani. Quando infatti nel 1948 si consuma la rottura tra Tito e Mosca e l'Occidente guarda al Maresciallo come a un possibile prezioso alleato contro l'Urss, viene lasciata cadere ogni idea di approfondire i fatti del 1945: "la spiegazione fornita da Belgrado circa il carattere politico delle eliminazioni e la generale colpevolezza dei morti, diventa una sorta di versione ufficiale accettata dalla diplomazia occidentale che non ritorna sull'argomento". In secondo luogo "a rimuovere" è il governo italiano con De Gasperi che non gradisce affatto di accendere i riflettori sulle umilianti condizioni accettate per il territorio libero di Trieste (che resterà in mano alleata sino al 26 novembre 1954): "il silenzio storico sulle foibe diventa funzionale al silenzio sul trattato di pace e sulla diminuzione della sovranità nazionale". Infine, l'interesse a mettere a tacere è anche del Pci, niente affatto portato a tornare su una questione "che evidenzia le contraddizioni fra la nuova collocazione di partito nazionale, la vocazione internazionalista e i legami con Mosca". Foibe. E' il caso di parlarne". (Maria R. Calderoni).

 

2) Dal libro "Foibe. Le stragi negati degli italiani della Venezia Giulia e dell'Istria" di Gianni Oliva.

Secondo Gianni Oliva, alcuni fattori politici hanno contribuito a confinare per mezzo secolo il ricordo delle foibe nelle commemorazioni locali. Sarebbero la rottura tra Tito e Stalin avvenuta nel 1948, il fatto che militari fascisti commisero in Jugoslavia reati di guerra per i quali non furono mai perseguiti, la subordinazione politica dell’ex Pci alle esigenze del comunismo internazionale e alle spinte nazionaliste di Tito. Sta di fatto che col passare del tempo si è finito per voltare pagina e, negli ultimi anni, anche su iniziativa degli ex comunisti, si è fatta luce su questi episodi.  

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  L'approfondimento.

Una premessa è sempre necessaria quando si deve cercare di mettere ordine in una vexata quaestio, questione davvero tormentata nelle discussioni, che sono anche, le più, e volutamente, fuorvianti. Cominciamo quindi col riprendere in mano il vecchio Campanini Carboni (1930) nel quale leggiamo:

"Fovea - fossa, cava, buca (per seppellirvi e farvi cadere insidiosamente le fiere)".

In tempi più vicini al giorno d'oggi, i dizionari spendono qualche parola in più:

"Fovea - fossa, buca (per farvi cadere le fiere), trappola; in Fedro: Panthera imprudens olim in foveam incidit. Ha il significato anche di lacuna".

Nicolò Tommaseo nel suo fondamentale "Dizionario della Lingua Italiana" non registra la voce, così come non registra l'altro lemma che potrebbe interessarci: dolina. Ma non è il solo a ignorarle. E non le mette neppure a confronto Aldo Gabrielli (Dizionario dei sinonimi). D'altra parte, nel lontano tempo dell'impero austro-ungarico, il termine fòiba avrebbe potuto interessare la speleologia, mentre era trascurato nella letteratura né era riportato dai dizionari tedeschi, così come lo ignora Ivan Androvic che, tuttavia, nella ristampa del 1943 ci fa leggere:

"Dólina - valle, vallata; (eccl)  ~suza valle di lagrime".

E nella versione dall'italiano:

"Dolina - (kraska) ponikva".

Kras sta per monte sassoso, rupestre (Carso), mentre ponikva è la valle incassata, profonda.

Trascorre il tempo ed ecco che anche i Tedeschi si fanno più attenti:

"Fòiba Geol f. Doline f.".

"Dolina f Geogr. Doline f.".

Vediamo sia pure rapidamente, cos'è che si trova nei nostri dizionari del dopoguerra, senza volerne sottolineare gli errori.

Nel Dizionario della Labor (1947) troviamo:

"Dolina - nome di origine slava con cui si indicano cavità superficiali delle regioni carsiche... Talvolta sul fondo si forma un laghetto o s'apre un inghiottitoio (foibe)...".

"Foiba - Nome generico usato nella Venezia Giulia per indicare le cavità dei Carso con sottosuolo cavernoso. Nome proprio di un avvallamento carsico nel comune di Pisino (Istria), a forma di semicerchio, orrido, con parete alta circa 130 metri nel quale sparisce il torrente Foiba, che risorge forse nella Draga del Canale di Leme".

Qualche elemento in più sulle doline troviamo nel “Dizionario Enciclopedico Italiano”:

"Dolina - (dallo slov(eno) dolina, der. di dol - valle)... Una dolina nella quale si versa un corso d'acqua, prende il nome di dolina a inghiottitoio o foiba... prendono localmente svariati nomi: dolazzi, husi (Istria, Carso triestino)...".

Nello stesso Dizionario compare il primo cenno alle vicende che ci interessano da vicino:

"Fòiba - (dal friulano foibe, che è il lat. fovea - fossa). In geologia uno dei tipi di dolina; in part., nella regione istriana vengono indicate con il nome di f. le grandi conche chiuse derivate da doline fuse assieme, al tondo delle quali si apre un inghiottitoio più o meno profondo. Tristemente famose per i molti Italiani che nel 1945 vi furono gettati, vittime delle rappresaglie militari e politiche jugoslave (donde il verbo infoibare)".

Pur essendo di un decennio posteriore, il Bietti trascura questi tragici avvenimenti e si limita a definire:

"Fòiba - profonda spaccatura dei terreno che caratterizza la regione carsica. Inutile, ormai, continuare ad occuparci delle doline".

Lo Zingarelli aggiunge:

"Infoibare - gettare o seppellire in una foiba".

"Infoibatore - chi infoiba".

"Infòibazione - atto, effetto dell'infoibare".

Ma vale la pena di ricordare un antecedente interessante, e ci riferiamo ad Antonio Stoppani il quale, nel suo "Corso di geologia" scriveva di cavità imbutiformi che "si chiamano Foibe dagli Italiani e Doline dagli Slavi"; si era nel 1873.

Concludiamo questa rapida ricerca rivolgendoci ad Aldo Duro, autore del "Vocabolario della lingua italiana", continuatore del Tommaseo:

"Foiba - (dal friulano foibe, che è il latino fovea - fossa). In geografia fisica, tipo di dolina; in particolare nella regione istriana, grande conca chiusa (derivante da doline chiuse assieme) sul cui fondo si apre un inghiottitoio. V. anche infoibare".

"Infoibare - gettare in una foiba, e più in particolare ammazzare una persona e gettarne il cadavere in una foiba, o farlo morire gettandolo in una foiba (il verbo è nato e si è diffuso alla fine della seconda guerra mondiale)".

Abbiamo trovato due riferimenti al friulano e dobbiamo quindi rifarci a "Il nuovo Pirona".

"Foibe - cavità imbutiforme nelle rocce calcari: nel canale di Gorto si indica così un pozzo naturale, o voragine (Lorenzi in DeG). Nel Friuli Orientale sono cavità circolari o elissoidali che si sprofondano d'alcuni metri nella nuda roccia e presentano sul fondo un terreno coltivabile. Caverna, spelonca di montagna, entro la quale scorrono per lo più delle acque. Fossa artificiale intorno ai vecchi castelli o castellieri. Anche Floibe".

Mentre questa voce è trascurata dal Miotto non essendo in uso in Dalmazia, risulta invece viva nel dialetto triestino, riportata da Gianni Pinguentini:

"Foiba - burrone, caverna, voragine propria dei terreni carsici... Il nome ha acquistato una tragica celebrità dall'8 settembre 1943 a tutto il 1945, entrando nell'uso letterario con i derivati infòibato, infòibatore". Cruento contributo del dialetto all'idioma nazionale!

Infine c'è il "Vocabolario Giuliano" di Enrico Rosamani, professore per molti anni al Ginnasio "Combi" di Capodistria: leggiamo:

"Fòiba - (comune a Trieste, Fasana d'Istria e Dignano d'Istria) abisso voragine (d'origine tettonica, come la fòiba de Pisin). A Trieste: Butar in foiba! Buttar nel mondezzaio. Anche foibastro (a Pola, XV sec.) peggiorativo; fùiba (a Dignano) e fuobia (a Rovigno)". Non è sinonimo di dolina ch'è una vallicola imbutiforme prodotta dall'erosione delle acque. Foiba, come infoibare, infoibatore sono neologismi entrati nella lingua causa le centinaia e migliaia di istriani che vi trovarono la morte per amor all'Italia.

Il Rosamani ancora:

"Foiba Colombera - toponimo, a S.O. del Monte Saltaria (presso Villanova del Quieto)".

"Foiba dei Colombi - toponimo in quel di Verteneglio".

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