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Dalle epoche più antiche la Siria è considerata una delle culle della civiltà umana: ciò è dimostrato dalle scoperte e dagli scavi archeologici moderni in questo Paese, dove non si finisce di scoprire pagine splendide della sua antica storia.
Queste scoperte, seguite da studi esaurienti, hanno assicurato la continuità della storia della Siria senza interruzioni, dall'epoca preistorica fino a quella storica, in ogni sua fase. Esse hanno anche stabilito l'originalità della civiltà siriana, la sua particolarità e la sua importanza per la civiltà umana. La terra di Siria possiede centinaia di colline e di luoghi archeologici, che ricoprono città e centri sedi di prosperi regni, un tempo di grande rilevanza.
La Direzione Generale delle Antichità e dei Musei di Siria è molto attiva nel campo degli scavi archeologici; in alcuni luoghi essa ospita decine di missioni archeologiche straniere, che lavorano con la presenza di un ispettore delle Antichità siriano; in altri siti lavorano missioni nazionali, oppure missioni congiunte con studiosi stranieri.
Ugualmente, la Direzione provvede a formare i quadri nazionali, che compongono le missioni archeologiche operanti in molti centri del paese.
Possiamo dire che Tell Mardikh è il più importante tra i siti archeologici siriani scavati: vi si fanno ricerche da più di trent'anni, che continuano a tutt'oggi.
Il luogo e gli inizi della scoperta di Ebla.
Tell Mardikh è il nome della collina artificiale che ricopre l'antica città di Ebla; dal punto di vista amministrativo, essa dipende dal dipartimento di Idlib, centro da cui dista circa 20 km verso sud-est; si trova, inoltre, circa 3 km ad est dell'autostrada Aleppo-Damasco.
Tell Mardikh è considerato uno dei centri più importanti tra l'Eufrate e il Mediterraneo. La città di Ebla era dunque importante, ed era una notevole potenza politica e militare, come risulta da testi risalenti ad epoche molto antiche: i testi di Akkad nel Paese dei Due Fiumi (2300 ca. a.C.), quelli di Alalakh-Tell Atchana nella piana dell'Amuq (1750 ca. a.C.) e quelli di Emar-Meskené presso l'Eufrate (1400 ca. a.C.). Il nome

Dorso di statua acefala del re di Ebla Ibbit-Lim
di Ebla è anche citato negli Annali di Thutmosis III, incisi sulle mura del grande tempio di karnak in Egitto, e in testi hittiti d'Antolia. Tuttavia, la sua esatta collocazione era sconosciuta, fino al momento in cui gli scavi archeologici hanno messo in luce la città e i testi, ivi rinvenuti, hanno dimostrato che Tell Mardikh era realmente l'antica Ebla.
La Missione Archeologica Italiana dell'Università di Roma La Sapienza, diretta dal prof. Paolo Matthiae, cui partecipano studiosi specializzati, studenti e un rappresentante designato dalla DirGenAntMus, ha iniziato gli scavi a Tell Mardikh nel 1964, e continua a lavorare fino ad

Pianta di Tell Mardikh
oggi. La Missione ha avuto la certezza di lavorare alla scoperta di Ebla nel 1968, quando è stato ritrovato un frammento di statua regale del sec. XX-XIX a.C., sul quale era incisa un'iscrizione menzionante Ebla. il pezzo si trova oggi nel Museo Nazionale di Damasco. Con il passare degli anni, la civiltà di Ebla in campo architettonico e archeologico ritrova di nuovo la via verso la luce.
Tell Mardikh ha una superficie di circa 60 ettari. Ha la forma caratteristica delle antiche città siriane: è, infatti, formato da un'altura al centro, Chiamata in termini archeologici Acropoli formata dalle rovine degli edifici pubblici più importanti, palazzi e templi; l'Acropoli è circondata da un'estesa zona pianeggiante, che occupa una superficie di circa 45 ettari, chiamata Città Bassa. Il tutto è circondato da alte mura, in cui si aprono quattro grandi porte principali. La città è stata costruita su un'altura calcarea naturale, da cui ha derivato il nome: Ebla, infatti, significa (Roccia Bianca).
Breve riassunto sui ruoli storici più importanti di Ebla

Quando si studiano le rovine e i livelli archeologici di Ebla, si può constatare che la città è stata abitata dal IV millennio a.C. al VII secolo d.C. quasi ininterrottamente, ma ha raggiunto l'apice della potenza in due periodi principali, Il primo si colloca nel III millennio a.C. e il secondo nel II millennio a.C.; nelle altre epoche, Ebla era un centro senza grande importanza, una sorta di villaggio.
La fondazione di Ebla si deve collocare, forse, nella seconda metà del IV millennio a.C.; allora, essa era soltanto un piccolo insediamento, che si sviluppò progressivamente fino a quando, nella seconda metà del III millennio a.C. divenne uno stato importante, che dominò politicamente ed economicamente un territorio che andava dai monti del Tauro a nord, all' Eufrate ad est e all'altezza di Hama a sud: è questa la prima epoca d'oro di Ebla, datata tra il 2400 e il 2250 a.C., e corrisponde al periodo chiamato Bronzo Antico IVA.
La sua espansione era dovuta sia alla posizione topografica favorevole, sia al dominio sulla fornitura del legno, tratto dalle foreste delle montagne occidentali e, forse, anche dai boschi del Libano e dell'Amano, sia al commercio di tessuti preziosi, che, ancora oggi, sono una specialità della Siria. Le stoffe di Ebla sono menzionate in documenti della città di Lagash, nel Paese di Sumer.
Ebla era anche celebre per l'industria dei mobili di lusso in legno intarsiato di madreperla, frammenti dei quali, assai danneggiati dal fuoco, sono stati rinvenuti nel Palazzo Reale G, del 2300 ca. a.C.
L'aumento della potenza di Ebla, e del suo dominio sui commerci e le vie principali nella regione, preoccupano vivamente gli Akkadi, che avevano fondato un grande impero in Mesopotamia, e li spinse a dichiarare guerra alla pericolosa rivale. Il gran re Sargon di Akkad dichiara nelle proprie iscrizioni celebrative di aver conquistato Ebla; lo stesso afferma Naram-Sin, suo nipote. È dunque certo che uno dei due sovrani, più probabilmente Sargon, occupò e distrusse Ebla, nel 2250 ca. a.C., lasciandola in preda al saccheggio e all'incendio, appiccato dai suoi soldati. Tracce di questa tragedia si possono ancora vedere nelle rovine del Palazzo Reale G.
Dopo la distruzione ad opera dei re di Akkad, Ebla passò un momento di decadenza politica ed economica, che, tuttavia, non durò a lungo; in seguito, essa si risollevò di nuovo, all'epoca della fondazione dei regni amorrei nella Siria del II millennio a.C., corrispondente al periodo chiamato Bronzo Medio II.
In questo periodo vediamo sorgere, insieme ad Ebla, i regni di Yamkhad (moderna Aleppo), di Alalakh (moderna Tell Atchana), di Qatna (moderna Mishrifè, ad est di Homs). Il periodo che va del 1850 al 1600 a.C. costituisce la seconda epoca d'oro di Ebla , quando la città ridiventa una forza politica ed economica di prim'ordine, accanto agli altri stati importanti dell'antica Siria. A quest'epoca appartengono molti edifici scavati nella città: i templi D, B, P2, N, il Palazzo Occidentale con la necropoli reale, il Palazzo Settentrionale ed il grande ed enigmatico Edificio P3.
Come gli altri regni amorrei della Siria settentrionale e centrale, Ebla fu oggetto della grande distruzione ad opera degli eserciti hittiti, che invasero il territorio Prima di dirigersi verso il Paese dei Due Fiumi, per conquistare la Babilonia. Verso il 1620 ca. a.C. un re hittita d'Anatolia, Murshili I o Hattushili I, conquistò Ebla e la distrusse completamente. La seconda epoca d'oro della città finiva dunque così. Ebla divenne un misero paesetto, che ebbe ancora una minima importanza solo nel periodo aramaico, nel 720-535 a.C., e nel periodo persiano; nel 535-200 a.C.
La scoperta di un piccolo insediamento religioso cristiano alla base dell'Acropoli, ad ovest, indica la continuità di abitazione di Ebla, fino all'inizio del VII secolo d.C.
Dopo questa data, Ebla fu dimenticata, fino a quando gli eserciti crociati passarono nella regione; nei documenti delle Crociate è attestato il toponimo (Tell Mardikh). In seguito, Ebla cadde nell'oblio più totale, fino all'inizio degli scavi nel 1964.

Le scoperte più importanti avvenute ad Ebla

I resti archeologici più notevoli, appartenenti alle due epoche di massima espansione del regno, risalgono alla seconda metà del III e alla prima metà del II millennio a.C. Le rovine delle altre epoche sono modeste, se paragonate a quelle dei due grandi periodi di Ebla: il Bronzo Antico IVA (2400 - 2200 ca. a.C.) e il Bronzo Medio II(1850 - 1600 ca. a.C.).

L'archeologia del III millennio a.C. ad Ebla.


Pianta generale del palazzo reale G
Il Palazzo Reale: gli scavi sul lato ovest dell'Acropoli hanno messo in luce un grande palazzo reale, chiamato dagli archeologi Palazzo G, che risale alla prima epoca d'oro di Ebla: 2400-2250 a.C.. Questa enorme costruzione occupa la faccia ovest del pendio dell'Acropoli; l'esplorazione archeologica ha dimostrato che fu costruita sulle rovine di un edificio più antico, del Bronzo Antico II-III (2700-2500 a.C.). È stata scoperta gran parte del Palazzo G, che doveva estendersi verso est: la corte principale, lo scalone d'ingresso, la stanza degli archivi e una parte dei quartieri di abitazione.
Il palazzo G è diviso in varie ali, che sono:
  1. L'ala cerimoniale, consacrata ai ricevimenti del re, formata da una corte principale con un corridoio coperto nord-est, le cui colonne in legno hanno lasciato nel pavimento una traccia, consistente in grandi fori rotondi a distanza regolare. Lo spessore dei muri dei corridoio è di oltre due metri; i muri sono in mattoni crudi, su base di pietra. Sul lato nord della corte si trova un podio di metri 4,5×3×0,50, su cui si saliva mediante due piccole scale ricavate nel suo stesso spessore: esso era destinato a ricevere il trono del re, ove quest'ultimo prendeva posto per ricevere i postulanti, decidere questioni giuridiche, organizzare le carovane commerciali e accoglierle quando tornavano da paesi lontani.
  2. L'ala amministrativa: si estendeva a sud della grande scalinata che portava ai quartieri d'abitazione. Era il centro del governo e della monarchia. Una grande stanza posta a lato della scalinata era ornata da suppellettili di legno intarsiate di madreperla.
  3. L'ala di abitazione: vi si giunge salendo la grande scalinata di pietra; comprende diverse stanze destinate alla preparazione del cibo, alla macinazione dei cereali, alla spremitura delle olive e alla cottura degli alimenti.
  4. Gli Archivi Reali: nel 1975 fu scoperta la biblioteca reale, o Archivio È un vano quadrato, posto ad ovest dell'ala amministrativa, con scaffali sulle pareti per allinearvi le tavolette. Una parte di esse, in particolare quelle di forma rotonda, più piccole delle grandi tavolette quadrate, era conservata in cesti posti a terra. Nel grande Archivio sono state trovate 17.000 tra tavolette intere e frammenti; i testi erano divisi per argomenti e vediamo che forme e argomenti si diversificano. Le tavolette sono in argilla e hanno varie dimensioni: alcune sono grandi, di forma quadrata e misurano sino a cm. 45 di lato; altre, più piccole, sono rotonde. Vi sono testi amministrativi, economici, storici, giuridici, religiosi. I caratteri sono cuneiformi, la lingua è una lingua locale, chiamata ora dagli studiosi "eblaita", che appartiene allo stesso gruppo di lingue semitiche di cui fa parte l'akkadico di Mesopotamia. Alcune tavolette erano già cotte dal grande incendio seguito alla conquista di Ebla ad opera di Sargon di Akkad (o di Naram-Sin). Ciò ha favorito la conservazione dei pezzi fino al momento della scoperta nel 1975.

Pianta della sale delle udienze del Palazzo G

Pianta dell'ala amministrativa del Palazzo G

Gli archivi reali al momento della scoperta

Pianta degli archivi reali del Palazzo G

Tavolette cuneiformi degli archivi reali
di diverse forme e dimensioni

Le arti ad Ebla nel III millennio a.C.


Statuetta di toro in legno rivestita d'oro
Nonostante la rarità delle scoperte di carattere artistico risalenti a quest'epoca e a dispetto del grande incendio che distrusse la maggior parte delle suppellettili del palazzo G, eseguite in materie assai deperibili, gli oggetti rinvenuti danno un'idea chiara dello sviluppo dell'arte a Ebla nella sua prima epoca d'oro.
Gli artisti eblaiti usavano diversi materiali per comporre le proprie opere; pietra, legno, avorio, madreperla, conchiglia, oro, argento, il che ne dimostra la perizia. Tra le opere più importanti di quest'epoca è certo da annoverarsi la statuetta di toro accosciato a testa umana, con il corpo in legno rivestito di lamina d'oro e la testa in steatite . Essa è stata trovata nel Palazzo G e risale al 2350-2300 a.C.; è un simbolo religioso e mitologico. Sono state rinvenute anche immagini eseguite in pietra calcarea, che raffigurano soldati e animali. Vi sono anche altre statue, composte in materiali diversi:
Le capigliature in steatite o in lapislazzuli, i corpi in legno e gli abiti in pietra calcarea bianca erano tutte opere assai raffinate e possiamo affermare che, nella seconda metà del III millennio a.C. Ebla doveva essere celebre per l'eccellenza di queste realizzazioni artistiche, che decoravano la sala del trono e le stanze più importanti del Palazzo Reale G. Inoltre, sono stati rinvenuti resti di mobili in legno, scolpiti e decorati con materiali preziosi; questa industria eblaita doveva godere di una grande fama nell'intera regione.

Immagini in pietra calcarea di animali e soldati

Parrucche in pietra per statuette femminili

Resti dei mobili in legno e madreperla

La ceramica di Ebla nel III e nel II millennio a.C.


Ceramica del Terzo Millennio a.C.
La ceramica costituiva l'elemento fondamentale in tutti i lavori domestici; vediamo che l'industria della ceramica a Ebla prosperò particolarmente nei due periodi principali di espansione. Si deve innanzitutto notare che, in ogni scavo, la ceramica è un fattore assai importante per la datazione dei diversi livelli e periodi archeologici.

Giara del Secondo Millennio a.C.

La ceramica del III millennio a.C. è piuttosto raffinata; fabbricata al tornio, ha differenti dimensioni a seconda dell'impiego cui è destinata. Vi sono grandi giare per l'acqua e per la conservazione degli alimenti, grandi vassoi, coppe, piccoli bicchieri che somigliano alle tazzine in cui oggi si beve il caffè amaro arabo moderno.
La ceramica del II millennio a.C. è più grossolana di quella del III; anche in quest'epoca ci sono grandi giare per l'acqua e gli alimenti, grandi vassoi; vi sono, inoltre, coppe carenate, piatti ed anfore. Talora la ceramica del II millennio è decorata da linee geometriche incise; raramente da motivi dipinti.

L'archeologia del II millennio a.C. ad Ebla.

Come abbiamo visto, Ebla ebbe un altro periodo di prosperità all'epoca degli Amorrei e divenne nuovamente, un regno importante nella Siria del nord, fino a circa il 1600 a.C.
Ancora una volta, l'archeologia ha dimostrato la ricchezza della città in questo periodo: sono state effettuate scoperte eccezionali, di palazzi, templi, sepolture regali, oggetti d'ogni tipo. Molto importanti sono le fortificazioni, con le grandi mura e le porte.
1-I palazzi
  1. Il palazzo del principe ereditario (Palazzo Q o Palazzo Occidentale) si trova nella città bassa, ad ovest dell'Acropoli, e si estende da nord a sud, per una lunghezza di m.1×15; la parte sud è crollata per cause naturali. È composto dall'unione di diverse unità d'abitazione attorno ad una sala principale, ed è costruito in mattoni crudi su una base di grandi pietre squadrate. Esso ricopre le caverne che ospitano la necropoli reale, dove sono stati rinvenuti molti oggetti assai importanti dal punto di vista storico ed artistico. Nel palazzo Occidentale si trova un interessante vano, molto ben conservato, riservato alla macinazione del grano per la preparazione dei pani, che dovevano servire a sfamare centinaia di persone.
  2. Il palazzo E, sulla parte nord dell'Acropoli: è stato scoperto nei primi anni d'attività della Missione, ma solo in parte. L'altra parte è sepolta sotto i resti dell'insediamento del Ferro I-III e dell'insediamento persiano. Il settore portato in luce consiste in una grande corte e in vani più piccoli.
  3. Il palazzo P (o palazzo Settentrionale) è situato nella città bassa a nord dell'Acropoli. È stato scoperto abbastanza recentemente ed ha una superficie assai vasta. È databile al 1800-1600 a.C.; presenta due ingressi sul lato ovest ed è diviso in varie ali: l'ala nord, destinata alla conservazione delle vivande, e l'ala sud, destinata ad abitazione, mentre l'ala mediana consiste in un'ampia sala, probabilmente destinata ad alloggiare il trono del re.

Pianta del palazzo occidentale Q,
del Principe Della Corona

Un lato della stanza "delle bacine"
del palazzo Q

Pianta del palazzo E dell'acropoli

Pianta del palazzo Nord P
2- Templi ed edifici religiosi.
I templi databili a quest'epoca scoperti sino ad ora sono sparsi in diversi punti della città.
  1. Il tempio di Ishtar, chiamato Tempio D, è costruito sul lato ovest dell'Acropoli, è formato da un ingresso, un vestibolo e un grande vano rettangolare i suoi muri sono spessi quattro metri; nel secondo anno di scavi (1965) vi è stato rinvenuto il celebre bacino calcareo scolpito su tre facce, che è l'unico bacino intero proveniente da Ebla. Esso è datato al 1900-1800 a.C.
  2. Il tempio B1, o tempio di Reshef, e il Tempio B2 sono templi contigui, situati nella città bassa a sud del palazzo Occidentale, o Palazzo del principe ereditario, il Tempio B1, dedicato all'adorazione di Reshef, dio del mondo inferiore, è composto di un solo vano, mentre il Tempio B2 ha diverse stanze, raggruppate intorno ad una vasta sala centrale. Nel Tempio B2 sono state trovate due grandi tavole offertorie in pietra, assai ben conservate. La vicinanza del Tempio B2 al cimitero regale e la sua pianta, differente da quella degli altri templi di Ebla, inducono a ritenere che esso fosse consacrato al culto dei re morti, ossia degli antenati regali.
  3. Il secondo tempio di Ishtar, o Tempio P2, è costruito nella città bassa, a nord-ovest dell'Acropoli. È composto di un ingresso, forse un tempo affiancato da due torri, e da una grande sala rettangolare. È datato tra il 1900 e il 1600 a.C., e ha subito una grande distruzione. Presenta dimensioni veramente imponenti: misura, infatti, m. 20,5×12,5. Questo tempio è considerato il più grande tra quelli scoperti nel paese di Sham (Bilad esh-Sham) risalenti al II millennio a.C.
  4. Il Tempio N, o Tempio del Sole, dedicato all'adorazione del dio Sole, il cui nome antico era Shamash. È un edificio rettangolare, formato da un solo vano. Si trova nella città bassa, ad est dell'Acropoli; vi sono stati rinvenuti una tavola offertoria e metà di un bacino in calcare scolpito; l'ingresso al tempio è completamente distrutto.
  5. Negli anni più recenti, è stato scavato un grande edificio in pietra calcarea, situato nella città bassa a nord del palazzo Occidentale e ad ovest dell'Acropoli. È stato chiamato Edificio P3; ha la forma di un grande rettangolo di m. 52×42, dai muri estremamente spessi (oltre 20 metri), con al centro uno spazio libero, privo di ingresso. Si ignora a quale divinità fosse dedicato; ma si può ragionevolmente supporre che fosse legato al culto della dea Ishtar e che lo spazio libero al centro potesse ospitare i leoni sacri della dea.

Pianta del tempio di Ishtar sull'acropoli "D"

Pianta del tempio di Reshef il dio degli inferi "B1"

Pianta del tempio degli antenati reali "B2"

Pianta del grande tempio di Ishtar "P2"

Pianta del tempio di Shamash il dio del sole "N"

Foto del monumento P3 dedicato alla dea Ishtar

3- Le fortificazioni del II millennio a Ebla.

Come le altre città amorree, durante il Bronzo Medio II Ebla era circondata da grandi mura difensive. Le mura, che inglobavano tutta la città, erano costruite su una fortificazione più antica. Sono composte da un grande accumulo di terra, largo alla base circa m.40, che si va restringendo verso la sommità. L'altezza verso est doveva, forse, superare i 20 metri. Sulle mura erano costruite fortezze molto importanti, che sorvegliavano il territorio intorno alla città; quattro grandi porte principali interrompono le mura; la porta sud-ovest, o Porta A, è quella in miglior stato di conservazione; è costruita secondo la pianta detta (a tenaglia), con una serie di piccoli vani per il corpo di guardia; è lunga circa m.48.
Ciascuna porta era diretta verso una città importante; la porta di sud-ovest verso Damasco, quella di nord-est verso Aleppo, quella di nord-ovest verso Ugarit.
Ebla possedeva anche una massiccia fortificazione a difesa dell'Acropoli, costruita in mattoni crudi su base in pietra; alcuni resti di essa sono stati scoperti sul lato sud-est dell'Acropoli.


Porta Sud-Ovest di Ebla "Porta A"

Mappa della porta Sud-Ovest di Ebla "Porta A"
4-I cimiteri regali.
I cimiteri regali sono situati entro caverne naturali sotto il Palazzo Q, o Palazzo Occidentale, che era posto sotto l'autorità del principe ereditario.
Molte tombe sono state saccheggiate nell'antichità, ma tre hanno fornito importanti risultati. La sola sepoltura inviolata, quella chiamata "della Principessa", datata tra il 1825 e il 1775 a.C., conservava ancora il corredo di gioielli in oro della fanciulla che vi era sepolta: sei bracciali, una collana, un anello nasale e uno spillone per capelli.

Pianta dei cimiteri reali del bronzo medio
La seconda tomba, parzialmente violata, è detta "Tomba del Signore dei Capridi" e risale a circa il 1750 a.C.; la terza, anch'essa in parte violata, è detta "Tomba delle Cisterne": è la più recente e risale al 1650 a.C. circa. Nonostante i saccheggi, le due tombe contenevano ancora tesori d'oro e d'argento: gioielli con pietre preziose, coppe, ornamenti; vi erano anche alcune splendide giare dipinte.
La Tomba del Signore dei Capridi conteneva diversi vasi in pietra, soprattutto in alabastro, di origine egiziana; conteneva anche un oggetto molto importante per la datazione del complesso funerario. Si tratta di un frammento di impugnatura di mazza in argento e oro con il nome, scritto in eleganti geroglifici egiziani, di un faraone della XIII dinastia, Hotepibra, che regnò dal 1775 al 1765 ca. a.C. Questo ritrovamento indica l'esistenza di rapporti tra Ebla e i faraoni egiziani, forse mediati dal porto di Biblo (moderna Gebeil).

Gioielli rinvenuti nel cimetero reale. (I rapporti di grandezza tra i vari oggetti non sono reali)

Ceramica rinvenuta nel cimitero reale

La mazza egiziana del faraone Hotepibra

5- Le arti ad Ebla nel II millennio a.C.


Bacino scolpito rinvenuto nel tempio del sole "N"
Le numerose scoperte fatte ad Ebla che si datano al II millennio a.C., ovvero al Bronzo Medio II, danno una chiara idea dello sviluppo dell'arte eblaita e del lusso che caratterizzava la città.
In quest'epoca ad Ebla il campo della arti si diversifica e si moltiplica. Per quanto riguarda la scultura, dobbiamo innanzitutto ricordare i bacini scolpiti rinvenuti nei templi. I più importanti sono tre; uno, in basalto, viene dal Tempio B1 o tempio di Reshef; il secondo, in calcare, dal tempio di Ishtar sull'Acropoli, o Tempio D; il terzo, anch'esso in calcare, dal tempio del Sole, o Tempio N.
Essi erano utilizzati per contenere l'acqua lustrale; le immagini scolpite sulla loro superficie fanno riferimento al culto ed alle feste sacre. Il bacino del tempio N presenta diverse coppie di esseri umani sulla faccia principale e alcune dèe sulle due facce laterali; la quarta faccia è perduta.
Sulle sculture di Ebla si ritrovano gli stessi soggetti che caratterizzano il paese dei Due Fiumi; animali domestici e selvaggi, eroi, lotta tra un eroe e un leone.

La stele di Ishtar
Un'altra opera d'arte eblaita molto importante è una grande stele scolpita sulle quattro facce, che era collocata entro un piccolo santuario presso il tempio di Ishtar sull'Acropoli (Tempio D): la sua parte superiore è stata spezzata ed è scomparsa. Tuttavia, essa misura ancora quasi due metri di altezza. Sulle facce compaiono diversi soggetti mitologici e cultuali; la figura più importante è quella della dea Ishtar entro un tempio alato, posta sul dorso di un toro. La stele è datata al 1850 a.C. circa.
Davanti al secondo tempio di Ishtar nella città bassa (Tempio P2) sono state ritrovate tre belle statue basaltiche; una, più rozza, è completa e rappresenta, forse, un dignitario; la seconda è priva della testa e delle gambe, ma nonostante i danni subiti, risalta per lo stile assai fine ed elegante; rappresenta, probabilmente, una regina. La terza statua era ridotta in pezzi; manca della testa e della parte inferiore, a partire dalla vita, Molto grande e di fattura eccellente, raffigura un re di Ebla.
Sono stati rinvenuti , nello stesso luogo, frammenti di altre statue maschili, femminili e leonine.
Abbiamo già parlato dei preziosi resti ritrovati nelle tombe reali: gioielli, vasi dipinti, vasi in pietra, coppe d'argento, ornamenti in bronzo. Un'altra industria artistica assai sviluppata a Ebla era quella glittica: lo sappiamo dal rinvenimento di due impronte su giara di sigilli cilindrici di eccezionale pregio. Una delle impronte, molto grande (alt, cm.8 circa), raffigura due divinità ed il principe ereditario; l'altra, più piccola (alt. Cm.5 circa), un sovrano e il dio Hadad.

Statue in basalto rinvenute
nel grande tempio P2 di Ishtar

Impronta di un grande sigillo cilindrico con il principe
della corona e le divinità
6- Importanza archeologica e storica della scoperta di Ebla.
La scoperta nella Siria settentrionale di Ebla e della sua civiltà, ha determinato un grande cambiamento nelle idee e nelle convinzioni un tempo dominanti presso gli studiosi di ogni paese. Prima di questa scoperta, la Siria era considerata un ponte e un passaggio tra le due principali civiltà dell'antico Oriente: quella dell'Egitto faraonico e quella della Mesopotamia, o paese dei Due Fiumi.
I ricercatori di archeologia e di storia facevano iniziare l'epoca gloriosa della Siria al tempo di Zimri-Lim, re della città di Mari sull'Eufrate, ossia alla prima meta del II millennio a.C. Dopo la scoperta del grande regno di Ebla, la civiltà e la gloria siriana risalgono indietro, alla metà del III millennio a.C. La civiltà di Ebla , quindi,può essere collocata accanto alle grandi civiltà antiche del Vicino Oriente a partire dal III millennio a.C., con i suoi Archivi Reali colmi di informazioni sulla situazione politica e amministrativa di quest'epoca tanto lontana.
La scoperta di Ebla va posta sullo stesso piano delle grandi scoperte che hanno mutato il volto della storia dell'Oriente Antico, come quella degli archivi di Ninive e delle tombe reali di Ur, ovvero quelle delle città siriane di Mari ed Ugarit. Ecco perché possiamo affermare che la scoperta di Ebla è il rinvenimento archeologico più importante della seconda metà del XX secolo, non solamente per quanto concerne la Siria, ma tutto il territorio del Vicino Oriente moderno.
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