LA SECONDA 

GUERRA MONDIALE  

  SCHEDE DOCUMENTI

     Il canto del cigno del vecchio leone

CINQUE ANNI DI LOTTA

I RIBELLI IRLANDESI - L'INGENUITA' DE "LA STORIA LA SCRIVO IO" - LE ARMI SEGRETE DI HITLER LE RAMPE DELLA V3

 - LA MORTE DI JOSEPH PATRICK KENNEDY - LA BOMBA ATOMICA

 

 

Winston Churchill parla* alla nazione e al mondo

... Non ho altro da offrire che sangue, fatica, lacrime e sudore.

 

(W.Churchill dal discorso alla Camera dei Comuni del 13/5/1940)

 

da "Il Corriere del Sabato",**19 maggio 1945-Anno III, n. 49

 

 

Giovedì scorso ricorrevano cinque anni da quando Sua Maestà il Re mi incaricò di formare un Governo nazionale di coalizione. Cinque anni sono un lungo periodo della vita umana, specialmente quando non si può godere di una “condizionale” per buona condotta. Fui aiutato da leali e valenti colleghi e sorretto da tutta la nazione britannica in patria e da tutti i combattenti oltremare; ebbi inoltre la salda cooperazione dei domini e del nostro impero sparso in ogni angolo del mondo. La settimana scorsa ha reso evidente che i nostri sforzi sono stati coronati da pieno successo, e che la comunità di nazioni britanniche (Commonwealth) e l’impero sono ora più uniti e più possenti che non fossero stati in qualunque altro periodo della loro lunga e gloriosa storia. E certamente siamo in una situazione assai migliore per far fronte ai problemi ed ai pericoli del futuro di quanto non lo fossimo ....

DOCUMENTI

  [riga illeggibile….]

Si ringrazia Filippo Drago per la scoperta e la traduzione in formato digitale di questo documento.

*Alcuni termini, passi e costruzioni grammaticali insolite non sono volute dal sito ma il risultato di traduttori inesperti del tempo (in rosso quelle più evidenti)

 

Per un certo periodo il nostro primo nemico, il nostro potente nemico – la Germania – aveva invaso quasi tutta l’Europa. La Francia già tanto dissanguata dall’altra guerra, fu travolta ed impiegò un certo tempo per riprendersi. I Paesi Bassi, dopo aver combattuto con tutte le loro forze, vennero soggiogati. La Norvegia fu invasa. L’Italia di Mussolini ci pugnalò alle spalle quando eravamo (almeno così il dittatore credeva) ormai agonizzanti. Eravamo assolutamente soli, noi con la comunità delle nazioni britanniche e l’impero

 

La battaglia della Gran Bretagna

 

Durante il luglio, agosto e settembre del 1940, 40 o 50 squadriglie di caccia inglesi riuscirono a segnare a sangue la flotta aerea tedesca, pur trovandosi a combattere in condizioni di disparità di uno contro 7 o 8 aerei nemici. Quel periodo rimarrà nella storia col nome di battaglia della Gran Bretagna. Mai prima nella storia delle lotte umane tanti dovettero essere riconoscenti per un così grande debito verso così pochi. (Never before in the history of human conflict was so much owed by so many to so few). Ma assieme alla Royal Air Force era schierata la Marina da guerra britannica, pronta a fare a pezzi le flottiglie di barche, raccolte nei canali dell’Olanda e del Belgio, e sulle quali avrebbe dovuto essere trasportato l’esercito invasore. Io non fui mai uno di quelli che credevano che l’invasione della Gran Bretagna sarebbe stata una facile operazione. Coi temporali autunnali, anche l’immediato pericolo di invasione nel 1940 scomparve. E allora ebbe inizio il blitz, con cui Hitler si riprometteva di radere al suolo le nostre città. L’attacco fu sopportato senza una parola di lamento o il più piccolo segno di debolezza, mentre un gran numero di nostri compatrioti – onore ad essi – dimostrarono che Londra sapeva incassare, e così pure sapevano incassare gli altri centri dell’Inghilterra dagli attacchi nemici. Ma all’inizio del ’41 noi versavamo ancora in grave pericolo. Aerei nemici sorvolavano le vie di accesso alla nostra isola dove quarantasei milioni di anime dovevano importare metà del loro pane quotidiano. Piume italiane sul suo cappello: The bird of France (gallo che guarda Mr Churchill mettersi le piume da Bersagliere)"let's hope he won't want any more cock-feathers for a bit" speriamo che non vorrà più piume per un po' - 1926 -Da Brest alla Norvegia, in un solo volo di andata o di ritorno, il nemico poteva osservare tutti i nuovi movimenti del nostro naviglio che usciva od entrava nella Clyde e nella Mersey e dirigere contro i nostri convogli contro i nostri i gruppi sempre più numerosi di sommergibili che punteggiavano l’Atlantico – ed i superstiti o successori dei quali stanno ora venendo raccolti nei porti britannici. Ci sentivamo circondati e ci pareva che da un momento all’altro avremmo potuto essere strangolati. Avevamo disponibili solo le via di accesso nord-[illeggibile]…..le quali far giungere alla nostri isola il necessario per sostentare la popolazione e lungo le quali far uscire contro il nemico le nostre forze belliche. Come conseguenza delle decisioni del Sig. de Valera***, decisioni contrastanti col temperamento ed i sentimenti naturali di migliaia di irlandesi del sud, che si schierarono sui fronti battaglia per dar prova del loro antico valore – le vie di accesso che dai porti e dagli aerodromi dell’Irlanda meridionale avrebbero potuto essere facilmente sorvegliate erano invece bloccate da aerei e sommergibili nemici. Fu invero un momento tragico della nostra vita, e se non fosse stato per la lealtà e l’amicizia dell’Irlanda settentrionale, noi saremmo stati costretti a venire ai ferri corti col Sig. De Valera o destinati a scomparire dalla faccia della terra. Tuttavia, con un ritegno e con una dignità di cui oso affermare non si possono trovare molti altri esempi nella storia, non siamo mai ricorsi alla violenza, cosa che in certi periodi sarebbe stata assai facile, ed abbiamo permesso che il Governo de Valera facesse il grazioso con i rappresentanti della Germania, e più tardi con quelli del Giappone, a lor piacimento. Quando penso a quei giorni mi sovviene pure del Capitano di corvetta Esmonde, del Caporale Kenally, del Capitano Fegen, tutti decorati della Victoria Cross, e di tanti altri eroi irlandesi di cui vi potrei leggere un elenco, ed allora ogni rancore verso gli irlandesi scompare dal mio cuore. Io posso solamente pregare che negli anni che io non vedrò questa macchia possa essere cancellata e che solo le glorie possano essere ricordate e che i popoli delle isole britanniche e della Comunità delle Nazioni britanniche possano vivere e procedere in mutua comprensione ed accordo. Amici miei, noi non dimentichiamo l’eroico comportamento dei nostri marinai mercantili, la vasta potenza, l’abilità, la duttilità ed infine la onnipresenza della Marina da guerra britannica, e della sua ancor più potente nuova alleata, l’Aviazione, che hanno saputo tener aperte le linee di comunicazione indispensabili alla nostra esistenza. Potemmo respirare, potemmo vivere, potemmo colpire il nemico. Abbiamo dovuto ricorrere a provvedimenti estremi: la distruzione o la cattura della flotta francese che, semmai fosse passata nelle mani dei tedeschi, avrebbe, unitamente alla flotta italiana, permesso alla marina germanica di affrontarci sui mari; l’invio a Wavell lungo la rotta del Capo nella nostra ora più tragica, di carri armati ed altri materiali bellici – in pratica tutto ciò che avevamo qui nell’isola – ci mise in condizione, nel novembre del ’40, di difendere l’Egitto dall’invasione e di ricacciare le armate italiane che subirono la perdita di 250.000 uomini e alla testa delle quali Mussolini aveva progettato di entrare al Cairo o ad Alessandria.

** Foglio di propaganda inglese emesso dal 1943  e destinato ai prigionieri di guerra italiani o alle zone occupate.

*** Si sta parlando di Eamon de Valera Primo Ministro irlandese dal 29 dicembre 1937 al 18 febbraio 1948 prima membro de Sinn Féin all'epoca della rivolta antibritannica e fondatore del Fianna Fáil.

 
     

Foto sopra: de Valera dopo un pestaggio e con la condanna a morte sul capo comminatagli dagli Inglesi. La fortuna di Churchill è di non aver incontrato in un vicolo buio quello che per il suo governo era un terrorista. Churchill fa uscire ora la sua vera natura di pusillanime, mascherata fin dagli anni della gioventù, dagli anni della guerra boera.   http://digilander.libero.it/lacorsainfinita/guerra2/personaggi/churchill.htm .

Cito dalle sue massime
"Courage is rightly esteemed the first of human qualities,.. because it is the quality which guarantees all others" Il coraggio è la prima delle qualità umane, perché è quella che garantisce le altre. Senza, tutte le altre virtù perdono valore. W. S. Churchill
Rovescio un’altra sua massima
"Sono pronto a incontrare il mio creatore, ma che Lui sia pronto al gran cimento d'incontrarmi è un'altra questione".

In "Sono pronto a incontrare Churchill, ma che Lui sia pronto a incontrare me è tutta un’altra questione, di coraggio". Eamon de Valera

poi come avrebbe detto Churchill: Il rimangiarmi le parole non mi ha mai dato l'indigestione. 

 

La minaccia dell’invasione

Il Presidente Roosevelt, e con lui tutti gli uomini lungimiranti degli Stati Uniti nutrivano allora grande ansietà nel considerare quello che poteva accadere nel principio del ’41. Il grande Presidente si rendeva perfettamente conto che l’annientamento della Gran Bretagna sarebbe non solo stato in sé stesso un tragico evento, ma avrebbe anche esposto a mortale pericolo il futuro degli Stati Uniti, le cui vaste risorse non erano ancora mobilitate. Egli temeva che la Gran Bretagna sarebbe stata invasa nella primavera del ’41. Ma il nostro spirito era saldo e ci sentivamo molto più fiduciosi che non nei mesi seguenti al collasso della Francia. Il nostro esercito di Dunkerque e le altre truppe di stanza in Gran Bretagna – quasi un milione di uomini – erano stati quasi tutti equipaggiati, o meglio riequipaggiati. Dal giugno precedente avevamo trasportato attraverso l’Atlantico un milione di fucili e un migliaio di pezzi d’artiglieria completi di munizionamento. Nelle nostre fabbriche che stavano espandendosi uomini e donne avevano lavorato alle loro macchine fino all’estremo delle loro forze. Quasi un milione di uomini – che poi raggiunsero la cifra di due milioni – pur lavorando tutto il giorno, avevano formato la guardia nazionale ed erano armati almeno con fucili, ma armati anche di un’estrema decisione: o vincere o morire!. Più tardi, sempre nel ’41, quando eravamo ancora soli, sacrificammo le conquiste fatte durante l’inverno in Cirenaica ed in Libia per schierarci a fianco della Grecia. E la Grecia non dimenticherà mai quanto allora demmo, purtroppo invano, di quel poco di cui disponevamo. John Churchill I° Duca di Marlborough figlio di WinstonSoggiogammo l’insurrezione [illeggibile] dai tedeschi nell’Iraq, difendemmo la Palestina; con l’aiuto degli indomiti francesi liberi del Gen. De Gaulle spazzammo dalla Siria e dal Libano gli intriganti di Vichy ed i loro istigatori tedeschi. Ed allora, nel giugno del 1941, si verificò un altro avvenimento di portata mondiale. Avrete senza dubbio notato, nello studio della storia britannica, che fummo costretti altre volte a resistere da soli o ad essere il fulcro di coalizioni contro un tiranno o un dittatore che dominava il continente per lunghi periodi; contro la Grande Armata; contro la potenza di Luigi XIV; quando fummo alla testa dell’Europa per circa 25 anni sotto Guglielmo III e Marlborough (****), e cento cinquant’anni or sono quando Pitt, Wellington e Nelson troncarono la potenza di Napoleone. In tutte queste guerre mondiali la nostra isola guidò l’Europa, oppure resistette da sola. E se uno resiste da solo, resiste abbastanza a lungo, viene sempre il momento in cui il tiranno compie qualche tragico errore che altera completamente l’equilibrio della lotta.

History will be kind to me for I intend to write it - La storia sarà benevola con me, poiché sarò io a scriverla" W.Churchill

**** Lo poteva ben dire visto che di fronte all'ignoranza dei suoi uditori e lettori citava una guerra  di religione non di liberazione e citava suoi parenti come John Churchill I° Duca di Marlborough figlio di Winston  (per dirla in chiaro). In Inghilterra la chiamano la Gloriosa rivoluzione quando al solito straniero, olandese (in questo caso aveva sposato la figlia di primo letto di Giacomo II che aveva fatto l'errore di riconvertirsi al cattolicesimo) venne offerta la corona d'Inghilterra. Questo straniero era Guglielmo (III) d'Orange che in Irlanda del Nord ha dato vita al movimento protestante Orangista, che armi alla mano si batte ancora contro i cattolici Irlandesi dell'I.R.A.

 

.

L’errore fatale di Hitler

Il 22 giugno 1941, Hitler, signore – come egli credeva – di tutta l’Europa, anzi di tutto il mondo, proditoriamente, senza preavviso senza la se pur minima provocazione, si scagliò contro la Russia e si trovò di fronte al Maresciallo Stalin ed alle incalcolabili forze di cui questi poteva disporre. Poi alla fine dell’anno il Giappone vibrò il suo colpo criminoso contro Pearl Harbour e contemporaneamente attaccò le forze britanniche in Malesia e a Singapore. E Hitler e Mussolini dichiararono ancora guerra agli Stati Uniti. Da allora son trascorsi degli anni. A dire il vero ogni anno mi sembra quasi un decennio. Ma [illeggibile], dal momento in cui gli Stati Uniti entrarono nel conflitto, io ebbi il minimo dubbio che alla fine noi saremmo stati salvi, e che avevamo solo da compiere il nostro dovere per cogliere la vittoria. Abbiamo tutti fatto la nostra parte in questo periodo, ed ora gli aggressori sono stati schiacciati finalmente. Mi sembra di non pronunciare parole altisonanti o vanagloriose. Ma da El Alamein nell’ottobre del ’42, dall’invasione dell’Africa settentrionale, compiuta dagli anglo-americani. Da quella della Sicilia e della penisola italiana, dall’ingresso delle nostre truppe a Roma, abbiamo continuato ad avanzare per chilometri e chilometri senza mai conoscere sconfitta. E quindi lo scorso anno, dopo due anni di pazienti preparazioni e mercé meravigliosi ritrovati per le operazioni anfibie, occupammo un piccolo promontorio, accuratamente scelto in territorio francese occupato dai tedeschi, ed ivi trasportammo milioni di uomini da quest’isola e da oltre Atlantico, fino a che la Senna, la Somma (Somme), ed il Reno non furono alle spalle delle avanzanti avanguardie anglo-americane. La Francia fu liberata ed essa espresse una magnifica armata di eroici suoi figli che ne affrettarono la liberazione. Le porte della Germania erano davanti a noi spalancate. Ed ora passiamo all’altro lato, all’oriente, ai grandiosi successi militari del popolo che ha inchiodato sul suo fronte molti più tedeschi di quanti noi non potessimo e che ha avanzato fino ad incontrarci nel cuore della Germania.

L'ape de Valera e David Lloyd George

E veniamo all'ultimo scoop di questo documento: lo svelamento di un segreto, talmente segreto che era diventato il segreto dei segreti ****

 

Allo stesso tempo in Italia l’armata del Maresciallo Alexander, nei cui ranghi sono uomini di tante nazioni, ma che è in gran parte formata da britannici o da sudditi dell’Impero inglese, sferrava un colpo decisivo costringendo alla resa oltre un milione di soldati nemici. Questo XV Gruppo di Armate, come noi usiamo chiamarlo, è ora nell’interno dell’Austria, ed è in collegamento con i russi sulla sua destra e con gli americani sulla sinistra. Churchill capo del gabinetto ingleseAccadde che nello spazio di soli tre giorni noi avemmo la notizia della non compianta morte di Mussolini e di Hitler, e, pure in tre giorni, la resa al Maresciallo Alexander e al Maresciallo Montgomery di oltre 2,500,000 soldati di quella formidabile macchina da guerra che era l’esercito tedesco.

 

Lo sforzo bellico britannico

Voglio far presente proprio in questo momento che mai, neppure per un istante, abbiamo mancato di riconoscere l’immensa superiorità della potenza americana, impiegata nella liberazione della Francia e nella conseguente disfatta della Germania. Per nostro conto, noi mettemmo in campo un terzo del totale degli uomini impiegati contro due terzi impiegati dagli americani, ma abbiamo sopportato la nostra parte di azioni e di perdite come è dimostrato dal numero dei caduti. La nostra Marina ha avuto il compito più pesante nella guerra sull’Atlantico, sulle rotte a noi più vicine e nei convegliamenti per la Russia lungo le rotte artiche, nel mentre la marina americana si è assunta il maggior peso della guerra contro il Giappone. È giusto e naturale che noi mettiamo in risalto le doti e i gloriosi servizi dei nostri più famosi comandanti, Alexander e Montgomery, dei quali nessuno fu battuto sin da quando si trovarono insieme ad El Alamein e che ambedue hanno condotto in Italia, in Normandia e in Germania, battaglie di prima importanza e che fruttarono conseguenze decisive. Allo stesso tempo noi sappiamo bene quanto grande è il nostro debito al Generale Eisenhower che ha saputo unificare le armate alleate e dirigerne l’azione con magnifica strategia. E qui è il momento per me di offrire il mio personale tributo allo Stato Maggiore britannico con i componenti il quale ho lavorato nella più stretta intimità durante questi duri anni. Ci sono stati pochissimi cambi in questo efficientissimo gruppo di uomini che, mettendo da parte ogni spirito di corpo e giudicando i problemi della guerra nel loro complesso, hanno lavorato assieme con perfetta armonia. Nel Feld-Maresciallo Brook, nell’Ammiraglio Pound e più tardi nell’Ammiraglio A.Cunningham, e nel Maresciallo della R.A.F. Portal, abbiamo avuto un gruppo di uomini ai quali spettano i maggiori onori nella direzione dello sforzo di guerra britannico e nell’armonizzamento della nostra strategia con quella dei nostri Alleati. Si può ben dire che mai le forze di due nazioni hanno combattuto fianco a fianco e mescolate sui fronti con tanta unità, cameratismo e fratellanza come nel grande esercito anglo-americano. Qualcuno dirà: “Bene, ma cosa potevate aspettarvi di diverso se entrambe le nazioni parlano la stessa lingua ed hanno le stesse mentalità nel giudicare la vita con tutte le sue speranze e la sua storia?”. (si fa le domande e si da le risposte

  Altri potranno dire: “Sarebbe un brutto giorno per il mondo e per loro stessi, se essi (gli anglo-americani) non dovessero andare avanti lavorando assieme, marciando assieme e volando assieme, assieme sempre e dovunque c’è qualcosa da fare in nome della libertà e della giustizia nel mondo”. Ma il crollo della Germania ci risparmiò pure un ultimo pericolo. A Londra e nelle contee dell’Inghilterra sud-orientale subimmo per un anno e più gli attacchi dei siluri volanti e dei proiettili a razzo: contro queste armi la nostra Aviazione e la nostra Contraerea si opposero con meravigliosi risultati. In modo particolare la nostra R.A.F. – che ci avvertì in tempo utile del pericolo desumendolo dalle scarse informazioni che possedeva – ostacolò e ritardò di molto i preparativi del nemico. Ma fu solo quando i nostri eserciti spazzarono il nemico dalle coste e catturarono le piste di lancio, quando gli americani catturarono enormi depositi di rockets di ogni tipo, specie nei pressi di Lipsia, e quando gli impianti, che erano stati costruiti sulle coste della Francia e dell’Olanda, furono studiati in tutti i particolari, solo allora comprendemmo quanto grande era stato il pericolo non solamente per causa dei proiettili a razzo e dei siluri volanti, ma anche a causa di artiglierie a bocche di fuoco multiple ed a lunga portata****.Le armate alleate schiacciarono la testa alla vipera nel suo covo appena in tempo. Se così non fosse stato l’autunno del ’44, per non dire niente di quello del ’45, avrebbe forse visto una Londra in macerie così come è oggi Berlino. Per quello stesso periodo i tedeschi avevano approntato una nuova flotta sottomarina e studiato nuovi sistemi di attacco. Benché ci sarebbe stato possibile distruggere anche questi sommergibili di nuovo modello essi avrebbero potuto riportare la guerra sottomarina ad un vertice di pericolo pari a quello dei giorni più difficili del 1942. È quindi per quando eravamo soli ma anche l’essere stati tempestivamente salvati da nuove sofferenze e nuovi pericoli non facilmente valutabili.
     

L’Usaf (aviazione Usa) è stata la prima ad inaugurare la base aerea di Winkleigh nel Devon nell’ottobre del '43, portando con se 700 fra uomini e donne destinati a prendere confidenza col territorio e col nemico in vista del D-Day (giugno 1944). Con loro c’era Joe Kennedy,  il fratello più anziano di JFK Presidente Usa dal 1958 fino al assassinio. che stava per fare una fine tragica. Verso la fine della guerra gli esperti del servizio segreto inglese avevano formulato un piano segretissimo per sventare gli ultimi devastanti progetti tedeschi d'attacco al paese con armi “infallibili”. (Anvil http://www.geocities.com/Pentagon/Quarters/6940/anvil.html  )   L’obiettivo di Joe quel 12 agosto 1944 (13 giorni prima della liberazione di Parigi) era Mimoyecques sulla costa Francese a 165 Km da Londra. Qui i tedeschi avevano la base di lancio delle V3 una variante cannone del sistema V2 che aveva già efficacemente colpito Londra. La V3 era come una grande pistola da 15 cm di calibro con una canna lunga 150 metri replicata per decine di volte in batterie nascoste in 5 tunnel corazzati che sparavano un colpo ogni 12 secondi. La struttura del cannone gli ha procurato anche il soprannome di "Millepiedi" mentre il nome di copertura era Cönders Hockdrück pumpe (e Tausendfussler millepiedi appunto). C'era una parte posteriore convenzionale con una camera a pressione, mentre diverse camere ausiliarie erano costruite lungo la canna con una angolazione di 45°. Dalla carica di base il proiettile si sarebbe poi via via caricato di energia fino a raggiungere, una volta uscito dall’arma, la velocità di 1500 m/sec solcando la stratosfera. L’aria rarefatta a questo punto lo avrebbe portato alla distanza di 280 km !!!.

Le ultime incursioni
6 July 1944
 - No. 617 Squadron RAF attacked with Tallboy bombs, hitting one of the shafts and blocking galleries with earth and debris
4 August 1944 - The first Operation Aphrodite mission is flown using 4 radio-controlled B-17s as flying bombs; none of the targets are hit; 1 B-17 drone crashes killing 1 crewmember. Escort is provided by 16 P-47 Thunderbolts and 16 P-51 Mustangs.
12 August 1944 - A US Navy Project Anvil BQ8 detonates prematurely over the Blyth Estuary, England, killing Lt. Joseph P. Kennedy, Jr. and Lt. Wilford J. Willy

 

****La V3 e la morte di Joseph Patrick Kennedy

La missione ?. . Distruggerli.  Come?..

Portare un bombardiere B24 Liberator dipinto completamente di bianco e modificato con un sofisticato controllo radio a distanza (che ne prendesse la guida) vicino all’obiettivo per dirigerlo con le 21.170 libbre (100 q.li ma si dice anche di più) d’alto esplosivo Torpex a bordo (miscuglio di TNT, dinamite, polvere di alluminio e cera) contro l’obiettivo. Si volava dapprima in un settore che non destasse sospetto (sviando i radar) poi si puntava sulla costa dove due Lockheed Ventura prendevano il radio controllo permettendo ai piloti di lanciarsi (e farsi recuperare fuori dalla portata dei mezzi tedeschi. Da questo momento il Liberator bomba punta su Mimoyecques. Non potrebbe essere più semplice! Joseph Patrick "Joe" Kennedy era considerato un comandante estremamente esperto. Con l’amico Wilford J.Willy si alzarono in volo alle 5.55 del pomeriggio del 12 agosto 1944. La bomba venne armata e tutto sembrava andare bene quando alle 6.20 l’esplosione. Senza nessuna ragione e senza alcuna indagine (impossibile per il periodo e l’aerea). I corpi non verranno mai ritrovati. La cosa venne tenuta nascosta fino al 1970. Lo stesso John Kennedy quindi morì senza conoscere la causa della morte del fratello.
Joe Patrick Kennedy era il fratello più vecchio della famiglia del Presidente John F. Kennedy, ed era nato il 28 luglio 1915. Aveva svolto i corsi da pilota a Jacksonville poi come volontario era salito su un idrovolante Martin Mariner a Puerto Rico prima di essere assegnato allo squadrone VB110 del Devon. Completate le sue 30 missioni operative si offrì volontario per alter 10 cercando di convincere anche il suo equipaggio a fare squadra. L’ultima missione avrebbe richiesto un lancio fuori dal velivolo e il recupero in mare, ma era normale amministrazione, in Guerra. La missione era supersegreta e faceva parte del progetto ANVIL per distruggere il supercannone V3 nel sito Mimoyecques al passo di Calais. Anche i tedeschi avevano studiato nel 1941 un sistema analogo o ultraoriginale all'impiego dei Liberator chiamato Mistel (VISCHIO) e gestito dalla sezione segreta KG200 o Kampfgeschwader. Il programma iniziato nel '42 (ma qualcuno dice alla fine del '41) era indirizzato per colpire in maniera efficace e precisa grandi obiettivi senza sacrificio di equipaggi e mezzi. Lo schema era molto semplice si montava agganciato sul tetto di un bombardiere (Ju88) un caccia (Bf109). Il bombardiere teleguidato sull'obiettivo veniva poi separato dal caccia che ritornava coi propri motori da distanze anche normalmente irraggiungibili. In seguito, fu scelto il Focke-Wulf Fw 190 per il programma Mistel 2 e il bombardiere pesante Heinkel He 177 come elemento inferiore, dato l'inutilità di questi aerei per il Reich. Si arrivò al programma Mistel 2 perche la prima versione venne abbandonata quasi subito. Venne infatti ripreso nel 1944 quando i problemi del Reich si fecero gravi e la supremazia aerea era in mano agli alleati. All Mistels were placed under the command of KG 200 and Oberst (Colonel) Joachim Helbig. The unit was originally intended to attack naval installations at Gibraltar, Leningrad or Scapa Flow in Scotland, but the invasion of Normandy diverted effort to anti-invasion operations. On the night of 24 June 1944, Mistels of Kampfgeschwader 101 were dispatched against targets in the English Channel. Although one of the Ju 88s had to be jettisoned prematurely, the remaining four pilots had successful launches and sank several block ships. The feasibility of the Scapa Flow attack remained, and in August 1944 Mistel forces were concentrated at Grove in Denmark. Ma in novembre del ’44 (12) l’ultima grande nave tedesca la Tirpitz venne affondata e Scapa Flow si svuotò a favore del Pacifico. Per i Mistel non c’erano quindi più obiettivi. Alla fine del 1944 si studiarono attacchi contro grossi impianti industriali ed energetici dell’Urss ma l’avanzata dell’armata rossa rese necessario occuparsi dei più vicini obiettivi dei ponti sull’Oder. On 27 April 7 Mistel aircraft under Leutnant Dittmann of II./KG 200, escorted by Fw 190s, were launched against crossings at Kustrin, but only two Mistels got to the target to launch, and results were inconclusive and the bridges remained intact. I Mistel non diedero mai i risultati sperati come del resto pensiamo del progetto americano.

     

Nonostante la vittoria militare Churchill perde le elezioni politiche del 1945: vincono i laburisti e deve cedere il passo a Clement Attlee a fine luglio, leader del partito laburista. Forse ha pesato, all'interno della sua area politica, il fatto d'essere sempre stato inviso ai sindacati, ma una grossa componente è anche un paese che si vuole togliere di dosso molti pesi scomodi. Churchill era come l’Aids, non lo eviti se non ne puoi fare a meno. Churchill dirà di Attlee. "E' arrivato a Whitehall un taxi vuoto e ne è uscito il premier"-

L’ultima sua apparizione ne "I BAMBINI SONO NATI" Questo era il messaggio ricevuto da Truman a Potsdam il 17 luglio 1945. L'esperimento della Bomba Atomica era andato bene e due ordigni erano pronti per lo sgancio sul Giappone. Come dirlo a Stalin ?. L'occasione arrivò il 24. Truman si accostò a Stalin coi soli interpreti. Churchill  - io ero forse a 5 metri e seguii con la massima attenzione. Ciò che contava era misurare l'effetto su Stalin. Lui parve deliziato, che colpo di fortuna, probabilmente decisivo per la guerra, ma Truman riferisce "non mi ha rivolto neanche una domanda". Stalin sapeva già tutto. Klaus Fuchs, spia inglese che non sapeva di Ted Hall (spia scoperta solo nel '95), fornì altre informazioni sulla bomba al plutonio certamente più dettagliate di quelle del collega. Finita la guerra Fuchs fu beccato e confessò. Venne condannato ad una pena relativamente mite, 14 anni, ma l'arresto scatenò un "effetto domino" perché Fuchs fece il nome di una spia, che ne tirò in ballo un'altra che ne accusò altre due: gli americani Ethel e Julius Rosenberg ebrei comunisti che finirono sulla sedia elettrica. Ciò permise ai Russi di avere la bomba dopo soli 4 anni (1949) e di pareggiare " l'equilibrio del terrore".

  Sguardo al futuro

Vorrei potervi dire stasera che le nostre ansietà ed i nostri guai sono finiti. Se così fosse, potrei invero terminare felicemente i miei cinque anni di servizio e, se voi giudicaste di averne abbastanza di me, di dovermi mettere a riposo, vi assicuro che accoglierei il vostro desiderio con la miglior grazia. Ma, al contrario, debbo avvertirvi – così come vi avvertii allorché iniziai questo mio compito quinquennale, né alcuno presagiva allora che sarebbe durato così a lungo – che vi è ancora molto da fare e che dovete essere pronti ad altri sforzi, mentali e fisici, e ad altri sacrifici in nome di nobili cause, se non vorrete ricadere nel comodo letto dell’accidia, nella confusione di fini e nella abbietta paura di essere grandi. Noi dobbiamo essere certi che i semplici e onorevoli propositi per i quali entrammo in guerra non siano nel continente dell’Europa spazzati via o trascurati durante i mesi che seguiranno la nostra vittoria, e che le parole di libertà, democrazia e liberazione, non vengano distorte dal loro vero significato così come noi l’abbiamo sempre inteso. Sarebbe inutile punire gli hitleriani per i loro crimini se poi legge e giustizia non dovessero regnare sovrane e se governi totalitari o regimi di polizia dovessero prendere il posto degli invasori tedeschi. Noi non chiediamo nulla per noi. disegni della rampa di lancio della V3Ma dobbiamo essere ben sicuri che le cause per cui combattemmo trovino riconoscimento al tavolo della pace, a fatti e non solo a parole. Soprattutto dobbiamo far sì che l’organizzazione mondiale delle Nazioni Unite stanno creando a San Francisco non diventi una vuota parola, che non divenga uno scudo per il più forte ed uno scherno per il più debole. Nell’ora della vittoria sono i vincitori che devono fare esame di coscienza ed essere nobilmente degni delle immense forze che hanno in pugno. Noi non dobbiamo dimenticare che nello sfondo il Giappone guata. Il Giappone, che si dibatte tra difficoltà crescenti ma che è sempre un popolo di cento milioni, e per i cui guerrieri la morte non è oggetto di terrore. Io non posso dirvi quanto a lungo e quali gli sforzi saranno richiesti per costringere questo popolo a fare ammenda per il suo odioso comportamento e per le sue crudeltà. Per mano sua noi stessi abbiamo ricevuto profonde ferite - così come pure ne ha ricevute la Cina indoma - e noi siamo legati da vincoli di onore e di fraterna lealtà agli Stati Uniti onde combattere al loro fianco, e senza vacillare né ritirarci, questa guerra che si svolge agli antipodi. Rammentiamoci che l’Australia, la Nuova Zelanda ed il Canadà sono direttamente minacciati da questa malefica Potenza. Nei giorni oscuri i tre dominions vennero in nostro aiuto E noi non possiamo quindi lasciare incompiuto quel compito che così direttamente concerne la loro salvezza ed il loro futuro. Al principio di questi cinque anni vi dissi delle parole dure; voi ne accettaste il pieno significato, ed io sarei oggi indegno della vostra fiducia e generosità se ancora non gridassi: Avanti, risoluti, inflessibili, indomiti, avanti fino a che il compito sia completamente terminato e che il mondo intero sia salvo e purificato!

TORNA ALL'INDICE DEL 1945