Come è nata la “Strega”
Non sto qui a dissertare sul significato e sulle varie
implicazioni di quella che considero la mia canzone
preferita, vorrei solamente specificarne la curiosa genesi che essa ha avuto,
all’interno di un contesto del tutto inusuale alle mie abitudini.
Aprile 2002. Per un motivo e per un
altro mi ritrovo (forzatamente) all’interno di un disco-pub (osceno) in un
quartiere di Roma che nemmeno ricordo….ricordo però che il nome del locale era
“Il
moro”.
I miei amici si danno alle danze mentre
io, bastian contrario, mi accingo al bancone ad
accaparrarmi la mia legittima consumazione.
Un Gin lemon, di quelli che ti fanno
stringere gli occhi per quanto sono potenti.
Comincio a sorseggiare la mia aspra bevanda mentre osservo gli
altri apparentemente felici di ballare al ritmo di qualche
sfigata hit da discoteca.
Osservo attentamente un po’ di situazioni.
Ai tavolini la gente non fa altro che parlare,
non vedi nessuno pensare.
Quelli che ci provano con le ragazze non
fanno altro che ostentare sorrisi.
Gli altri, ovviamente, danzano al suon della canzone.
Faccio quindi una rapida sintesi mentale: “Qui al massimo parlano,
ridono, ballano. Io sto zitto, penso e sto fermo. Come
mi sento diverso.”
“Eppure”- ho pensato – “la discoteca è
una perfetta metafora della società: ci si muove, si va avanti e non ci si
ferma più a pensare, ad apprezzare la diversità”.
Il resto è venuto da sé in poche settimane…